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FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT
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FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT IMMANUEL KANT INTRODUZIONE ALLA FIGURA DI IMMANUEL KANT Figura dell'illuminismo europeo. Recepisce istanze del razionalismo quanto quelle dell'empirismo. Presenta una sintesi del pensiero moderno a livello teoretico e di riflessione. Riflette l'atmosfera illuminista. Costituisce un passaggio fondamentale dall'illuminismo al Romanticismo. Filosofo tedesco, non ancora pensatore romantico, anche se ispira i filosofi romantici. LA VITA DEL FILOSOFO BIOGRAFIA Vita grigia, priva di episodi rilevanti, noiosa. Vita ordinaria improntata alla routine, non si sposerà mai. Matrimonio = impedi ento. K rappresenta figure di riferimento della storia della filosofia. Uno dei filosofi di riferimento. Nasce nella Prussia Orientale, da famiglia umile. Città natale = fiorente in campo economico-commerciale. Guerre di successione. Capitale della Prussia orientale. Importante università, anche la vita intellettuale aveva ricevuto un grande impulso. Studia filosofia, teologia, mate e fisica. Vive in questa città per tutta la vita. Nonostante offerte di cattedre e di viaggiare, di lavori e stipendi più alti, ma lui rifiuta perché convinto di stare li. Viene educato nello spirito del pietismo, variante del luteranesimo, che si caratterizza per un richiamo e attenzione per la vita interiore, concentrarsi su aspetto interiore. Andare contro la decadenza del luteranesimo contro le gerarchie ecclesiastiche, poiché si era istituzionalizzato luteranesimo. LA SUA CARRIERA DA PRECETTORE 1746 muore il padre di K, il quale si ritrova costretto a...

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Didascalia alternativa:

provvedere autonomamente ai propri bisogni e inizia a lavorare come precettore fino al 1755 in cui consegue dottorato dove ottenne libera docenza all'università della città come libero docente (= abilitato all'insegnamento ma veniva pagato in base al numero di studenti). In occasione del conseguimento del dottorato di ricerca, presenta trattato Storia universale della natura e della teoria del cielo e lo pubblica. Presenta nuova teoria cosmologica su impianto fisico di Newton, secondo cui il sistema solare abbia avuto origine da una nebulosa. Perseguita anche da Pierre Simon Della Classe, ipotesi da cui ha avuto origine il sistema solare. Errata ma ispira scienziati a indagine verso l'ipotesi che sistema solare abbia avuto origine da scoppio originario. Insegna e pubblica anche altri testi, deve preparare le sue lezioni. Propone tantissimi corsi diversi, per attirare studenti, 1770 giunge stabilizzazione, presenta dissertazione per insegnare De mundi sensibilis atque intellegibilis forma et principiis. Dopo aver tenuto diversi corsi e pubblicato diverse opere muore nel 1804. LE DUE FASI DELLA VITA DI KANT K ottiene ordinariato, diventando docente ordinario. 2 fasi: ● Fase precritica, più incentrato su questioni di fisica, o questioni filosofiche tradizionali; Fase critica, in cui scrive opere maggiori, stesura delle 3 critiche Kantiane. Questa fase segna la divisione. Nel 1770 si apre la fase più produttiva. La giornata viene scandita da diversi momenti. Mangiava sempre con amici. Passeggiata pomeridiana, stessi setting. Continuerà a tenere suoi corsi all'università, morirà dopo aver passato ultimi anni della sua vita difficili, colpito da demenza senile e alzaimer. NON più in grado di tenere lezioni. Sulla sua tomba c'è scritto: il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me. Produzione di K vastissima. Opere iniziali basate sulla fisica, 2° quella in cui scrive teoria della nebulosa. Primi 1 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT temi prettamente filosofici, spesso etico-teologico. Già nella fase pre critica, critica diversi argomenti per dimostrare l'esistenza di Dio. Dio solo oggetto di fede, alla base del suo pensiero. 09.05.22 LA FASE <<PRECRITICA>> Durante la fase precritica si occupa delle questioni fondamentali del tempo. Scritti di carattere fisico. A partire dal 700 si dedica a temi svariati filosofici e questioni metafisiche. I temi a cui si dedica Kant in questa fase della sua vita tramite diversi autori di quest'anno. Il problema dell'esistenza di Dio, a questo proposito presenta una posizione critica. Educato ai principi del pietismo rifiuta intellettualismo religioso e morale, è chiaro, uno dei fondamenti dice che dio NON può essere oggetto di dimostrazione razionale, NON c'è argomento a priori né a posteriori. Si propone per confutare tutte le prove che provavano l'esistenza di Dio. Dio può solo essere oggetto di fede. K riprende problema dell'anima e della sua immortalità, anima mortale o immortale, dell'anima NON possiamo dimostrare esistenza, K ci presenta una serie di argomentazioni per confutare tesi di psicologia razionale, e dunque mortalità o immortalità dell'anima → Sogni di un visionario chiariti coi sogni della metafisica, evidenzia la necessità di segnalare i limiti e le possibilità della conoscenza umana. In un'opera, ci possono apparire anime dei morti, ancora nel 700, il fatto che siamo in grado di sognare defunti, deve essere esempio del fatto che l'anima è immortale, poiché poiché sogni compare lo spirito del defunto. K pian piano abbandona sempre più temi scientifici ragionando su questioni filosofiche. LA GRANDE LUCE Confutazione che si può dimostrare l'immortalità dell'anima dal mondo vivo. Parla per la 1º volta di limiti e possibilità della conoscenza umana. Fase critica questa questione sarà fondamentale. K parla della luce del 69 = illuminazione intellettuale, per cui individua criteri fondamentali che caratterizzeranno la fase critica. Produce le pagine definitive della dissertazione. Presenta motivi fondamentali. Suo criticismo. Consapevolezza che conoscenza = rielaborazione della realtà da parte del soggetto. Cosa sono in grado di conoscere? (Problema limiti), mi devo chiedere come posso conoscere? In che modo io conosco? Dipende dai limiti, grande rivelazione di Kant. Soggettivista. Modi di conoscenza influiscono in modo decisivo sul processo conoscitivo, facoltà conoscitive influiscono nel processo conoscitivo stesso. K dobbiamo immaginare soggetto = soggetto di conoscenza che conosce la realtà dalle proprie facoltà conoscitive, la realtà del soggetto = rielaborazione della realtà da parte del soggetto. Frutto del modo in cui noi soggetti conoscenti cogliamo la realtà. Conoscenza sempre soggettiva. Soggetto che influisce sulla conoscenza. Conoscenza oggettiva del mondo non la possiamo avere. Vediamo totalità diverse della realtà. K influenzato dallo scetticismo di Hume. CONOSCENZA NOUMENICA VS FENOMENICA 1 FASE Già nell'opera del 1700 opera presenta opera in cui dice conoscenza fenomenica vs conoscenza noumenica, 70-81 la intende in un senso, con la pubblicazione della Critica della ragion pura cambia prospettiva. Dipendono dal modo in cui K intende le due. La conoscenza può essere: ● Fenomenica, (definizione per la prima fase) per cui si conosce il fenomeno ovvero ciò che appare, conoscenza di ciò che appare ai sensi, conoscenza che deriva dai sensi; ● Noumenica*, conoscenza tramite intelletto, ciò che si nasconde dietro il fenomeno. *Noi conosciamo innanzitutto tramite i sensi, ma l'essere umano è dotato di intelletto che ci permette di intuire anche ciò che va oltre al fenomeno, ciò che si nasconde dietro, noumeno la cosa in sé, oggetto della conoscenza noumenica. Possiamo cogliere il noumeno. 2 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT CONOSCENZA NOUMENICA VS FENOMENICA 2 FASE Nell'opera Critica della ragion pura. Afferma che la cosa in sé è inconoscibile, ciò che io NON conosco tramite i sensi è inconoscibile. K propone nuova distinzione, per la prima volta nella filosofia, distinzione tra: • Intelletto, conoscere attività tipica dell'intelletto; ● Ragione, permette di pensare alle cose, ma questo NON corrisponde alla conoscenza, NON conosco ma penso unicamente. Il noumeno esiste ancora ma cambia NON più oggetto della ragione ma intelletto. PROBLEMA CONOSCENZA Tra 70-81. Si interroga sui limiti della conoscenza. K dice quali sono i limiti della conoscenza umana? >> cosa posso conoscere? E come? Motivo per cui si pone sul criticismo. Fondamento sapere si deve criticare la pretesa della ragione di andare oltre alle proprie capacità, spesso ragione si illude di poter conoscere qualcosa di maggiore (such as Dio), ciò porta ad errori. Bisogna criticare pretese della ragione umana prima di dire i propri limiti, e attenerci a questi, solo così si può dar vita a un sapere rigoroso. Esigenza critica si manifesta nelle 3 critiche. K parla di critica, poiché K usa bene parole, quando parla di critica fa riferimento verbo greco kpivo con riferimento al campo giuridico, rimanda alla decisione giuridica, vuole analizzare la ragione e il soggetto della conoscenza, vuole dare giudizio sui limiti della ragione umana. K istituisce un tribunale della ragione, necessario giudicare e criticare la ragione, significa come genitivo soggettivo e genitivo oggettivo. Ragione tanto giudice quanto imputato. Bisogna giudicare ragione tramite ragione, si pone problema di come giudicare ragione, si deve attenere a giudizi scientifici. È in ballo il fondamento stesso del sapere: dobbiamo essere sicuri di non sbagliare. Dobbiamo trovare dei criteri scientifici. La ragione deve interrogarsi su quali siano i criteri scientifici e deve giudicarsi. I GIUDIZI DEI RAZIONALISTI E DEGLI EMPIRISTI Giudizi scientifici, passa in rassegna giudizi che esseri umani hanno considerato scientifici, Kè figlio della rivoluzione scientifica, individua due grandi orientamenti della rivoluzione scientifica: razionalismo ed empirismo, lo facciamo tramite giudizi scientifici degli uni e degli altri. Relatività conoscitiva si basano su: • giudizi adoperati da pensatori razionalisti (= giudizi analitici a priori, che si basano sul principio di NON contraddizione ed esprimono già soggetto nel predicato, sono veri a priori, contengono nel predicato il soggetto, indubitabile ed universale, hanno difetto → NON ci dicono nulla di nuovo sulla realtà, non fecondi ne produttivi, limitante nella ricerca); • giudizi adoperati da pensatori empiristi (= giudizi sintetici a posteriori, si parte dal particolare, induttivo, produttivi, ma difettano di universalità). I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI Fa riferimento a distinzione raz vs emp. K passando in rassegna questi mettendoli a confronto sia negli elementi positivi che negativi, da questo confronto e ne esce che K è criticità, tenta di operare sintesi tra le due correnti e lo fa tramite la sintesi di questi giudizi. Propone terzo tipo: criteri del criticismo, giudizi sintetici a priori, rimangono universalità e indubitabile ma sono sintetici e dunque aggiungono qualcosa di nuovo alla realtà. Es. Tutto quello che accade ha una causa. Ricerca delle cause di un evento, fecondi, sono applicabili al caso concreto e dunque mantengono l'immutabilità dei principi razionalistici a priori, recuperano fecondità dei giudizi degli empiristi, ci dice che bisogna ricorrere a giudizi a priori per avviare processo nei confronti della ragione. Giudizi sintetici a priori su cui si basa sapere scientifico. ● 3 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT L'OGGETTO DELLE TRE CRITICHE I giudizi sintetici a priori sono giudizi che NON devono essere sterili e NON ci chiedono di confermare ogni volta pretesa di facoltà, tenta di mantenersi fedele a questa struttura, processo conoscitivo tramite analisi di diverse facoltà conoscitivo. Nelle tre critiche, ciascuna ha oggetto specifico che può essere dato dalla domanda. Si parte dalla Critica della ragion pura = cosa posso conoscere? Essere umano NON solo conoscenza, NON limita umanità dell'uomo alla sua capacità teoretica, non solo essere razionale ma che vive a contatto con altri uomini NON deve solo conoscere realtà ma deve anche rapportarsi con altri. Che cosa devo fare e come devo agire? Cosa deve guidare la mia condotta? = Critica della ragion pratica. K scrive una 3 critica del giudizio in cui tenta di rispondere a che cosa mi è lecito sperare? (Critica del giudizio) le prime 2 si pongono agli antipodi. Quali sono le facoltà tramite cui noi cogliamo la realtà ragion pura. Si interroga sull'agire umano → ragion pratica. Distinzione mondo naturale e mondo pratico, dell'agire umano. K prova a mediare tra due mondi eterogenei. 4 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT 1° critica: LA CRITICA ALLA RAGION PURA LA CRITICA DELLA RAGION PURA Pubblicata nel 1781, viene letta molto, anche studiosi dell'epoca ci capiscono poco. Lettura ostica, dunque negli anni successivi al 1788, periodo denso di scrittura e pubblicazione tra i quali un testo su che cos'è l'illuminismo, si dedica ad una riedizione della critica della ragion pura. Passaggi contraddittori rispetto alla prima edizione e dunque pubblica seconda edizione è più complicata della prima (frutto maturo). Nella storia della filosofia successiva rappresenta edizione di riferimento, definitiva. 