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Platone

13/9/2022

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PLATONE
(427-347 a.C.)
Vita e politica
Platone (Aristocle) è figlio di una famiglia aristocr

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| Alice De Rosa Appunti Filo RS EU PMI IM PM PP PLATONE (427-347 a.C.) Vita e politica Platone (Aristocle) è figlio di una famiglia aristocratica e dopo i suoi studi con filosofi sofisti diventa allievo di Socrate a 20 anni. Si interessava molto di politica tanto da voler governare Atene, che durante la democrazia di Pericle venne sconfitta da Sparta nella guerra del Peloponneso. Venne accusata la democrazia e sostituita con la tirannide, anch'essa fallimentare a causa degli interessi personali dei 30 tiranni. Socrate condannò entrambe queste forme di governo perché non si rifacevano a valori comuni e di riferimento. Ad Atene fondò l'Accademia. Il rapporto tra ragione e società è compromesso da quest'ultima e Platone, per cambiarla, diventa filosofo, volendo formare i governanti, pensando che o i filosofi devono governare o chi governa deve diventare filosofo, in modo da eliminare poi l'incompatibilità tra ragione e società. Le dottrina delle idee Platone immagina una realtà intelligibile, il mondo delle idee (Iperuranio, "oltre il cielo"), parallelo a quello sensibile (imperfetto e corruttibile), idee che rappresentano i modelli perfetti delle cose. Egli le dividerà in: idee-valori (coraggio, giustizia,...); idee-matematica (figure geometriche....); idee-natura (alberi, montagne,...); idee-artificiali (casa, spada,...). L'idealismo è la conoscenza intellettuale, che consiste nel pensare ed inoltrarsi nel mondo delle idee ed è separata dalla conoscenza immediata, dovuta ai sensi. Le idee platoniche sono paradigmi universali, oggettivi, posti in un...

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una dimensione trascendente e che ci sono a priori l'esperienza sensibile, le abbiamo in noi e vanno ricordate (anàmnesi) e ricercate con la ragione³. Esse sono: reali e spirituali; PRIMESU eterne e uniche; perfette, molteplici e immutabili. Le cose conosciute del mondo sensibile rispetto a quelle ideali sono in rapporto di: imitazione (mimèsi), ovvero che cercano di assomigliare a quelle ideali; partecipazione (mètessi), ovvero che contribuiscono a formare l'idea; presenza (parusia), ovvero che le cose hanno in loro la presenza dell'essenza ideale. L'idea ha degli aspetti strutturali: ontologico (che c'è), gnoseologico (è conoscibile) e assiologico (ha valore morale). - ass ont- gno La scrittura 34 dialoghi /13 lettere Platone scrisse molto (considerato tradimento, sebbene utilizzi il dialogo). Definì la scrittura come farmaco e veleno insieme, perché indebolisce la memoria, inganna e rende pigri, ma sottolineandone anche l'importanza divulgativa. Lo scritto è un'imitazione del dialogo orale, che si compone di tre elementi: • il contesto, capace d'imprimere un particolare significato ai concetti espressi; l'oggetto, l'argomento trattato; • il principale interlocutore, che rappresenta una determinata visione concettuale. Il dialogo si presta a mantenere l'intelletto aperto a varie alternative, è solo un'ipotesi. Nei suoi dialoghi utilizzerà la dialettica, metodo di indagine razionale, atto alla dimostrazione delle ipotesi. Intellegibile inteso solo con l'intelletto, non con i sensi; Idea per Platone è un'entità spirituale che esiste prima dell'uomo e ha valore oggettivo ed esiste come criterio di giudizio delle cose; Es. "è bello ciò che è bello" xchè per lui in noi è presente un'idea di bellezza universale; 4 Ontologia filosofia dell'essere, ciò che esiste nella sua essenza. 