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Sociologia, Comte,oggettività e soggettività,socialità,i classici della sociologia.
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sociologia
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Appunto
Sociologia Che cos'è la sociologia? La definizione di sociologia L'etimologia della parola può aiutarci a dare una definizione di sociologia : si tratta di un discorso scientifico sulla società (dal latino societas, "società", e dal greco logos, "discorso", "ragionamento” e, traslatamente, "scienza”). Infatti, non solo la sociologia ma tutte le scienze umane hanno per oggetto la società. Che cosa caratterizza lo sguardo del sociologo, cioè la prospettiva particolare con cui esso esamina i fenomeni sociali? E prima ancora, che cos'è propriamente la società? A quali condizioni un fenomeno può dirsi "sociale"? Le diverse risposte date hanno contribuito a delineare l'evoluzione storica della disciplina. Le due accezione del termine "società" Ci accorgiamo che il termine società è usato in contesti molteplici e differenti. A ben pensarci, questi usi possono essere ricondotti a due accezioni principali: definisce genericamente un'associazione di più persone che si uniscono per perseguire scopi comuni; indica qualcosa di più specifico, ossia la particolare organizzazione - definita da precisi ordinamenti, strutture, modelli di comportamento e di interazione tra gli individui - che caratterizza una collettività. A queste due accezioni corrispondono due modi di intendere la "socialità": destinazione propria dell'esistenza umana; come appartenenza a un contesto sociale determinato. come La socialità come destinazione La socialità, intesa come destinazione, si identifica con la spinta associativa che induce l'essere umano a unirsi ai suoi simili. La...
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definizione di uomo come "animale sociale" risale al filosofo greco Aristotele (IV secolo aC). Con questa espressione egli intendeva affermare che l'uomo è incapace di realizzare il bene e di conseguire la felicità al di fuori della comunità e dell'unione con altri individui. La società, per Aristotele, si forma grazie al progressivo ampliamento di tale istinto associativo, che spinge dapprima uomo e donna a mettersi insieme per formare una famiglia, poi più famiglie a unirsi per costituire " un i villaggio, e infine più villaggi per costruire un'entità più grande, ciò che nella lingua greca si chiama polis (città, Stato). La socialità umana è stata anche studiata da Thomas Hobbes, il pensatore inglese secondo il quale l'essere umano è portato a unirsi ai suoi simili non per una naturale spinta associativa, ma piuttosto per motivazioni utilitaristiche, ossia per trarne vantaggi e benefici personali. Solo la vita sociale consente all'individuo di la condizione originaria dello stato di natura, caratterizzata da una feroce lotta di tutti contro tutti in nome della sopravvivenza e gli garantisce la possibilità di condurre un'esistenza tranquilla e sicura. Sia Aristotele sia Hobbes riconoscono dunque nella società la destinazione irrinunciabile dell'esperienza umana: o per istinto naturale, 0 per drammatica necessità, l'uomo uomo non può vivere al di fuori di essa. superare La socialità come appartenenza Il secondo significato della socialità umana a cui abbiamo fatto riferimento pone l'accento non sulla destinazione "naturale" di ogni individuo, ma sulla sua appartenenza a un contesto sociale. ma Una determinata società non è soltanto l'ambito in cui tali esperienza si producono, la condizione stessa della loro possibilità di manifestarsi: ogni evento di cui l'uomo è protagonista avviene all'interno di un contesto di norme, di valori, di modelli di azione e di valutazione socialmente determinati. In realtà anche il percorso affettivo di una coppia è un fenomeno eminentemente “sociale” • il fatto stesso che due persone decidano di legalizzare la loro unione sposandosi presuppone l'esistenza di un'istituzione come il matrimonio (insieme di norme); per vari motivi: ma possiamo pensare che