I fisici monisti cercano di comprendere il significato del principio fondamentale dell'universo. Talete, Anassimandro e Anassimene sono considerati filosofi monisti, poiché cercano di identificare un principio unico da cui tutte le cose derivano.
Talete
Talete teorizzava che l'acqua fosse il principio di tutte le cose. Egli considerava l'acqua come l'elemento che costituisce la base di tutto ciò che esiste.
Anassimandro e Anassimene
Anassimandro e Anassimene, invece, teorizzavano che l'apeiron, ovvero l'infinito e l'indeterminato, fosse il principio fondamentale. Consideravano l'apeiron come l'elemento da cui tutto derivava attraverso un movimento rotatorio eterno che determinava il distacco e la separazione dei contrari.
L'aria
Per Anassimene, l'aria rappresentava il principio da cui tutte le cose derivavano attraverso processi di condensazione e rarefazione. Egli considerava l'aria essenziale per l'esistenza di tutte le cose.
Eraclito
Eraclito attribuiva al fuoco il ruolo di principio fondamentale, affermando che tutte le cose sono soggette a un cambiamento incessante e irresistibile. Egli credeva che il cambiamento non avvenisse in modo casuale, ma secondo una legge ben precisa, il logos.
Il logos
Il logos rappresenta la legge che governa sia il pensiero umano sia la natura stessa, mediante l'uso della ragione. Secondo Eraclito, nessuna cosa può rimanere identica a sé stessa, e il cambiamento avviene attraverso il conflitto di elementi opposti tra loro.
In conclusione, i filosofi monisti e pluralisti hanno teorizzato diverse visioni riguardo al principio fondamentale dell'universo, cercando di comprendere il significato ultimo di tutte le cose e dei processi di rarefazione e condensazione. Questi concetti sono ancora oggetto di studio e dibattito nella filosofia e nella fisica contemporanea.