Il dialogo socratico rappresenta uno dei più importanti metodi filosofici dell'antichità, sviluppato dal grande filosofo ateniese Socrate nel V secolo a.C. Attraverso la maieutica Socrate aiutava i suoi interlocutori a "partorire la verità", guidandoli con domande mirate a scoprire da soli la conoscenza.
L'importanza del dialogo per Socrate si manifesta nel suo metodo di insegnamento, che non consisteva nel trasmettere nozioni preconfezionate, ma nell'aiutare l'interlocutore a raggiungere la verità attraverso un processo di scoperta personale. Questo metodo viene ancora oggi utilizzato in vari contesti, dal dialogo socratico a scuola alla dialogo socratico psicoterapia, dimostrando la sua efficacia nell'educazione e nella crescita personale. La tecnica si basa su domande progressive che portano l'interlocutore a mettere in discussione le proprie convinzioni e a giungere a nuove consapevolezze.
Il processo a Socrate rappresenta un momento cruciale nella storia della filosofia. Chi ha ucciso Socrate non furono solo i suoi accusatori diretti, ma un sistema politico che temeva il suo metodo di insegnamento e la sua influenza sui giovani. Chi accusa Socrate furono Meleto, Anito e Licone, che lo denunciarono per empietà e corruzione dei giovani. Nell'Apologia di Socrate, il filosofo si difende dalle accuse dimostrando la sua integrità e coerenza. Come si difende Socrate dalle accuse è emblematico del suo metodo: non cerca di commuovere i giudici o di sfuggire alla condanna, ma utilizza la ragione e la logica per dimostrare l'infondatezza delle accuse. La sua morte per avvelenamento con la cicuta diventa simbolo della ricerca della verità a ogni costo e della fedeltà ai propri principi.