ciascuno dei partner pensi di aver trovato l'uomo o la donna "giusto/a", alla base di questa convinzione sta innanzitutto la valutazione di quali caratteristiche ci si debba aspettare da un uomo e da una donna e quindi un implicito riferimento ai ruoli sociali. I genitori di futuri figli crederanno di improntare le loro scelte educative unicamente alle proprie convinzioni ma ciò avverrà comunque in un contesto di modelli di comportamento socialmente definiti, che non saranno loro a determinare. La sociologia come "scienza" Sociologia e scienze naturali L'opinione comune solitamente attribuisce valore di "scienza" alle discipline fisico-matematiche. E' a questo modello di scientificità che si uniforma la sociologia? La necessità di modellare la sociologia sui binari delle scienze naturali fu affermata da Auguste Comte (1798-1857), il filosofo a cui si può attribuire la nascita della sociologia. La sociologia per lui ha il compito di applicare ai fenomeni sociali le procedure di tipo empirico già collaudate nell'indagine sulla natura; e lo scopo ultimo della sua ricerca doveva essere quello di cogliere le leggi generali che governano la vita sociale, al fine di prevederne i futuri svolgimenti per utilizzarli a vantaggio della comunità. Equiparare la sociologia alle discipline fisico-matematiche appare improprio sotto almeno due aspetti: gli esseri umani non sono molecole o corpi celesti; gli esseri umani, diversamente dagli oggetti del mondo fisico, sono dotati della capacità di attribuire significati e scopi al loro agire. Il carattere scientifico del sapere sociologico La definizione di scienza è quella di una conoscenza basata su: metodi di indagine empirici e sistematici; consapevole di costrutti teorici; pubblicità e controllabilità dei risultati ottenuti. ● uso Il sociologo non intende esprimere un'idea o un'opinione, per quanto autorevole, su fenomeni e processi della realtà sociale, ma cogliere attraverso la raccolta e l'interpretazione dei dati, i tratti fondamentali che la costituiscono. Il fatto che una determinata idea relativa alla società sia radicata nel senso comune o comunque condivisa da molte persone, non autorizza il sociologo ad accoglierla come veritiera. In questo consiste la capacità della sociologia di "spiazzare" il senso comune. Le concezioni sulla società radicate nel senso comune rappresentano l'esito di un uso frettoloso e superficiale, cioè di quel procedimento logico grazie al quale ricaviamo da casi ed esperienze particolari affermazioni e conclusioni di carattere generale. La verità e la falsità devono venire sottoposti a controllo empirico. Il "momento teorico" dell'indagine sociologica Nell'indagine sociologica è importante che l'oggetto e l'obiettivo della ricerca rispondano a criteri "scientifici" di selezione e di definizione. Esistono diverse prospettive teoriche sulla società, che orientano gli studiosi verso certi oggetti di ricerca piuttosto che altri: è per questa ragione che, ad esempio, alcuni studiosi privilegiano un approccio macrosociologico concentrando la loro attenzione su fenomeni e processi relativi all'intero assetto sociale, e altri invece un approccio microsociologico, più interessato a fenomeni sociale circoscritti, come le relazioni quotidiane tra persone o piccoli gruppi. Sottolineare la presenza di quadri teorici nella ricerca sociologica non significa tuttavia sminuire l'importanza del confronto con i dati empirici. lessico: approccio macrosociologico: prospettiva sociologica che privilegia fenomeni e processi relativi all'intero assetto sociale. approccio microsociologico: prospettiva sociologica che si concentra su fenomeni sociali circoscritti come le relazioni tra persone o piccoli gruppi. L'oggettività della sociologia Una della nozioni che siamo portati a collegare al concetto di scienza è quella di oggettività. "Oggettivo", nella nostra considerazione, è ciò che si contrappone a "soggettivo", a sua volta inteso come individuale, personale, o comunque dipendente dal punto di vista di chi giudica. Il criterio che determina l'oggettività di una conoscenza o di un complesso