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LA RIFORMA IN GERMANIA

28/6/2022

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LA RIFORMA IN GERMANIA
Contro la corruzione della chiesa: la protesta di Lutero
In Germania, all'inizio del XVI secolo, le proteste e la rib

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LA RIFORMA IN GERMANIA Contro la corruzione della chiesa: la protesta di Lutero In Germania, all'inizio del XVI secolo, le proteste e la ribellione per la mondanizzazione della Chiesa sfociarono nella Riforma protestante. Le ingenti spese per edificare la nuova Basilica di San Pietro avevano indotto la Curia romana a dispensare i vescovi, previo pagamento di forti somme, dall'obbligo residenza nelle proprie diocesi. Questo aveva consentito ad alcuni potenti prelati di accumulare più diocesi. Un caso era quello di Alberto di Brandeburgo che, per recuperare il denaro speso per farsi nominare a capo della diocesi di Magonza, aveva avuto l'autorizzazione dalla Curia di Roma a vendere le indulgenze. L'Indulgenza è infatti la remissione della pena inflitta dalla Chiesa per l'espiazione dei peccati confessati. La pratica aveva origini medievali e si basava su alcuni dogmi elaborati dalla teologia cattolica: • il tesoro della chiesa ● la pratica penitenziale, può essere attuata non solo dal peccatore ma anche dagli altri • le preghiere dei congiunti possono accorciare il tempo di permanenza del peccatore in Purgatorio. La protesta del monaco Martin Lutero (1483-1546) ebbe inizio a Wittenberg in Germania, alla fine dell'ottobre del 1517, quando redasse le 95 tesi in cui criticava aspramente la pratica delle indulgenze. Le tesi, scritte in latino, dovevano inizialmente circolare solo fra vescovi e teologi, ma vennero tradotte in...

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tedesco, stampate e diffuse, suscitando il consenso di molti semplici credenti. La condanna di Lutero e la diffusione della Riforma Con la pubblicazione delle 95 tesi, Lutero non intendeva accusare il papa, ma semmai denunciare la corruzione del clero in Germania. Cercava di distinguere le responsabilità dei prelati corrotti da quelle del pontefice. nell'estate del 1518 papa Leone X avvio a Roma il processo di condanna delle tesi luterane. Nel 1519 era morto l'imperatore Massimiliano d'Asburgo. L'erede del titolo imperiale era suo nipote Carlo d'Asburgo. Per parte di madre, Carlo era nipote di Ferdinando d'Aragona e di Isabella di Castiglia e quindi, nel 1516, era stato incoronato re di Spagna e delle colonie d'oltremare; dalla nonna paterna aveva ereditato il Ducato di Borgogna e le Fiandre. Nel giugno del 1519 Carlo V venne dunque proclamato imperatore. Le Traversie dell'elezione imperiale furono tra le cause del rallentamento dell'azione pontificia contro Lutero. Passarono infatti due anni dall'apertura del processo alla promulgazione della bolla pontificia di condanna, Exsurge Domine, in cui papa Leone X condannava la dottrina del monaco tedesco e lo minacciava di scomunica. A determinare la definitiva rottura con la Chiesa fu la pubblicazione di quattro scritti luterani: • nel primo Lutero afferma la superiorità dell'autorità delle Scritture; • nel secondo, paragona la Chiesa a Babilonia, luogo di corruzione e di eresia; • nel terzo Lutero nega il valore salvifico delle opere e propone la teoria del servo arbitrio; • nel quarto, nega il diritto di interferenza del clero nelle questioni temporali. Il 3 gennaio 1521 Lutero fu scomunicato. Il 27 gennaio 1521, alla presenza di Carlo V e delle alte gerarchie laiche e clericali, si aprì ufficialmente la Dieta di Worms. Lutero si presentò innanzi alla Dieta, ma non ritrattò le sue tesi, costringendo Carlo V a emettere un bando nei suoi confronti. Lutero venne salvato dal suo protettore, Federico di Sassonia, che per impedirne la cattura organizzò un falso rapimento e lo ospitò nella fortezza di Wartburg. Al riparo dalla Chiesa e dall'imperatore, Lutero poté dedicarsi alla traduzione in tedesco del Nuovo Testamento. La traduzione della Bibbia era un aperto atto di sfida all'autorità romana. La decisione di Lutero di usare la lingua volgare per i testi sacri contribuì a diffondere le idee protestanti in un vasto pubblico. Lutero mise al corrente delle sue idee alcuni umanisti di chiara fama, tra cui Erasmo de Rotterdam. Erasmo condivideva con Lutero la condanna della corruzione della Curia papale, che aveva messo nel suo testo più famoso, l'Elogio della follia. In quest'opera la Chiesa di Roma veniva descritta come un luogo di corruzione, e lo