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L'ISLAM

8/2/2023

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L'ISLAM
L'ARABIA
L'arabia è una vastissima penisola che si estende a sud-ovest della Mesopotamia, fra il
golfo Persico e il Mar Rosso. Solo

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L'ISLAM L'ARABIA L'arabia è una vastissima penisola che si estende a sud-ovest della Mesopotamia, fra il golfo Persico e il Mar Rosso. Solo nella parte meridionale, montuosa e ricca di piogge, poté svilupparsi nell'antichità l'agricoltura stanziale. I Romani chiamavano quella regione Arabia Felix, cioè “Arabia fertile”. La parte centro-settentrionale dell'Arabia, arida e in gran parte desertica, non era adatta a insediamenti stabili ed era abitata da pastori nomadi, i beduini (dall'arabo "abitanti del deserto"). L'organizzazione dei beduini era tribale, con uno sceicco a capo di ogni tribù ed erano politeisti. LA MECCA In questo periodo cominciò a diffondersi tra gli arabi l'aspirazione a costruire uno stato unitario e indipendente, capace di dare sviluppo ai commerci e di controllare le rivalità di tribù beduine. Il centro di aggregazione per il mondo arabo fu La Mecca, alla confluenza delle maggiori vie commerciali: qui si formò una potente aristocrazia guerriera e commerciale. La Ka'ba era un edificio quadrato nel centro della città che la tradizione riteneva costruito dal patriarca Abramo con l'aiuto del figlio Ismaele, che gli Arabi consideravano loro capostipite. In un angolo della Ka'ba era conservata la pietra nera, una roccia di porfido, oggetto di venerazione. Ogni anno le tribù dell'Arabia centrale compivano un pellegrinaggio alla Mecca; in quell'occasione veniva proclamata una tregua tra le tribù. Come custodi della Ka'ba, i Quraisciti...

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Didascalia alternativa:

godevano di un prestigio particolare e si arricchirono grazie ai commerci e all'assistenza ai pellegrini. In questa realtà sociale si diffuse all'inizio del VII secolo la predicazione di Maometto. MAOMETTO Muhammed (Maometto) nacque alla Mecca nel 571. Il padre morì prima che lui nascesse e Maometto fu allevato dallo zio paterno, che lo portò con sé nei suoi viaggi commerciali in Siria e in Palestina. Verso i venticinque anni di età sposò Khadija, la vedova di un ricco carovaniere, raggiungendo l'agiatezza. I contatti con le comunità cristiane e giudaiche influenzarono la sua formazione religiosa, indirizzandolo verso un rigoroso monoteismo. Inoltre, si convinse che era necessario che gli Arabi unificassero uno Stato potente ed autonomo. A circa quarant'anni ebbe la visione dell'arcangelo Gabriele che lo incitò a predicare la fede nell'unico Dio, Allah. Maometto sentiva di essere il profeta inviato da Allah agli Arabi e incitava a liberarsi dalla credenza nei falsi dei e abbandonarsi alla volontà di Allah. A questi principi, aggiungeva alcuni elementi già presenti nel giudaismo, come il divieto di consumare carne di maiale e l'obbligo di digiunare. Il profeta dette anche un fondamento alla tradizionale venerazione della pietra nera, secondo Maometto portata dall'arcangelo Gabriele sulla terra, mentre la Ka'ba costruita da Abramo. L'EGIRA I discepoli di Maometto si definirono musulmani, in quanto partecipi dell’Islàm (letteralmente: "sottomissione"”). La diffusione della nuova fede suscitò però la reazione dei capi locali, che costrinse Maometto a fuggire, rifugiandosi con i suoi seguaci a Yathrib. Qui potè plasmare con la sua predicazione la comunità islamica e assunse funzioni di giudice, governatore e capo militare. Il trasferimento di Maometto a Yathrib prese il nome di ègira (“migrazione"). Quell'anno, che corrisponde al 622 dell'era Cristiana fu poi adottato dai musulmani come data iniziale della nuova era islamica e del loro calendario. IL RITORNO ALLA MECCA Yathrib prese con il tempo il nome di Medina ("la città del profeta"). Maometto ebbe nella città ruolo di giudice e di capo politico e religioso, trasformando Medina in una roccaforte musulmana. Sentendosi in guerra contro La Mecca, organizzò raid e razzie contro le carovane della città. Nacque in questo periodo l'idea del jihad, ovvero "sforzo" o "impegno” nella diffusione della religione islamica, che si tradusse però in una "guerra santa". Maometto riuscì infine a conquistare La Mecca senza spargimento di sangue e impose la fede islamica, prima di morire nel 632 a Medina. Con la sua azione, Maometto aveva trasformato la comunità religiosa nel nucleo di uno stato, che aveva fra i propri obiettivi la difesa della legge divina e la sua diffusione nel mondo. IL CORANO Le verità che Allah dettava a Maometto vennero messe per iscritto ufficialmente solo nel X secolo. Il termine qur'an, italianizzato in Corano, indica questa raccolta di rivelazioni. Il Corano è quindi il libro sacro dell'Islam, diviso in 114 capitoli, detti sure. Il nucleo fondamentale dell'Islam è il rigoroso monoteismo. Allah è creatore e padrone dell'universo, onnisciente e perfetto; l'uomo deve abbandonarsi a lui. Non ci sono altri esseri divini. Insieme alle verità teologiche e alle prescrizioni religiose, nel Corano si trova una visione complessiva della società e della vita nella prospettiva islamica. I DOVERI DEL FEDELE La legge islamica si basa, oltre che sul Corano, sulla sunna, una raccolta di narrazioni che illustrano i detti e le azioni di Maometto nelle diverse situazioni. Da qui i credenti ricavano gli esempi a cui confrontarsi. Il fedele musulmano ha inoltre alcuni obblighi, che costituiscono tuttora i cinque pilastri dell'Islam: la professione di fede in Allah, unico e vero Dio la preghiera, da compiersi cinque volte al giorno, in ginocchio e rivolti verso la Mecca il digiuno dall'alba al tramonto nel mese del ramadan il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita (se le condizioni economiche lo permettono) la pratica della carità attraverso l'elemosina, inizialmente attuata con la "decima" una tassa che le persone agiate dovevano versare a favore della comunità Dal Corano derivano anche alcune prescrizioni che regolano la vita sociale islamica, come il divieto di bere alcolici e di prestare denaro ad interesse. Un altro concetto fondamentale è il jihad che, come detto, significa "impegno" o "sforzo", ma venne spesso strumentalizzato per giustificare la "guerra santa", condotta per l'affermazione dell'islamismo. LA DONNA NELLA SOCIETA' ISLAMICA Molte prescrizioni del Corano riguardano il matrimonio e la posizione della donna nella società, a cui è dedicata l'intera quarta sura. E' evidente, nel testo sacro, una precisa gerarchia d'importanza, che vede la donna subordinata all'uomo. Nel corano si trovano alcuni accenni all'opportunità che le donne vivano segregate in ambienti loro riservati e che portino il velo. Troviamo però nella società medievale una vivace presenza femminile in molte attività economiche e le donne appartenenti a classi elevate ebbero spesso un ruolo attivo nel sostenere l'attività di artisti e letterati. Nella dottrina coranica è ammessa la poligamia e l'uomo può avere fino a quattro mogli, purché le tratti tutte con pari digntà. La forma di poligamia più frequente non fu generalmente la compresenza di tante mogli; più frequente fu il caso in cui un uomo prendeva una seconda moglie al fine di sollevare la moglie più anziana consensiente al secondo matrimonio, dai lavori domestici. Il divorzio può essere richiesto solo dall'uomo che non può però avere indietro i beni donati alla moglie nel tempo del matrimonio. Sono previste dure punizioni per l'adulterio, considerato gravissimo sia se commesso dall'uomo sia dalla donna. LA MOSCHEA L'edificio più caratteristico dell'Islam è la moschea, destinata: alla preghiera comune all'insegnamento religioso al ricevimento degli ospiti e degli ambasciatori alla discussione di questioni politiche IL CALIFFATO I successori di Maometto, i Califfi, diedero inizio ad un'espansione travolgente dell'Islam, che nell'arco di un secolo, sotto la dinastia dei califfi omayyadi, s'impose nel medio oriente fino all'Asia centrale e verso occidente, fino a Poitiers, dove l'avanzata fu arrestata dai Franchi di Carlo Martello e ad Akroinos, in Anatolia, dagli eserciti Bizantini. Con la dinastia abbaside ebbe inizio un periodo di grande fioritura culturale, che culminò nel califfato di ar-Rashid, il sovrano delle mille e una notte. La capitale fu trasferita da Damasco a Baghdad, che divenne una città ricca di scuole e monumenti. Più tardi, l'impero islamico si frantumò in diverse dinastie locali. LA CULTURA NEL MONDO ISLAMICO La civiltà araba si basò su un grande sviluppo economico, agricolo e commerciale, su una rete di prospere città. Nel mondo islamico la scienza fece importanti progressi soprattutto nel campo della medicina, della chimica e della matematica. Gli studiosi islamici tradussero dal greco molte opere classiche di letteratura, scienza e filosofia. Grazie a loro questo patrimonio culturale fu trasmesso all'Occidente medievale.