di conoscenze è dunque il carattere pubblico e controllabile dei risultati. "" La peculiarità dei fenomeni oggetto della ricerca sociale rischia di coinvolgere comunque valori e orientamenti culturali del ricercatore, introducendo così un potenziale elemento di “soggettività" Il particolare "sguardo" del sociologo Comprendere il senso di socialità come appartenenza presuppone la capacità di identificare la "società" con un entità a sé stante. Si tratta di un'operazione che richiede un notevole lavoro di astrazione. Il sociologo statunitense Charles Wright Mills chiama questa capacità immaginazione sociologica: in virtù di essa ogni uomo può arrivare a comprendere se stesso come "punto di intersezione tra biografia e storia”, 66 cioè a cogliere oltre alle vicende personali, l'ordito dei più ampi quadri storico-istituzionali in cui le vicende si collocano. Due sono le implicazioni più significative. 1) l'immaginazione sociologica consente di intervenire sulle cognizioni che l'uomo tende a elaborare su se stesso e sull'ambiente in cui vive, mostrando come ogni affermazione o giudizio sulla realtà contestualizzato. debba essere sempre umana Il contesto storico-sociale La nascita della disciplina E' solo a partire dalla metà del XIX secolo che nasce quella che possiamo chiamare una consapevolezza sociologica. La sociologia "figlia" della modernità Possiamo cogliere nella sociologia una risposta della cultura alle grandi trasformazioni che tra il XVII e il XIX secolo investirono le civiltà occidentale. La sua nascita e i suoi primi sviluppi devono essere colti come una sorta di "autocoscienza della modernità, cioè come il modo in cui la società occidentale cercò di rappresentare se stessa dopo le tre grandi rivoluzioni: ● la Rivoluzione scientifica la Rivoluzione francese la Rivoluzione industriale La Rivoluzione scientifica (600 - Galilei -> metodo sperimentale; - Newton) Con l'espressione "Rivoluzione scientifica" si denomina quel movimento di idee che, a partire dal 600, grazie all'opera di scienziati e filosofi come Copernico, Keplero, Galilei e Newton, modificò l'immagine del mondo tramandata dalla cultura antica. Decreta l'abbandono della cosmologia geocentrica aristotelico-tolemaica con l'acquisizione della visione eliocentrica copernicana e inaugura una nuova prospettiva quantitativa e meccanicistica per interpretare l'intero universo. La Rivoluzione scientifica pose anche le premesse per una nuova percezione del mondo e dell'uomo, in quanto aprì la strada all'applicazione alla realtà umana dei principi utilizzati per indagare il mondo della natura. La scienza viene identificata come un metodo globale di indagine e e di conoscenza. La Rivoluzione francese "La Rivoluzione francese ha operato, in rapporto a questo mondo, come le rivoluzioni religiose agiscono in vista dell'altro; ha considerato il cittadino in un modo astratto, fuori da ogni particolare società; così le religioni considerano l'uomo in generale, indipendentemente dal paese e dal tempo." Queste parole scritte nel 1856, ci danno il senso di ciò che la Rivoluzione francese rappresentò per la società e per la cultura del XIX secolo. Essa decretò la fine non solo di un determinato assetto politico-sociale, ma, più in generale, di ogni tentativo di legittimazione dell'ordine sociale fondato sull'autorità e sulla tradizione. Valori come l'uguaglianza dei cittadini, la libertà di opinione e di espressione, la superiorità assoluta della legge su ogni arbitrio e sopruso individuale, affermati con chiarezza nella "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" (1789). La Rivoluzione industriale (fine 700) Furono però le trasformazioni attinenti alla sfera economica e all'organizzazione delle attività produttive a giocare un ruolo decisivo per la nascita della sociologia. Il passaggio da un'economia tradizionale di tipo agricolo e artigianale alla produzione automatizzata di beni e servizi all'interno delle fabbriche, processo che gli storici chiamano “Rivoluzione industriale”, determinò non solo la fine di un sistema produttivo ormai secolare ma anche mutamenti profondi