Le Teorie dell'Intelligenza e dell'Apprendimento nella Pedagogia Moderna
L'evoluzione del concetto di intelligenza ha attraversato diverse fasi significative nel campo della pedagogia e delle scienze umane. Inizialmente, l'approccio era puramente quantitativo, basato sulla misurazione del quoziente intellettivo (QI).
Nel 1904, lo psicologo Alfred Binet condusse una ricerca pionieristica nelle scuole di Parigi per identificare bambini con ritardo mentale, su incarico del ministero della pubblica istruzione francese. Questo lavoro pose le basi per i primi test dell'intelligenza.
Definizione: Il QI (Quoziente Intellettivo) è una misura standardizzata dell'intelligenza che per molto tempo è stata considerata l'unico parametro valido per valutare le capacità cognitive di una persona.
Lewis Terman successivamente sviluppò il concetto di QI, estendendone l'applicazione agli adulti e creando una formula specifica per la sua misurazione. Questo approccio, tuttavia, mostrò presto i suoi limiti, creando discriminazioni verso persone con QI più basso ma dotate di altre capacità significative.
La svolta avvenne con Thurstone nel 1938, che elaborò la teoria multifattoriale dell'intelligenza, identificando sette abilità interdipendenti. Questa teoria rappresentò un primo passo verso una comprensione più complessa dell'intelligenza.
Evidenziazione: Howard Gardner rivoluzionò completamente la concezione dell'intelligenza con la sua teoria delle intelligenze multiple, introducendo un'analisi sia quantitativa che qualitativa.
Gardner identificò nove tipi di intelligenza:
- Linguistica
- Logico-matematica
- Spaziale e visiva
- Corporeo-cinestetica
- Musicale
- Introspettiva
- Interpersonale
- Spirituale/esistenziale
- Naturalistica