2 edizione pubblicata nel 1787. TEMATICHE AFFRONTATE Parte da domanda fondamentale, cosa posso sapere? Fa riferimento a una conoscenza di tipo rigoroso legittimata dal punto di vista scientifico, sapere incontrovertibile, mette al vaglio (= fa un'indagine/esame) della ragione e possibilità delle scienze matematiche e scientifiche. Si adopera per comprendere se si può considerare come scienza la metafisica. Che cosa posso conoscere? Tre sotto questioni fondamentali: 1. Come è possibile la matematica come scienza?; 2. Come è possibile la fisica come scienza?; 3. In che modo è possibile fondare la metafisica come scienza? La metafisica è scienza?. FENOMENO, MATERIA E FORMA Come conosciamo la realtà? Finora si è ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti; NON dobbiamo regolare conoscenza sugli oggetti ma facendo l'ipotesi che oggetti si devono regolare sulla nostra conoscenza, critica atteggiamento tenuto fino ad ora. Noi ci dobbiamo chiedere: domanda NON è tanto importante, NON come è fatto il mondo ma quali strumenti possediamo che permettono a noi di conoscere il mondo? In che modo noi possiamo conoscere il mondo. Oggetto della conoscenza è sempre il fenomeno, ovvero ciò che appare, secondo K, conoscenza parte sempre dai sensi, per noi il modo in cui ci vogliamo il mondo abbiamo contatto con la materia, cogliamo sensibilmente la materia. La materia sensibile implica una modificazione nei nostri sensi, che investe le nostre capacità sensibili. NON modificazione che ci da conoscenza dell'oggetto. CONOSCENZA Ma conoscenza = sintesi di azioni compiute dalle diverse capacità sensibili, possibile solo se c'è soggetto sensibile con facoltà conoscitive adeguate, soggetto = essere umano. Conosce a partire dalle forme del suo conoscere, forme pure a priori della conoscenza, a priori perché universali e appartengono a tutti soggetti conoscenti, a meno che non sia affetto da un deficit, facoltà conoscitive che danno forma alla conoscenza. Ci permettono di costruire la manifestazione del fenomeno. Secondo K conoscenza sempre una sorta di costruzione rappresentativa. Siamo noi che ci rappresentiamo il mondo, NON conoscenza oggetto ma conoscenza mediata da facoltà soggettive. Fenomeno = ciò che appare e che mi rappresentano. Tutti guardiamo il mondo da diversi punti di vista. Elemento fondamentale da capire per la critica della ragion pura di Kant. 5 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT RIVOLUZIONE COPERNICANA DEL SAPERE Elemento fondamentale perché pretende di introdurre una rivoluzione gnoseologica. È il soggetto che modella mediante queste forme pure a priori, a modellare alla rappresentazione allora dobbiamo partire un'analisi del soggetto. Analisi di queste forme. Dobbiamo partire dall'analisi delle forme pure a priori. Dobbiamo partire da indagine su come conoscere la realtà. Per capire se conoscenza può essere scientificamente fondata. Nostra conoscenza a doversi adeguare al soggetto. Rivoluzione copernicana del sapere. Soggetto conoscente, nel campo gnoseologico e del sapere bisogna porre al centro il soggetto. Smettere di porre come oggetto il mondo esterno e bisogna porre al centro dell'attenzione il soggetto conoscente con sue forme pure a priori della conoscenza. Strutture a priori, come se noi avessimo strutture e fossimo strutturati a partire da queste capacità conoscitive. Per capire se si può parlare di una conoscenza scientifica. Momento in cui guardo a oggetto, è oggetto che si adegua a mie strutture a priori. Indagine filosofica trascendentale. TRASCENDENTALE Trascendente vs trascendentale. Trascendentale, termine della scolastica medioevale, categorie massime, proprietà massimamente generali. K lo utilizza in sensi differenti, lo utilizza per considerare indagine con oggetto le sue forme pure a priori che ci permettono di conoscere il mondo. Conoscenza NON di oggetti, ma indagine che si occupa del nostro modo di conoscere oggetti nella misura in cui reputiamo che tutti esseri conoscenti siano in grado di interpretare la realtà universalmente. Universale ma concreto, si applicano alla fattispecie e si applicano a partire dal punto di vista del soggetto conoscente. Oggetto dell'indagine della Critica della ragion pura: capacità conoscitive della ragione umana. Si occupa dello studio delle forme pure a priori della conoscenza umana. STRUTTURA DELL'OPERA Opera divisa 2 sezioni: 1. La dottrina degli elementi, studia forme pure a priori della conoscenza; ● Estetica trascendentale, indaga le forme pure a priori della sensibilità (spazio e tempo), si definisce da aionoiç = sensazione, prima fonte della conoscenza umana; • Logica trascendentale, va a indagare le forme pure a priori del λoyoç umano (intelletto e ragione), si articola: o analitica trascendentale (= indaga forme pure a priori dell'intelletto, categorie); dialettica trascendentale (= indagine forme pure a priori della ragione, idee); O 2. La dottrina del metodo, come queste forme debbano essere utilizzate. *Ancor prima di approcciarsi alla realtà va a spiegare le nostre strutture conoscitive (forme pure a priori). 6 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LE TRE FACOLTÀ FONDAMENTALI Sensibilità, intelletto e ragione. L'opera si struttura in base alla distinzione di queste tre facoltà fondamentali che caratterizzano i vari livelli della conoscenza umana, ovvero: • Sensibilità = facoltà per cui conosciamo in prima istanza il mondo, dati sensibili dell'esperienza; ● Intelletto = analitica, facoltà per cui organizziamo dati dell'esperienza, modificazione che materia imprima su forme conoscitive, ma riceviamo dati ma li rielaboriamo NON attraverso i sensi ma tramite l'intelletto; Ragione = facoltà razionale propriamente detta, attraverso la ragione pensiamo ma anche a cose che NON esistono nella realtà, idee trascendentale della matematica, di dio, facoltà che ci permette di guardare al di là. L'ESTETICA TRASCENDENTALE_PT.1 Il punto di partenza di ogni conoscenza è la sensazione = modificazione che un oggetto materiale produce/imprime sulla nostra capacità sensibile. Dunque sensibilità = facoltà che ci permette di avere sensazione. Modo in cui ci rapportiamo alla realtà. Sensazione NON c'è conoscenza. NON era innatista, la conoscenza nasce sempre da un'esperienza sensibile del mondo con sensi della realtà. Sensazione = risultato di una modificazione sulla nostra capacità di sentire/avere sensazioni. Prima facoltà che ci mette nella condizione di poter ricevere modificazione sulla nostra capacità di sentire, conoscenza intuitiva. Quando percepiamo qualcosa, abbiamo conoscenza immediata, prima forma di conoscenza con cui ci rapportiamo al mondo. Solo successivamente ragioniamo. Ci permette di avere delle intuizioni empiriche immediate tramite i sensi. La sensibilità NON è solo intuizione empirica ma abbiamo anche intuizione pura, ovvero la capacità di ordinare queste intuizioni. Oltre a 5 sensi, capacità empiriche di intuire, abbiamo anche intuizioni pure ovvero la capacità di spazializzare e temporalizzare oggetti della conoscenza. 13.05.22 L'ESTETICA TRASCENDENTALE_PT.2 Prende in considerazione la conoscenza sensibile, capacità di ricevere sensazioni, nel contatto sensibile che abbiamo con esterno. Modificazione che l'effetto produce sulle nostre capacità percettive. Conoscenza che viene dai sensi, intuizioni empiriche, tocchiamo e vediamo e sentiamo modificazioni che oggetti producono su di noi. Accanto a intuizioni empiriche, quando conosciamo NON siamo, soggetti conoscenti passivi ma anche attivi, perché accanto a sensazioni empiriche. ESTETICA TRASCENDENTALE riguarda il senso 7 riguarda le forme a priori della sensibilità che sono spazio tem po FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LE FORME PURE A PRIORI DELLA SENSIBILITÀ Noi abbiamo anche intuizioni pure, ovvero la capacità di intuire sensibilmente l'oggetto a prescindere dall'oggetto, le forme pure a priori della sensibilità ovvero spazio e tempo, capacità trascendentale (= universale, ma concreto che si applica alla realtà, massimamente generale, ciò che identifica l'indagine su forme pure a priori, che caratterizzano tutti soggetti conoscenti. Indagine su forme pure a priori, viene definita da K con trascendentale. Ricerca su elementi universali che però si applicano a conoscenza concreta. Sensazioni e intuizioni corrispondono ma nel momento della conoscenza sensibile attraverso sensi, accanto al fatto che recepito recepito che ci sta attorno, esistono anche intuizioni pure. Si ha una percezione pura che ha dall'esperienza. Hanno funzione di ordinare intuizioni empiriche, perché altrimenti NON avremmo capacità di comprendere realtà. Quando abbiamo sensazione, molteplici dati, siamo iperstimolati. La nostra capacità di sentire è molteplice e rischia di essere confusa se NON avessimo forme pure a priori che le ordinano. Dati dell'esperienza che imprimono sulla nostra capacità percettiva sono ordinate in base a forme pure a priori, riguardano senso con capacità di percepire. dipendono da intuizioni pure a priori, ovvero spazio e tempo che permettono di organizzare e dare un senso ai dati dell'esperienza secondo: Criterio di contiguità, contiguità nello spazio, organizzazione; Criterio di successione, tempo permette di organizzare eventi gli uni dopo gli altri. SPAZIO E TEMPO Forme a priori della sensibilità: ● spazio = forma pura a priori del senso esterno, capacità di organizzare e ordinare oggetti al di fuori di noi. Qualcosa è più lontano o più vicino perché il mondo esterno spaziale. Lo ordino tramite capacità di spazializzazione. Dunque spazio costituisce rappresentazione necessaria a fondamento del disporsi delle cose una accanto all'altra. Ciò che viene prima da ciò che viene dopo; ● tempo, secondo K costituisce maniera in cui fenomeni vengono ordinati all'interno del soggetto, forma pura del senso interno. Temporalità NON la trovo nel mondo esterno, il tempo secondo K si coglie dal senso interno, dall'anima. Secondo criterio di successione può avere luogo nel flusso interiore. Noi internamente nella nostra vita interiore ci rappresentiamo cose l'una prima dell'altra. Trattiene flusso del senso interiore, disposizione e fenomeni secondo il criterio della successione. Secondo K tempo ha precedenza logica sullo spazio. Noi possiamo temporalizzare qualsiasi cosa. Ogni cosa è data nel tempo. Ci sono cose date solo nel tempo che NON nello spazio, es. sentimenti. Sono in grado solo di temporalizzare sentimento e NON spazializzare. Tutto ciò che è dato dallo spazio è dato nel tempo, ma NON tutto ciò che è dato dal tempo è dato nello spazio. DA NEWTON E KANT Importante passaggio da rivoluzione scientifica. Newton aveva presentato concetto di spazio e tempo, oggettivi e dimensioni esistenti di per sé. È un qualcosa di oggettivo. Grande teorico della concezione moderna di tempo, spazio è spazio misurabile, secondo Newton si possono misurare tramite strumento. Per K, pensatore che si ispira a N. Nella sua ipotesi della nebulosa utilizza strumenti di N, nonostante sua stima per N, K sulla questione di spazio e tempo si allontana e afferma che NON sono dimensioni esistenti di per sé, NON oggettivi, ma sono funzioni soggettive attraverso le quali noi ordiniamo dati, analoghe in tutti i soggetti conoscenti. Facoltà soggettive, che permettono al soggetto di ordinare dati forniti dall'esperienza. Sono soggettive ma universali dunque successivamente si può avere oggettivazione di spazio e tempo tramite strumenti e unità di misura. Capacità di temporalizzare fenomeni e cose, capacità soggettiva, ma funziona allo stesso modo per tutti i soggetti. Si applicano sempre diversamente però, esperienza soggettiva. 8 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT COME È POSSIBILE LA MATEMATICA PURA? Oltre a presentarci strutture della conoscenza sensibile, K tenta di rispondere agli interrogativi fondamentali posti all'inizio della Critica della ragion pura. Nelle ultime battute dell'estetica trascendentale. K prova a rispondere a questi interrogativi fondamentali, parla di fisica pura. Scienze indubitabili. Alla fine di questa, K dimostra come noi abbiamo strumenti per dire che esiste o no. La matematica che si basa su forme pure a priori (aritmetica su tempo e geometria su spazio) abbiamo dimostrato che forme pure a priori priori dimostrano da sé → hanno carattere di universalità →→ è scienza. È possibile sia aritmetica che geometria sono scienze. Scienza perché a prescindere dal contesto NON cambia. Le proposizioni matematiche sono giudizi sintetici a priori, es. 2+2=4. Qualcosa di nuovo, risultato diverso, tramite struttura a priori (addizione) possono potenzialmente avere infiniti risultati. Costituiscono matematica come scienza. LOGICA TRASCENDENTALE A queste segue trattazione della logica trascendentale. Bisogna interrogarsi su funzionamento delle strutture intellettive. K parla di logica trascendentale per analizzare il Aoyoç. Vuole articolare scienza dell'intelletto, studio del λoyoç. La logica = scienza dell'intelletto, la possiamo distinguere tra: Logica formale, a prescindere dei contenuti, logica aristotelica, studio del sillogismo, si limita a scienza dell'intelletto, indagare forme e leggi generali dell'intelletto; ● • Logica trascendentale, scienza dell'intelletto che guarda i contenuti dell'intelletto, contenuti possono essere: O Empirici, ricavati dall'esperienza (>> 12 categorie); O Puri, a priori (>> 3 idee della ragione). Ancora una volta tenta di fare una sintesi tra empirismo e razionalismo. Logica che verte su intelletto, concetti puri a priori dell'intelletto per K sono strutture innate. Concetti puri sono strutture pure a priori, universali e innate, che sono contenute nell'intelletto, facoltà che caratterizzano tutti soggetti conoscenti. STRUTTURA LOGICA TRASCENDENTALE Sezione in cui ha quindi come oggetto d'indagine la validità oggettiva delle conoscenze a priori proprie dell'intelletti e della ragione. Sezione della logica trascendentale è divisa in due sotto categorie, ovvero: Logica Trascendentale ● Analitica trascendentale, studia intelletto e 12 forme pure a priori, 12 categorie (contenuti empirici dell'intelletto); ● Dialettica trascendentale, studio della ragione e 3 idee trascendentali (contenuti puri della ragione). ANALITICA TRASCENDENTALE riguarda l'in telletto riguarda le forme a priori dell'intelletto che sono le 12 categorie 9 Logica Trascendentale DIALETTICA TRASCENDENTALE riguarda la ragione anima studia le idee della ragione che sono mondo Dio FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT ANALITICA TRASCENDENTALE K dice che se conoscenza fosse solo sensibile NON avremmo conoscenza propriamente detta, noi ci limitiamo a mettere in ordine dati dell'esperienza. Abbiamo esperienza sensibile della realtà ma NON conoscenza. Mediante i sensi oggetti ci sono dati, solo grazie all'intelletto oggetti sono dati. Solo grazie a questo possiamo dare significato, logica e senso all'esperienza sensibile. Esperienza implica intervento da parte dell'intelletto. C'è bisogno di una facoltà superiore, spirituale che prescinde dalle capacità sensibili. Conoscenza propriamente detta = sempre sintesi di esperienza sensibile e intelletto. Conoscenza propriamente detta risultato tra azione sensi e azione intelletto tramite forme pure. NON esiste conoscenza unicamente intelligibile. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetto sono cieche. Si devono unire per avere conoscenza, scienza esperienza in generale = estetica vs scienza intelletto in generale = logica. Intelletto NON può far a meno della sensibilità. Ordine temporale e spaziale. La conoscenza ci è fornita dall'intelletto, ma l'intelletto non può fare a meno della sensibilità. TAVOLA DELLE CATEGORIE Hanno origine nell'intelletto puro le categorie, mettendole in una tavola, che sarebbero le forme pure dell'intelletto che permettono di dare significato dei dati dell'esperienza sensibile. 