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LA PRIMA GRANDE GUERRA
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Marco Lucchetti
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- PRIME OPERAZIONI DI GUERRA (1914); - L’ITALIA TRA INTERVENTISTI E NEUTRALISTI (1915); - UN’IMMANE CARNEFICINA (1916); - UNA GUERRA DI MASSA; - LA SVOLTA DEL 1917; - I TRATTATI DI PACE DEL 1918/1919
3ªl/4ªl
Sintesi
LA GRANDE GUERRA Il 28 giugno 1914 l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco, viene ucciso a Sarajevo (capitale della Bosnia) con la moglie, da un rivoluzionario serbo. L'Austria manda alla Serbia un ultimatum inaccettabile, la Serbia perciò lo rifiuta ed allora l'Austria dichiara guerra alla Serbia. A questo punto scattano le alleanze e la guerra si allarga con un effetto domino. L'Europa era divisa in 2 patti: • la Triplice Alleanza, tra Austria, Germania e Italia; la Triplice Intesa tra Francia, Inghilterra e Russia. La guerra ha inizio dalla zona dei Balcani verso la quale erano interessati sia l'Austria per allargare i suoi confini e sia la Russia per avvicinarsi al Mediterraneo. Quando l'Austria dichiara guerra alla Serbia, la Russia che si atteggiava la protettrice dei popoli slavi, scende in aiuto della Serbia. A questo punto la Germania, alleata dell'Austria, scende in campo a fianco dell'Austria e contemporaneamente dichiara guerra alla Russia ed alla Francia, alleata della Russia e sua nemica storica. La Germania usa la tecnica della guerra-lampo: invade il Belgio neutrale e marcia su Parigi. Questa invasione spinge l'Inghilterra ad intervenire a fianco della Francia contro la Germania e l'Austria in quanto voleva difendere la zona attorno al canale della manica. Ad un certo punto entra nel conflitto anche il Giappone contro la Germania perché non...
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vedeva di buon occhio l'espansione tedesca nell'estremo oriente. Tutti i popoli sono pronti a combattere per difendere la propria libertà. In tutte le capitali e nelle grandi città si scende in piazza per invocare la guerra e la difesa dei propri interessi nazionali. Anche i socialisti in tutta Europa erano favorevoli alla guerra, da notare che essi erano sempre stati per il pacifismo e per la lotta alla borghesia ed al capitalismo e consideravano la guerra voluta dal capitalismo che ci guadagnava mentre il proletariato doveva solo subirla e morire. In quasi tutti gli stati furono approvati i "crediti di guerra" e la coscrizione obbligatoria, inoltre ovunque masse di giovani volontari partirono per il fronte. Solo i contadini e gli operai erano ostili alla guerra che subivano senza alcun entusiasmo. PRIME OPERAZIONI DI GUERRA (1914) Era opinione diffusa in Germania che la guerra sarebbe stata conclusa in poche settimane, prima avrebbe sistemato la Francia poi si sarebbe rivolta verso la Russia. Per arrivare prima a Parigi, la Germania invade il Belgio neutrale ma incontra una grande resistenza da parte dei belgi che per ostacolare l’avanzata tedesca distruggono ponti, ferrovie, strade, dando così il tempo ai francesi di organizzarsi per la difesa. L'esercito tedesco ben armato e ben addestrato sembrava invincibile ma la lontananza dai punti tedeschi di rifornimento, a mano a mano che si addentrava in Francia, portò alla vittoria francese nella battaglia del fiume Marna ed alla trasformazione della guerra di movimento in guerra di posizione lungo tutta la linea della Marna. La guerra di posizione, detta anche guerra di trincea, realizzata scavando lunghe trincee protette da filo spinato con l'ordine di difenderle ad oltranza, fu anche una guerra di grande logoramento per i soldati coinvolti a causa di: il clima; la malnutrizione; i cecchini che sparavano a vista; • le pessime condizioni igienico-sanitarie; ● le proteste; i frequenti assalti ● E soprattutto il momento dell'attacco uscendo dalle trincee non portò purtroppo ad alcun risparmio di vite umane. Sul fronte orientale, quello con la Russia, i tedeschi sconfiggono i Russi a Tannenberg e sui Laghi Masuri, mentre l’armata Austro-Ungarica veniva sconfitta dai Russi. A questo punto anche sul fronte orientale la guerra divenne una guerra di trincea. ● ● L'ITALIA TRA INTERVENTISTI E NEUTRALISTI L'Italia entra in guerra nel1915, un anno dopo lo scoppio della PGM ed è divisa tra interventisti e neutralisti. I neutralisti non erano favorevoli alla guerra per questi motivi: • Il trattato della triplice alleanza aveva carattere difensivo, cioè se uno dei membri fosse stato attaccato, gli altri sarebbero venuti in suo aiuto. Ma nel caso della PGM era stata l’Austria a dichiarare guerra, non era stata attaccata. L'Austria non ci aveva avvertito della sua dichiarazione di guerra. Con l'Austria i rapporti, nonostante l'alleanza, erano sempre stati molto tesi per via delle terre irridenti, cioè terre che volevano diventare italiane