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20/12/2022

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Karl Marx
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Karl Marx VITA e OpeRe Nasce a Treviri nel 1818. Frequenta la facoltà di giurisprudenza a Bonn e Berlino, dove entra in contatto con i giovani hegeliani. Passa poi alla facoltà di filosofia e si laurea a Jena. osteggiato dal governo prussiano per problemi legati alla sua attività di giornalista politico si trasferisce a Parigi nel 1843, dove stringe una grande amicizia con Engels. 1843: critica della filosofia del diritto di Hegel 1844: Manoscritti economico-filosofici; viene espulso dalla Francia Bruxelles, dove con Engels scrive la sacra famiglia e Tesi su Feuerbach 1845/46: con Engels scrive L'ideologia tedesca 1847: Miseria della filosofia -> 1848: il Manifesto del partito comunista 1864: Viene fondata l'Associazione Internazionale dei lavoratori 1867: primo libro del capitale 1885-94: escono postumi il secondo e terzo libro del capitale Muore nel 1883 a Londra. MARXISMO Non è riducibile ad una sola disciplina e non è solo pensiero -> unisce il pensiero all'azione-prassi rivoluzionaria (non solo interpretare il mondo, ma anche trasformario tramite l'azione) Questo compito è affidato al proletariato, al quarto stato. CRITICA DELLA FILOSOFIA HEGELIANA Hegel interpreta il mondo in modo rovesciato, vede le realtà empiriche come manifestazioni dello spirito; legittima l'ordine esistente; cade nel misticismo logico, capovolgendo il rapporto tra soggetto e predicato, tra essere e pensiero (secondo Hegel l'essere deriva dal pensiero e non viceversa). Il merito di Hegel è la concezione della realtà come totalità storico- processuale...

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Didascalia alternativa:

che procede dialetticamente; Hegel tuttavia media tramite la sintesi le opposizioni, mentre per Marx questa conciliazione non è possibile. stato che quasi assume una posizione metafisica e può vivere anche senza Cittadini. Per Marx, invece, non c'è nessuna sintesi nella dialettica, gli opposti si combattono e ci sarà sempre un vincitore e un vinto. Lo Stato è lo strumento degli interessi particolari delle classi forti -> radicale critica al liberalismo: critica all'economia borghese -> la borghesia era una classe dinamica opposta alla nobiltà, ma ora è una classe conservatrice, non è più nel processo dialettico ed ha eternizzato il Sistema capitalistico, convinti che sia l'unico sistema di produzione che possa portare benessere e ricchezza; quindi, la borghesia nega la conflittualità della sua epoca. La proprietà è un valore assoluto per i borghesi, quando in realtà non è altro che la causa dell'alienazione del lavoro umano. La proprietà privata, che nasce dalla divisione del lavoro, ha reso questo lavoro costrittivo e alienante. La borghesia, quindi, eternizza ed assolutizza il capitalismo. viene criticata anche la proclamazione dell'uguaglianza di fronte alla legge è criticata, perché presuppone che ci sia sostanziale disuguaglianza. La legittimazione della proprietà privata, della libertà individuale e dell'uguaglianza dei cittadini sono la proiezione politica di una società asociale, in cui trionfano egoismo e individualismo. Per superare questa società occorre introdurre la vera uguaglianza con l'abolizione della proprietà privata. ALIENAZIONE Hegel | -> momento dell'antitesi, negativo ma necessario, superato nella Sintesi Feuerbach -> alienazione religiosa. L'uomo proietta fuori di sé le sue qualità migliori e le trasferisce in un'entità migliore e superiore. È un momento negativo, perché l'uomo perde una parte di sé stesso che deve recuperare con l'ateismo. Marx -> alienazione del lavoro dell'operaio nel sistema capitalistico, che si trova a lavorare per un prodotto e un capitale che non gli apparterrà mai. Perde sé stesso in un lavoro costrittivo e non realizzante, che lo opprime. L'operaio è alienato rispetto: al prodotto del lavoro che non gli appartiene, - alla propria attività come strumento di profitto per il capitalista, alla propria essenza che si esprime solo nel lavoro creativo e libero, non costrittivo, al prossimo, perché questo lavoro è in conflitto anche con gli altri operai. L'alienazione si supera abolendo la proprietà privata dei mezzi di produzione -> Si elimina con il comunismo, che porterà l'uomo a riappropriarsi di sé stesso. - - Anche Hegel riconosce l'importanza del lavoro nella figura del servo- padrone, ma l'alienazione non è legata a questo, ma allo spirito. Hegel parla di lavoro