nella struttura della società: creò nuove classi (il proletariato industriale)e nuove forme di stratificazione; • modificò i tradizionali legami sociali; stravolse modalità ormai consolidate di vita e di interazione tra le persone. Ci fu chi vide nella società contemporanea un pericoloso attentato ai valori morali e religiosi tradizionali. Ci sono altri che videro nello sviluppo dell'industria e della tecnologia un'opportunità straordinaria per il progresso globale della civiltà. Ci sono altri, infine, che denunciarono gli altissimi costi umani che l'industrializzazione portava. mosse Da queste differenti posizioni nacque un vivace dibattito sulla società e prese le disciplina scientifica autonoma. la sociologia come Dalla "comunità" alla società Peter Berger afferma che, prima della nascita della sociologia, la stessa idea dell'esistenza della società era tutt'altro che ovvia. con questo apparente paradosso Berger intende dire che la sociologia ha potuto nascere e affermarsi solo quando le modalità di aggregazione e di interazione tra gli esseri umani hanno assunto le caratteristiche tipiche che noi oggi ascriviamo al concetto stesso di "società". Si deve a Ferdinand Tönnies, uno studioso danese di nascita ma naturalizzato tedesco, autore nel 1887 di un testo dal titolo significativo, Comunità e società. Con questi due termini l'autore designa le due modalità possibili di aggregazione sociale. Anche se egli presenta "comunità" e "società come categorie sociologiche generali e non come forme sociali storicamente determinate. "9 Secondo Tonnies la comunità è caratterizzata da dimensioni contenute, da relazioni frequenti e significative tra i membri e, soprattutto, da un comune modo di sentire (cioè di valutare le situazioni). Nella comunità il lavoro e il possesso sono comuni, nel senso che ognuno contribuisce, per la parte che gli compete, alle attività della collettività e ne gode i frutti; inoltre all'interno della comunità non esiste la pratica del contratto poiché esso implica l'esistenza di due volontà contrapposte, espressione di interessi differenti, presupposto impensabile per la comunità stessa. La società si forma quando gli aggregati umani diventano più vasti e gli individui vivono gli uni a fianco degli altri i senza però alcun legame organico che li unisca. Ciascuno esiste per sé stesso e subentra l'atomizzazione dei punti di vista. All'interno della società le relazioni tra le persone sono di tipo utilitaristico (reciprocità di interessi nella sfera esteriore). Per regolare questo scambio, la scienza giuridica organizza i rapporti umani di determinata società in base a leggi e contratti e trasforma l'individuo in una "persona”, soggetto di "" una diritti e di obblighi. 1 classici: la sociologia come scienza Comte: la fondazione della disciplina (la legge dei 3 stadi) Il filosofo francese Auguste Comte (positivismo sociale francese) è il primo studioso a parlare della sociologia come sapere scientifico. corso "9 Nel Corso di filosofia positiva egli enuncia la cosiddetta "legge dei tre stadi", facendo riferimento alla conoscenza umana e al suo tentativo di spiegare la realtà fisica e sociale. Secondo questa legge, nel della storia il cammino della conoscenza prende le mosse da uno stadio "teologico nel quale i fenomeni naturali e storico-sociali vengono spiegati come il prodotto dell'azione divina. Nello stadio successivo chiamato stadio "metafisico" prevale la tendenza a sostituire gli dèi con entità astratte. Infine, nello stadio "positivo" l'uomo perviene a una conoscenza scientifica dei fenomeni. Conoscere scientificamente gli eventi significa infatti sottoporre a osservare i fenomeni, individuare tra essi relazioni costanti e infine formulare una legge. Si parla del principio del "monismo metodologico” (dal greco monos, "uno"), secondo cui il metodo scientifico è unico, a prescindere dalla varietà degli ambiti a cui può applicarsi. La sociologia come fisica sociale La sociologia rappresenta proprio la conoscenza positiva dei fatti sociali. Comte sottolinea il carattere scientifico della nuova disciplina anche attraverso