4 tipi di categorie: ● Quantità; Qualità; ● Relazione; ● Modalità. Forme pure a priori dell'intelletto, ognuno di noi tenta di dare significato all'esperienza sensibile tramite queste categorie. Si pone problema su come giustificare la veridicità di queste categorie, noi le consideriamo universale e soggettive (= riguardano il soggetto), ma al tempo stesso riguardano tutti. Quello che ci vuole dire K, per quanto dobbiamo avere percezioni e logica dell'esperienza sensibile. Quando vedo qualcosa e gli do senso, azione immediata. Per vedere nello specifico come funziona. L'IO PENSO Processo conoscitivo sempre immediato. Sintesi tra concetti avviene immediatamente. K cerca di rendere conto di questo fatto, come famo a far convergere elemento oggettivo ed elemento soggettivo, che rende possibile immediata percezione che diventa sensata, dotata di senso. K teorizza uno spazio unitario in cui le categorie possano convergere. La conoscenza è sempre soggettiva, di un soggetto in grado di unificare categorie in atto conoscitivo unico in modo da unificare dati dell'esperienza. Deve avvenire immediatamente e contemporaneamente. L'io penso, idea di K (problematica), NON viene dettagliata da K, spazio unitario e luogo NON meglio definito, sarebbe luogo e spazio unitario in cui si opera sintesi tra conoscenza sensibile e conoscenza intelligibile. Tra azione di spazio e tempo e le 12 categorie, da unità a esperienza del soggetto. IL RUOLO DELL'IO PENSO NEL PROCESSO CONOSCITIVO Grazie a questo possiamo ricondurre unità e ricondurre a un soggetto tutto processo conoscitivo che se no sarebbe frammentato. Insieme di rappresentazioni. Ciò che mi fa dire che esiste elemento unitario che rende possibile un atto conoscitivo. Costituisce la fonte di ogni sintesi conoscitiva. L'io penso = coscienza di conoscere, autocoscienza. NON solo siamo soggetti di conoscenza, ma siamo anche consapevoli di essere soggetti di conoscenti, siamo autocoscienza, coscienti di sé, appercezione trascendentale. Capacità di pensarsi come luogo unitario, in cui convergono tutte le azioni, facoltà e momenti del processo conoscitivo. Compito di unificare il molteplice. Come se funzionasse solo nel momento in cui penso. Strutture 10 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT logiche e NON psicologiche, appartengono a soggetti conoscenti ma sono universali e a priori. Logiche perché universali, prescindono all'esperienza. 12 categorie funzionano a prescindere dall'esperienza, sono dunque universali (perchè non dipendono direttamente dall'esperienza). LO SCHEMATISMO TRASCENDENTALE L'IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA Dimostra come conoscenza essendo sempre soggettiva, esperienza conoscitiva sempre diversa, in qualsiasi momento. Esperienza sensibile sempre diversa, pur essendo sempre soggettiva, può essere però universale e oggettiva in quelle che sono le forme pure a priori, dunque gli strumenti conoscitivi. Universale forme + particolare materiale = rapporto problematico, sempre a posteriori, dati dall'esperienza giungono a posteriori. Come possono entrare nel relazione, in che modo l'intelletto può dare forma all'esperienza. Intelletto da senso all'esperienza, a questo punto K introduce idea di schema, una rappresentazione grafica trascendentale di questo rapporto di ciò che possa fare da mediatore tra dati sensibili e universale a priori delle strutture, ipotizza esistenza di attività inconscia, immaginazione produttiva per trasporre idee per dare forma a dati sensibili, per essere colti da concetti puri dell'intelletto. Funzione ed elemento intermedio. Rappresentazione grafica dell'atto conoscitivo. Questa capacità permette alle sensazioni di disporsi secondo una certa forma, una forma a cui poi sarà possibile applicare i concetti puri. Elemento intermedio che mette in relazione i dati sensibili dell’esperienza e le forme pure dell’intelletto. - 16.05.22 L'IO LEGISLATORE DELLA NATURA K nel tentativo di dare una rappresentazione di capacità dell'uomo di dare forma all'esperienza introduce questa idea, esiste una funzione intermedia inconscia. Entriamo nel campo delle ipotesi. K ipotizza che vi sia di facoltà intermedia che chiama immaginazione produttiva, funzione in grado di predisporre le sensazioni, le diverse modificazioni che materia imprime sui nostri sensi a disporsi in una determinata forma, la quale sarà oggetto dell'attività del soggetto conoscente. Forma a cui si possono affidare i concetti puri, per rendere dati dell'esperienza coglibili. Tramite l'io penso di cui abbiamo parlato, K stabilisce legittimità scientifica, basata su categorie e concetti puri che sono in grado di dare una forma agli oggetti della conoscenza. Legittima idea per cui è soggetto che si deve adattare all'oggetto. Universalità della scienza, NON per leggi oggettive, indipendenti ma questa nei concetti puri a priori (12 categorie) che danno forma ai dati dell'esperienza. Sono dunque in grado di individuare le leggi stesse, il loro funzionamento oggettivo. LA FISICA COME SCIENZA E' POSSIBILE? Tramite forme pure a priori dell'intelletto, K può rispondere a domanda: fisica come scienza? SI, per universalità delle forme pure a priori che danno forma ai dati dell'esperienza, sapere rigoroso e universale. Possibile leggere i fenomeni. K tenta di conciliare il particolare col generale. Siamo noi che diamo forma ai dati dell'esperienza. Strutture conoscitive uguali ed universali. Ciò dà legittimità per interpretare la fisica come scienza e sapere universale. Io penso >> io legislatore della natura, soggetto conoscente alle prese con l'atto conoscitivo >> io legislatore della natura siamo noi a categorizzate mondo a partire da categorie date a priori. Si compie la rivoluzione copernicana del pensiero. Leggi universali. 11 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT FENOMENO E NOUMENO (CRITICA DELLA RAGION PURA) Fenomeno = ciò che appare al soggetto. Fenomeno = tutti oggetti della realtà che si danno a noi, ma attraverso forme pure a priori dell'intelletto, ciò che cogliamo tramite spazio e tempo e le 12 categorie. Ciò che noi cogliamo. NON siamo solamente passivi al fenomeno. Fenomeno a differenza di quello che riteneva K, oggetto colto tramite forme pure a priori dell'intelletto e della sensibilità. K modifica idea di conoscenza fenomenica e noumenica. Ciò che possiamo conoscere sono solo fenomeni, solo ciò che possiamo cogliere con i sensi. Conoscenza propriamente detta, radicalizza distinzione tra fenomeno e noumeno. Altro tipo di realtà che NON si dà ai sensi. NON si può parlare di conoscenza noumenica poiché noumeno = cosa in sé, ciò che si nasconde dietro al fenomeno. Vedo solo un aspetto, NON riesco a conoscere ciò che si nasconde dietro al fenomeno. Fenomeno = unica cosa conoscibile tra forme pure della sensibilità e dell'intelletto. Noumeno NON lo posso conoscere, NON esiste conoscenza noumenica. Noumeno = solo pensabile. Possiamo solo vagheggiare la realtà che si nasconde dietro al fenomeno. Sempre le forme pure a priori del soggetto che danno forma alla realtà. La realtà così com'è nella sua totalità NON la possiamo conoscere ma solo pensare. Da qui si articola la distinzione tra intelletto e ragione. Intelletto funziona a stretto contatto con i sensi, mentre ragione se penso e basta vado al di là dell'esperienza possibile. Fenomeno = rappresentazione della realtà che è data dall'io penso che applicano forme pure a priori della sensibilità e dell'intelletto. LA FUNZIONE DEL NOUMENO Che funzione ha il noumeno nella conoscenza? funzione fondamentale nella conoscenza anche se inconoscibile, segnala il limite invalicabile della conoscenza fondata e indubitabile. Solo ciò che si dà ai sensi e all'intelletto. Segnala il limite. Bisogna criticare pretese della ragione che va oltre al limite (= segnato dalla cosa in sé, residuo oggettivo che sta fuori dell'intelletto). Residuo oggettivo che limita la ragione, NON possiamo conoscere ciò che sta al di là della conoscenza. Es. Dio, secondo K, NON possiamo conoscere né dio né l'anima... ci rivela capacità dell'uomo di andare oltre all'esperienza, capacità esclusivamente umana, possiamo pensare e credere nell'esistenza di Dio. NON significa dimostrare esistenza di dio ma significa immaginare esistenza di Dio, ma NON dimostrare e mai conoscere. Facoltà che va oltre la dimensione della Quoiç, da qui delinea la dialettica. DIALETTICA TRASCENDENTALE Oggetti della ragione: idee massimamente trascendentali. Idee: • Anima; Mondo; Dio. Intelletto funzione conoscitiva ha a che fare con la sensibilità. Io penso e in grado di operare sintesi svolge funzione legislatrice, io legislatore della natura confinata al campo dell'esperienza possibile. Dobbiamo attenerci a ciò che appare. Ragione umana = straordinaria. Oltre esperienza possibile. Uomo NON si accontenta mai di un orizzonte finito di sensi, verso la trascendenza. Noi NON ci accontentiamo, noi siamo unici esseri viventi che immaginano o progettano un mondo migliore. Dunque noi siamo intrinsecamente caratterizzati da facoltà che è ragione, che ci permette di pensare. Oggetto a cui si applica ragione: realtà ideale, NON realtà concreta. Ragione si applica a un mondo ideale, con ciò che va oltre la quoiç. Ragione ha a che fare con metafisica. Ci troviamo altrove, capacità di allenarci. La libertà a livello fisico NON esiste. A livello mentale = liberi, libertà di pensiero. Proprio per capacità di andare oltre a realtà concreta. 12 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT IDEE DELLA RAGIONE Tutti oggetti della mente NON sono trascendentali, ma queste sono idee necessarie per la ragione. Idee caratteristiche della ragione, concetti necessari, concetti puri a cui NON è dato trovare oggetto adeguato nei sensi, nessun analogo. Idee trascendentali, importanti perché nonostante NON trovano analogo nell'esperienza possibile, sono pensate in tutte le civiltà di tutti i tempi, funzione etica-morale: ● Anima, mai visto un'anima, intangibile ed invisibile, ovvero una sorta di spirito che NON ha consistenza materiale tale da essere percettibile. Rappresenta l'idea della totalità dei dati sensibili, senso interno, luogo dove si ritrova la totalità dei dati interiori, traduzione di idea secondo cui esiste totalità dei dati interni all'uomo; ● Mondo, facciamo riferimento a totalità esteriore, mondo = grande infinito contenitore dei dati esteriori che raccoglierebbe tutto e totalità dei fenomeni, ma NON siamo in grado di conoscere totalità dei fenomeni, NON capacità di cogliere dati esterni, o universo, già per i greci quoiç = totalità di ciò che esiste; Dio, idea di Dio che ha svolto funzione fondamentale, ruolo decisivo, tanti pensatori si interrogano sull'esistenza di Dio, Dio = idea massimamente generale, in cui si raccoglie la totalità dei dati esteriori e interiori. Idea di un qualcosa che accoglie la totalità assoluta. Nella concezione cristiana, è onnisciente, ovvero la totalità assoluta, idea a cui uomini danno totalità di Dio. Pretesa della ragione di conoscere tutto. ● 17.05.22 PENSARE E CONOSCERE Oggetti massimamente generali di cui l'anima può pensare. K sottolinea come si possa distinguere: Conoscenza, azione dei sensi in contemporanea a quella dell'intelletto (intuizione sensibile + concetto), se manca uno di questi elementi NON si può avere conoscenza, sempre ha che fare con ciò che esperisco; ● Pensiero, si va in mancanza di intuizione sensibile, oltre la realtà sensibile, NON abbiamo bisogno di alcuna intuizione sensibile; a prescindere dalla realtà sensibile. Funziona anche in assenza di intuizioni sensibili. Ragione = capacità di andare oltre alla quoiç, capacità che permette di addentrarci in una condizione metafisica. LA METAFISICA Metafisica nasce da perenne bisogno di dare significato tra mondo ed esperienze, dare senso unitario. Temi fondamentali vertono su anima, mondo e Dio. Metafisica corrisponde al sogno dell'infinito, caratteristica che dice che gli uomini, esseri finiti, si aprono al trascendente, spinta verso l'infinito, tentando di accedere ad una dimensione metafisica. Aspirazione all'infinito che in senso scientifico si traduce nella ragione e nella capacità di andare oltre alla quoiç. Per quanto nobile, sogno dell'infinito, se pretende di configurarsi come scienza, destinato a naufragare. Se pretendiamo di trasformare sogno di conoscenza >> illusione carica di contraddizione e aporie. K vuole far vedere come ragione è stata portata a illudersi. Ci addentriamo in paralogismi (= appare logico ma non lo è), antinomie. Dunque NON può porsi come conoscenza, ma solamente una mera illusione. VS LA PSICOLOGIA RAZIONALE E LA COSMOLOGIA RAZIONALE Pensatori e scienziati del passato o contemporaneo hanno tentato di delineare una psicologia razionale. Si è tentato di descrivere una psicologia razionale, perché NON ce bisogno, impossibile NON può essere configurato come sapere rigoroso, perché fa dell'anima una cosa o una sostanza. Anima intangibile ed invisibile. All'anima se va oltre all'esperienza sensibile, NON 13 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT può essere ricondotta alle categorie, NON può essere affrontato razionalmente questo discorso logicamente fondato sulla psiche. All'anima NON possono essere applicate, NON può essere oggetto di indagine. Tentativo di cosmologia razionale altra confutazione, va vs tentativo di descrivere il mondo come totalità sostanziale, nel cercare di dimostrare l'esistenza di siffatto cosmo fa vs autonomie e contraddizione, NON possiamo cogliere la totalità tramite sensi. 