spirituale e si dimentica dell'uomo reale. Mentre per Marx l'alienazione è il prodotto di un sistema economico sbagliato e iniquo. In questo modo anche Marx come Feuerbach, vede come soggetto della filosofia l'uomo reale, nelle sue condizioni materiali di vita. Marx paria anche di alienazione in senso religioso. Feuerbach ha ben capito che Dio è un prodotto dell'uomo, nato quando l'uomo ha trasferito le sue qualità in un essere superiore a sé, ma non ha capito le vere cause di questo: nella vita reale gli uomini non avevano la possibilità di realizzare sé stessi e la loro umanità. In realtà per Marx l'uomo come umanità non esiste, l'uomo è sempre storicamente determinato dalle modalità con cui entra in contatto con gli altri uomini e con la natura per procurarsi i mezzi di sussistenza. L'uomo si differenzia dagli animali quando inizia a prodursi i propri mezzi di sussistenza, producendo indirettamente la sua stessa vita materiale.com le mani e intelligenza l'uomo è in grado di realizzare mezzi sempre diversi in modo libero dal bisogno fisico, e produce solo nella libertà da tale bisogno. Il capitalismo, rubando libertà e guadagno dall'operaio, lo mantiene sempre nella necessità e nel bisogno fisico -> la religione è l'oppio dei popoli, servito di dominanti per dominare il popolo con una religione consolatoria, che facesse prospettare all'uomo una vita futura felice. Ma la felicità va realizzata in questo mondo, e per realizzarla il mondo va trasformato prassi rivoluzionaria MATERIALISMO STORICO E DIALETTICO Ideologia tedesca: proposta della concezione materialistica della Storia. Il concetto di ideologia ha connotazione negativa, perché è una deformazione della realtà ad opera degli interessi di classe, a cui marx vuole sostituire un'analisi scientifica della società e dell'uomo. L'analisi determina la transizione da un'antropologia speculativa (Feuerbach) al sapere reale della storia, con l'obiettivo di descrivere Puomo come è realmente. Gli uomini sono portati ad associarsi tra loro e lottare per la sopravvivenza. La storia non è un evento spirituale, ma un processo materiale basato sulla dialettica bisogno-soddisfacimento. Per soddisfare i propri bisogni l'uomo lavora -> alla base della storia c'è il lavoro. CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA: 1. uomo essere naturale e materiale con bisogni 2. La storia è storia del lavoro dell'uomo e delle forze produttive (uomini che lavorano, mezzi per lavorare e conoscenze tecniche che utilizzano) e di rapporti di produzione (rapporti di proprietà, di Chi lavora o no). Distingue tra: - struttura -> base della società, costituita dalle forze produttive e rapporti di produzione - sovrastruttura -> insieme di rapporti, giuridici, dottrine etiche... non sono le forze motrici della storia. Non è comunque inutile, Marx sottolinea che la base della realtà è costituita dai rapporti economici, da cui la sovrastruttura deriva. Le forze motrici della storia non sono di natura ideale, ma socioeconomica. Il modo di produzione condiziona il processo sociale, politico e spirituale della vita. LA STORIA PER HEGEL E MARX Hegel -> Storia = totalità processuale dominata dalla contraddizione, che termina con un risultato finale. Il soggetto della dialettica è lo spirito (assoluto) e le opposizioni sono concettuali, non reali -> conciliazione degli opposti troppo Facile, che nella realtà non si verifica (nella realtà tra gli opposti c'è solo lotta ed esclusione). Stato = istituzione con cui lo spirito si manifesta e si conosce in modo assoluto. Marx -> Storia = totalità processuale dominata dalla contraddizione, che termina con un risultato finale. Il soggetto della dialettica è la struttura economica della società, e la dialettica è empirica e scientificamente osservabile nei fatti. Le opposizioni che muovono la storia sono concrete e determinate (rapporto Forze produttive/rapporti di produzione). Stato = rientra nella sovrastruttura, che è sempre condizionata dalla struttura economica. Le forme di Stato possono esistere sono in relazione ai rapporti materiali dell'esistenza, da cui hanno origine. Il materialismo di marx è dialettico (in questo è seguace di Hegel), tuttavia il soggetto del cambiamento non è lo spirito ma i rapporti di produzione, che determinano la divisione della società in sfruttati e sfruttatori. La conservazione o il superamento dei rapporti di produzione dipende dal Favorimento delle forze produttive. Quando il conflitto tra i rapporti e le forze diventa insanabile, perché viene ostacolato lo sviluppo delle forze produttive, esplode una