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Analisi di "Eran i capei d'oro a l'aura sparsi", " Secretum, "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono" e "Solo e pensoso i piú deserti campi", di Francesco Petrarca

16/9/2022

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ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI
è un sonetto che fa parte delle "rime vita" del Canzoniere e rievoca il momento
dell'innamoramento a Lau

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ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI è un sonetto che fa parte delle "rime vita" del Canzoniere e rievoca il momento dell'innamoramento a Laura. Laura è la figura femminile che irradia fascino intorno a sé, tanto che per il poeta è impossibile non innamorarsene: l'amore, però, parte da una visione del tutto soggettiva e psicologica dell'autore, che definisce la figura femminile con tratti delle donne-angelo tipici della tradizione stilnovista e allo stesso tempo l'elevazione è piegata da un significato laico e terreno. L'amore per Laura, dunque, è un sorta di pretesto per l'espressione dell'interiorità di Petrarca, come un viaggio che ruota attorno al suo cuore, e l'esaltazione della sua individualità lo rende limitato, soggetto al tempo e alla morte. La lirica di Petrarca è caratterizzata infatti della presenza di una dimensione temporale, in cui viene manifestato il ricordo del passato (dimensione nostalgica), il sentimento del presente (espressione di dubbio e rimpianto) e il desiderio del futuro, che permette all'autore di effettuare un ulteriore distacco dalla corrente stilnovista. In questa scissione dei piani temporali, anche l'io del poeta si sdoppia tramite l'esperienza del dissidio: nelle sue poesia utilizza termini solitamente contraddittori che riportano al conflitto interiore, nato principalmente dall'impossibilità di raggiungere la conciliazione del cristianesimo con l'amore per la cultura pagana antica, la poesia e la gloria, al...

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Didascalia alternativa:

contrario del fratello Gherardo, divenuto monaco, in cui vede il modello di aspirazione personale. Da una parte c'è quindi l'amore per la cultura classica e per Laura, dall'altra l'aspirazione a una perfezione di vita cristiana e al disprezzo dei valori mondani. Nelle varie poesie dedicate a Laura troviamo di conseguenza due concezioni totalmente opposte: oltre all'amore come benedizione troviamo l'opposizione di amore come tormento e peccato, non tanto quanto peccato sessuale ma quanto la dedizione a un valore terreno che lo allontana da Dio e dalla vita eterna. SECRETUM Il Secretum (o "Il segreto conflime de miei affanni") è un dialogo in tre libri cominciato nel 1342 e divulgato postumo, è diviso secondo lo schema canonico dei 7 peccati capitali. - UNA FUNESTA MALATTIA DELL'ANIMO Nel secondo libro del Secretum Petrarca viene esaminato da Sant'Agostino sui vizi che lo tengono incatenato al peccato e minacciano la salvezza della sua anima: egli è il modello perché concilia il cristianesimo all'amore per la letteratura classica. La forma dialogata serve ad esprimere lo scontro, come impietoso scavo nella propria coscienza ed esaltazione della psicologia dell'individuo, che rimarrà però senza soluzione. Viene affrontato il peccato di accidia non tanto come un peccato, nei termini della morale medievale, quanto come un'esperienza psicologica: è uno stato di malinconia che lo prende per giorni e giorni e lo sprofonda nel torpore, di cui il poeta non riesce a individuare un motivo specifico, perché tutte le ragioni di tristezza si accumulano confusamente e lo assalgono come un intero esercito. Di conseguenza egli non riesce a reagire, ma subisce passivamente questa morte atrocissima. L'accidia inoltre è simbolicamente frutto delle trasformazioni sociali ed economiche del Trecento, in cui l'individuo avverte un bisogno crescente di rivalutare la dimensione terrena della vita, di conferirle importanza e autonomia. La via intrapresa da Petrarca sbloccherà nell'umanesimo, ma il protagonista del Secretum non riesce a conciliare l'amore per le cose terrene con la coltivazione dello spirito e l'amore per Dio. Parole negative: orrore, rovina le anime infelici, morte atrocissima, lacrime e dolore. VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO è il sonetto introduttivo al Canzoniere, collocato tra 1345 e 1350, quando Petrarca decise di raccogliere le rime sparse in un libro. Sceglie di limare il volgare, per un linguaggio alto e ricercato, tramite la scelta misurata delle parole e i latinismi. E un uomo combattuto: i sospiri d'amore che egli fa, sono concepiti come un errore giovanile che lo fece allontanare dalla Fede. Nel sonetto proemiale il poeta infatti tratteggia la natura complessa della sua esperienza amorosa, la cui storia si snoderà attraverso i componimenti del Canzoniere: questo sentimento ha tenuto vivo il cuore del poeta quando era giovane, ma lo ha reso ridicolo agli occhi degli altri e lui stesso col tempo si è reso conto della sua inconsistenza. Per questo, oggi che è maturo e si vergogna di aver provato e coltivato un interesse così illusorio, spera di essere compreso e perdonato. Il poeta si presenta come un uomo maturo e saggio, che ha ormai compreso e ripudiato la vanità dell'amore, delle sue emozioni ma, tuttavia, sta introducendo il libro in cui l'espressione di quelle "vanità" è amorosamente raccolta e ordinata, rifinita nella forma. SOLO E PENSOSO I PIÙ DESERTI CAMPI in questo sonetto (scritto prima del 1337) Petrarca esprime il suo bisogno di spazi solitari per placare l'inquietudine generata dall'amore per Laura. La necessità di tener nascosto l'amore è uno dei luoghi comuni della lirica cortese: l'amore, sentimento intimo e prezioso e lo inserisce nella figura dell'innamorato che vaga alla ricerca della solitudine, in un colloquio assorto col paesaggio. Il ritmo lento del suo passo, definito nei primi due versi, scandisce lo scorrere della sua meditazione. Gli spazi che il poeta ricerca non hanno un valore in sé, ma sono funzionali al suo raccoglimento interiore, sono lo sfondo indistinto e impreciso su cui egli proietta il suo stato d'animo. LA VITA FUGGE E NON S'ARRESTA UN'ORA L'idea della fuga inarrestabile del tempo è ossessivamente presente nella psicologia e nell'opera di Petrarca. In questo sonetto è il punto di partenza di una meditazione che coinvolge l'intera esistenza: abbiamo l'immagine di un uomo non solo incalzato dalla morte, ma assediato dai ricordi del passato e dai timori per il futuro, ugualmente dolorosi, e incapace di pensare a una conclusione serena della vita, una volta perduti quei lumi bei che la orientavano e le davano un senso. La fugacità dell'esistenza, la sua natura effimera e inconsistente, prostrano il poeta al punto tale che sarebbe pronto a togliersi la vita se non trattenesse il timore della condanna divina. L'angoscia in cui il pensiero della morte sprofonda Petrarca è poco giustificabile per un poeta cristiano, che vorrebbe vedere nella fine della vita terrena il passaggio desiderato all'eternità. passato coincide con la rievocazione dei momenti dolci che non sono più e il futuro, d'altra parte, è sentito carico solo di incertezze e minacce, senza speranza di serenità o di salvezza. Il contenuto di questo sonetto richiama il male dell'accidia, oggetto di un confronto serrato fra Francesco e Agostino nel Secretum. Sono cambiate le condizioni esterne che generano nel poeta questa disposizione d'animo, peccaminosa per la morale cristiana (morte di Laura), ma la condizione psicologica rimane invariata. FIGURE RETORICHE - Assonanza: rima imperfetta, consistente nel terminare due o più versi successivi con parole contenenti le stesse vocali, mentre le consonanti sono diverse, ma di suono simile - Topos: luogo comune, idea ricorrente, o descrizione ripresa da opere e autori nei secoli - Metafora: sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini - Similitudine: figura retorica fondata sulla somiglianza logica o fantastica di due eventi o successioni di pensiero - Antitesi: figura retorica per eccellenza utilizzata da Petrarca per esprimere il dissidio - Anacoluto: accostamento di concetti contrastanti - Personificazione: attribuzione di caratteristiche umane a oggetti inanimati,sentimenti - Apostrofe: rivolge direttamente la parola a concetti personificati, a soggetti assenti o scomparsi, o anche al lettore. - Polisindeto: rallenta il ritmo e permette la musicalità, collega le varie proposizioni di un periodo con numerose ripetute congiunzioni - Allitterazione: ripetizione spontanea o ricercata di lettere o semplicemente di suoni uguali, in una serie di due o più vocaboli