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socrate

22/9/2022

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la vita e il pensiero di Socrate contribuiranno a tramandare durante i secoli la
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la vita e il pensiero di Socrate contribuiranno a tramandare durante i secoli la concezione dell'indagine filosofica come ricerca e dialoghi incessanti. le testimonianze che abbiamo su socrate sono molto spesso contrastanti riguardanti il suo insegnamento, ma concordano su un punto,il fascino profondo che emanava caratterialmente, che contrastava con la sua immagine, infatti era definito brutto poiché non aveva i tratti tradizionali dei sapienti, ma le sue parole scavano nell'anima di chi lo ascolta, facendogli fare un'analisi su loro stessi e sulla vita. Dopo più o meno tre secoli dalla morte di Socrate, Cicerone, ricorda il legame tra vita e pensiero, la filosofia di Socrate coincide con la sua esistenza,tanto da non trovare espressione in opere scritte. L'indagine filosofica per socrate si risolve scegliendo di dare la propria esistenza alla ricerca del sapere poiché in essa abbiamo l'unico significato della vita. le parole di cicerone ci fanno intuire che la filosofia per socrate ha un ulteriore senso, la strappa dal cielo per farla abitare nella città, ovvero,la allontana dalle questioni sulla natura e sul cosmo e la rivolge ai cittadini delle polis e ai loro problemi. platone riporta le parole di socrate in uno dei suoi dialoghi, un interlocutore gli disse che lui non lasciava mai le mura della città e che era sempre chiuso lì e lui rispose che...

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Didascalia alternativa:

ama imparare e che la terra non vogliono insegnargli nulla, ma gli uomini della citta si. Socrate nasce ad atene nel 470 a.c,da platone sappiamo che sua madre è un'ostetrica e da altre testimonianze che suo padre era un artigiano, ed è proprio dai mestieri dei suoi genitori che socrate prenderà le sue capacità come aiutare a partorire le idee e scolpire conoscenze tramite la ragione. anche se socrate non ha vissuto in un ambiente aristocratico ha ricevuto l'educazione data agli ateniesi benestanti. egli termina l'efebia (indica i giovani che hanno raggiunto la hebe, ovvero l'adolescenza) intorno al 450 a.c quando atene è al culmine del suo splendore durante l'età di pericle, sulle vittorie contro i persiani ,pericle adopera un espansione economica e militare facendone un centro di cultura. In questo contesto va collocato l'arrivo di Anassagora ad atene nel 463 a.c portando con sé la filosofia naturalistica delle colonie greche. anassagora rimane ad atena fino a quando fu accusato di empietà (crudeltà) e costretto all'esilio,e socrate si affianca al pensiero di anassagora anche e lo abbandona poco tempo dopo perché preferisce mettere al centro della ricerca l'essere umano, infatti la trazione evidenzia questa conversione dalla filosofia naturalistica a un'indagine su l'essere umano, con la nascita dell'umanesimo occidentale. scoppia la guerra del Peloponneso nel 431 a.c e durerà per quasi trent'anni dove si scontreranno la lega peloponnesiaca guidata da sparta e la lega delio-attica guidata da atenei. Socrate parteciperà a tre campagne militari: la prima, secondo quanto detto da platone nel simposio, fa parte del gruppo inviato da pericle per assediare potidea nel 432 a.c,ed era armato come oplita (fanti dell'antica grecia), lui combatte e salva la vita al figlio adottivo di pericle, Alcibiade, meritandosi un onorificenza. sulla sua esperienza ,per quello che ci dice platone,socrate durante il suo combattimento era rimasto fermo in piedi per meditare in una trance per un giorno e una notte. la seconda avviene nel 429 a.c,quando pericle mori per la peste, atene fu guidata da cleone con la politica imperialistica, per cui tutti gli uomini sono stati chiamati per