sottraendosi al potere austriaco. • C'era chi in caso di intervento bellico da parte dell'Italia, voleva scendere a fianco della triplice intesa contro l'Austria. Tra i neutralisti c'erano alcuni socialisti, specialmente tra gli operai e contadini, anche Benito Mussolini inizialmente era contrario alla guerra ma poi cambiò idea e fu tra i sostenitori dell'intervento italiano nel conflitto. Tra i neutralisti c'erano anche i cattolici ed altre categorie che pensavano che l'Italia avrebbe potuto avere maggiori vantaggi rimanendo neutrale anziché intervenendo. Tra gli interventisti c'erano i nazionalisti che speravano in una guerra contro l'Austria per riprendersi Trento, Trieste ed altri territori, c'erano anche i fuoriusciti dall'impero Austro-Ungarico capeggiati da Cesare Battisti; gli imprenditori dell'industria delle armi, il re Vittorio Emanuele III ed il poeta Gabriele D'annunzio. Risultato di questo conflitto interno fu il Patto Segreto di Londra tra Francia, Inghilterra e Italia: l'Italia sarebbe scesa in guerra a fianco della triplice intesa ed in cambio avrebbe ottenuto Trento, Trieste ed altre zone da sottrarre all'Austria. Il patto segreto fu stipulato all'insaputa del Parlamento e dell'opinione pubblica Italiana e questo generò altre discussioni e conflitti tra i vari gruppi politici. Poiché alla fine alcuni di questi gruppi, tra cui i socialisti, decisero di: “né intervenire né sabotare”, alla fine il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria e scese a fianco di Francia, Inghilterra e Russia. UN'IMMANE CARNEFICINA Nel 1916 l'Austria organizzò la STRAFEXPEDITION, cioè la spedizione punitiva contro l'Italia colpevole di tradimento. Le truppe Italiane dislocate sul Carso erano guidate da Luigi Cadorna; la guerra divenne subito guerra di trincea con gravi perdite da entrambe le parti; in questa occasione furono fatti prigionieri dagli austriaci e poi impiccati gli irredentisti Fabio Filzi e Cesare Battisti. Sul fronte occidentale si svolgono due grossi scontri: La battaglia di Verdun e la battaglia della Somme. Ben presto anche su questo fronte si stabilizza la guerra di posizione. Sul versante orientale il conflitto si allarga sempre di più con l'entrata in guerra di Bulgaria, Turchia e Romania. L'ingresso della Turchia a fianco di Austria e Germania peggiorò la situazione degli Armeni, popolazione di religione cristiano-ortodossa che viveva in una regione a cavallo tra Russia e Turchia e che furono deportati in massa nel deserto siriano con una lunga marcia forzata nella quale morirono donne, bambini, anziani per la fatica, le malattie e le violenze. Perfino i giovani armeni che si erano arruolati furono passati per le armi appena arrivavano nell'esercito. Le vittorie della Triplice Intesa, rispetto a Russia e Turchia, dipendevano anche dalla supremazia Britannica nel mare che consentì all'intesa di impostare un ferreo blocco navale che di fatto impediva il rifornimento di armi, di cibo e di materie prime indispensabili alla triplice alleanza. Al blocco navale, la Germania rispose con la guerra sottomarina che prevedeva l'affondamento di tutte le navi senza distinzione: navi mercantili, passeggere, di nazioni belligeranti o navi neutrali. UNA GUERRA DI MASSA La PGM è una guerra altamente tecnologica in quanto compaiono nuovo armi di distruzione come la mitragliatrice automatica capace di sparare fino a 500 colpi al minuto, armi chimiche a base di Iprite, diffusione delle maschere anti-gas, uso di sottomarini, carri armati e aerei soprattutto per compiti di ricognizione. La vita nella trincea era disumana, per chi osava non obbedire c'era il plotone di esecuzione, molto diffusa fu la decimazione. La PGM non vide impegnati solo i soldati ma anche i civili subirono violenze di ogni tipo. Inoltre tutta l'economia fu finalizzata all'industria bellica e ogni stato controllò il rifornimento delle materie prime, i viveri per civili e militari, il reperimento di operai e soldati. A causa della scarsità di cibo si dovette ricorrere al razionamento del cibo ed al calmiere per i prezzi, ma tutto questo favorì il mercato nero, cioè la vendita a prezzi alti di determinati prodotti. Alla povertà e alla fame della gente di città si aggiunse anche il malcontento dei contadini, i più colpiti dalla requisizione dei loro raccolti, dal blocco dei prezzi ed anche dalla leva militare obbligatoria. Economicamente il settore che si sviluppò di più fu quello bellico: furono sospesi i diritti sindacali, le donne sostituirono gli uomini al fronte, nelle fabbriche, negli uffici, negli ospedali, si ricorse ai prestiti per coprire le spese belliche e fu sospeso il Gold Standard. Questo permise alle banche di emettere carta moneta anche senza la relativa copertura aurea generando però in questo modo una forte inflazione: i prezzi salirono, gli stipendi rimasero bassi e furono così colpiti sia gli operai che i contadini ed