1 L'utilizzo dei miti Platone utilizzò anche il genere letterario del mito, dove la realtà richiede costantemente un'interpretazione e in cui ci sono figure metaforiche. Molto vicino anche al filosofo Pitagora, svilupperà analogamente un: • sapere esoterico, riservato solo per i membri degni, espresso nella forma orale; sapere essoterico, rivolto a tutti, che esprimerà nelle opere scritte. Il mito della biga alata - mito sull'anima Utilizzò questo mito per spiegare la divisione dell'anima. Il carro è composto da: carro anima Freud corpo testa ragione lo auriga cavallo bianco volontà Super-lo cavallo nero istinto Es stato governanti guerrieri produttori cuore pancia Platone affermò, inoltre, che l'anima è immortale e si reincarna (metempsicosi) per sua scelta in varie forme nel tempo dopo la morte. Il mito della caverna - mito sul sapere Raffigura il tragitto dell'uomo dalla condizione di schiavo dell'ignoranza alla libertà della conoscenza. Gli uomini vivono incatenati fin dalla nascita in una caverna (mondo sensibile, d'ignoranza), condannati a guardare solo le ombre degli oggetti che sono proiettate sulla parete. La sola luce è quella di un fuoco e, nascosti da un muro, ci sono persone che portano delle statuette che proiettano le loro ombre sul muro®. Un giorno, uno schiavo si libera dalle sue catene e insegue la luce fuori dalla caverna, comprendendo l'esistenza di una realtà nuova, di certezze (mondo delle idee). All'inizio è abbagliato dal sole e aspetta quindi la notte. Arrivata la notte riesce a vedere grazie alla luce della luna gli oggetti riflessi negli specchi d'acqua, i quali medieranno la sua percezione (ora sapiente). All'alba riusce a vedere le cose nella loro integrità ed è in grado di contemplarle direttamente ed agire saggiamente (ora filosofo). Torna poi indietro nella caverna per andare a salvare i compagni dall'ignoranza, ma viene accusato da loro di falsità e follia (Socrate) e viene quindi condannato. La Teoria della Linea Indicò con la Teoria della Linea i quattro gradi della conoscenza platonica, dei saperi. Ogni uomo aspira all'ideale e quindi segue una retta ascendente per perseguire la verità. Durante il suo percorso attraversa i vari stadi del sapere. Essi sono principalmente due: l'opinione (dóxa), ricerca verità attraverso sensi; • la scienza (epistémē), ricerca verità attraverso ragione; L'opinione a sua volta si divide in: 1. immaginazione (eikasía), la fantasia, le manifestazioni superficiali, seg. A-B; 2. credenza (pístis), l'opinione comune del mondo delle cose, conoscenza verosimile e fittizia dei sensi (es. stereotipi e pregiudizi), seg. B-C; 5 Mito lo utilizza per semplificare concetti complessi e lontani dalla realtà; 6 Metempsicosi = trasmigrazione dell'anima; 7 Ombre immagini superficiali delle cose; 8 Sofisti, gli ingannatori che portano falsa credenza, basando sull'utile e sul piacere; 9 Opinione verità imperfetta e mutevole; 10 Scienza verità perfetta e che non cambia; II Platone condanna l'arte xchè copia delle cose, che stimola passioni e non parte razionale. 2 La scienza si divide in: 3. ragione scientifica (diánoia), si avvale della matematica che è molto importante perché prepara all'oggettività, pre-requisito per accedere alla filosofia, ma è ipotetica (parte dagli assiomi), e non permette la conoscenza completa, seg. C-D; 4. filosofia (nóěsis), conoscenza intuitiva e diretta: l'idea di bene, seg. D-E. A B D E Il mito di Er- mito sull'anima L'anima sceglie precedentemente alla vita sulla terra cosa vorrà essere: Platone utilizzerà il mito di Er, un soldato che viene ucciso e che resuscita, raccontando che cosa succede dopo la morte. Le anime prima subiscono un giudizio, buono o cattivo e se cattivo subiscono un processo di purificazione, dipendente