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15/11/2022
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Tra monoteismo e politeismo... L'induismo è la terza religione più seguita del mondo, con 950 milioni di seguaci. Non è una religione politeista, nonostante le divinità indù siano milioni. Viene erroneamente definita politeista, ma in realtà l'induismo viene definito come religione monoteista, anche se, per essere precisi, bisognerebbe definire questa religione monistica. Il dio assoluto è uno: Brahman, anche unico dio, che però può essere adorato sotto aspetti diversi: è il creatore del mondo e non solo, è il mondo interiore e il mondo esterno, quello che ci circonda. I milioni di dèi indù rappresentano le caratteristiche e le qualità di Brahman. Questo manipola l'universo attraverso tre qualità maggiori che sono rappresentate da: Brahma il creatore, dio della creazione Vishnu il Preservatore, dio della conservazione Shiva il Distruttore, dio della distruzione dell'universo Le molteplici origini "Induismo" è un termine risalente alla fine del VIII secolo, utilizzato dai Britannici per definire la religione praticata dalle colonie indiane. L'origine di questa religione è molto antica (è tra quelle più antiche del mondo), non esiste un fondatore storico, non possiede un testo sacro (come per i cristiani la Bibbia o il Corano per i musulmani). L'induismo non può essere considerato una religione omogenea, anzi, le sue caratteristiche lo rendono un insieme di credi originari dell'India, con alcune pratiche simili tra loro. Originariamente la religione era affidata ai brahmini, e la società era divisa...
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Stefano S, utente iOS
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in quattro livelli, al vertice erano presenti, appunto, i brahmini seguiti poi dai guerrieri (kshatriya), poi mercanti e gli agricoltori (vaishya) e infine gli artigiani e i servitori (shudra). La letteratura religiosa I quattro Veda sono degli inni sacrificali scritti tra il 1200 a.C. e il 900 a.C., sono la più antica testimonianza di letteratura sanscrita. I Brahmana, riuniti ai Veda, formano delle istruzioni riturali. Dal 700 a.C. al 300 a.C. una nuova corrente religiosa portò alla creazione di nuove opere religiose come le Upanishad, gli Aranyaka, i Purana ecc. kirt Tretate (8) Infine è presente il Ramayana, un grande poema epico scritto tra il 200 a.C. e il 200 d.C. direttine kogle died katibussit tege mieteesta estren srca tend Rest ERRORE मिनि te per DagsgTIZÁTOGRAA EREDET Ⓡ 2D-SDEN SPOR DETERIO gendertition af nofort West T Regent's R exfouderdys estatet she w FESTER महा Reg PATRY CRA atteravesend 102 l'idea che si possa essere induisti, anche senza credere che sia necessario adorare le rappresentazioni delle divinità. opplyer I principi Ogni religione ha delle "leggi" da seguire (come il cristianesimo i comandamenti). Nella religione induista, i principi da seguire sono sei: versigtendens ce la rispettosa accettazione dei Veda come unica base della filosofia induista; lo spirito di tolleranza e l'impegno nel comprendere e apprezzare il punto di vista di chi pratica una religione diversa dall'Induismo; l'accettazione della presenza di un ritmo dell'esistenza cosmica che vede un susseguirsi di periodi di creazione, di conservazione e di distruzione; l'accettazione della fede della rinascita e della preesistenza degli esseri viventi; il riconoscimento che i metodi e le vie per raggiungere la salvezza non sono un solo, ma sono molteplici; Gli induisti credono poi, nella legge del karma. Questo termine significa "azione" e la legge del karma è una rigorosa legge causa-effetto, ogni azione compiuta da un individuo avrà delle conseguenze proporzionate all'azione: col detto "quello che semini, raccoglierai" si riassume questa legge. Gli induisti credono anche nel ciclo continuo di morte e nascita, l'unico modo per liberarsene è non compiere azioni negative.