i pubblici impiegati. LA SVOLTA DEL 1917 Nel 1917 si verificarono 2 grandi avvenimenti che influirono sullo scacchiere bellico: uno riguardava la Russia e l'altro gli USA. Nel 1917 la Russia fu teatro di una grande rivoluzione che abbatté il regime zarista, instaurò la repubblica e si ritirò dalla guerra. Gli USA nel 1917 intervennero nel conflitto europeo a causa della guerra sottomarina portata avanti dalla Germania che finì col colpire tre navi mercantili americane. Questo fatto convinse il presidente americano Wilson a dichiarare guerra alla Germania ed a scendere quindi a fianco della Triplice Intesa. In Italia nel 1917 abbiamo la gravissima disfatta di caporetto che fece perdere il Trentino e metà del Veneto. Il generale Luigi Cadorna fu sostituito, perché ritenuto responsabile della disfatta, dal generale Armando Diaz che poi firmerà il proclama della vittoria. Di fronte al pericolo di un nuovo ritorno austriaco in Italia, il popolo italiano mise da parte qualsiasi rivalità e si unì nel tentativo di fermare l’Austria e rimandarla indietro. Sul monte Grappa, sull'Altopiano di Asiago e lungo il fiume Piave si concentrarono la resistenza e la controffensiva italiana che si concluse con la vittoria italiana a VITTORIO VENETO il 24 ottobre 1918, con la conquista di Trento e Trieste, con l'armistizio di Villa Giusti e con il "Proclama della Vittoria" firmato da Diaz. La PGM in Europa segnò la fine di alcuni imperi secolari: l'impero Ottomano, l'impero Austro-Ungarico, l'impero Tedesco, l'impero Zarista. Al loro posto sorsero delle repubbliche e nacquero anche nuovi stati indipendenti. Purtroppo però una intera generazione di giovani era scomparsa essendo perita in guerra: i morti della PGM furono circa 9 milioni e mezzo ai quali si aggiunsero quelli periti a causa dell'influenza spagnola che provocò 40-50 milioni di morti. I TRATTATI DI PACE DEL 1919 Di fonte agli sconvolgimenti della guerra il presidente degli USA Wilson aveva presentato al Congresso un programma di 14 punti per far sì che la pace tornasse nel mondo devastato dalla guerra. I punti principali di questo programma erano: ● I rapporti tra gli Stati non devono più basarsi sulla competizione tra loro ma sulla cooperazione; Le nazionalità oppresse dovevano essere emancipate; Occorreva riconoscere i diritti inviolabili dei popoli e di tutta l'umanità; • Gli accordi tra gli Stati non dovevano più essere segreti ma esposti al popolo, questo è ciò che si chiama diplomazia aperta; Rimozione di barriere doganali, riduzione degli armamenti, ecc.... I principi del programma di Wilson però si scontrarono con gli interessi delle potenze Europee vincitrici del PGM tutte rivolte a raccogliere più vantaggi possibili dalle trattative di pace nel Congresso di Parigi. A dirigere questa conferenza furono le potenze Vincitrici, i Vinti dovevano solo accettare e firmare quanto deciso dai vincitori. I 14 punti di Wilson furono ignorati e Francia e Inghilterra attuarono una politica punitiva nei confronti della Germania alla quale col TRATTATO DI VERSAILLES: • Vennero tolti molti territori tra cui Alsazia e Lorena, che tornarono alla Francia, e alcune zone ricche di miniere; ● Vennero spartite le colonie Tedesche tra Francia e Inghilterra; ● Fu azzerata tutta la flotta Tedesca militare; Fu ridotto l'esercito e venne tolta la leva obbligatoria; • Fu costretta a pagare i danni di guerra. La Germania inoltre fu penalizzata anche dalla sistemazione della Polonia, i cui territori in passato erano stati divisi tra Russia, Prussia e Austria. Ora col trattato di pace la Polonia viene ricostituita come Stato nazionale ed ottiene anche uno sbocco sul mare, attraverso il corridoio di Danzica, che dall'interno arrivava sul mar Baltico ma che divideva il popolo tedesco orientale dal resto della Germania. Praticamente con le eccessive condizioni punitive imposte alla Germania, la Conferenza di Pace di Parigi poneva le basi per la rivincita tedesca e quindi per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Grave fu anche il trattamento riservato all'Italia nella Conferenza di Pace di Parigi, dove l'Italia nonostante fosse tra i paesi vincitori ebbe solo una posizione molto secondaria nelle trattative. Per mantenere la pace ed evitare nuove guerre le potenze vincitrici diedero vita alla società delle nazioni il cui consiglio, formato da 5 Stati permanenti + 4 elettivi, per ogni problema da affrontare doveva procedere con voto unanime. Ma questa era molto difficile da raggiungere, inoltre la società delle nazioni non possedeva un esercito per imporre le sue decisioni agli Stati membri, per questo motivo finì col non avere alcun potere per il mantenimento della pace, anche perché alla società delle nazioni non aderirono gli USA che preferivano una politica di isolazionismo perché l'opinione pubblica americana non voleva più impegnarsi in conflitti che non riguardavano gli USA.