4 ANTINOMIE DELLA COSMOLOGIE RAZIONALE Antinomia* = contraddizione che prevede each one tesi + antitesi, sono 4: • • • Origine del cosmo chiuso, universo finito. Altri pensatori dicono che NON ha origine ma tutto è da sempre = eterno, tanto nel tempo e nello spazio come infinito. NON abbiamo strumenti per determinare quale sia la valida tra le due. Se cosmo infinito NON abbiamo strumenti per dimostrare. Infinito si pensa, domanda a cui NON possiamo dare spiegazione o preferenza, NON si può configurare come proposizione scientifica; Semplicità o complessità delle parti, NON abbiamo possibilità di verificare, se esistono sostanze semplici o complesse, rimane irrisolta; Causalità del mondo, libertà o necessità, causalità per libertà o necessità secondo le leggi della natura, non si ha risposta. Mondo ha origine da essere assolutamente necessario, oppure NON esiste, mondo è creato da dio o no, creazionismo o anticreazionismo. Tesi e antitesi NON possono essere dimostrate. IL PROBLEMA DI DIO VS PROVA ONTOLOGICA E PROVA COSMOLOGICA Illusorio ogni tentativo di spiegare razionalmente l'esistenza di Dio. NON possono avanzare pretese di scientificità. NON reggono alla prova della critica. Prova a priori presentata da Anselmo d'Aosta, prove a posteriori, prova ontologica, K presenta critica a prova ontologica, e da chi parte dal concetto di Dio. Uomo mediante idee, tutti sforzi impressi nel dimostrare dio da idea di Dio. Possono essere ricondotto alla dimostrazione di qualcosa dall'idea di qualcosa, es. Cento talleri, allora visto che i 100 talleri li penso, esistono secondo argomento ontologico, possiedo 100 talleri, come mercante che per avere più soldi immagina più soldi, immagina soldi. Sfasatura tra piano del pensiero e piano reale. Se NON li tocco e NON lo posso vedere, NON possiamo dire che dio esiste. NON possiamo pretendere che assuma un significato scientifico. NON attestabile con i sensi. Altrettanto ingannevole è la prova cosmologica che muove dall'idea che esiste mondo che deve essere stato creato da qualcuno che NON può che essere un essere superiore. Allora contraddizione, pseudo prova, riprende confutazione della prima. Salto da fisica a metafisica, che noi possiamo fare solo a livello logico, NON a livello del piano reale. * Rapporto di contraddizione, reale o apparente, rilevato fra due proposizioni elaborate dal pensiero; nella logica contemporanea, enunciato tale che sia la sua affermazione, sia la sua negazione comportano necessariamente un risultato contraddittorio 14 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LA PROVA FISICO-TEOLOGICA Prova fisico-teologica, che parta da constatazione della bellezza e dell'ordine della natura e ordine, per dire che necessariamente tutto deriva da essere sommo (Tommaso D'Aquino). K dice che la prova è affascinante, indiscutibile ma il problema consiste nella prova che si passa dal piano reale a quello metafisico. Prova logicamente incoerente ci chiede di passare dal piano fisico a un piano metafisico che NON è oggetto delle mie intuizioni sensibili. Passaggio ingiustificato. Scorretto uso della nozione di causa. Idee trascendentali, oggetti impossibili, NON possono essere conosciuti dall'uomo. Noi possiamo cercare il senso delle cose. Pensare ha a che fare col senso delle cose. NON possiamo dimostrare esistenza di Dio e dell'anima nel quadro della gnoseologia e della scienza rigorosa. Idee della ragione svolgono un'importante funzione regolativa dell'agire umano, cambiano modo di essere e svolgono ruolo fondamentale. Per capire l'importanza, dobbiamo abbandonare il territorio della ragion pura >> ragion pratica. È POSSIBILE LA METAFISICA COME SCIENZA? NON è possibile come scienza, risposta negativa. Sforzo della ragione umana di andare oltre all'esperienza sensibile. NON si può fare a meno nei secoli successivi di far riferimento a questo passaggio. Idee trascendentali svolgono funzione di regolarità. Importanza dimostrata nella Critica della ragion pratica. 15 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT 2° critica: LA CRITICA ALLA PRATICA RAGION LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA Opera di K, pubblicata dopo pubblicazione della Critica della ragion pura. 1788, opera che costituisce un arrivo a conclusioni che sono risultato di riflessioni prima di sistematizzazione temi della ragion pratica. Opera di carattere diverso dalla ragion pura anche dall'aspetto stilistico (+ leggibile), che ha dato la citazione sul tomba di K. 2 cose che riempiono cuore di K, cielo stellato sopra di me (rimanda al mondo fisico, oggetto di conoscenza, sintesi di intuizioni e concetti, oggetto della ricerca scientifica e teoretica) e legge morale (NON ha a che fare con mondo fisico, ma con ciò che sta dentro di me). Come posso agire? Domanda della critica della ragion pratica, ma questa risposta NON viene dal mondo fisico ma dal mondo interiore chiamato legge morale. In mezzo a prime due critiche, vi sono diversi testi, tra cui quello su Cosa è l'illuminismo e un testo del 1785 che si intitola Fondazione della metafisica dei costumi, opera che prelude alla critica della ragion pratica, per contiguità dei temi trattati, per formulazione che assume. Quando K presenta mondi eterogenei: mondo fisico e morale, trattazione contemporanea sulle due questioni. 20.05.22 ESPERIENZA SENSIBILE E RIFLESSIONE MORALE Cambia oggetto dell'indagine ma NON le modalità di indagine. Dobbiamo interrogarci sul fondamento del nostro agire pratico. Su cosa si fonda il nostro agire. Si fonda sulla ragione pratica NON pura, ragione altrettanto pura. Ragione pura teoretica vs ragione pura pratica. Cosa posso sapere? →→ la metafisica come scienza NON è possibile; NON posso conoscere ciò che va oltre all'esperienza possibile solo la ragione può pensare al noumeno ma NON conoscere. Può partire la regione dalla capacità di definire ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, posso pensare all'esistenza di un'anima, possibilità di pensare al noumeno (da qui Critica della ragion pratica). Si pone in continuità alla prima opera. K individua una nuova via d'accesso al noumeno, ragione umana NON solo quella che permette di calcolare e indagare mondo naturale (teoretica intelletto), ma può anche determinare anche agire morale, orientare la mia volontà (pratica). NON solo teoretica ma anche pratica. RAGION PRATICA E LEGGE MORALE UNIVERSALE Ragione implica che noi partiamo dalla sensibilità, dobbiamo tener conto dell'esperienza sensibile al contrario in vista di questa ragione pratica NON dobbiamo partire da esperienza, ma ragione morale esiste a prescindere, sensibilità NON trova spazio nella volontà e controllo dell'agire umano. Bisogna ragionare sulla ragione pura pratica, NON condizionata dalla sensibilità o fattori esterni, indagine su questo tipo di ragione che possa essere in grado di orientare agire umano senza essere condizionata da fattori sensibili. Sensibilità influisce su volontà. Dobbiamo indagare il fondamento ovvero una ragione pura pratica a prescindere dall'esperienza sensibile. Ragione che è in grado di determinare azione umana. K critica diverse posizioni filosofiche, critica diverse prospettive, morale epicurea, ovvero morali del sentimento, NON possono che darci una dottrina relativistica in base al sentimento → VS relativismo soggettivistico. Dobbiamo andare al fondamento stesso dell'agire morale. Ragion pratica ed empirica può determinare la volontà, determinata da fattori esterni. Può guidare la volontà, tramite ragion pratica, troviamo via di accesso al noumeno. Presentiamo dall'esperienza. È 16 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT pensiero/ragione con capacità di pensare NON conoscere. Il noumeno inaccessibile teoreticamente >> accessibile praticamente. RAGION PRATICA Dobbiamo partire dalla ragione pratica, che si basa sul noumeno, NON determinata e condizionata empiricamente. Devo individuare legge morale in me, legge morale universale che deve valere per tutti, perché struttura a priori. Se funziona a tutti nello stesso modo, allora siamo in grado di individuare una legge morale universale perché NON ci sono condizionamenti empirici. Data a priori. Come individuare questa legge? Se escludiamo fattori esterni cosa guida agire umano. Quando consideriamo qualcosa come giusto o sbagliato lo facciamo a partire dalle nostre idee (principi morali), per principio. Quando agiamo moralmente NON lo facciamo da condizionamenti esterno, solo se esistono dei principi morali universali allora possiamo individuare legge morale, noi adoperano ragione pura pratica, dunque dovrà essere universale e deve essere ricavata a priori. PRINCIPI PRATICI, MASSIME E IMPERATIVI Cerca principi pratici che possono essere elevati a legge universale. Quali sono principi pratici, si concentra su forme pratiche. Possono essere: ● Soggettivi, massime (citazioni) morali, principi che hanno significato pratico per l'uomo, possono valere per qualcuno ma per qualcun altro no, prescrizione pratica; • Oggettivi, imperativi, valore oggettivo, possono valere per tutti, nella forma della legge morale universale dovremmo prendere in considerazione imperativi, prescrizioni oggettive che possono essere: o Ipotetici, se vuoi..., devi! (e perché proprio rava_gvng?!?!?!), può assumere valore universale ipotetico, necessariamente; NON possono essere materia della legge universale perché implica condizione ipotetica; Categorici, NON sono condizionati da nessuna ipotesi, devono valere oggettivamente e universalmente in generale, vanno a individuare la forma della legge universale, devi... perché devi. Comando, imperativo incondizionato, universale, necessario e categorico → espressione adatta a comporre legge morale. O LE FORMULE DELL'IMPERATIVO CATEGORICO Legge morale NON deve riferirsi a casi specifici o a qualcosa di particolare, NON comanda cose particolari, NON dipende dal contenuto se no si scade nell'utilitarismo ed empirismo. NON deve dipendere dal contenuto, forma di legge, NON contenuto solo forma. Formalismo Kantiano, formalismo etico, tenta di dare forma a fondamento dell'agire pratico, capacità di orientare agire. Capacità di individuare legge universale. NON dipende da quello che vogliamo ma dalla capacità della ragione di muovere l'agire. Legge morale solo forma. Imperativo categorico forma di legge. Deve valere sempre in qualsiasi circostanza, applicata universalmente. 3 forme di legge (Metafisica dei costumi), da cui ne recupera solo una: Agisci in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo stesso come principio di una legislazione universale. In questa formula si condensa il significato della ragione pratica. La massima della mia volontà = quello che io reputo giusto, sempre un soggetto che agisce. Massima della mia volontà = ciò che per me è giusto, alla luce come principio vedo che NON è universale, devo vedere se il mio pensiero possa valere come principio di una legislazione universale che vale in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Significato dell'imperativo categorico. Formalismo Kantiano. Secondo alcuni deve essere necessariamente formale. K crede di aver delineato questa legge morale universale, ci rendiamo conto di un qualcosa. Si impone necessariamente alla ragione umana, si impone come un fatto della ragione, a cui la ragione NON può pensare. 17 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT LEGGE MORALE E LIBERTÀ La legge morale si impone come qualcosa di indubitabile. Noi lo possiamo spiegare in un unico modo, perché siamo liberi. Ci rendiamo conto che siamo degli esseri liberi. Ragione umana può arrivare a delineare legge morale solo se ragione di un essere libero, con stretto legame tra libertà e legge morale, tra volontà e legge morale a partire da cui la volontà parte. Nostra ragione che permette che siamo noi a imporci. Prescrizione di carattere giuridico. È dentro di me, siamo noi che ci imponiamo di agire in modo tale che il massimo valga come principio di una legislazione universale. La nostra volontà si dà come leghe. Volontà autonoma perché legge autonoma. Il darsi un dovere implica realtà. Dovere solo se si è liberi. Non sono stato in grado di imporre dovere perché non ero libero di agire, prigioniero non può darsi un potere, non condizione di libertà, che permette di avere libertà. Dovere si impone in condizione di libertà, il darsi un dovere implica libertà del soggetto che lo impone. La libertà è postulata dal carattere formale della legge, diventiamo consapevoli di essere liberi nel momento in cui ci diamo un dovere. Prima la legge morale si impone come condizione fondamentale = libertà. Senza legge morale non non saremmo riconosciuti come liberi. Libertà = ratio essendi della legge morale, la quale è ratio cognoscendi della libertà. Se non fossimo lì non ci daremmo obbligo di seguire la legge morale. LE IDEE DELLA RAGIONE K sottolinea tendenza della ragione, sogno dell'infinito che si esprime tramite idee trascendentali, in questa opera diventano postulati della ragion pratica, non hanno valore regolativo ma diventano postulati ovvero condizioni di possibilità per l'agire morale. Libertà = qualcosa di inconoscibile, antinomia, ma dal punto di vista pratico, dedotto libertà da legge universale, condizione di possibilità che permette di agire moralmente e ricavare imperativo categorico e dunque la legge morale universale. 27.05.22 I POSTULATI DELLA RAGION PRATICA Nella Critica della ragion pratica, le Idee della ragione (accessibili per via pratica) NON hanno più solo un valore regolativo, ma diventano postulati. • Libertà: oggetto della della terza antinomia della cosmologia razionale, diventa condizione fondamentale dell'imperativo categorico, da cui si ricava. È fondamentale per ammettere l'imperativo categorico; condizione stessa dell'etica; • L'esistenza di Dio: la ricerca della virtù rende degni di essere felici, ma NON si può esserlo in questo mondo. Per questo è lecito postulare l'esistenza di Dio, per la quale la felicita, NON realizzabile in questo mondo, si realizza in un "altro mondo"; ● L'immortalità dell'anima: vi è un'istanza infinita, un progresso per avvicinarsi sempre più alla "perfetta adeguatezza" della volontà alla legge che è anche un approssimarsi sempre più alla santità (infatti il sommo bene NON può essere realizzabile in questo mondo), la quale NON è accessibile in questo mondo. I postulati NON sono "dogmi teoretici", ma "presupposti" che ci permettono di spiegare la legge morale. Il noumeno è teoreticamente inconoscibile, ma può avere realtà pratica. 18

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FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT
IMMANUEL KANT
INTRODUZIONE ALLA FIGURA DI IMMANUEL KANT
Figura dell'illuminismo europeo. Recepisce istan
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Filosofia Kant rivoluzione critica della ragion pura ragion pratica critica del giudizio estetica e logia trascendentale differenza categorie Aristotele e Kant io penso immaginazione fenomeno e nomeno giudizi e loro riclassificazione

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Critica della ragion pura

Semplificata

FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT IMMANUEL KANT INTRODUZIONE ALLA FIGURA DI IMMANUEL KANT Figura dell'illuminismo europeo. Recepisce istanze del razionalismo quanto quelle dell'empirismo. Presenta una sintesi del pensiero moderno a livello teoretico e di riflessione. Riflette l'atmosfera illuminista. Costituisce un passaggio fondamentale dall'illuminismo al Romanticismo. Filosofo tedesco, non ancora pensatore romantico, anche se ispira i filosofi romantici. LA VITA DEL FILOSOFO BIOGRAFIA Vita grigia, priva di episodi rilevanti, noiosa. Vita ordinaria improntata alla routine, non si sposerà mai. Matrimonio = impedi ento. K rappresenta figure di riferimento della storia della filosofia. Uno dei filosofi di riferimento. Nasce nella Prussia Orientale, da famiglia umile. Città natale = fiorente in campo economico-commerciale. Guerre di successione. Capitale della Prussia orientale. Importante università, anche la vita intellettuale aveva ricevuto un grande impulso. Studia filosofia, teologia, mate e fisica. Vive in questa città per tutta la vita. Nonostante offerte di cattedre e di viaggiare, di lavori e stipendi più alti, ma lui rifiuta perché convinto di stare li. Viene educato nello spirito del pietismo, variante del luteranesimo, che si caratterizza per un richiamo e attenzione per la vita interiore, concentrarsi su aspetto interiore. Andare contro la decadenza del luteranesimo contro le gerarchie ecclesiastiche, poiché si era istituzionalizzato luteranesimo. LA SUA CARRIERA DA PRECETTORE 1746 muore il padre di K, il quale si ritrova costretto a...

FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT IMMANUEL KANT INTRODUZIONE ALLA FIGURA DI IMMANUEL KANT Figura dell'illuminismo europeo. Recepisce istanze del razionalismo quanto quelle dell'empirismo. Presenta una sintesi del pensiero moderno a livello teoretico e di riflessione. Riflette l'atmosfera illuminista. Costituisce un passaggio fondamentale dall'illuminismo al Romanticismo. Filosofo tedesco, non ancora pensatore romantico, anche se ispira i filosofi romantici. LA VITA DEL FILOSOFO BIOGRAFIA Vita grigia, priva di episodi rilevanti, noiosa. Vita ordinaria improntata alla routine, non si sposerà mai. Matrimonio = impedi ento. K rappresenta figure di riferimento della storia della filosofia. Uno dei filosofi di riferimento. Nasce nella Prussia Orientale, da famiglia umile. Città natale = fiorente in campo economico-commerciale. Guerre di successione. Capitale della Prussia orientale. Importante università, anche la vita intellettuale aveva ricevuto un grande impulso. Studia filosofia, teologia, mate e fisica. Vive in questa città per tutta la vita. Nonostante offerte di cattedre e di viaggiare, di lavori e stipendi più alti, ma lui rifiuta perché convinto di stare li. Viene educato nello spirito del pietismo, variante del luteranesimo, che si caratterizza per un richiamo e attenzione per la vita interiore, concentrarsi su aspetto interiore. Andare contro la decadenza del luteranesimo contro le gerarchie ecclesiastiche, poiché si era istituzionalizzato luteranesimo. LA SUA CARRIERA DA PRECETTORE 1746 muore il padre di K, il quale si ritrova costretto a...

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provvedere autonomamente ai propri bisogni e inizia a lavorare come precettore fino al 1755 in cui consegue dottorato dove ottenne libera docenza all'università della città come libero docente (= abilitato all'insegnamento ma veniva pagato in base al numero di studenti). In occasione del conseguimento del dottorato di ricerca, presenta trattato Storia universale della natura e della teoria del cielo e lo pubblica. Presenta nuova teoria cosmologica su impianto fisico di Newton, secondo cui il sistema solare abbia avuto origine da una nebulosa. Perseguita anche da Pierre Simon Della Classe, ipotesi da cui ha avuto origine il sistema solare. Errata ma ispira scienziati a indagine verso l'ipotesi che sistema solare abbia avuto origine da scoppio originario. Insegna e pubblica anche altri testi, deve preparare le sue lezioni. Propone tantissimi corsi diversi, per attirare studenti, 1770 giunge stabilizzazione, presenta dissertazione per insegnare De mundi sensibilis atque intellegibilis forma et principiis. Dopo aver tenuto diversi corsi e pubblicato diverse opere muore nel 1804. LE DUE FASI DELLA VITA DI KANT K ottiene ordinariato, diventando docente ordinario. 2 fasi: ● Fase precritica, più incentrato su questioni di fisica, o questioni filosofiche tradizionali; Fase critica, in cui scrive opere maggiori, stesura delle 3 critiche Kantiane. Questa fase segna la divisione. Nel 1770 si apre la fase più produttiva. La giornata viene scandita da diversi momenti. Mangiava sempre con amici. Passeggiata pomeridiana, stessi setting. Continuerà a tenere suoi corsi all'università, morirà dopo aver passato ultimi anni della sua vita difficili, colpito da demenza senile e alzaimer. NON più in grado di tenere lezioni. Sulla sua tomba c'è scritto: il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me. Produzione di K vastissima. Opere iniziali basate sulla fisica, 2° quella in cui scrive teoria della nebulosa. Primi 1 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT temi prettamente filosofici, spesso etico-teologico. Già nella fase pre critica, critica diversi argomenti per dimostrare l'esistenza di Dio. Dio solo oggetto di fede, alla base del suo pensiero. 09.05.22 LA FASE <<PRECRITICA>> Durante la fase precritica si occupa delle questioni fondamentali del tempo. Scritti di carattere fisico. A partire dal 700 si dedica a temi svariati filosofici e questioni metafisiche. I temi a cui si dedica Kant in questa fase della sua vita tramite diversi autori di quest'anno. Il problema dell'esistenza di Dio, a questo proposito presenta una posizione critica. Educato ai principi del pietismo rifiuta intellettualismo religioso e morale, è chiaro, uno dei fondamenti dice che dio NON può essere oggetto di dimostrazione razionale, NON c'è argomento a priori né a posteriori. Si propone per confutare tutte le prove che provavano l'esistenza di Dio. Dio può solo essere oggetto di fede. K riprende problema dell'anima e della sua immortalità, anima mortale o immortale, dell'anima NON possiamo dimostrare esistenza, K ci presenta una serie di argomentazioni per confutare tesi di psicologia razionale, e dunque mortalità o immortalità dell'anima → Sogni di un visionario chiariti coi sogni della metafisica, evidenzia la necessità di segnalare i limiti e le possibilità della conoscenza umana. In un'opera, ci possono apparire anime dei morti, ancora nel 700, il fatto che siamo in grado di sognare defunti, deve essere esempio del fatto che l'anima è immortale, poiché poiché sogni compare lo spirito del defunto. K pian piano abbandona sempre più temi scientifici ragionando su questioni filosofiche. LA GRANDE LUCE Confutazione che si può dimostrare l'immortalità dell'anima dal mondo vivo. Parla per la 1º volta di limiti e possibilità della conoscenza umana. Fase critica questa questione sarà fondamentale. K parla della luce del 69 = illuminazione intellettuale, per cui individua criteri fondamentali che caratterizzeranno la fase critica. Produce le pagine definitive della dissertazione. Presenta motivi fondamentali. Suo criticismo. Consapevolezza che conoscenza = rielaborazione della realtà da parte del soggetto. Cosa sono in grado di conoscere? (Problema limiti), mi devo chiedere come posso conoscere? In che modo io conosco? Dipende dai limiti, grande rivelazione di Kant. Soggettivista. Modi di conoscenza influiscono in modo decisivo sul processo conoscitivo, facoltà conoscitive influiscono nel processo conoscitivo stesso. K dobbiamo immaginare soggetto = soggetto di conoscenza che conosce la realtà dalle proprie facoltà conoscitive, la realtà del soggetto = rielaborazione della realtà da parte del soggetto. Frutto del modo in cui noi soggetti conoscenti cogliamo la realtà. Conoscenza sempre soggettiva. Soggetto che influisce sulla conoscenza. Conoscenza oggettiva del mondo non la possiamo avere. Vediamo totalità diverse della realtà. K influenzato dallo scetticismo di Hume. CONOSCENZA NOUMENICA VS FENOMENICA 1 FASE Già nell'opera del 1700 opera presenta opera in cui dice conoscenza fenomenica vs conoscenza noumenica, 70-81 la intende in un senso, con la pubblicazione della Critica della ragion pura cambia prospettiva. Dipendono dal modo in cui K intende le due. La conoscenza può essere: ● Fenomenica, (definizione per la prima fase) per cui si conosce il fenomeno ovvero ciò che appare, conoscenza di ciò che appare ai sensi, conoscenza che deriva dai sensi; ● Noumenica*, conoscenza tramite intelletto, ciò che si nasconde dietro il fenomeno. *Noi conosciamo innanzitutto tramite i sensi, ma l'essere umano è dotato di intelletto che ci permette di intuire anche ciò che va oltre al fenomeno, ciò che si nasconde dietro, noumeno la cosa in sé, oggetto della conoscenza noumenica. Possiamo cogliere il noumeno. 2 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT CONOSCENZA NOUMENICA VS FENOMENICA 2 FASE Nell'opera Critica della ragion pura. Afferma che la cosa in sé è inconoscibile, ciò che io NON conosco tramite i sensi è inconoscibile. K propone nuova distinzione, per la prima volta nella filosofia, distinzione tra: • Intelletto, conoscere attività tipica dell'intelletto; ● Ragione, permette di pensare alle cose, ma questo NON corrisponde alla conoscenza, NON conosco ma penso unicamente. Il noumeno esiste ancora ma cambia NON più oggetto della ragione ma intelletto. PROBLEMA CONOSCENZA Tra 70-81. Si interroga sui limiti della conoscenza. K dice quali sono i limiti della conoscenza umana? >> cosa posso conoscere? E come? Motivo per cui si pone sul criticismo. Fondamento sapere si deve criticare la pretesa della ragione di andare oltre alle proprie capacità, spesso ragione si illude di poter conoscere qualcosa di maggiore (such as Dio), ciò porta ad errori. Bisogna criticare pretese della ragione umana prima di dire i propri limiti, e attenerci a questi, solo così si può dar vita a un sapere rigoroso. Esigenza critica si manifesta nelle 3 critiche. K parla di critica, poiché K usa bene parole, quando parla di critica fa riferimento verbo greco kpivo con riferimento al campo giuridico, rimanda alla decisione giuridica, vuole analizzare la ragione e il soggetto della conoscenza, vuole dare giudizio sui limiti della ragione umana. K istituisce un tribunale della ragione, necessario giudicare e criticare la ragione, significa come genitivo soggettivo e genitivo oggettivo. Ragione tanto giudice quanto imputato. Bisogna giudicare ragione tramite ragione, si pone problema di come giudicare ragione, si deve attenere a giudizi scientifici. È in ballo il fondamento stesso del sapere: dobbiamo essere sicuri di non sbagliare. Dobbiamo trovare dei criteri scientifici. La ragione deve interrogarsi su quali siano i criteri scientifici e deve giudicarsi. I GIUDIZI DEI RAZIONALISTI E DEGLI EMPIRISTI Giudizi scientifici, passa in rassegna giudizi che esseri umani hanno considerato scientifici, Kè figlio della rivoluzione scientifica, individua due grandi orientamenti della rivoluzione scientifica: razionalismo ed empirismo, lo facciamo tramite giudizi scientifici degli uni e degli altri. Relatività conoscitiva si basano su: • giudizi adoperati da pensatori razionalisti (= giudizi analitici a priori, che si basano sul principio di NON contraddizione ed esprimono già soggetto nel predicato, sono veri a priori, contengono nel predicato il soggetto, indubitabile ed universale, hanno difetto → NON ci dicono nulla di nuovo sulla realtà, non fecondi ne produttivi, limitante nella ricerca); • giudizi adoperati da pensatori empiristi (= giudizi sintetici a posteriori, si parte dal particolare, induttivo, produttivi, ma difettano di universalità). I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI Fa riferimento a distinzione raz vs emp. K passando in rassegna questi mettendoli a confronto sia negli elementi positivi che negativi, da questo confronto e ne esce che K è criticità, tenta di operare sintesi tra le due correnti e lo fa tramite la sintesi di questi giudizi. Propone terzo tipo: criteri del criticismo, giudizi sintetici a priori, rimangono universalità e indubitabile ma sono sintetici e dunque aggiungono qualcosa di nuovo alla realtà. Es. Tutto quello che accade ha una causa. Ricerca delle cause di un evento, fecondi, sono applicabili al caso concreto e dunque mantengono l'immutabilità dei principi razionalistici a priori, recuperano fecondità dei giudizi degli empiristi, ci dice che bisogna ricorrere a giudizi a priori per avviare processo nei confronti della ragione. Giudizi sintetici a priori su cui si basa sapere scientifico. ● 3 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT L'OGGETTO DELLE TRE CRITICHE I giudizi sintetici a priori sono giudizi che NON devono essere sterili e NON ci chiedono di confermare ogni volta pretesa di facoltà, tenta di mantenersi fedele a questa struttura, processo conoscitivo tramite analisi di diverse facoltà conoscitivo. Nelle tre critiche, ciascuna ha oggetto specifico che può essere dato dalla domanda. Si parte dalla Critica della ragion pura = cosa posso conoscere? Essere umano NON solo conoscenza, NON limita umanità dell'uomo alla sua capacità teoretica, non solo essere razionale ma che vive a contatto con altri uomini NON deve solo conoscere realtà ma deve anche rapportarsi con altri. Che cosa devo fare e come devo agire? Cosa deve guidare la mia condotta? = Critica della ragion pratica. K scrive una 3 critica del giudizio in cui tenta di rispondere a che cosa mi è lecito sperare? (Critica del giudizio) le prime 2 si pongono agli antipodi. Quali sono le facoltà tramite cui noi cogliamo la realtà ragion pura. Si interroga sull'agire umano → ragion pratica. Distinzione mondo naturale e mondo pratico, dell'agire umano. K prova a mediare tra due mondi eterogenei. 4 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT 1° critica: LA CRITICA ALLA RAGION PURA LA CRITICA DELLA RAGION PURA Pubblicata nel 1781, viene letta molto, anche studiosi dell'epoca ci capiscono poco. Lettura ostica, dunque negli anni successivi al 1788, periodo denso di scrittura e pubblicazione tra i quali un testo su che cos'è l'illuminismo, si dedica ad una riedizione della critica della ragion pura. Passaggi contraddittori rispetto alla prima edizione e dunque pubblica seconda edizione è più complicata della prima (frutto maturo). Nella storia della filosofia successiva rappresenta edizione di riferimento, definitiva. 