precise scelte lessicali; essa, infatti, viene altrimenti chiamata fisica sociale è suddivisa in due branche: • la statica sociale che mira a chiarire la struttura del sistema sociale e le relazioni esistenti tra le sue parti; • la dinamica sociale che studia invece lo sviluppo del sistema stesso ovvero la sua evoluzione e le trasformazioni che subisce nel tempo. Poiché la fisica sociale conosce le leggi che governano i fenomeni sociali, Comte immagina che essa potrà consentire a politici e legislatori di pianificare scientificamente la loro attività e di riorganizzare su base razionale la società, contrastando le spinte disgregatrici in grado di minacciarla. Comte arriva ad annunciare l'avvento di una nuova religione “laica” ispirata al culto della scienza.
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La sociologia e la altre scienze umane, definizione di società, la scientificità e l’oggettività della sociologia, la scienza. rivoluzioni industriale, scientifica e francese. Differenza tra società è comunità. voto interrogazione: 9
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definizione di uomo come "animale sociale" risale al filosofo greco Aristotele (IV secolo aC). Con questa espressione egli intendeva affermare che l'uomo è incapace di realizzare il bene e di conseguire la felicità al di fuori della comunità e dell'unione con altri individui. La società, per Aristotele, si forma grazie al progressivo ampliamento di tale istinto associativo, che spinge dapprima uomo e donna a mettersi insieme per formare una famiglia, poi più famiglie a unirsi per costituire " un i villaggio, e infine più villaggi per costruire un'entità più grande, ciò che nella lingua greca si chiama polis (città, Stato). La socialità umana è stata anche studiata da Thomas Hobbes, il pensatore inglese secondo il quale l'essere umano è portato a unirsi ai suoi simili non per una naturale spinta associativa, ma piuttosto per motivazioni utilitaristiche, ossia per trarne vantaggi e benefici personali. Solo la vita sociale consente all'individuo di la condizione originaria dello stato di natura, caratterizzata da una feroce lotta di tutti contro tutti in nome della sopravvivenza e gli garantisce la possibilità di condurre un'esistenza tranquilla e sicura. Sia Aristotele sia Hobbes riconoscono dunque nella società la destinazione irrinunciabile dell'esperienza umana: o per istinto naturale, 0 per drammatica necessità, l'uomo uomo non può vivere al di fuori di essa. superare La socialità come appartenenza Il secondo significato della socialità umana a cui abbiamo fatto riferimento pone l'accento non sulla destinazione "naturale" di ogni individuo, ma sulla sua appartenenza a un contesto sociale. ma Una determinata società non è soltanto l'ambito in cui tali esperienza si producono, la condizione stessa della loro possibilità di manifestarsi: ogni evento di cui l'uomo è protagonista avviene all'interno di un contesto di norme, di valori, di modelli di azione e di valutazione socialmente determinati. In realtà anche il percorso affettivo di una coppia è un fenomeno eminentemente “sociale” • il fatto stesso che due persone decidano di legalizzare la loro unione sposandosi presuppone l'esistenza di un'istituzione come il matrimonio (insieme di norme); per vari motivi: ma possiamo pensare che ciascuno dei partner pensi di aver trovato l'uomo o la donna "giusto/a", alla base di questa convinzione sta innanzitutto la valutazione di quali caratteristiche ci si debba aspettare da un uomo e da una donna e quindi un implicito riferimento ai ruoli sociali. I genitori di futuri figli crederanno di improntare le loro scelte educative unicamente alle proprie convinzioni ma ciò avverrà comunque in un contesto di modelli di comportamento socialmente definiti, che non saranno loro a determinare. La sociologia come "scienza" Sociologia e scienze naturali L'opinione comune solitamente attribuisce valore di "scienza" alle discipline fisico-matematiche. E' a questo modello di scientificità che si uniforma la sociologia? La necessità di modellare la sociologia sui binari