rivoluzione come scontro tra le classi. Il conflitto tra le classi è sempre vinto dalla classe emergente, dalle forze di produzione, che imporranno il loro modo di produzione e la loro visione del mondo. Marx distingue quattro epoche della formazione economica della società: 1. società asiatica 2. società antica 3. Società feudale 4. società borghese E ritiene che sia in arrivo la quinta epoca: la società comunista = il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti; il materialismo dialettico consiste nel ritenere la storia come teatro di lotte di classe e che il conflitto e il socialismo siano inevitabili. L'aspetto della necessità hegeliana è ancora presente in marx -> inevitabilmente il proletariato vincerà la sua lotta contro la borghesia, e instaurerà una società comunista. In questa società saranno abolite le classi sociali, e quindi anche la lotta di classe. MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA (1848), SCRITTO CON ENGELS Storia come lotta tra le classi Analisi della funzione storica della borghesia, che è stata una classe rivoluzionaria, ma ha poi generato il proletariato, di cui non può fare a meno. Attraverso la socializzazione del lavoro, la collaborazione e la solidarietà instaurata nel processo produttivo nasce la consapevolezza della loro comune condizione di sofferenza e alienazione, e del fatto di essere essenziali per la produzione (la borghesia non può fare a meno del loro lavoro) -> nuova centralità del proletariato -> conflittualità e coscienza di classe Il sistema capitalistico contiene in sé stessa i semi della sua distruzione: genera il proletariato, che è la forza lavoro destinata a superare il sistema produttivo della borghesia Stessa. Il proletariato, dando origine ad una rivoluzione, porterà prima alla sua dittatura e poi all'affermazione della società comunista, senza più classi, disuguaglianze e stato. Proletari di tutti i paesi, unitevi! critica i socialismi non scientifici, perché si limitano alle parole e hanno solo ipotizzato l'avvento di Società ideali senza individuare i mezzi per realizzarle. Il socialismo scientifico, invece, si basa su un'analisi concreta, fattuale, dei meccanismi sociali del capitalismo, ne individua le contraddizioni, e quindi riconosce nel proletariato una Forza rivoluzionaria. IL CAPITALE saggio scritto in tre volumi diversi, in collaborazione con Engels. Tenta di dare una fondazione complessiva a tutte le affermazioni precedenti. Analizza a fondo lo sviluppo del sistema sociale e politico capitalistico, con sguardo anatomico per indagare i principi che ne regolano l'esistenza. Fa ancora uso della dialettica, infatti non è una storia dell'economia, ma coglie l'essenza del capitalismo nella sua universalità ed in orizzonte dialettico. Inizia con l'analisi della merce: duplice valore 1. valore d'uso = qualità della merce e capacità di soddisfare un bisogno 2. valore di scambio = minimo comune denominatore che permette di confrontare le merci e valutare l'equità di uno scambio. Il mcd corrisponde alla quantità di lavoro socialmente necessario per produrre le due merci (più quantità di lavoro è necessario, più la merce vale). ciclo economico preborghese/capitalistico -> merce - denaro - merce (una quantità di merce viene trasformata in denaro, che viene ritrasformato in merce) ciclo economico capitalistico -> denaro – merce – più denaro (il denaro viene investito in una merce per ottenere ancora più denaro) Anche la forza lavoro umana è una merce, l'operario vende la sua forza lavoro un cambio di un salario che viene disposto dal capitalista, che lo paga come se fosse una qualunque merce. È necessario fornire un valore con cui l'operaio possa acquistare le cose necessarie per mantenere sé stesso e la sua famiglia. La forza lavoro però è una merce particolare, in cui il valore d'uso è superiore al valore di scambio, ed è in grado di produrre un valore maggiore di quello che le viene corrisposto. L'operario, infatti, lavora un tot di ore necessarie a pagare il suo salario, ma anche altre ore che costituiscono il plus-lavoro = tempo di lavoro non retribuito, che costituiscono il ricavo del capitalista -> plus-valore. (Il plus-valore non coincide col profitto totale, perché il capitalista ha anche altre spese Oltre ai salari degli operai). SAGGIO DI PROFITTO = PLUS-VALORE CAPITALE COSTANTE + CAPITALE VARIABILE capitale costante: comprare i mezzi di produzione, luoghi di lavoro... capitale variabile: paghe degli operai. Il capitalismo è basato sulla logica del profitto privato, non sull'interesse collettivo, quindi ha l'obiettivo