2 edizione pubblicata nel 1787. TEMATICHE AFFRONTATE Parte da domanda fondamentale, cosa posso sapere? Fa riferimento a una conoscenza di tipo rigoroso legittimata dal punto di vista scientifico, sapere incontrovertibile, mette al vaglio (= fa un'indagine/esame) della ragione e possibilità delle scienze matematiche e scientifiche. Si adopera per comprendere se si può considerare come scienza la metafisica. Che cosa posso conoscere? Tre sotto questioni fondamentali: 1. Come è possibile la matematica come scienza?; 2. Come è possibile la fisica come scienza?; 3. In che modo è possibile fondare la metafisica come scienza? La metafisica è scienza?. FENOMENO, MATERIA E FORMA Come conosciamo la realtà? Finora si è ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti; NON dobbiamo regolare conoscenza sugli oggetti ma facendo l'ipotesi che oggetti si devono regolare sulla nostra conoscenza, critica atteggiamento tenuto fino ad ora. Noi ci dobbiamo chiedere: domanda NON è tanto importante, NON come è fatto il mondo ma quali strumenti possediamo che permettono a noi di conoscere il mondo? In che modo noi possiamo conoscere il mondo. Oggetto della conoscenza è sempre il fenomeno, ovvero ciò che appare, secondo K, conoscenza parte sempre dai sensi, per noi il modo in cui ci vogliamo il mondo abbiamo contatto con la materia, cogliamo sensibilmente la materia. La materia sensibile implica una modificazione nei nostri sensi, che investe le nostre capacità sensibili. NON modificazione che ci da conoscenza dell'oggetto. CONOSCENZA Ma conoscenza = sintesi di azioni compiute dalle diverse capacità sensibili, possibile solo se c'è soggetto sensibile con facoltà conoscitive adeguate, soggetto = essere umano. Conosce a partire dalle forme del suo conoscere, forme pure a priori della conoscenza, a priori perché universali e appartengono a tutti soggetti conoscenti, a meno che non sia affetto da un deficit, facoltà conoscitive che danno forma alla conoscenza. Ci permettono di costruire la manifestazione del fenomeno. Secondo K conoscenza sempre una sorta di costruzione rappresentativa. Siamo noi che ci rappresentiamo il mondo, NON conoscenza oggetto ma conoscenza mediata da facoltà soggettive. Fenomeno = ciò che appare e che mi rappresentano. Tutti guardiamo il mondo da diversi punti di vista. Elemento fondamentale da capire per la critica della ragion pura di Kant. 5 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT RIVOLUZIONE COPERNICANA DEL SAPERE Elemento fondamentale perché pretende di introdurre una rivoluzione gnoseologica. È il soggetto che modella mediante queste forme pure a priori, a modellare alla rappresentazione allora dobbiamo partire un'analisi del soggetto. Analisi di queste forme. Dobbiamo partire dall'analisi delle forme pure a priori. Dobbiamo partire da indagine su come conoscere la realtà. Per capire se conoscenza può essere scientificamente fondata. Nostra conoscenza a doversi adeguare al soggetto. Rivoluzione copernicana del sapere. Soggetto conoscente, nel campo gnoseologico e del sapere bisogna porre al centro il soggetto. Smettere di porre come oggetto il mondo esterno e bisogna porre al centro dell'attenzione il soggetto conoscente con sue forme pure a priori della conoscenza. Strutture a priori, come se noi avessimo strutture e fossimo strutturati a partire da queste capacità conoscitive. Per capire se si può parlare di una conoscenza scientifica. Momento in cui guardo a oggetto, è oggetto che si adegua a mie strutture a priori. Indagine filosofica trascendentale. TRASCENDENTALE Trascendente vs trascendentale. Trascendentale, termine della scolastica medioevale, categorie massime, proprietà massimamente generali. K lo utilizza in sensi differenti, lo utilizza per considerare indagine con oggetto le sue forme pure a priori che ci permettono di conoscere il mondo. Conoscenza NON di oggetti, ma indagine che si occupa del nostro modo di conoscere oggetti nella misura in cui reputiamo che tutti esseri conoscenti siano in grado di interpretare la realtà universalmente. Universale ma concreto, si applicano alla fattispecie e si applicano a partire dal punto di vista del soggetto conoscente. Oggetto dell'indagine della Critica della ragion pura: capacità conoscitive della ragione umana. Si occupa dello studio delle forme pure a priori della conoscenza umana. STRUTTURA DELL'OPERA Opera divisa 2 sezioni: 1. La dottrina degli elementi, studia forme pure a priori della conoscenza; ● Estetica trascendentale, indaga le forme pure a priori della sensibilità (spazio e tempo), si definisce da aionoiç = sensazione, prima fonte della conoscenza umana; • Logica trascendentale, va a indagare le forme pure a priori del λoyoç umano (intelletto e ragione), si articola: o analitica trascendentale (= indaga forme pure a priori dell'intelletto, categorie); dialettica trascendentale (= indagine forme pure a priori della ragione, idee); O 2. La dottrina del metodo, come queste forme debbano essere utilizzate. *Ancor prima di approcciarsi alla realtà va a spiegare le nostre strutture conoscitive (forme pure a priori). 6 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LE TRE FACOLTÀ FONDAMENTALI Sensibilità, intelletto e ragione. L'opera si struttura in base alla distinzione di queste tre facoltà fondamentali che caratterizzano i vari livelli della conoscenza umana, ovvero: • Sensibilità = facoltà per cui conosciamo in prima istanza il mondo, dati sensibili dell'esperienza; ● Intelletto = analitica, facoltà per cui organizziamo dati dell'esperienza, modificazione che materia imprima su forme conoscitive, ma riceviamo dati ma li rielaboriamo NON attraverso i sensi ma tramite l'intelletto; Ragione = facoltà razionale propriamente detta, attraverso la ragione pensiamo ma anche a cose che NON esistono nella realtà, idee trascendentale della matematica, di dio, facoltà che ci permette di guardare al di là. L'ESTETICA TRASCENDENTALE_PT.1 Il punto di partenza di ogni conoscenza è la sensazione = modificazione che un oggetto materiale produce/imprime sulla nostra capacità sensibile. Dunque sensibilità = facoltà che ci permette di avere sensazione. Modo in cui ci rapportiamo alla realtà. Sensazione NON c'è conoscenza. NON era innatista, la conoscenza nasce sempre da un'esperienza sensibile del mondo con sensi della realtà. Sensazione = risultato di una modificazione sulla nostra capacità di sentire/avere sensazioni. Prima facoltà che ci mette nella condizione di poter ricevere modificazione sulla nostra capacità di sentire, conoscenza intuitiva. Quando percepiamo qualcosa, abbiamo conoscenza immediata, prima forma di conoscenza con cui ci rapportiamo al mondo. Solo successivamente ragioniamo. Ci permette di avere delle intuizioni empiriche immediate tramite i sensi. La sensibilità NON è solo intuizione empirica ma abbiamo anche intuizione pura, ovvero la capacità di ordinare queste intuizioni. Oltre a 5 sensi, capacità empiriche di intuire, abbiamo anche intuizioni pure ovvero la capacità di spazializzare e temporalizzare oggetti della conoscenza. 13.05.22 L'ESTETICA TRASCENDENTALE_PT.2 Prende in considerazione la conoscenza sensibile, capacità di ricevere sensazioni, nel contatto sensibile che abbiamo con esterno. Modificazione che l'effetto produce sulle nostre capacità percettive. Conoscenza che viene dai sensi, intuizioni empiriche, tocchiamo e vediamo e sentiamo modificazioni che oggetti producono su di noi. Accanto a intuizioni empiriche, quando conosciamo NON siamo, soggetti conoscenti passivi ma anche attivi, perché accanto a sensazioni empiriche. ESTETICA TRASCENDENTALE riguarda il senso 7 riguarda le forme a priori della sensibilità che sono spazio tem po FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LE FORME PURE A PRIORI DELLA SENSIBILITÀ Noi abbiamo anche intuizioni pure, ovvero la capacità di intuire sensibilmente l'oggetto a prescindere dall'oggetto, le forme pure a priori della sensibilità ovvero spazio e tempo, capacità trascendentale (= universale, ma concreto che si applica alla realtà, massimamente generale, ciò che identifica l'indagine su forme pure a priori, che caratterizzano tutti soggetti conoscenti. Indagine su forme pure a priori, viene definita da K con trascendentale. Ricerca su elementi universali che però si applicano a conoscenza concreta. Sensazioni e intuizioni corrispondono ma nel momento della conoscenza sensibile attraverso sensi, accanto al fatto che recepito recepito che ci sta attorno, esistono anche intuizioni pure. Si ha una percezione pura che ha dall'esperienza. Hanno funzione di ordinare intuizioni empiriche, perché altrimenti NON avremmo capacità di comprendere realtà. Quando abbiamo sensazione, molteplici dati, siamo iperstimolati. La nostra capacità di sentire è molteplice e rischia di essere confusa se NON avessimo forme pure a priori che le ordinano. Dati dell'esperienza che imprimono sulla nostra capacità percettiva sono ordinate in base a forme pure a priori, riguardano senso con capacità di percepire. dipendono da intuizioni pure a priori, ovvero spazio e tempo che permettono di organizzare e dare un senso ai dati dell'esperienza secondo: Criterio di contiguità, contiguità nello spazio, organizzazione; Criterio di successione, tempo permette di organizzare eventi gli uni dopo gli altri. SPAZIO E TEMPO Forme a priori della sensibilità: ● spazio = forma pura a priori del senso esterno, capacità di organizzare e ordinare oggetti al di fuori di noi. Qualcosa è più lontano o più vicino perché il mondo esterno spaziale. Lo ordino tramite capacità di spazializzazione. Dunque spazio costituisce rappresentazione necessaria a fondamento del disporsi delle cose una accanto all'altra. Ciò che viene prima da ciò che viene dopo; ● tempo, secondo K costituisce maniera in cui fenomeni vengono ordinati all'interno del soggetto, forma pura del senso interno. Temporalità NON la trovo nel mondo esterno, il tempo secondo K si coglie dal senso interno, dall'anima. Secondo criterio di successione può avere luogo nel flusso interiore. Noi internamente nella nostra vita interiore ci rappresentiamo cose l'una prima dell'altra. Trattiene flusso del senso interiore, disposizione e fenomeni secondo il criterio della successione. Secondo K tempo ha precedenza logica sullo spazio. Noi possiamo temporalizzare qualsiasi cosa. Ogni cosa è data nel tempo. Ci sono cose date solo nel tempo che NON nello spazio, es. sentimenti. Sono in grado solo di temporalizzare sentimento e NON spazializzare. Tutto ciò che è dato dallo spazio è dato nel tempo, ma NON tutto ciò che è dato dal tempo è dato nello spazio. DA NEWTON E KANT Importante passaggio da rivoluzione scientifica. Newton aveva presentato concetto di spazio e tempo, oggettivi e dimensioni esistenti di per sé. È un qualcosa di oggettivo. Grande teorico della concezione moderna di tempo, spazio è spazio misurabile, secondo Newton si possono misurare tramite strumento. Per K, pensatore che si ispira a N. Nella sua ipotesi della nebulosa utilizza strumenti di N, nonostante sua stima per N, K sulla questione di spazio e tempo si allontana e afferma che NON sono dimensioni esistenti di per sé, NON oggettivi, ma sono funzioni soggettive attraverso le quali noi ordiniamo dati, analoghe in tutti i soggetti conoscenti. Facoltà soggettive, che permettono al soggetto di ordinare dati forniti dall'esperienza. Sono soggettive ma universali dunque successivamente si può avere oggettivazione di spazio e tempo tramite strumenti e unità di misura. Capacità di temporalizzare fenomeni e cose, capacità soggettiva, ma funziona allo stesso modo per tutti i soggetti. Si applicano sempre diversamente però, esperienza soggettiva. 8 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT COME È POSSIBILE LA MATEMATICA PURA? Oltre a presentarci strutture della conoscenza sensibile, K tenta di rispondere agli interrogativi fondamentali posti all'inizio della Critica della ragion pura. Nelle ultime battute dell'estetica trascendentale. K prova a rispondere a questi interrogativi fondamentali, parla di fisica pura. Scienze indubitabili. Alla fine di questa, K dimostra come noi abbiamo strumenti per dire che esiste o no. La matematica che si basa su forme pure a priori (aritmetica su tempo e geometria su spazio) abbiamo dimostrato che forme pure a priori priori dimostrano da sé → hanno carattere di universalità →→ è scienza. È possibile sia aritmetica che geometria sono scienze. Scienza perché a prescindere dal contesto NON cambia. Le proposizioni matematiche sono giudizi sintetici a priori, es. 2+2=4. Qualcosa di nuovo, risultato diverso, tramite struttura a priori (addizione) possono potenzialmente avere infiniti risultati. Costituiscono matematica come scienza. LOGICA TRASCENDENTALE A queste segue trattazione della logica trascendentale. Bisogna interrogarsi su funzionamento delle strutture intellettive. K parla di logica trascendentale per analizzare il Aoyoç. Vuole articolare scienza dell'intelletto, studio del λoyoç. La logica = scienza dell'intelletto, la possiamo distinguere tra: Logica formale, a prescindere dei contenuti, logica aristotelica, studio del sillogismo, si limita a scienza dell'intelletto, indagare forme e leggi generali dell'intelletto; ● • Logica trascendentale, scienza dell'intelletto che guarda i contenuti dell'intelletto, contenuti possono essere: O Empirici, ricavati dall'esperienza (>> 12 categorie); O Puri, a priori (>> 3 idee della ragione). Ancora una volta tenta di fare una sintesi tra empirismo e razionalismo. Logica che verte su intelletto, concetti puri a priori dell'intelletto per K sono strutture innate. Concetti puri sono strutture pure a priori, universali e innate, che sono contenute nell'intelletto, facoltà che caratterizzano tutti soggetti conoscenti. STRUTTURA LOGICA TRASCENDENTALE Sezione in cui ha quindi come oggetto d'indagine la validità oggettiva delle conoscenze a priori proprie dell'intelletti e della ragione. Sezione della logica trascendentale è divisa in due sotto categorie, ovvero: Logica Trascendentale ● Analitica trascendentale, studia intelletto e 12 forme pure a priori, 12 categorie (contenuti empirici dell'intelletto); ● Dialettica trascendentale, studio della ragione e 3 idee trascendentali (contenuti puri della ragione). ANALITICA TRASCENDENTALE riguarda l'in telletto riguarda le forme a priori dell'intelletto che sono le 12 categorie 9 Logica Trascendentale DIALETTICA TRASCENDENTALE riguarda la ragione anima studia le idee della ragione che sono mondo Dio FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT ANALITICA TRASCENDENTALE K dice che se conoscenza fosse solo sensibile NON avremmo conoscenza propriamente detta, noi ci limitiamo a mettere in ordine dati dell'esperienza. Abbiamo esperienza sensibile della realtà ma NON conoscenza. Mediante i sensi oggetti ci sono dati, solo grazie all'intelletto oggetti sono dati. Solo grazie a questo possiamo dare significato, logica e senso all'esperienza sensibile. Esperienza implica intervento da parte dell'intelletto. C'è bisogno di una facoltà superiore, spirituale che prescinde dalle capacità sensibili. Conoscenza propriamente detta = sempre sintesi di esperienza sensibile e intelletto. Conoscenza propriamente detta risultato tra azione sensi e azione intelletto tramite forme pure. NON esiste conoscenza unicamente intelligibile. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetto sono cieche. Si devono unire per avere conoscenza, scienza esperienza in generale = estetica vs scienza intelletto in generale = logica. Intelletto NON può far a meno della sensibilità. Ordine temporale e spaziale. La conoscenza ci è fornita dall'intelletto, ma l'intelletto non può fare a meno della sensibilità. TAVOLA DELLE CATEGORIE Hanno origine nell'intelletto puro le categorie, mettendole in una tavola, che sarebbero le forme pure dell'intelletto che permettono di dare significato dei dati dell'esperienza sensibile. 4 tipi di categorie: ● Quantità; Qualità; ● Relazione; ● Modalità. Forme pure a priori dell'intelletto, ognuno di noi tenta di dare significato all'esperienza sensibile tramite queste categorie. Si pone problema su come giustificare la veridicità di queste categorie, noi le consideriamo universale e soggettive (= riguardano il soggetto), ma al tempo stesso riguardano tutti. Quello che ci vuole dire K, per quanto dobbiamo avere percezioni e logica dell'esperienza sensibile. Quando vedo qualcosa e gli do senso, azione immediata. Per vedere nello specifico come funziona. L'IO PENSO Processo conoscitivo sempre immediato. Sintesi tra concetti avviene immediatamente. K cerca di rendere conto di questo fatto, come famo a far convergere elemento oggettivo ed elemento soggettivo, che rende possibile immediata percezione che diventa sensata, dotata di senso. K teorizza uno spazio unitario in cui le categorie possano convergere. La conoscenza è sempre soggettiva, di un soggetto in grado di unificare categorie in atto conoscitivo unico in modo da unificare dati dell'esperienza. Deve avvenire immediatamente e contemporaneamente. L'io penso, idea di K (problematica), NON viene dettagliata da K, spazio unitario e luogo NON meglio definito, sarebbe luogo e spazio unitario in cui si opera sintesi tra conoscenza sensibile e conoscenza intelligibile. Tra azione di spazio e tempo e le 12 categorie, da unità a esperienza del soggetto. IL RUOLO DELL'IO PENSO NEL PROCESSO CONOSCITIVO Grazie a questo possiamo ricondurre unità e ricondurre a un soggetto tutto processo conoscitivo che se no sarebbe frammentato. Insieme di rappresentazioni. Ciò che mi fa dire che esiste elemento unitario che rende possibile un atto conoscitivo. Costituisce la fonte di ogni sintesi conoscitiva. L'io penso = coscienza di conoscere, autocoscienza. NON solo siamo soggetti di conoscenza, ma siamo anche consapevoli di essere soggetti di conoscenti, siamo autocoscienza, coscienti di sé, appercezione trascendentale. Capacità di pensarsi come luogo unitario, in cui convergono tutte le azioni, facoltà e momenti del processo conoscitivo. Compito di unificare il molteplice. Come se funzionasse solo nel momento in cui penso. Strutture 10 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT logiche e NON psicologiche, appartengono a soggetti conoscenti ma sono universali e a priori. Logiche perché universali, prescindono all'esperienza. 12 categorie funzionano a prescindere dall'esperienza, sono dunque universali (perchè non dipendono direttamente dall'esperienza). LO SCHEMATISMO TRASCENDENTALE L'IMMAGINAZIONE PRODUTTIVA Dimostra come conoscenza essendo sempre soggettiva, esperienza conoscitiva sempre diversa, in qualsiasi momento. Esperienza sensibile sempre diversa, pur essendo sempre soggettiva, può essere però universale e oggettiva in quelle che sono le forme pure a priori, dunque gli strumenti conoscitivi. Universale forme + particolare materiale = rapporto problematico, sempre a posteriori, dati dall'esperienza giungono a posteriori. Come possono entrare nel relazione, in che modo l'intelletto può dare forma all'esperienza. Intelletto da senso all'esperienza, a questo punto K introduce idea di schema, una rappresentazione grafica trascendentale di questo rapporto di ciò che possa fare da mediatore tra dati sensibili e universale a priori delle strutture, ipotizza esistenza di attività inconscia, immaginazione produttiva per trasporre idee per dare forma a dati sensibili, per essere colti da concetti puri dell'intelletto. Funzione ed elemento intermedio. Rappresentazione grafica dell'atto conoscitivo. Questa capacità permette alle sensazioni di disporsi secondo una certa forma, una forma a cui poi sarà possibile applicare i concetti puri. Elemento intermedio che mette in relazione i dati sensibili dell’esperienza e le forme pure dell’intelletto. - 16.05.22 L'IO LEGISLATORE DELLA NATURA K nel tentativo di dare una rappresentazione di capacità dell'uomo di dare forma all'esperienza introduce questa idea, esiste una funzione intermedia inconscia. Entriamo nel campo delle ipotesi. K ipotizza che vi sia di facoltà intermedia che chiama immaginazione produttiva, funzione in grado di predisporre le sensazioni, le diverse modificazioni che materia imprime sui nostri sensi a disporsi in una determinata forma, la quale sarà oggetto dell'attività del soggetto conoscente. Forma a cui si possono affidare i concetti puri, per rendere dati dell'esperienza coglibili. Tramite l'io penso di cui abbiamo parlato, K stabilisce legittimità scientifica, basata su categorie e concetti puri che sono in grado di dare una forma agli oggetti della conoscenza. Legittima idea per cui è soggetto che si deve adattare all'oggetto. Universalità della scienza, NON per leggi oggettive, indipendenti ma questa nei concetti puri a priori (12 categorie) che danno forma ai dati dell'esperienza. Sono dunque in grado di individuare le leggi stesse, il loro funzionamento oggettivo. LA FISICA COME SCIENZA E' POSSIBILE? Tramite forme pure a priori dell'intelletto, K può rispondere a domanda: fisica come scienza? SI, per universalità delle forme pure a priori che danno forma ai dati dell'esperienza, sapere rigoroso e universale. Possibile leggere i fenomeni. K tenta di conciliare il particolare col generale. Siamo noi che diamo forma ai dati dell'esperienza. Strutture conoscitive uguali ed universali. Ciò dà legittimità per interpretare la fisica come scienza e sapere universale. Io penso >> io legislatore della natura, soggetto conoscente alle prese con l'atto conoscitivo >> io legislatore della natura siamo noi a categorizzate mondo a partire da categorie date a priori. Si compie la rivoluzione copernicana del pensiero. Leggi universali. 11 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT FENOMENO E NOUMENO (CRITICA DELLA RAGION PURA) Fenomeno = ciò che appare al soggetto. Fenomeno = tutti oggetti della realtà che si danno a noi, ma attraverso forme pure a priori dell'intelletto, ciò che cogliamo tramite spazio e tempo e le 12 categorie. Ciò che noi cogliamo. NON siamo solamente passivi al fenomeno. Fenomeno a differenza di quello che riteneva K, oggetto colto tramite forme pure a priori dell'intelletto e della sensibilità. K modifica idea di conoscenza fenomenica e noumenica. Ciò che possiamo conoscere sono solo fenomeni, solo ciò che possiamo cogliere con i sensi. Conoscenza propriamente detta, radicalizza distinzione tra fenomeno e noumeno. Altro tipo di realtà che NON si dà ai sensi. NON si può parlare di conoscenza noumenica poiché noumeno = cosa in sé, ciò che si nasconde dietro al fenomeno. Vedo solo un aspetto, NON riesco a conoscere ciò che si nasconde dietro al fenomeno. Fenomeno = unica cosa conoscibile tra forme pure della sensibilità e dell'intelletto. Noumeno NON lo posso conoscere, NON esiste conoscenza noumenica. Noumeno = solo pensabile. Possiamo solo vagheggiare la realtà che si nasconde dietro al fenomeno. Sempre le forme pure a priori del soggetto che danno forma alla realtà. La realtà così com'è nella sua totalità NON la possiamo conoscere ma solo pensare. Da qui si articola la distinzione tra intelletto e ragione. Intelletto funziona a stretto contatto con i sensi, mentre ragione se penso e basta vado al di là dell'esperienza possibile. Fenomeno = rappresentazione della realtà che è data dall'io penso che applicano forme pure a priori della sensibilità e dell'intelletto. LA FUNZIONE DEL NOUMENO Che funzione ha il noumeno nella conoscenza? funzione fondamentale nella conoscenza anche se inconoscibile, segnala il limite invalicabile della conoscenza fondata e indubitabile. Solo ciò che si dà ai sensi e all'intelletto. Segnala il limite. Bisogna criticare pretese della ragione che va oltre al limite (= segnato dalla cosa in sé, residuo oggettivo che sta fuori dell'intelletto). Residuo oggettivo che limita la ragione, NON possiamo conoscere ciò che sta al di là della conoscenza. Es. Dio, secondo K, NON possiamo conoscere né dio né l'anima... ci rivela capacità dell'uomo di andare oltre all'esperienza, capacità esclusivamente umana, possiamo pensare e credere nell'esistenza di Dio. NON significa dimostrare esistenza di dio ma significa immaginare esistenza di Dio, ma NON dimostrare e mai conoscere. Facoltà che va oltre la dimensione della Quoiç, da qui delinea la dialettica. DIALETTICA TRASCENDENTALE Oggetti della ragione: idee massimamente trascendentali. Idee: • Anima; Mondo; Dio. Intelletto funzione conoscitiva ha a che fare con la sensibilità. Io penso e in grado di operare sintesi svolge funzione legislatrice, io legislatore della natura confinata al campo dell'esperienza possibile. Dobbiamo attenerci a ciò che appare. Ragione umana = straordinaria. Oltre esperienza possibile. Uomo NON si accontenta mai di un orizzonte finito di sensi, verso la trascendenza. Noi NON ci accontentiamo, noi siamo unici esseri viventi che immaginano o progettano un mondo migliore. Dunque noi siamo intrinsecamente caratterizzati da facoltà che è ragione, che ci permette di pensare. Oggetto a cui si applica ragione: realtà ideale, NON realtà concreta. Ragione si applica a un mondo ideale, con ciò che va oltre la quoiç. Ragione ha a che fare con metafisica. Ci troviamo altrove, capacità di allenarci. La libertà a livello fisico NON esiste. A livello mentale = liberi, libertà di pensiero. Proprio per capacità di andare oltre a realtà concreta. 12 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT IDEE DELLA RAGIONE Tutti oggetti della mente NON sono trascendentali, ma queste sono idee necessarie per la ragione. Idee caratteristiche della ragione, concetti necessari, concetti puri a cui NON è dato trovare oggetto adeguato nei sensi, nessun analogo. Idee trascendentali, importanti perché nonostante NON trovano analogo nell'esperienza possibile, sono pensate in tutte le civiltà di tutti i tempi, funzione etica-morale: ● Anima, mai visto un'anima, intangibile ed invisibile, ovvero una sorta di spirito che NON ha consistenza materiale tale da essere percettibile. Rappresenta l'idea della totalità dei dati sensibili, senso interno, luogo dove si ritrova la totalità dei dati interiori, traduzione di idea secondo cui esiste totalità dei dati interni all'uomo; ● Mondo, facciamo riferimento a totalità esteriore, mondo = grande infinito contenitore dei dati esteriori che raccoglierebbe tutto e totalità dei fenomeni, ma NON siamo in grado di conoscere totalità dei fenomeni, NON capacità di cogliere dati esterni, o universo, già per i greci quoiç = totalità di ciò che esiste; Dio, idea di Dio che ha svolto funzione fondamentale, ruolo decisivo, tanti pensatori si interrogano sull'esistenza di Dio, Dio = idea massimamente generale, in cui si raccoglie la totalità dei dati esteriori e interiori. Idea di un qualcosa che accoglie la totalità assoluta. Nella concezione cristiana, è onnisciente, ovvero la totalità assoluta, idea a cui uomini danno totalità di Dio. Pretesa della ragione di conoscere tutto. ● 17.05.22 PENSARE E CONOSCERE Oggetti massimamente generali di cui l'anima può pensare. K sottolinea come si possa distinguere: Conoscenza, azione dei sensi in contemporanea a quella dell'intelletto (intuizione sensibile + concetto), se manca uno di questi elementi NON si può avere conoscenza, sempre ha che fare con ciò che esperisco; ● Pensiero, si va in mancanza di intuizione sensibile, oltre la realtà sensibile, NON abbiamo bisogno di alcuna intuizione sensibile; a prescindere dalla realtà sensibile. Funziona anche in assenza di intuizioni sensibili. Ragione = capacità di andare oltre alla quoiç, capacità che permette di addentrarci in una condizione metafisica. LA METAFISICA Metafisica nasce da perenne bisogno di dare significato tra mondo ed esperienze, dare senso unitario. Temi fondamentali vertono su anima, mondo e Dio. Metafisica corrisponde al sogno dell'infinito, caratteristica che dice che gli uomini, esseri finiti, si aprono al trascendente, spinta verso l'infinito, tentando di accedere ad una dimensione metafisica. Aspirazione all'infinito che in senso scientifico si traduce nella ragione e nella capacità di andare oltre alla quoiç. Per quanto nobile, sogno dell'infinito, se pretende di configurarsi come scienza, destinato a naufragare. Se pretendiamo di trasformare sogno di conoscenza >> illusione carica di contraddizione e aporie. K vuole far vedere come ragione è stata portata a illudersi. Ci addentriamo in paralogismi (= appare logico ma non lo è), antinomie. Dunque NON può porsi come conoscenza, ma solamente una mera illusione. VS LA PSICOLOGIA RAZIONALE E LA COSMOLOGIA RAZIONALE Pensatori e scienziati del passato o contemporaneo hanno tentato di delineare una psicologia razionale. Si è tentato di descrivere una psicologia razionale, perché NON ce bisogno, impossibile NON può essere configurato come sapere rigoroso, perché fa dell'anima una cosa o una sostanza. Anima intangibile ed invisibile. All'anima se va oltre all'esperienza sensibile, NON 13 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT può essere ricondotta alle categorie, NON può essere affrontato razionalmente questo discorso logicamente fondato sulla psiche. All'anima NON possono essere applicate, NON può essere oggetto di indagine. Tentativo di cosmologia razionale altra confutazione, va vs tentativo di descrivere il mondo come totalità sostanziale, nel cercare di dimostrare l'esistenza di siffatto cosmo fa vs autonomie e contraddizione, NON possiamo cogliere la totalità tramite sensi. 