I SOFISTi: PROTAGORA E GORGIA

Didascalia alternativa:

in precedenza. Andiamo per ordine. • Nulla esiste perché tutto è verosimile: l'essere deve essere eterno e imperituro ma nulla è eterno. Inoltre il non essere, dato che è tale, non esiste. Così si mette in discussione Parmenide e si costituisce una forma di ateismo. • Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile dall'uomo perché possiamo pensare anche al non essere, e quindi possiamo pensare a qualcosa di inesistente, che non rispecchia la realtà, come draghi e mostri. • Se anche fosse conoscibile, sarebbe incomunicabile perché la parola, cioè ciò che usiamo per comunicare, è qualcosa di diverso da un qualcosa che è, che esiste. Queste ultime 2 tesi costituiscono una forma di PROTAGORA Nato ad Abdera nel 490 a.C., di Protagora sappiamo che aveva un pensiero influenzato da Eraclito. Soggiornò molte volte ad Atene, dove divenne amico di Pericle che lo ammirava, da cui fu poi allontanato a causa delle sue idee religiose che gli costarono un'accusa di empietà, cioè scelleranza. Per Protagora, l'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono. Cosa significa? Significa che tutto ciò che troviamo in natura è fatto su nostra misura, che l'uomo è l'unità di misura di tutte le cose che esistono e non esistono. Protagora prende da Platone l'idea di uomo come individuo e cose come ciò che si percepisce con i sensi. Con questo si intende che ogni individuo ha il suo punto di vista perché ognuno percepisce le cose a proprio modo. In particolare, parlando di comunità, ogni comunità ha il suo pensiero che può variare appunto di comunità in comunità. Col concetto di cose si intendono anche i progetti e i valori della vita, fino ad intendere quasi tutta la realtà. L'uomo viene percepito anche come umanità e realtà in generale perché l'uomo, cioè gli individui, giudicano la realtà con dei parametri comuni per tutti. Tutto ciò porta a pensare: ● una forma di umanismo, dato che troviamo l'uomo al centro di tutto e giudice di tutto; scetticismo e agnosticismo, dato che non si hanno gli strumenti adatti per accedere all'essere. Dato che nulla esiste, tutto è falso. L'unica cosa che ci rimane davvero è la parola, intesa come forza ammaliatrice capace di dominare gli stati d'animo. Proprio attraverso la parola, Gorgia riesce, tramite quello che chiama gioco dialettico, a scarcerare Elena da tutte le colpe che le furono date: • Come prima cosa Gorgia ci dice che Elena, come nessun altro, non poteva opporsi al volere divino. • Come seconda cosa ci viene detto che Elena, essendo stata rapita, dovrebbe essere più compianto che diffamata. • In seguito viene citata la forza ammaliatrice della parola e, dato che questa è molto potente, Elena non può avere colpa di esser stata coinvolta dalle lusinghe. . Infine viene chiamato in causa l'amore, in particolare la vista, dove ci viene detto che se Elena si era innamorata di Paride, se era così attratta alla vista di quest'ultimo, non poteva avere colpe. Inoltre l'amore è un Dio, rappresentato da Eros. • Come conclusione, Gorgia ci dimostra come con la potenza della parola e col suo gioco dialettico è riuscito a togliere ogni colpa ad Elena. • Al fenomenismo, dato che abbiamo a che fare solo alla realtà di momenti specifici, della realtà di come ci appare e quindi solo con fenomeni. • Ad un relativismo conoscitivo e morale, cioè che non esiste una verità assoluta che vale per tutti dato che ogni verità è relativa all'individuo o al popolo che ci si pone davanti per esempio, qualcosa di bello per qualcun'altro può essere brutto.