di aumentare il profitto: -> Aumentare il numeratore -> Diminuire il denominatore Aumentare il plus-lavoro può essere fatto aumentando le ore di lavoro, ma questo è possibile solo fino a un certo punto, o migliorando le condizioni e l'organizzazione del lavoro (ridurre il tempo che occorre per produrre qualcosa) -> assumendo nuovi operai, che però aumenterebbe il capitale variabile, o comprando nuovi operai, che però aumenterebbe il capitale costante. Risulta chiaro che nel sistema economico capitalistico il saggio di profitto è destinato a diminuire -> più grande contraddizione del capitalismo, che è un tipo di società con lo scopo di aumentare il profitto. Il saggio di profitto tende a diminuire: caduta tendenziale del saggio di profitto, perché nel sistema ci sono diverse contraddizioni. ci sono anche altre opportunità per il capitalista: delocalizzazione (trasferire l'industria laddove la mando d'opera costa meno) o comprare le materie prime dove sono più economiche, ma anche questo richiede investimenti e comporta la caduta del saggio di profitto. Marx dimostra che il saggio di profitto è destinato a cadere, anche a causa della concorrenza che annulla l'aumento di un eventuale plus- valore. La caduta tendenziale rende più spietata la concorrenza, che lascia in gara solo i capitalisti più forti, che creano un monopolio -> assorbono i più deboli, morte di imprese, razionalizzazione della produzione -> aumento della disoccupazione e crisi di sovrapproduzione = l'industrializzazione estrema porta ad una crescita esponenziale delle merci, che però non possono essere comprate dai numerosi nuovi proletari, che hanno poco potere d'acquisto: le merci rimangono invendute = fallimento delle industrie -> -> disoccupazione. Questo proletariato si compatterà sempre di più, acquisendo coscienza di sé stesso, fino al momento in cui verrà spezzato il sempre più debole Sistema capitalistico. coloro che hanno espropriato i proletari della loro umanità, saranno espropriati dai proletari stessi. Il proletariato, raggiunta la coscienza di classe, svolgerà la missione storica a cui è chiamata: il passaggio dal capitalismo al comunismo tramite la rivoluzione. I capitalisti non si faranno espropriare volentieri, quindi una rivoluzione violenta sarà necessaria, dovrà essere abbattuto lo Stato borghese e le sue forme istituzionali. La rivoluzione prevede una fase intermedia prima del comunismo: la dittatura del proletariato. I mezzi di produzione sono concentrati nelle mani dei proletari, non è una minoranza di oppressori che domani sulla maggioranza di oppressi, ma il contrario. La prima fase è quella del comunismo rozzo: la proprietà viene abolita per essere trasformata in proprietà di tutti, tramite la nazionalizzazione della proprietà, e tutti diventano operai. La dittatura del proletariato è solo un periodo di transizione, che deve essere superato perché non è ancora comunismo autentico. Quest'ultimo si può instaurare quando grazie alla dittatura del proletariato, la produzione si è riorganizzata in modo da produrre benessere per tutti. A questo punto si può passare al comunismo autentico, che non solo comporta la soppressione della proprietà, ma anche una mentalità nuova, il superamento della logica dell'egoismo e del profitto, della tendenza dell'uomo ad avere rapporti di puro possesso e consumo. Nella fase della dittatura non si tiene ancora conto delle differenze individuali, ma nel comunismo autentico il livellamento viene superato: gli uomini non sono tutti uguali, la giustizia vera è quella che tiene conto di queste differenze, e che dopo aver superato il contrasto tra lavoro intellettuale e fisico, accetta che ad ognuno venga dato secondo i suoi bisogni, e che ognuno produca secondo le sue capacità se due persone di pari vigore fisico, lavoreranno allo stesso modo, non riceveranno allo stesso modo se le loro condizioni saranno diverse, ad esempio se uno sarà sposato con figli e l'altro no. Il comunismo non tiene solo conto delle capacità degli individui, ma anche dei loro bisogni. In base a questo processo, il capitalismo genera dentro di sé la sua negazione, e produce la società comunista: - - senza classi senza proprietà privata senza divisione del lavoro - senza stato Quindi senza sfruttamento e miseria. Lo scopo non è solo quello dell'uguaglianza (uguaglianza nella diversità), ma anche la realizzazione della socializzazione del benessere consente all'uomo di riappropriarsi di sé stesso, garantisce la libertà dell'uomo, che si sentirà libero di lavorare. La felicità sta nel lavoro libero e creativo.