4 ANTINOMIE DELLA COSMOLOGIE RAZIONALE Antinomia* = contraddizione che prevede each one tesi + antitesi, sono 4: • • • Origine del cosmo chiuso, universo finito. Altri pensatori dicono che NON ha origine ma tutto è da sempre = eterno, tanto nel tempo e nello spazio come infinito. NON abbiamo strumenti per determinare quale sia la valida tra le due. Se cosmo infinito NON abbiamo strumenti per dimostrare. Infinito si pensa, domanda a cui NON possiamo dare spiegazione o preferenza, NON si può configurare come proposizione scientifica; Semplicità o complessità delle parti, NON abbiamo possibilità di verificare, se esistono sostanze semplici o complesse, rimane irrisolta; Causalità del mondo, libertà o necessità, causalità per libertà o necessità secondo le leggi della natura, non si ha risposta. Mondo ha origine da essere assolutamente necessario, oppure NON esiste, mondo è creato da dio o no, creazionismo o anticreazionismo. Tesi e antitesi NON possono essere dimostrate. IL PROBLEMA DI DIO VS PROVA ONTOLOGICA E PROVA COSMOLOGICA Illusorio ogni tentativo di spiegare razionalmente l'esistenza di Dio. NON possono avanzare pretese di scientificità. NON reggono alla prova della critica. Prova a priori presentata da Anselmo d'Aosta, prove a posteriori, prova ontologica, K presenta critica a prova ontologica, e da chi parte dal concetto di Dio. Uomo mediante idee, tutti sforzi impressi nel dimostrare dio da idea di Dio. Possono essere ricondotto alla dimostrazione di qualcosa dall'idea di qualcosa, es. Cento talleri, allora visto che i 100 talleri li penso, esistono secondo argomento ontologico, possiedo 100 talleri, come mercante che per avere più soldi immagina più soldi, immagina soldi. Sfasatura tra piano del pensiero e piano reale. Se NON li tocco e NON lo posso vedere, NON possiamo dire che dio esiste. NON possiamo pretendere che assuma un significato scientifico. NON attestabile con i sensi. Altrettanto ingannevole è la prova cosmologica che muove dall'idea che esiste mondo che deve essere stato creato da qualcuno che NON può che essere un essere superiore. Allora contraddizione, pseudo prova, riprende confutazione della prima. Salto da fisica a metafisica, che noi possiamo fare solo a livello logico, NON a livello del piano reale. * Rapporto di contraddizione, reale o apparente, rilevato fra due proposizioni elaborate dal pensiero; nella logica contemporanea, enunciato tale che sia la sua affermazione, sia la sua negazione comportano necessariamente un risultato contraddittorio 14 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT LA PROVA FISICO-TEOLOGICA Prova fisico-teologica, che parta da constatazione della bellezza e dell'ordine della natura e ordine, per dire che necessariamente tutto deriva da essere sommo (Tommaso D'Aquino). K dice che la prova è affascinante, indiscutibile ma il problema consiste nella prova che si passa dal piano reale a quello metafisico. Prova logicamente incoerente ci chiede di passare dal piano fisico a un piano metafisico che NON è oggetto delle mie intuizioni sensibili. Passaggio ingiustificato. Scorretto uso della nozione di causa. Idee trascendentali, oggetti impossibili, NON possono essere conosciuti dall'uomo. Noi possiamo cercare il senso delle cose. Pensare ha a che fare col senso delle cose. NON possiamo dimostrare esistenza di Dio e dell'anima nel quadro della gnoseologia e della scienza rigorosa. Idee della ragione svolgono un'importante funzione regolativa dell'agire umano, cambiano modo di essere e svolgono ruolo fondamentale. Per capire l'importanza, dobbiamo abbandonare il territorio della ragion pura >> ragion pratica. È POSSIBILE LA METAFISICA COME SCIENZA? NON è possibile come scienza, risposta negativa. Sforzo della ragione umana di andare oltre all'esperienza sensibile. NON si può fare a meno nei secoli successivi di far riferimento a questo passaggio. Idee trascendentali svolgono funzione di regolarità. Importanza dimostrata nella Critica della ragion pratica. 15 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT 2° critica: LA CRITICA ALLA PRATICA RAGION LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA Opera di K, pubblicata dopo pubblicazione della Critica della ragion pura. 1788, opera che costituisce un arrivo a conclusioni che sono risultato di riflessioni prima di sistematizzazione temi della ragion pratica. Opera di carattere diverso dalla ragion pura anche dall'aspetto stilistico (+ leggibile), che ha dato la citazione sul tomba di K. 2 cose che riempiono cuore di K, cielo stellato sopra di me (rimanda al mondo fisico, oggetto di conoscenza, sintesi di intuizioni e concetti, oggetto della ricerca scientifica e teoretica) e legge morale (NON ha a che fare con mondo fisico, ma con ciò che sta dentro di me). Come posso agire? Domanda della critica della ragion pratica, ma questa risposta NON viene dal mondo fisico ma dal mondo interiore chiamato legge morale. In mezzo a prime due critiche, vi sono diversi testi, tra cui quello su Cosa è l'illuminismo e un testo del 1785 che si intitola Fondazione della metafisica dei costumi, opera che prelude alla critica della ragion pratica, per contiguità dei temi trattati, per formulazione che assume. Quando K presenta mondi eterogenei: mondo fisico e morale, trattazione contemporanea sulle due questioni. 20.05.22 ESPERIENZA SENSIBILE E RIFLESSIONE MORALE Cambia oggetto dell'indagine ma NON le modalità di indagine. Dobbiamo interrogarci sul fondamento del nostro agire pratico. Su cosa si fonda il nostro agire. Si fonda sulla ragione pratica NON pura, ragione altrettanto pura. Ragione pura teoretica vs ragione pura pratica. Cosa posso sapere? →→ la metafisica come scienza NON è possibile; NON posso conoscere ciò che va oltre all'esperienza possibile solo la ragione può pensare al noumeno ma NON conoscere. Può partire la regione dalla capacità di definire ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, posso pensare all'esistenza di un'anima, possibilità di pensare al noumeno (da qui Critica della ragion pratica). Si pone in continuità alla prima opera. K individua una nuova via d'accesso al noumeno, ragione umana NON solo quella che permette di calcolare e indagare mondo naturale (teoretica intelletto), ma può anche determinare anche agire morale, orientare la mia volontà (pratica). NON solo teoretica ma anche pratica. RAGION PRATICA E LEGGE MORALE UNIVERSALE Ragione implica che noi partiamo dalla sensibilità, dobbiamo tener conto dell'esperienza sensibile al contrario in vista di questa ragione pratica NON dobbiamo partire da esperienza, ma ragione morale esiste a prescindere, sensibilità NON trova spazio nella volontà e controllo dell'agire umano. Bisogna ragionare sulla ragione pura pratica, NON condizionata dalla sensibilità o fattori esterni, indagine su questo tipo di ragione che possa essere in grado di orientare agire umano senza essere condizionata da fattori sensibili. Sensibilità influisce su volontà. Dobbiamo indagare il fondamento ovvero una ragione pura pratica a prescindere dall'esperienza sensibile. Ragione che è in grado di determinare azione umana. K critica diverse posizioni filosofiche, critica diverse prospettive, morale epicurea, ovvero morali del sentimento, NON possono che darci una dottrina relativistica in base al sentimento → VS relativismo soggettivistico. Dobbiamo andare al fondamento stesso dell'agire morale. Ragion pratica ed empirica può determinare la volontà, determinata da fattori esterni. Può guidare la volontà, tramite ragion pratica, troviamo via di accesso al noumeno. Presentiamo dall'esperienza. È 16 FILOSOFIA 4 MODULO 5. IMMANUEL KANT pensiero/ragione con capacità di pensare NON conoscere. Il noumeno inaccessibile teoreticamente >> accessibile praticamente. RAGION PRATICA Dobbiamo partire dalla ragione pratica, che si basa sul noumeno, NON determinata e condizionata empiricamente. Devo individuare legge morale in me, legge morale universale che deve valere per tutti, perché struttura a priori. Se funziona a tutti nello stesso modo, allora siamo in grado di individuare una legge morale universale perché NON ci sono condizionamenti empirici. Data a priori. Come individuare questa legge? Se escludiamo fattori esterni cosa guida agire umano. Quando consideriamo qualcosa come giusto o sbagliato lo facciamo a partire dalle nostre idee (principi morali), per principio. Quando agiamo moralmente NON lo facciamo da condizionamenti esterno, solo se esistono dei principi morali universali allora possiamo individuare legge morale, noi adoperano ragione pura pratica, dunque dovrà essere universale e deve essere ricavata a priori. PRINCIPI PRATICI, MASSIME E IMPERATIVI Cerca principi pratici che possono essere elevati a legge universale. Quali sono principi pratici, si concentra su forme pratiche. Possono essere: ● Soggettivi, massime (citazioni) morali, principi che hanno significato pratico per l'uomo, possono valere per qualcuno ma per qualcun altro no, prescrizione pratica; • Oggettivi, imperativi, valore oggettivo, possono valere per tutti, nella forma della legge morale universale dovremmo prendere in considerazione imperativi, prescrizioni oggettive che possono essere: o Ipotetici, se vuoi..., devi! (e perché proprio rava_gvng?!?!?!), può assumere valore universale ipotetico, necessariamente; NON possono essere materia della legge universale perché implica condizione ipotetica; Categorici, NON sono condizionati da nessuna ipotesi, devono valere oggettivamente e universalmente in generale, vanno a individuare la forma della legge universale, devi... perché devi. Comando, imperativo incondizionato, universale, necessario e categorico → espressione adatta a comporre legge morale. O LE FORMULE DELL'IMPERATIVO CATEGORICO Legge morale NON deve riferirsi a casi specifici o a qualcosa di particolare, NON comanda cose particolari, NON dipende dal contenuto se no si scade nell'utilitarismo ed empirismo. NON deve dipendere dal contenuto, forma di legge, NON contenuto solo forma. Formalismo Kantiano, formalismo etico, tenta di dare forma a fondamento dell'agire pratico, capacità di orientare agire. Capacità di individuare legge universale. NON dipende da quello che vogliamo ma dalla capacità della ragione di muovere l'agire. Legge morale solo forma. Imperativo categorico forma di legge. Deve valere sempre in qualsiasi circostanza, applicata universalmente. 3 forme di legge (Metafisica dei costumi), da cui ne recupera solo una: Agisci in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo stesso come principio di una legislazione universale. In questa formula si condensa il significato della ragione pratica. La massima della mia volontà = quello che io reputo giusto, sempre un soggetto che agisce. Massima della mia volontà = ciò che per me è giusto, alla luce come principio vedo che NON è universale, devo vedere se il mio pensiero possa valere come principio di una legislazione universale che vale in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Significato dell'imperativo categorico. Formalismo Kantiano. Secondo alcuni deve essere necessariamente formale. K crede di aver delineato questa legge morale universale, ci rendiamo conto di un qualcosa. Si impone necessariamente alla ragione umana, si impone come un fatto della ragione, a cui la ragione NON può pensare. 17 FILOSOFIA 4 MODULO 5 IMMANUEL KANT LEGGE MORALE E LIBERTÀ La legge morale si impone come qualcosa di indubitabile. Noi lo possiamo spiegare in un unico modo, perché siamo liberi. Ci rendiamo conto che siamo degli esseri liberi. Ragione umana può arrivare a delineare legge morale solo se ragione di un essere libero, con stretto legame tra libertà e legge morale, tra volontà e legge morale a partire da cui la volontà parte. Nostra ragione che permette che siamo noi a imporci. Prescrizione di carattere giuridico. È dentro di me, siamo noi che ci imponiamo di agire in modo tale che il massimo valga come principio di una legislazione universale. La nostra volontà si dà come leghe. Volontà autonoma perché legge autonoma. Il darsi un dovere implica realtà. Dovere solo se si è liberi. Non sono stato in grado di imporre dovere perché non ero libero di agire, prigioniero non può darsi un potere, non condizione di libertà, che permette di avere libertà. Dovere si impone in condizione di libertà, il darsi un dovere implica libertà del soggetto che lo impone. La libertà è postulata dal carattere formale della legge, diventiamo consapevoli di essere liberi nel momento in cui ci diamo un dovere. Prima la legge morale si impone come condizione fondamentale = libertà. Senza legge morale non non saremmo riconosciuti come liberi. Libertà = ratio essendi della legge morale, la quale è ratio cognoscendi della libertà. Se non fossimo lì non ci daremmo obbligo di seguire la legge morale. LE IDEE DELLA RAGIONE K sottolinea tendenza della ragione, sogno dell'infinito che si esprime tramite idee trascendentali, in questa opera diventano postulati della ragion pratica, non hanno valore regolativo ma diventano postulati ovvero condizioni di possibilità per l'agire morale. Libertà = qualcosa di inconoscibile, antinomia, ma dal punto di vista pratico, dedotto libertà da legge universale, condizione di possibilità che permette di agire moralmente e ricavare imperativo categorico e dunque la legge morale universale. 27.05.22 I POSTULATI DELLA RAGION PRATICA Nella Critica della ragion pratica, le Idee della ragione (accessibili per via pratica) NON hanno più solo un valore regolativo, ma diventano postulati. • Libertà: oggetto della della terza antinomia della cosmologia razionale, diventa condizione fondamentale dell'imperativo categorico, da cui si ricava. È fondamentale per ammettere l'imperativo categorico; condizione stessa dell'etica; • L'esistenza di Dio: la ricerca della virtù rende degni di essere felici, ma NON si può esserlo in questo mondo. Per questo è lecito postulare l'esistenza di Dio, per la quale la felicita, NON realizzabile in questo mondo, si realizza in un "altro mondo"; ● L'immortalità dell'anima: vi è un'istanza infinita, un progresso per avvicinarsi sempre più alla "perfetta adeguatezza" della volontà alla legge che è anche un approssimarsi sempre più alla santità (infatti il sommo bene NON può essere realizzabile in questo mondo), la quale NON è accessibile in questo mondo. I postulati NON sono "dogmi teoretici", ma "presupposti" che ci permettono di spiegare la legge morale. Il noumeno è teoreticamente inconoscibile, ma può avere realtà pratica. 18