Il movimento delle Scuole nuove rappresenta una rivoluzione nell'ambito pedagogico tra fine '800 e inizio '900, proponendo un modello educativo innovativo e centrato sullo studente.
Le Scuole nuove nascono in Inghilterra con Cecil Reddie e si diffondono rapidamente in Europa, ispirandosi ai principi dell'attivismo pedagogico. Tra i maggiori esponenti troviamo John Dewey, Édouard Claparède e Maria Montessori, che hanno contribuito a definire le caratteristiche fondamentali di questo movimento. Il pensiero pedagogico si basa sul principio dell'apprendimento attraverso l'esperienza diretta, il rispetto dei ritmi naturali del bambino e lo sviluppo delle sue potenzialità individuali.
La pedagogia di Maria Montessori ha rappresentato un pilastro fondamentale per le Scuole nuove, introducendo concetti rivoluzionari come l'ambiente preparato, il materiale scientifico e l'educazione sensoriale. La sua metodologia si distingue per l'attenzione alla libertà del bambino e per la creazione di materiali didattici specifici che favoriscono l'autoeducazione. Il confronto tra Montessori e Dewey evidenzia punti di contatto nell'importanza data all'esperienza diretta, ma si differenzia nell'approccio metodologico: mentre Montessori privilegia l'ambiente strutturato, Dewey enfatizza maggiormente l'aspetto sociale dell'apprendimento. Le caratteristiche delle Scuole nuove includono l'importanza dell'ambiente naturale, il lavoro manuale accanto a quello intellettuale, l'autogoverno degli alunni e una stretta collaborazione tra scuola e famiglia, elementi che ancora oggi influenzano la pedagogia moderna.