stesso papa era ferocemente criticato per aver abbandonato l'esempio di Cristo e di Pietro dedicandosi al mondo alle ricchezze terrene. La definitiva rottura dottrinale tra Erasmo e Lutero si consumò proprio sul tema del libero arbitrio: Erasmo sostenne il ruolo fondamentale della volontà umana nel processo salvifico. Lutero rispose riaffermando le proprie posizioni sulla giustificazione per sola fede. LA CHIESA CATTOLICA FRA AUTODIFESA E RINNOVAMENTO La chiesa di Roma fra tradizione e rigenerazione spirituale In linea generale, con Riforma cattolica si tendono a mettere a fuoco gli elementi di trasformazione che la Chiesa di Roma accolse in questo periodo. La parola Controriforma, invece, sottolinea la reazione difensiva e conservativa della Chiesa. Venne coniato per la prima volta da un giurista tedesco, Johann Pütter, nel 1776. Con esso Pütter intendeva designare la dura reazione della Chiesa romana alla Riforma luterana attraverso: • la riaffermazione dei dogmi; ● la netta condanna delle posizioni luterane; ● la persecuzione degli eretici; ● la censura dei testi e delle opinioni non ecclesiastiche. La predicazione di Lutero, d'altra parte, stimolo anche un dibattito interno alla Chiesa. A tal proposito le tesi di Erasmo, affermavano la necessità di una rigenerazione morale e spirituale della Chiesa, senza negarne la funzione salvifica di guida delle anime. La profonda rigenerazione che avrebbe finito per interessare l'intero mondo cattolico trovò espressione innanzitutto nella straordinaria fioritura di nuovi ordini che immediatamente precedette e seguì il concilio ni religiosi, nati nel concilio di Trento. I nuovi ordini si caratterizzano per due aspetti fondamentali: si trattava perlopiù di congregazioni formate da "chierici regolari" • la loro vocazione si orientò verso la vita attiva Nel 1524 a Roma venne fondato l'ordine dei teatini, con l'obiettivo di moralizzare la vita sacerdotale rianimare la fede nel popolo mediante un'intensa predicazione; nel 1528, invece, si costituirono i cappuccini,desiderosi di ritrovare l'ispirazione originaria del francescanesimo e dediti a un attivo apostolato fra il popolo; nel 1530 nacquero poi i barnabiti, che si dedicarono all'attività educativa e all'assistenza ai malati; e infine, nel 1534, vennero istituiti i somaschi, votati prevalentemente all'educazione degli orfani. L'istanza di rinnovamento e riscossa della Chiesa cattolica fu rappresentata soprattutto dalla Compagnia di Gesù (i cosiddetti "gesuiti"), un ordine fondato nel 1540 da Ignazio di Loyola. Nel 1534 a Parigi Ignazio formò il primo gruppo di gesuiti e nel 1540 il papa ufficializzò la nascita dell'ordine. Le Costituzioni, redatte fra il 1547 e il 1550, fissarono la natura dei gesuiti, dando al nuovo ordine una struttura fortemente centralizzata. Ignazio volle costituire una vera e propria militia Christi, con lo scopo di difendere strenuamente il papa e la Chiesa dagli attacchi dei riformatori. Le scuole gesuitiche furono aperte anche ai laici, che però non potevano seguire l'intero percorso formativo, riservato solo ai chierici. IL CONCILIO DI TRENTO Il concilio, che doveva ristabilire l'autorevolezza della Chiesa romana e riconfermare i dogmi contestati dal protestantesimo, venne finalmente convocato da papa Paolo III nel 1545 a Trento.Il concilio si tenne durante i pontificati di Paolo III. La sede venne trasferita da Trento a Bologna nel 1547, affinché il papato potesse influenzare maggiormente le decisioni, ma a partire dal 1551 i lavori furono nuovamente e definitivamente riportati a Trento. Il concilio fu interamente dedicato a una profonda revisione interna alla Chiesa cattolica, in relazione ai due aspetti fondamentali della dottrina e della disciplina. Il concilio di Trento riaffermò solennemente tutti gli articoli di fede contestati dai protestanti. Ecco i principali: • fu ribadita il ruolo magisteriale della chiesa e venne condannata la dottrina del "libero esame" delle scritture; • fu negata la validità delle traduzioni della Bibbia nelle varie lingue, l'unica versione autorizzata restava quindi la Vulgata di san Girolamo; • fu negato che le conseguenze del peccato originale distruggessero il libero arbitrio; ● vennero ribadite l'esistenza del Purgatorio; • il numero dei sacramenti fu ricondotto a sette; • fu ribadito che la messa aveva un ruolo sacramentale. il concilio rinnovo: • l'obbligo di residenza al clero; • fu resa obbligatoria la convocazione di sinodi; ● venne decisa la fondazione di un seminario in ogni diocesi, • fu imposto ai parroci di tenere accurati