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LA FILOSOFIA RINASCIMENTALE
LA FILOSOFIA RINASCIMENTALE

LA FILOSOFIA RINASCIMENTALE

Ilaria Salamiti
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Umanesimo e Rinascimento, Pico della Mirandola, Nicola. Cusano, Naturalismo Rinascimentale, Bernardino Telesio, Tommaso Campanella
4ªl
Sintesi
IL RINASCIMENTO Il Rinascimento è un movimento civile, letterario, artistico e filosofico. Ha il suo epicentro in Italia e intende favorire il rinnovamento morale intellettuale e politico attraverso una ripresa dei valori della cultura antica greco-romana. il primo periodo di Rinascimento è l'Umanesimo, che abbraccia l'esaltazione della dignità dell'uomo e della vita terrena per il riconoscimento del valore umano delle lettere classiche. Il recupero dei testi del sapere greco-romano costituisce la caratteristica dominante dell'Umanesimo. Nasce in un nuovo contesto filosofico, dove la fede è autonoma della ragione e la regione è autonoma della fede, si è giunti a questa conclusione in particolare dopo la critica mossa da Guglielmo da Ockham. Il Rinascimento è legato anche al generale incremento della produzione dei commerci, ossia il mutamento di fondo dell'economia europea ha avviato con il pre- capitalismo. Lo sviluppo economico è opera della borghesia mercantile. La mentalità dell'uomo rinascimentale caratterizzato dalla poliedricità di interessi: filosofia, letteratura e arti figurative. Il passaggio tra Medioevo e Rinascimento è da sempre dibattuto tra gli storici, alcuni credono che tra essi ci sia una frattura, altri una continuità. Per chi sostiene la teoria della frattura il Rinascimento tende ad esaltare la vita terrena piuttosto che la vita ultraterrena, l'uomo è al centro dell'universo e non più Dio. Per chi sostiene...
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la teoria della continuità i fondamenti filosofici e scientifici del Rinascimento si riconducono a origini medievali. Un aspetto fondamentale dell'Umanesimo è il nuovo sentimento per la vita terrena. Si rivalutano pertanto la vita familiare, la vita sociale, politica, culturale e artistica, nonché l'attività economica volta alla produzione di ricchezza. Le innovazioni dell'umanesimo sono già preparate nel corso del Basso Medioevo da altri autori come Francesco Petrarca (che combatte la tesi aristotelico- averroista che pone la felicità nella pura contemplazione) e Giovanni Boccaccio (che celebre piaceri terreni e le doti dell'uomo). Si sviluppa anche l'umanesimo civile, il primo umanesimo, contrassegnato a Firenze da un forte impegno politico, si forma la figura nuova dell'umanista cancelliere: contemporaneamente politico attivo e uomo di cultura, si valorizzano l'etica cittadina e la lotta per l'affermazione della dignità dell'uomo. La vera Sapienza non consiste nella pura contemplazione ma nella prudenza, cioè nella ragione che dirige la vita. C'è una svalutazione dell'esaltazione aristotelica della vita teoretica (che la Scolastica interpretato come contemplazione di Dio) e si intendono le virtù di cui parla Aristotele soprattutto come virtù civili. Platonismo e aristotelismo sono le due correnti principali della filosofia medievale e anche della filosofia del Rinascimento. Le università sono la roccaforte dell'aristotelismo; fuori dalle università si diffonde il platonismo. Il centro geografico del platonismo è Firenze, il centro geografico dell'aristotelismo è Padova. Pico della Mirandola Nel Quattrocento è centrale la riflessione circa il significato dell'autentica nobiltà e dignità dell'uomo, per Pico della Mirandola la grandezza dell'anima umana dipende dalla sua libertà. Nel suo celebre discorso sulla dignità dell'uomo, egli afferma che quando Dio creò il mondo fece l'uomo da ultimo. Per l'uomo non era rimasto disponibile nessuno dei beni che erano stati distribuiti alle altre creature. Dio allora