dalla vita passata. Gli dei manderanno i giusti verso l'alto ed i malvagi sotto terra (inferno del Tartaro). Quelli che Er vede emergere dalla terra sono quelli che hanno scontato la loro punizione (solo attraverso la sofferenza l'uomo impara il bene). Tutti i castighi inflitti sono temporanei, ma più lunghi per i tiranni (schiavi delle loro passioni), ricacciati nelle voragini infernali dopo essere stati scorticati. Le anime che hanno scontato la pena, devono camminare per alcuni giorni fino ad arrivare ad un arcobaleno, da dove pende un fuso (destino) posato sulle ginocchia della dea Ananche (dea della necessità). Qui avviene la scelta dell'uomo, umana o animale. Le sue tre figlie (le moire) faranno pres. futu. ciò: pass. Lachesi, dea passato e destino, propone ed assegna la sorte; Cloto, dea nascita e presente, la rende irrevocabile; Atropo, dea futuro e morte, la rende necessaria ed inevitabile. Le anime scelgono in base a ciò che conoscono e ciò che non conoscono, cercando la felicità e la virtù, per cui le cose belle vissute nel passato ed anche ciò che non hanno conosciuto. Dopo aver scelto, berranno l'acqua dell'oblio del fiume Lete, dimenticheranno la vita e la scelta fatta e ritorneranno sulla terra. Una volta reincarnato, l'uomo viene affidato a un daimòn, una guida che lo guiderà verso la realizzazione della vita che aveva scelto nel mondo delle idee. E' un mito escatologico che tratta della reincarnazione. L'immortalità dell'anima la dimostra metafisicamente attraverso tre elementi: 1. prova dei contrari= tutto si genera dal proprio contrario, il bello dal brutto, la vita dalla morte, e nulla muore, la vita è un ciclo continuo dove tutto muta e tutto continua; 2. prova della somiglianza = l'anima ha le stesse caratteristiche delle idee: è un'unità eterna, in quanto è il contrario del corpo, che è soggetto al divenire (corruzione e morte); 3. prova della vitalità = l'anima partecipa all'idea di vita. Ha in sé la sua natura, per cui non può avere in sé l'idea della morte. 12 Assiomi principio che è assunto come vero xchè ritenuto evidente e xchè fornisce punto di partenza di un quadro teorico di riferimento; 13 Determinismo, ovvero ogni cosa ha una fine ed è una causa-effetto di qualcosa; 14 "Uomini responsabili del proprio destino"; 15 Escatologia indagine del fine ultimo della vita dell'uomo e dell'universo. 3 Amore come follia Egli ha identificato l'amore come la follia. La ragione non è la verità, è un modo d'interpretare la realtà, che consiste nel trovare i nessi causa-effetto tra gli elementi ed è un sistema di regole che ha due vantaggi: rende univoco il linguaggio; toglie l'angoscia dell'imprevedibile. Il principio della ragione è il principio di non contraddizione ("una cosa è sé stessa e non un'altra"). La ragione non è la verità, è solo utile. Le cose sono disponibili per una pluralità infinita di significati, come la follia. In questa condizione non si possono prevedere i comportamenti. E questa è temuta dall'uomo, perché non permette controllo. Gli dei greci sono folli, non stanno al principio di non contraddizione, sono tutto ed il contrario di tutto. L'amore è di origine divina, per cui è anch'esso qualcosa d'incontrollato e temibile. Il mito dell'androgino- mito sull'amore sono anche Alcibiade, Il poeta Agatone ha organizzato un banchetto a casa sua. Tra gli invitati Aristofane ed Socrate. Dopo il pasto si propone di parlare di Eros, dell'amore. Aristofane inizia a parlare del mito dell'androgino: all'origine dei tempi esisteva il femminile, il maschile e l'androgino. L'androgino era composto da una metà femminile e da una maschile ed era sferico, completo. Aveva due facce, quattro gambe e quattro braccia, ed era potente ed eterno: gli androgini bastavano a loro stessi, non desideravano nulla ed ambivano a scalare l'Olimpo. Zeus decise allora di tagliarli in due a colpi di saetta. Questi esseri si lasciavano morire, in quanto non riuscivano più a ritrovare la loro unità. Allora, visto che gli dei non possono essere tali se non ci sono gli umani a venerarli, Zeus e Apollo fecero si che potessero riprodursi. Gli portò il volto verso l'interiorità spezzata, gli chiuse l'ombelico, che ricorda all'uomo il suo limite. Da qui la spiegazione dell'amore, il desiderio di tornare ad essere completi. Il Simposio pone anche l'omofilia come una forma di amore, che genera intelligenza, arte e grandezza, piacere dell'anima e non solo del corpo. Alla fine del simposio, infatti, arriva Alcibiade, che, ubriaco, rivela il suo amore per Socrate. 7 Socrate sa dell'amore grazie a Diotima, donna sapiente Il mito di Eros - mito sull'amore Al banchetto di Agatone, giunge il turno di Socrate, che spiega l'amore con un mito: il giorno che nacque Afrodite, gli dei diedero un banchetto. Pòros, dio dell'abbondanza, si ubriacò, e Penia, una mendicante, approfittò di lui e rimase incinta. Nacque Eros, figlio della ricchezza e della povertà. Siccome figlio di un dio e di una mortale, fu un demone, un semidio. Questa condizione farà di lui un essere sempre alla ricerca di ciò che non ha. In lui convivono gli opposti: Eros non è né bello né brutto, né sapiente né ignorante, né giovane né vecchio, conosce un po' di entrambe le cose e perciò brama al bello (mancanza costituisce il desiderio). Il dio inizia così a cercare l'amore, che inizialmente crede risieda nella bellezza esteriore, ma questo tipo di bellezza si può corrompere. Allora lo cerca nella bellezza delle anime, il buon carattere, la. moralità, che rimane per tutta l'esistenza. Eppure Eros capisce che il vero amore non è neppure questo. Lo trova alla fine nell'amore per il Bene, ovvero l'idea al vertice della gerarchia di perfezione, sentimento superiore grazie al quale l'uomo può perfezionare sé stesso. Eros altri non è che l'incarnazione dei filosofi, i quali vanno alla ricerca della verità, curiosi del mondo e di ciò che è oltre. 16 Eros è anche raffigurato come colui che colpisce con le frecce gli uomini e questi s'innamorano: l'innamoramento è quindi un fatto doloroso, in quanto è la percezione di una mancanza. Esso conduce così alla famiglia poi alla polis alla giustizia ed infine al Bene. L'amore platonico segue un percorso di elevazione spirituale, i 5 gradi sono: 1. amore per il corpo; 2. amore per l'anima; 3. amore per le leggi; 4. amore per la scienza; 5. amore per la bellezza in sé (ideale, il Bene); L'amore platonico racchiude tutti gli elementi (corpo e anima) ed è uno strumento per arrivare ad un amore superiore, come anche per il sapere: l'uomo è un essere amante del sapere, ed avvertendo l'ignoranza, si mette alla ricerca. La Teoria dello Stato Platone auspica ad uno Stato ideale, una repubblica non democratica basata sul governo dei sapienti, la noocrazia (governo dell'intelligenza), dove c'è un sistema educativo riservato solo a sapienti e guerrieri. Ma questo Stato può corrompersi se aumenta troppo la popolazione e si mischiano le classi. Definirà le forme patologiche di governo: TIMO timocrazia (potere basato su onore e orgoglio); OLI • oligarchia (potere dei pochi, basato su ricchezza rivolta dei molti); DEMO democrazia (potere basato dal volere del popolo incolto, che segue interessi particolari); TIRA tirannide (potere basato su arbitrio e su desideri smodati di un singolo individuo). Il mito delle stirpi - mito sullo Stato Platone fa raccontare a Socrate l'origine degli uomini: gli dèi convocarono un magistrato per dirgli che tutti gli uomini