la guerra, tra questi anche socrate che combatterà della fallimentare battaglia di delio nel 424 a.c. la terza ed ultima impresa militare a cui socrate partecipa,nel 422 a.c, è la battaglia di anfipoli,in cui vengono sconfitti gli ateniesi, l'anno successivo atena e sparta stipulano una tregua,la pace di nicia. Tornato in patria continua a frequentare le piazze,i mercati,tutti i posti in cui potesse confrontarsi con i concittadini. Socrate sposa santippe e avrà tre figli(lamprocle,sofronisco e menesseno). sua moglie viene descritta come litigiosa e che mette in difficoltà la pazienza di Socrate. Dopo la morte di Cleone la politica ateniese è guidata da Alcibiade. nel 418 a.c ritornano i conflitti tra atene e sparta. Nel 416 a.c alcibiade progetta una spedizione in sicilia il cui fallimento contribuirà a farlo allontanare da Atene. nel 406 a.c atene vince contro gli spartani,ma una tempesta impedisce di portare a terra i sopravvissuti. Gli otto strateghi vengono messi sotto accusa dell'assemblea popolare,che conduce il processo non seguendo le regole per riuscire a condannare a morte gli accusati. L'unico a opporsi è Socrate, che tenta di far ragionare i concittadini senza riuscirci, questo episodio ci mostra come Socrate scelga di stare sempre dalla parte della legge anche se rischia di trovarsi in una posizione pericolosa. durante la guerra del Peloponneso nel 404 a.c sparta impose ad atene un governo oligarchico incaricando i trenta tiranni(trenta magistrati e instaurarono un regime di terrore. Fra i trenta tiranni ci sono anche gli zii di platone,crizia e carmide,amici di Socrate che lo cercarono di integrare nella politica affidandogli l'arresto di una persona la cuo colpa era stato opporsi alla democrazia,ma socrate anche essendo un democratico si rifiutò essendo ingiusto. nel 403 alcuni esuli(esiliati) democratici rientrarono in città capovolgendo il regine dei trenta tiranni riportando la democrazia, che mostra ostilità verso socrate e nel 399 a.c venne denunciato da un poeta chiamato meleto,lo denuncia poiché non crede negli dei della citta e richiede la pena di morte. socrate sceglie di difendersi da solo,nella apologia di socrate possiamo trovare le varie fasi del processo e la condanna a morte. la legge prevedeva che chi fosse condannato potesse sciogliere una pena alternativa o I esilio,ma socrate si rifiutò e dopo aver risposto dicendo che gli sarebbe spettato un riconoscimento gli hanno somministrato del veleno. lo stesso giorno in cui socrate fu giustiziato lo stesso giorno della liberazione ateniese dal minotauro, anche se la legge prevedeva la sospensione delle condanne a morte, socrate preferì morire rispettando le regole piuttosto che vivere in esilio tradendo, anche nel suoi ultimi attimi di vita ha trovato l'occasione per dialogare. la figura di socrate, secondo alcune testimonianze, aveva qualcosa di strano ma affascinante al tempo stesso, il suo aspetto andava contro al canone ellenico dell'anima saggia in un corpo bello, Socrate era brutto esteriormente e questo contrastava con il suo carattere. Platone, per la sua personalità, lo paragona alle torpedine, ovvero dei pesci che stordiscono chi li tocca poiché seminerà dubbi. Socrate non scrisse nulla, questo non è un fatto casuale, riteneva che la ricerca filosofica non potesse essere continuata dopo di lui. Il fatto che Socrate non scrisse nulla mette in difficoltà la ricostruzione del suo pensiero. L'unica testimonianza che risale ai tempi di Socrate è quella nelle nuvole di Aristofane, Ambientata ad Atene, Aristofane presenta Socrate come un chiacchierone che corrompe i ragazzi non facendoli credere negli dei, Socrate viene visto come il peggior sofista e vedendo in lui l'esponente della nuova cultura. Aristofane, nell'accusa contro Socrate, lo denuncia poco dopo la sua morte, Policrate lo accusa di aver disprezzato le procedure della democrazia e, lo accusa di aver