stabilì che all'uomo fosse dato tutto ciò che aveva fornito singolarmente agli altri esseri; pertanto, non lo fece né esclusivamente terrestre, come gli animali, né esclusivamente celeste come gli angeli, per questo gli ha donato un corpo mortale e un'anima mortale. L'uomo non ha una natura definita una volta e per sempre: egli può così disegnare nelle cose inferiori o rigenerarsi in quelle superiori. Nella libertà dell'uomo consiste la sua dignità. L'antropologia di Pico evidenzia chiaramente il fatto che la rivalutazione dell'uomo operata dagli umanisti non implica la religiosità. L'Umanesimo non è ateo. Ifilosofi di questo periodo riconoscono che è stato Dio a concedere all'uomo la sua libertà e a renderlo signore della terra. Nel Medioevo predomina la concezione teocentrica, nell'Umanesimo prevale la concezione antropocentrica. Nicola Cusano Nikolaus Krebs nasce a Cusa, dal nome della sua città d'origine è chiamato Nicola Cusano, maturò interessi mistico-teologici, denota una spiccata attenzione per la nuova cultura umanistica e per la matematica. Ordinato sacerdote, prima aderisce alle dottrine conciliaristi che affermano la superiorità del Concilio sul Papa, poi si schiera dalla parte opposta e sostiene l'autorità papale. Le sue opere principali sono "La Concordanza Cattolica", "La Dotta Ignoranza" e "Le Congetture". Cusano è il massimo esponente del platonismo rinascimentale, il primo a descrivere perplessità sulla famosa donazione di Costantino. "La Dotta Ignoranza" → Cusano nelle sue opere riprende la tradizione del platonismo e del misticismo medievale. la sua filosofia incentrata sui classici problemi della tradizione neoplatonica: la natura di Dio, il rapporto fra Dio e il mondo, il rapporto fra unità e molteplicità. Cusano affronta questi problemi in chiave gnoseologica, ovvero dal punto di vista della teoria della conoscenza. Ne "La Dotta Ignoranza” si rifà al pensiero di Anselmo Aosta partendo dal presupposto che Dio è <<ciò di cui non si può presentare nulla di maggiore>>. Dio è dunque l'infinito qualitativo in atto, non potrà mai essere accolto nella sua assolutezza dalla ragione umana. Il motivo di questa limitazione va ricercato nella natura stessa della nostra conoscenza. Secondo Cusano, la nostra conoscenza è il rapporto fra noto e ignoto: si conosce l'ignoto tramite il noto. Si può giudicare ciò che ancora non conosciamo solo se lo si mette in relazione con ciò che già si conosce, come si fa matematica. Se ciò che è ignoto non ha alcuna proporzione con i concetti in nostro possesso, non è possibile una conoscenza adeguata. Nel caso dell'infinito, cioè di Dio: la nostra mente ha solo cognizioni finite tra finito e infinito, come sostiene Aristotele non c'è rapporto di commensurabilità. Cusano sostiene la teologia negativa di Plotino, possiamo parlare di Dio solo negando, ossia dicendo ciò che Egli non è. L'ignoranza è dotta perché consapevole, riprende il sapere socratico. Secondo Cusano, per Dio non valgono le leggi del nostro pensiero razionale, come il principio di non contraddizione. In Dio si verifica infatti la coincidenza degli opposti: egli è il massimo (voi perché all'origine di tutte le cose) e contemporaneamente il minimo (perché non è nessuna delle cose create). Tali identità degli opposti, per Cusano, sono un segno della nostra impotenza a comprendere razionalmente la natura divina. Le Congetture → Cusano non si arrende all'ignoranza. Infatti, egli ammette che al di sopra del punto di vista razionale fondato sul principio di non contraddizione, l'intelletto può formulare delle congetture circa l'infinità di Dio, ossia delle ipotesi per approssimazione delle similitudini, giungendo fino ad intravedere la coincidentia oppositorum. Per approssimarsi al concetto dell'infinito come identità degli opposti, l'intelletto ricorre ha paragoni matematici. Se prendiamo ad esempio la retta il cerchio