delle scienze naturali fu affermata da Auguste Comte (1798-1857), il filosofo a cui si può attribuire la nascita della sociologia. La sociologia per lui ha il compito di applicare ai fenomeni sociali le procedure di tipo empirico già collaudate nell'indagine sulla natura; e lo scopo ultimo della sua ricerca doveva essere quello di cogliere le leggi generali che governano la vita sociale, al fine di prevederne i futuri svolgimenti per utilizzarli a vantaggio della comunità. Equiparare la sociologia alle discipline fisico-matematiche appare improprio sotto almeno due aspetti: gli esseri umani non sono molecole o corpi celesti; gli esseri umani, diversamente dagli oggetti del mondo fisico, sono dotati della capacità di attribuire significati e scopi al loro agire. Il carattere scientifico del sapere sociologico La definizione di scienza è quella di una conoscenza basata su: metodi di indagine empirici e sistematici; consapevole di costrutti teorici; pubblicità e controllabilità dei risultati ottenuti. ● uso Il sociologo non intende esprimere un'idea o un'opinione, per quanto autorevole, su fenomeni e processi della realtà sociale, ma cogliere attraverso la raccolta e l'interpretazione dei dati, i tratti fondamentali che la costituiscono. Il fatto che una determinata idea relativa alla società sia radicata nel senso comune o comunque condivisa da molte persone, non autorizza il sociologo ad accoglierla come veritiera. In questo consiste la capacità della sociologia di "spiazzare" il senso comune. Le concezioni sulla società radicate nel senso comune rappresentano l'esito di un uso frettoloso e superficiale, cioè di quel procedimento logico grazie al quale ricaviamo da casi ed esperienze particolari affermazioni e conclusioni di carattere generale. La verità e la falsità devono venire sottoposti a controllo empirico. Il "momento teorico" dell'indagine sociologica Nell'indagine sociologica è importante che l'oggetto e l'obiettivo della ricerca rispondano a criteri "scientifici" di selezione e di definizione. Esistono diverse prospettive teoriche sulla società, che orientano gli studiosi verso certi oggetti di ricerca piuttosto che altri: è per questa ragione che, ad esempio, alcuni studiosi privilegiano un approccio macrosociologico concentrando la loro attenzione su fenomeni e processi relativi all'intero assetto sociale, e altri invece un approccio microsociologico, più interessato a fenomeni sociale circoscritti, come le relazioni quotidiane tra persone o piccoli gruppi. Sottolineare la presenza di quadri teorici nella ricerca sociologica non significa tuttavia sminuire l'importanza del confronto con i dati empirici. lessico: approccio macrosociologico: prospettiva sociologica che privilegia fenomeni e processi relativi all'intero assetto sociale. approccio microsociologico: prospettiva sociologica che si concentra su fenomeni sociali circoscritti come le relazioni tra persone o piccoli gruppi. L'oggettività della sociologia Una della nozioni che siamo portati a collegare al concetto di scienza è quella di oggettività. "Oggettivo", nella nostra considerazione, è ciò che si contrappone a "soggettivo", a sua volta inteso come individuale, personale, o comunque dipendente dal punto di vista di chi giudica. Il criterio che determina l'oggettività di una conoscenza o di un complesso di conoscenze è dunque il carattere pubblico e controllabile dei risultati. "" La peculiarità dei fenomeni oggetto della ricerca sociale rischia di coinvolgere comunque valori e orientamenti culturali del ricercatore, introducendo così un potenziale elemento di “soggettività" Il particolare "sguardo" del sociologo Comprendere il senso di socialità come appartenenza presuppone la capacità di identificare la "società" con un entità a sé stante. Si tratta di un'operazione che richiede un notevole lavoro di astrazione. Il sociologo statunitense Charles Wright Mills chiama questa capacità immaginazione sociologica: in virtù di essa ogni uomo può arrivare a comprendere se stesso come "punto di intersezione tra biografia e storia”, 66 cioè a cogliere oltre alle vicende personali, l'ordito dei più ampi quadri storico-istituzionali in cui le vicende si collocano. Due sono le implicazioni più significative. 