corrotto i giovani insegnandogli credenze contrarie a quelle dello Stato, come disse Aristofane. Senofonte, discepolo di Socrate, nelle sue opere presenta Socrate come un moralista,i socratici minori, ovvero i suoi seguaci, costruirono alcune scuole socratiche ma non ci danno molte notizie su socrate. Platone invece ci dà una visione di Socrate più amorosa, invece Aristotele lo raffigura come il teorico della virtù come scienza e lo scopritore del concetto. Per riuscire a collocare correttamente la figura di Socrate è necessario individuarla dal punto di vista storico, secondo Platone queste informazioni non possono essere rintracciate in una posizione antisofista dal momento in cui la riflessione socratica affonda le proprie radici culturali dell'Illuminismo greco di cui i sofisti furono i maggiori esponenti Socrate condivide con i sofisti alcuni punti come: ● L'attenzione per l'essere umano e il disinteresse per il cosmo ● cercare nell'essere umano i criteri del pensiero • la mentalità razionalistica, che mette tutto in discussione e non accetta nulla che non abbia il valore critico della ragione invece I punti per cui Socrate si allontana dei sofisti sono: • Non fare della sua cultura una professione ● un più sofferto amore della verità il tentativo di andare oltre il relativismo Socrate è figlio e avversario della sofistica, Distaccare completamente Socrate dai sofisti significherebbe far perdere le radici del suo pensiero, così come rappresentarlo alla pari dei sofisti significherebbe smarrire l'originalità. Lo schema che avvicina e allontana Socrate e i sofisti ci fa pensare anche il rapporto tra Socrate e Platone, questo schema da una parte ci fa capire quello che accomuna il maestro e il discepolo e dall'altra ci fa vedere ciò che li distanzia, ovvero l'umanismo. Il rapporto triangolare sofisti-Socrate-Platone, oltre a farci capire appunto il caso di Socrate, ci riesce a far collocare la sua figura storicamente. Socrate ha seguito le ricerche di Anassagora, ed è deluso da queste indagini e si convince che alla mente umana sfuggono i perché ultimi delle cose. Socrate fa il proprio motto dell'oracolo Delfico, conosci te stesso. Per Socrate la prima condizione della ricerca e del dialogo è la conoscenza della propria ignoranza, Platone narra che quando Socrate seppe che l'oracolo di Delfico lo aveva proclamato il più sapiente tra gli uomini si auto dichiarò ignorante, intendendo che il vero sapiente è colui che sa di non sapere. da una parte il motto Delfico socratico assume significato di una denuncia di tutte le categorie di individui che pretendono di conoscere la natura, ma dall'altro lato non esclude le possibilità di una ricerca sull'essere umano, anzi la incoraggia, dal momento che soltanto chi sa di non sapere cerca di sapere, chi crede già di sapere non sente il bisogno di cercare la verità. la tesi socratica del non sapere da un lato è un richiamo ai limiti della ricerca umana, e dall'altro lato è un invito a indagare, e nel non sapere socratico abbiamo un distacco dei sofisti, poiché si dichiaravano sapienti così tanto da insegnare, invece Socrate si dichiara filosofo, cioè amante della sapienza e la filosofia viene identificata come il desiderio del sapere. il metodo dell'indagine filosofica usato da Socrate è il dialogo, il confronto con l'altro attraverso la parola, il dialogo socratico a una struttura precisa, e abbiamo due momenti: • L'ironia: Socrate rende i propri interlocutori consapevoli della loro ignoranza usando l'ironia, con la quale riesce a mettere a nudo le conoscenze di essi, l'ironia è il metodo usato da Socrate per svelare l'ignoranza e mettere dubbio, impegnando così il soggetto nella ricerca. • la maieutica: dopo aver seminato dubbi, Socrate stimola l'ascoltatore a ricercare dentro se stesso una sua verità, la maieutica consiste proprio in questo, l'arte di far partorire, come sua madre ostetrica, faceva