risultano opposti, se si introduce il principio di "infinitizzazione" delle due figure nelle due direzioni la retta e il cerchio coincidono. Un arco di cerchio reso infinitamente grande coinciderà con la retta ad essa tangente; l'arco della circonferenza infinitamente piccolo coinciderà con il suo opposto, cioè con la corda che lo sottende. Se prendiamo l'esempio di un cerchio e di un poligono, moltiplicando all'infinito i lati di un poligono inscritto in un cerchio, i lati coincideranno con la circonferenza. Il cerchio è un poligono con infiniti lati infinitamente piccoli. Cusano affronta anche il problema del rapporto fra la divinità è il mondo in cui viviamo. Dio è la concentrazione dell'universo e l'universo è l'esplicazione di Dio. L'universo è la manifestazione di Dio in una pluralità di cose collocate nello spazio e nel tempo. Per Cusano così come Cristo è il Dio fatto uomo, anche l'uomo stesso svolge una funzione mediatrice, dato che nella sua anima sono presenti le nozioni di tutte le cose. L'uomo la cui mente è immagine della mente di Dio, è un piccolo mondo o microcosmo, secondo una concezione già accennata nell'Alto Medioevo. Secondo Cusano l'universo non può essere finito, lo concepisce come un universo indeterminato che non può essere oggetto di conoscenza completa e precisa. Si abbandona così l'astronomia aristotelico-tolemaica, dove si pensa all'universo come una grandissima sfera chiusa avente al centro la terra. Cusano nega questa concezione poiché secondo lui il mondo non ha limiti e neanche un centro, il centro è solo metafisico ed è Dio che mantiene una dimensione trascendente rispetto al mondo. La Terra non ha una posizione centrale nell'universo e quindi non c'è ragione che sia immobile, essa si muove come tutti gli altri corpi celesti ma non ce ne accorgiamo perché non abbiamo punti fissi per commisurarvi il nostro movimento (ciò che è ignoto non ha nessuna proporzione con i concetti in nostro possesso). Secondo Cusano tutte le parti dell'universo hanno il medesimo valore, tutti gli esseri esistenti in egual misura sono manifestazioni dell'Assoluto, a differenza di Pico della Mirandola che afferma la superiorità dell'uomo sulle altre creature. l'idea dell'universo indeterminato proposta da Cusano verrà ripresa da Giordano Bruno. IL NATURALISMO RINASCIMENTALE Il Rinascimento è caratterizzato anche dal naturalismo, cioè da un profondo interesse per la conoscenza della natura connesso alla rivalutazione della vita terrena. Il naturalismo rinascimentale si manifesta, oltre che nell'aristotelismo, nella magia delle cosiddette scienze occulte (alchimia e astrologia), nella filosofia di Bernardino Telesio, Tommaso Campanella e Giordano Bruno, infine nella nascita della scienza moderna. La magia è una forma di cultura pretende di dominare l'ambiente di trasformare le cose mediante riti che pratiche di varia natura. I presupposti fondamentali della magia sono l'animismo e la convinzione che il mago possa persuadere le forze della natura a obbedirgli grazie a rituali e pratiche cooperative, la magia ha origine in Oriente e si diffonde in occidenti in epoca greco-romana. L'animismo è la dottrina secondo la quale in ogni cosa esiste un'anima, principio vitale. La concezione animista della natura è diffusa tanto nel mondo classico quanto in quello orientale. L'alchimia è un antichissimo insieme di teorie di operazioni presenti nella tradizione orientale e quella occidentale che mirano a trasformare i metalli vili in metalli nobili, il sapere operativo finalizzato a compiere trasformazioni e manipolazioni della materia fino al suo perfezionamento. L'astrologia è la credenza dell'influsso degli astri sul destino degli uomini, il quale esercita su questi in modo più o meno deterministico un'azione di tipo causale. Le scienze occulte e la scienza moderna hanno in comune il tentativo di agire sulla natura per dominarla, ma