I Peccatori del Terzo, Quarto e Quinto Cerchio dell'Inferno
Nella Divina Commedia, Dante Alighieri descrive con straordinaria precisione le pene inflitte ai peccatori nei diversi cerchi infernali. Nel terzo cerchio troviamo i golosi, condannati a una pena che riflette la loro vita di eccessi terreni. Questi peccatori giacciono nel fango sotto una pioggia incessante e vengono continuamente graffiati da Cerbero, il mostruoso cane a tre teste che funge da guardiano. La loro punizione rappresenta una contrappassso perfetto: come in vita si sono abbandonati ai piaceri della gola, ora sono costretti a giacere nel fango come animali.
Nel quarto cerchio, Dante colloca gli avari, la cui punizione consiste nel spingere enormi massi con il petto, in un ciclo eternamente ripetitivo. Questi peccatori, che in vita hanno accumulato ricchezze con avidità, ora sono condannati a scontrarsi tra loro, scambiandosi insulti mentre spingono i loro pesi. Il contrappasso qui è evidente: coloro che hanno dedicato la vita all'accumulo di beni materiali sono ora costretti a un'fatica fisica perpetua e inutile.
Gli iracondi occupano il quinto cerchio, immersi nelle acque fangose della palude Stige. Qui, questi spiriti si percuotono vicendevolmente, manifestando in eterno quella rabbia che li ha caratterizzati in vita. La palude rappresenta l'oscurità dell'ira che offusca la ragione, mentre il loro continuo azzuffarsi riflette la natura violenta del loro peccato.
Definizione: Il contrappasso è la legge di retribuzione che regola le pene infernali nella Divina Commedia, secondo cui ogni pena è proporzionata e analogicamente correlata al peccato commesso in vita.