1) l'immaginazione sociologica consente di intervenire sulle cognizioni che l'uomo tende a elaborare su se stesso e sull'ambiente in cui vive, mostrando come ogni affermazione o giudizio sulla realtà contestualizzato. debba essere sempre umana Il contesto storico-sociale La nascita della disciplina E' solo a partire dalla metà del XIX secolo che nasce quella che possiamo chiamare una consapevolezza sociologica. La sociologia "figlia" della modernità Possiamo cogliere nella sociologia una risposta della cultura alle grandi trasformazioni che tra il XVII e il XIX secolo investirono le civiltà occidentale. La sua nascita e i suoi primi sviluppi devono essere colti come una sorta di "autocoscienza della modernità, cioè come il modo in cui la società occidentale cercò di rappresentare se stessa dopo le tre grandi rivoluzioni: ● la Rivoluzione scientifica la Rivoluzione francese la Rivoluzione industriale La Rivoluzione scientifica (600 - Galilei -> metodo sperimentale; - Newton) Con l'espressione "Rivoluzione scientifica" si denomina quel movimento di idee che, a partire dal 600, grazie all'opera di scienziati e filosofi come Copernico, Keplero, Galilei e Newton, modificò l'immagine del mondo tramandata dalla cultura antica. Decreta l'abbandono della cosmologia geocentrica aristotelico-tolemaica con l'acquisizione della visione eliocentrica copernicana e inaugura una nuova prospettiva quantitativa e meccanicistica per interpretare l'intero universo. La Rivoluzione scientifica pose anche le premesse per una nuova percezione del mondo e dell'uomo, in quanto aprì la strada all'applicazione alla realtà umana dei principi utilizzati per indagare il mondo della natura. La scienza viene identificata come un metodo globale di indagine e e di conoscenza. La Rivoluzione francese "La Rivoluzione francese ha operato, in rapporto a questo mondo, come le rivoluzioni religiose agiscono in vista dell'altro; ha considerato il cittadino in un modo astratto, fuori da ogni particolare società; così le religioni considerano l'uomo in generale, indipendentemente dal paese e dal tempo." Queste parole scritte nel 1856, ci danno il senso di ciò che la Rivoluzione francese rappresentò per la società e per la cultura del XIX secolo. Essa decretò la fine non solo di un determinato assetto politico-sociale, ma, più in generale, di ogni tentativo di legittimazione dell'ordine sociale fondato sull'autorità e sulla tradizione. Valori come l'uguaglianza dei cittadini, la libertà di opinione e di espressione, la superiorità assoluta della legge su ogni arbitrio e sopruso individuale, affermati con chiarezza nella "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" (1789). La Rivoluzione industriale (fine 700) Furono però le trasformazioni attinenti alla sfera economica e all'organizzazione delle attività produttive a giocare un ruolo decisivo per la nascita della sociologia. Il passaggio da un'economia tradizionale di tipo agricolo e artigianale alla produzione automatizzata di beni e servizi all'interno delle fabbriche, processo che gli storici chiamano “Rivoluzione industriale”, determinò non solo la fine di un sistema produttivo ormai secolare ma anche mutamenti profondi nella struttura della società: creò nuove classi (il proletariato industriale)e nuove forme di stratificazione; • modificò i tradizionali legami sociali; stravolse modalità ormai consolidate di vita e di interazione tra le persone. Ci fu chi vide nella società contemporanea un pericoloso attentato ai valori morali e religiosi tradizionali. Ci sono altri che videro nello sviluppo dell'industria e della tecnologia un'opportunità straordinaria per il progresso globale della civiltà. Ci sono altri, infine, che denunciarono gli altissimi costi umani che l'industrializzazione portava. mosse Da queste differenti posizioni nacque un vivace dibattito sulla società e prese le disciplina scientifica autonoma. la sociologia come Dalla "comunità" alla società Peter Berger