La letteratura italiana del XIX secolo fu caratterizzata da importanti movimenti culturali che influenzarono profondamente le arti e il pensiero.
La Scapigliatura letteratura italiana 1800 rappresentò un momento di rottura con la tradizione romantica precedente. Questo movimento, nato a Milano, si caratterizzò per la sua opposizione ai valori borghesi e per la ricerca di nuove forme espressive. Gli scapigliati, come Emilio Praga e Iginio Ugo Tarchetti, esplorarono temi come l'alienazione, il male di vivere e il fascino per il macabro, anticipando molte delle tematiche che sarebbero state poi riprese dal Decadentismo movimento culturale e letterario.
Il Decadentismo si sviluppò successivamente come reazione al Positivismo, caratterizzandosi per un profondo interesse verso l'irrazionale e l'inconscio. La Influenza di Nietzsche e Freud sulla letteratura fu determinante in questo periodo, portando gli autori a esplorare le profondità della psiche umana e a mettere in discussione i valori tradizionali. Figure come Gabriele D'Annunzio e Giovanni Pascoli divennero i principali esponenti di questa corrente in Italia, sviluppando nuove forme poetiche e narrative che enfatizzavano la dimensione simbolica e onirica dell'esperienza umana. Il Decadentismo introdusse anche una nuova concezione dell'artista come figura elitaria e superiore, distaccata dalla società borghese e dotata di una sensibilità particolare che gli permetteva di cogliere aspetti della realtà inaccessibili ai più. Questo periodo segnò una svolta fondamentale nella letteratura italiana, influenzando profondamente gli sviluppi successivi del Novecento.