registri di battesimi; venne istituito il catechismo romano. PERSECUZIONI, CENSURA, E INTRANSIGENZA RELIGIOSA La vocazione repressiva della Chiesa cattolica si concretizzò soprattutto nell'operato della Congregazione del Sant'Uffizio, istituita già nel 1542. Formato da sei cardi e presieduto dal papa, questo organismo coordinava l'azione dei vari tribunali dell'Inquisizione di origine medievale e aveva l'ultima parola in tutti i processi per eresia. Si trattava dell'ultimo atto dei processi contro gli eretici, regolato da precisi cerimoniali: dopo una messa e una processione, l'inquisitore annunciava in pubblico la condanna e consegnava imputati alla giustizia civile per l'esecuzione. I condannati erano quindi condotti pubblica piazza di fronte alle autorità e al popolo, vestiti con dei sacchi e con i capelli rasati e bruciati sul rogo. Nel 1559 venne creato l'Indice dei libri proibiti, cioè un elenco dei libri considerati e quindi proibiti. Tommaso Campanella (1568-16.39), frate domenicano di origine calabrese, nell'opera La citta del sole descrisse uno Stato utopico dal governo perfetto, basato sul comunismo dei beni e sulla gestione del potere da parte di sapienti. A causa delle sue teorie. Campanella fu processato per eresia e venne poi definitivamente condannato per aver ordito una congiura contro il governo spagnolo. Rimasto in carcere a Napoli per ventisette anni, riuscì a sfuggire alla morte fingendosi pazzo, Liberato solo nel 1626, abbandonò l'Italia e si trasferì a Parigi, dove fu accolto con favore alla corte di Luigi XIII. Poté così finalmente pubblicare le opere a cui, anche in carcere, non aveva mai smesso di lavorare. Mori a Parigi nel 1639. Giordano Bruno (1548-1600) subì un lungo ed estenuante processo per aver professato fedeltà alle tesi copernicane e aver sostenuto che l'universo è infinito. Fu costretto dall'Inquisizione ad abbandonare l'Italia e a riparare a Ginevra. Si trasferì a Parigi, poi in Germania, Venezia e infine fu arrestato dall'inquisizione nel 1592. Bruno difendeva la tesi dell'infinità dell'universo, ossia immaginava un universo senza centro. Credeva anche fosse necessaria l'istruzione di una sorta di concesso di saggi rappresentanti di tutte le religioni, i quali, riuniti insieme. ricercassero la vera natura del divino senza fare alcun riferimento alle religioni tradizionali. Queste ultime secondo Bruno, erano infatti accettabili solo se considerate favole popolari da somministrare a spiriti ingenui, incapaci delle sottigliezze di una verità filosofica. Gli inquisitori tentarono ripetutamente di ottenere da Giordano Bruno una ritrattazione delle sue dottrine, ma senza successo. Per questo, venne bruciato vivo il 17 febbraio 1600 in Campo de' Fiori a Roma. Galileo Galilei (1564-1642), il più insigne scienziato italiano del XVII secolo, inven metodo sperimentale, fu il primo a dimostrare la validità delle tesi copernicane attraverso l'uso del telescopio. L'audacia di Galileo lo portò a dedicare l'opera al papa stesso. La decisione, sicuramente inopportuna, mobilitò i consiglieri papali e lo scienziato fu così chiamato a comparire dinanzi all'Inquisizione nel settembre dello stesso anno. Galileo fu accusato di eresia e processato fra l'aprile e giugno del 1633. Vecchio e stanco, probabilmente torturato, Galileo accettò, infine, di abiurare le sue teorie ed ebbe in cambio salva la vita. Fu condannato all'esilio permanente e trascorse il resto della vita nella sua villa di Arcetri, dove, accudito dalla figlia, morì nel 1642. Conseguenza del clima di intransigenza religiosa fu la caccia alle streghe: un fenomeno che caratterizzò sia i Paesi cattolici sia quelli protestanti e che raggiun il suo apice fra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento, diventando uno dei simboli del fanatismo religioso e dell'intolleranza culturale. La nascita della caccia alle streghe è comunque da collocare all'interno di un quadro più ampio, caratterizzato da una profonda crisi socio-economica, dovuta a più fattori: le guerre di religione, la guerra dei Trent'anni, l'instabilità sociale, le carestie e le epidemie, che infatti non fecero altro che propiziare questo fenomeno. Infatti, a causa delle continue sventure individuali o collettive che avevano colpito il mondo rurale a partire dalla fine del XVI secolo, gli abitanti delle campagne erano alla ricerca di qualcosa o qualcuno a cui dare la colpa delle loro disgrazie. Dunque. l'ignoranza e la superstizione alimentarono a ogni livello sociale questo fenomeno, che si spense lentamente solo nel corso del XVIII secolo.