partorire i bambini. Socrate applica il metodo delle definizioni fatto di domande risposte e obiezioni, il punto del processo è la domanda che cos'è (ti esti?), Cioè la richiesta di una definizione di ciò di cui si sta parlando, questa domanda ha un duplice volto, uno negativo, mettendo in crisi l'interlocutore, l'altro positivo, lo conduce verso una definizione soddisfacente. Aristotele attribuisce a Socrate la scoperta dell'induzione e del concetto. L'induzione è un ragionamento che dall'esame di un certo numero di casi risale a un'affermazione generale, per Aristotele è la definizione cercata da Socrate attraverso il dialogo. • il concetto che esprime una cosa, ad esempio il che cos'è, può risalire al concetto di giustizia, cioè alla definizione come rispetto delle leggi. alcuni studiosi hanno messo in discussione la validità della testimonianza di Aristotele Come un tentativo di aristotelizzare Socrate, come aveva già fatto Platone, ma è difficile che abbiano stravolto un punto essenziale di Socrate, che non sarebbe il Socrate che conosciamo e non si differenzierebbe dei sofisti. secondo Socrate la ricerca filosofica conduce a una verità che non va intesa come una conoscenza ma come omologhia, ovvero come la ragione condivisa a cui si arriva dialogando insieme. Socrate ammette l'esistenza di un punto fermo ovvero il dialogo, poiché Anche per rifiutarsi di dialogare si dovrebbe usare il dialogo, il dialogo è un principio indubitabile, perché la sua negazione lo riafferma. L'etica socratica è presentata come un miracolo spirituale, la sua nuova concezione di virtù era intesa dai greci come il modo ottimale di essere qualcosa,, Riferita alle persone il concetto di virtù indica il modo migliore per essere uomini. la virtù veniva considerata come qualcosa di dato alla nascita o dagli dei, i sofisti invece hanno sostenuto che la virtù è un valore che deve essere cercato e conquistato, poiché virtuosi non si nasce ma si diventa attraverso la Paideia, l'educazione. Socrate afferma che la virtù non è un dono, ma una faticosa conquista, in quanto l'essere uomini è frutto di un'arte che la più difficile da apprendere, sostiene inoltre che la virtù è una scienza, una forma di sapere e tenta di sottoporre la vita concreta all'intelletto, è convinto che per essere uomini sia indispensabile riflettere e cercare e ragionare, cioè fare filosofia. Secondo Socrate non esistono il bene e la giustizia poiché il bene e il giusto sono valori umani scaturiti dal nostro ragionare, il sapere di cui parla Socrate è sapere quando è bene fare quella azione, che diviene buona in quanto so che bene farla. Questa concezione di virtù come scienze rappresenta il senso dell'etica socratica, ed è stata riconosciuta come una forma di razionalismo morale, ovvero che per agire è indispensabile la conoscenza e la riflessione. la virtù socratica può essere insegnata e comunicata a tutti, secondo Socrate non basta che qualcuno conosca il proprio mestiere ma bisogna che impari anche il mestiere di vivere, la scienza del bene e del male. Socrate trae conclusioni di fondo • in primo luogo, la virtù è unica, non sono le virtù al plurale, ma al singolare perché rappresenta la scienza del bene. • in secondo luogo Socrate tende a far coincidere le virtù umane con i valori della ragione. la virtù socratica è un modo di essere che mira alla felicità, la morale è una forma di edonismo, poiché vede la felicità lo scopo di ogni azione umana. Per Socrate la virtù non è una negazione dell'esistenza, ma un suo potenziamento tramite la ragione che rende migliore e più felice la nostra vita, tant'è vero che soltanto il virtuoso e felice, mentre il non virtuoso non ragionando a sufficienza si abbandona a istinti che lo rendono infelice, la virtù di cui parla Socrate tende a risollevarsi nella politica, poiché l'arte del saper vivere si identifica nell'arte di saper vivere con gli altri, intesa come