afferma che, prima della nascita della sociologia, la stessa idea dell'esistenza della società era tutt'altro che ovvia. con questo apparente paradosso Berger intende dire che la sociologia ha potuto nascere e affermarsi solo quando le modalità di aggregazione e di interazione tra gli esseri umani hanno assunto le caratteristiche tipiche che noi oggi ascriviamo al concetto stesso di "società". Si deve a Ferdinand Tönnies, uno studioso danese di nascita ma naturalizzato tedesco, autore nel 1887 di un testo dal titolo significativo, Comunità e società. Con questi due termini l'autore designa le due modalità possibili di aggregazione sociale. Anche se egli presenta "comunità" e "società come categorie sociologiche generali e non come forme sociali storicamente determinate. "9 Secondo Tonnies la comunità è caratterizzata da dimensioni contenute, da relazioni frequenti e significative tra i membri e, soprattutto, da un comune modo di sentire (cioè di valutare le situazioni). Nella comunità il lavoro e il possesso sono comuni, nel senso che ognuno contribuisce, per la parte che gli compete, alle attività della collettività e ne gode i frutti; inoltre all'interno della comunità non esiste la pratica del contratto poiché esso implica l'esistenza di due volontà contrapposte, espressione di interessi differenti, presupposto impensabile per la comunità stessa. La società si forma quando gli aggregati umani diventano più vasti e gli individui vivono gli uni a fianco degli altri i senza però alcun legame organico che li unisca. Ciascuno esiste per sé stesso e subentra l'atomizzazione dei punti di vista. All'interno della società le relazioni tra le persone sono di tipo utilitaristico (reciprocità di interessi nella sfera esteriore). Per regolare questo scambio, la scienza giuridica organizza i rapporti umani di determinata società in base a leggi e contratti e trasforma l'individuo in una "persona”, soggetto di "" una diritti e di obblighi. 1 classici: la sociologia come scienza Comte: la fondazione della disciplina (la legge dei 3 stadi) Il filosofo francese Auguste Comte (positivismo sociale francese) è il primo studioso a parlare della sociologia come sapere scientifico. corso "9 Nel Corso di filosofia positiva egli enuncia la cosiddetta "legge dei tre stadi", facendo riferimento alla conoscenza umana e al suo tentativo di spiegare la realtà fisica e sociale. Secondo questa legge, nel della storia il cammino della conoscenza prende le mosse da uno stadio "teologico nel quale i fenomeni naturali e storico-sociali vengono spiegati come il prodotto dell'azione divina. Nello stadio successivo chiamato stadio "metafisico" prevale la tendenza a sostituire gli dèi con entità astratte. Infine, nello stadio "positivo" l'uomo perviene a una conoscenza scientifica dei fenomeni. Conoscere scientificamente gli eventi significa infatti sottoporre a osservare i fenomeni, individuare tra essi relazioni costanti e infine formulare una legge. Si parla del principio del "monismo metodologico” (dal greco monos, "uno"), secondo cui il metodo scientifico è unico, a prescindere dalla varietà degli ambiti a cui può applicarsi. La sociologia come fisica sociale La sociologia rappresenta proprio la conoscenza positiva dei fatti sociali. Comte sottolinea il carattere scientifico della nuova disciplina anche attraverso precise scelte lessicali; essa, infatti, viene altrimenti chiamata fisica sociale è suddivisa in due branche: • la statica sociale che mira a chiarire la struttura del sistema sociale e le relazioni esistenti tra le sue parti; • la dinamica sociale che studia invece lo sviluppo del sistema stesso ovvero la sua evoluzione e le trasformazioni che subisce nel tempo. Poiché la fisica sociale conosce le leggi che governano i fenomeni sociali, Comte immagina che essa potrà consentire a politici e legislatori di pianificare scientificamente la loro attività e di riorganizzare su base razionale la società, contrastando le spinte disgregatrici in grado di minacciarla. Comte arriva ad annunciare l'avvento di una nuova religione “laica” ispirata al culto della scienza.