erano diversi, in quanto avevano impresso nella loro anima diversi elementi: • nei governanti c'è l'oro, materiale raro, conduttore di calore e indistruttibile (filosofi guidano lo Stato e hanno come scopo il bene); nei guardiani c'è l'argento, poco diffuso, difensore dei microbi (proteggono lo Stato e hanno come scopo la virtù del coraggio); nei produttori c'è bronzo e ferro, comuni, si ossidano (producono per lo Stato e devono mirare alla temperanza, la pazienza). Il magistrato, tornato sulla terra, sottoporrà tre bambini appartenenti alle tre classi, tre prove (sollevamento di un masso, definizione dell'universo e fare una scultura). E vedrà che i bambini hanno capacità diverse dal loro gruppo di origine. Con questo mito, Platone afferma che tutti gli uomini hanno una loro vocazione e che non è ereditaria. Le classi sociali quindi devono essere distinte ma aperte ed anche le donne possono ambire a qualsiasi ruolo. L'educazione deve essere quindi volta a scoprire questa vocazione nei bambini, tutto questo per garantire la giustizia e con essa la felicità di ognuno. È uno Stato educatore. L'educazione deve evocare quello che già c'è dentro". Nell'educazione avranno importanza l'affettività, la creatività e il gioco. 17 Meritocrazia si va al potere per le doti e non perché figli di aristocratici; 18 Giustizia felicità stabilità dello Stato; 19 Conoscere è in realtà ricordare. 5 Il mito del demiurgo - mito sull'universo L'astronomo Timeo spiega a Socrate l'origine dell'universo e di come il mondo sensibile derivi da quello intelligibile. In origine l'universo era governato dal caos e dalla chòra, una materia informe (l'ignoranza). Il demiurgo era un divino scultore che cercò di plasmarla, ma la materia poneva resistenza e da essa nacquero delle imperfezioni. Alla fine questo scultore riuscì a plasmarla e si passa così dalla chòra al kòsmos (ordine), un universo definito da un ordine matematico (la conoscenza). Questo mondo sferico è composto da quattro elementi in armonia: fuoco, aria, terra, acqua, ed è soggetto al divenire. Il mondo sensibile è governato dal tempo, l'unica unità di misura, l'unica prova dell'esistenza della materia. Senza tempo niente esiste. Il mondo è una mescolanza di perfezione e d'imperfezione, la perfezione è data dalle idee e l'imperfezione è data dalla materia e vi è al suo interno la bellezza, che va riconosciuta. Ultimo periodo della sua vita Nel suo ultimo dialogo, Le Leggi, Platone è più realista e arriva alla conclusione che: • lo Stato ha una missione educativa e, attraverso le leggi, si può arrivare ad uno Stato ordinato e pacifico; le leggi devono essere razionali, indirizzate al bene comune e hanno l'obiettivo di produrre armonia grazie alla giustizia, evitando il conflitto; la religione va bene perché aggrega le persone e quindi condannerà l'ateismo perché porta ai conflitti; • condanna l'omosessualità e il celibato perché egoistici; rivaluta l'arte, mimesi delle cose reali e la ammette solo quando si rifà a dei valori ideali; • le città non devono essere troppo popolate, perché difficili da governare. Le donne devono sposarsi entro i 20 anni, gli uomini entro i 35, perché devono essere in grado di accudirli; La sintesi di Platone afferma, infine, che la realtà è contemporaneamente: unica (mondo delle idee); molteplice (mondo sensibile); ferma (mondo delle idee); in movimento (mondo sensibile). . 20 L'apprendimento è sofferenza; 21 Fuoco = triangolo, aria = triangolo spezzato, terra = triangolo spezzato rovesciato, acqua = triangolo rovesciato; 22 La percezione del susseguirsi degli eventi naturali e umani, del flusso infinito di passato, presente e futuro. La percezione degli eventi e della vita, del loro mutamento (es. stagioni). 6