un ragionare insieme sulle cose della città per un bene comune. E nella concezione socratica della virtù derivano due paradossi: 1. il primo è l'idea secondo cui nessuno pecca volontariamente, per chi ti fa del male lo fa per ignoranza del bene, ovvero nessuno compie il male consapevolmente sapendo che si tratta di un male, ma è soltanto un individuo che ignora il bene, poiché quando si agisce si fa sempre ciò che si ritiene essere un bene per noi. 2. il secondo, che ci dice che e meglio subire il male che commetterlo, sulla convinzione che è soltanto la virtù e la giustizia rendono felici mentre l'ingiustizia porta all'infelicità. Socrate tende a dare alla propria opera un carattere religioso, considera il filosofare come una missione affidatagli dalle divinità, parla di un demone che lo consiglia in tutti i momenti decisivi della sua vita, questo demone è interpretato come la voce della coscienza, ma è il sentimento, la guida della condotta umana, il demone è un concetto religioso, può essere anche considerato come la personificazione dell'anima. 1. Nella concezione socratica dell'anima abbiamo due visioni:la dottrina orfica dell'anima prigioniera del corpo. 2. la concezione dell'anima come sede della vita intellettuale, anche se entrambi portano all'idea dell'immortalità dell'anima. Socrate parlagli dei, e questo significa che non è estraneo al politeismo, tuttavia ammette gli dei soltanto perché ammette una divinità superiore, dalla quale gli dei sono manifestazioni e questa divinità sia una forma suprema di intelligenza. di questa mente divina Socrate individua un'attuazione particolare nella mente umana, L'intelligenza umana mostra che tutto ciò non può essere opera del caso, ma di una mente superiore che governa l'universo intero, la divinità socratica è custode del destino degli uomini, dopo essere stato condannato Socrate dichiara ai giudici di essere certo che per lui che è onesto non c'è male nella vita nella morte e che la sua causa è nelle mani degli dei. Socrate fu denunciato di non riconoscere gli dei della città, è perché insegna queste divinità ai giovani corrompendoli, la pena richiesta e la morte. Socrate scelse di rimanere ad Atene e affrontare il processo, La sua auto difesa era l'assunzione di un compito educativo che era stato chiamato da un ordine divino, anche se il discorso di Socrate non convinse i giudici e fu riconosciuto colpevole, Socrate avrebbe potuto scegliere l'esilio o una pena alternativa, ma da una parte era disposto a pagare una multa, ma dall'altra dichiarò che doveva essere nutrito a spese pubbliche nel pritaneo, il palazzo pubblico che costituiva il cuore della vita politica, con questa provocazione i giudici votarono per la condanna morte. alcuni studiosi considerano l'accusa contro Socrate come un motivo superiore dai democratici verso di lui, poiche Socrate sembrava essere sostenitore di un aristocraticismo politico e che concepisce i compiti di governo come frutto di arte e competenza, pare che criticasse alcune procedure politiche soprattutto quelle che consentivano di accedere alle cariche politiche. La morte di Socrate avvenne con l'assunzione della cicuta, la sua morte testimonia la piena fedeltà di Socrate a se stesso e ai propri principi, Platone ha presentato il filosofo come un uomo che avendo insegnato per tutta la vita la giustizia, non poteva infrangere la legislazione ateniese fuggendo. La lealtà socratica verso la città affonda le radici sul pensiero stesso, per Socrate l'uomo nasce dall'animale primitivo e si auto-costituisce come essere umano soltanto in un contesto con le leggi. Socrate ci fa capire che chi rifiuta le leggi cessa di essere uomo, le leggi si possono cambiare ma non violare, questa sua tesi ci permette di capire il perché lui abbia scelto la condanna piuttosto che l'esilio, infatti ci dice che preferisce morire rimanendo fedeli alle leggi, anziché vivere violandole.