La vita e le opere di Dante Alighieri rappresentano un pilastro fondamentale della letteratura italiana medievale e universale. Il sommo poeta, nato a Firenze nel 1265, ha rivoluzionato la lingua e la poesia attraverso opere monumentali che ancora oggi studiamo e ammiriamo.
Nel suo percorso letterario, Dante ha dato vita al Dolce stil novo, una corrente poetica innovativa che ha elevato il concetto dell'amore a un livello spirituale e filosofico. Questa nuova concezione della poesia d'amore si distingue per la sua raffinatezza linguistica e per l'uso del volgare illustre, teorizzato nel trattato De vulgari eloquentia. In quest'opera, scritta in latino, Dante analizza sistematicamente i volgari italiani alla ricerca di una lingua letteraria comune e nobile. Il poeta definisce le caratteristiche del volgare illustre come lingua cardinale, aulica e curiale, ponendo le basi per lo sviluppo della lingua italiana moderna.
L'influenza di Guido Cavalcanti, amico e maestro di Dante, è fondamentale per comprendere l'evoluzione del pensiero dantesco. La teoria degli spiritelli di Cavalcanti rappresenta una chiave di lettura essenziale per interpretare la poesia stilnovista, dove l'amore viene concepito come una forza spirituale che agisce attraverso gli occhi e colpisce direttamente il cuore dell'amante. Il De vulgari eloquentia si inserisce in questo contesto culturale come opera teorica fondamentale, dove Dante analizza i diversi volgari italiani e stabilisce i criteri per identificare quello più adatto alla poesia elevata. La scelta di scrivere il trattato in latino risponde alla necessità di conferire autorevolezza scientifica alla sua analisi linguistica, rivolgendosi a un pubblico di intellettuali europei.