questi hanno la visione della natura diversa; le scienze occulte la concepiscono come un modello biomorfico, ovvero un organismo vivente alla stregua dei filosofi della natura, gli scienziati invece la concepiscono secondo il modello meccanico, cioè come una macchina Bernardino Telesio L'immagine naturalistica del Cinquecento è indubbiamente favorita dalle nuove condizioni economiche e politiche e sociali del Rinascimento. Bernardino Telesio elabora una filosofia della natura che si propone esplicitamente di tener conto dei caratteri reali della natura. Telesio frequenta l'università di Padova dove entra in contatto con l'aristotelismo dominante. Non indaga sulla natura deduttivamente come gli aristotelici ma la spiega secondo i principi che sono intrinseci a essa, mediante l'azione di forze naturali e non secondo concetti precostruiti (come potenza e atto). Per ricavare i principi interni alla natura occorre seguire le indicazioni dei sensi e quindi partire dall'esperienza. Ehi perché lei sulla sensazione ci rivela la natura come costituita da una massa materiale inerte, oscura e impotente, che subisce reazioni di due forze fisiche: il caldo (simboleggiato dal sole porta il movimento) e il freddo (simboleggiato dalla terra porta l'immobilità). Telesio aderisce all'animismo e al pampsichismo. Telesio ritiene che la natura della materia sia vivente e che tutte le cose abbiano un'anima che si riconduce al loro calore vitale (animismo), Come conseguenza aderisce al pampsichismo (tutto è animato). Anche l'anima dell'uomo è materiale, la vita intellettiva è ridotta al senso e anche i concetti sono considerati semplici immagini. Accanto all'anima materiale Telesio affianca l'anima spirituale, che è immortale e creata da Dio. Tommaso Campanella Un altro esponente del naturalismo rinascimentale e Tommaso Campanella, entra nell'ordine domenicano e studia i filosofi antichi. Viene sospettato di eresia, subisce una serie di persecuzioni, di arresti, e di imprigionamenti. Organizza una congiura antispagnola in Calabria, viene scoperto e arrestato sotto la duplice imputazione di eresia e di ribellione, può evitare la morte solo fingendosi pazzo. Le sue opere principali sono:" La Filosofia Dimostrata Mediante I Sensi", "La Metafisica" è “La Città Del Sole", dove su modello della Repubblica platonica espone un suo disegno di uno stato ideale teocratico e comunistico. Come Telesio crede che sulla materia agiscano caldo e freddo, aderisce all'animismo e al pampsichismo, le cose risultano dotate di anima e capaci di sensazione. Campanella elabora una teoria che lo differenzia da Telesio, distingue il senso in: Sensus additus: fisico e passivo, esterno Sensus inditus: spirituale e attivo, interno. Senza questo la sensazione non è una vera conoscenza. Il sensus inditus è anche detto sensus abditus, ossia “senso nascosto", perché difficile a cogliersi, perché oscurato dal sensus additus. La metafisica di campanella risente della tradizione agostiniana, di è costituito da tre primalità: Potenza (Padre), Sapienza (Figlio), Amore (Spirito Santo). "La Città Del Sole" è una delle più importanti opere di Tommaso Campanella, egli immagina uno stato ideale governato da un sommo sacerdote, chiamato Sole o Metafisico, che detiene il potere temporale spirituale, prescrive ai doveri civici e agli obblighi religiosi. I ministri del Sole sono: Pon (controlla la guerra), Sin (controlla la scienza e le arti) e Mor (controlla l'istruzione e lo sviluppo demografico), personificazione delle tre primalità (Potenza, Sapienza e Amore). Nella Città Del Sole vige la comunione dei beni e delle donne. Lo Stato di Campanella è di chiara ispirazione platonica, motivato dall'esigenza di realizzare la giustizia sociale e di educare la religione naturale innata. Le religioni rivelate sono espressioni consapevoli, per il filosofo la forma più compiuta e perfetta è il cristianesimo.