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7/11/2022
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LA DINASTIA GIULIO CLAUDIA IMPERATORI: - Tiberio (14-37 d.C.) Caligola (37-41 d.C.) - Claudio (41-54 d.C.) - Nerone (54-68 d.C.) TIBERIO: Augusto non aveva figli maschi, aveva solo una figlia di nome Giulia. Così sorse il problema di chi gli sarebbe succeduto alla guida di Roma. Inizialmente Augusto individua come propri successori i figliastri Tiberio e Druso che sua moglie Livia aveva avuto da un precedente matrimonio. Druso però morì durante una campagna in Germania e quindi Augusto adottò Tiberio. Augusto morì nel 14 d.C. e la transizione del potere si svolse in maniera pacifica. Con l'adozione di Tiberio ebbe inizio la dinastia Giulio-Claudia. Tuttavia durante il governo di Tiberio, all'interno della famiglia si scatenarono aspre lotte per il potere, a tal punto che tra i primi quattro successori di Augusto, Tiberio fu l'unico a morire di morte naturale. Nelle lotte per il potere un ruolo rilevante fu assunto dai pretoriani, che costituivano l'unica forza militare presente in città, ciò consentì loro di intervenire nella scelta di nuovi imperatori e persino di imporre con la forza delle armi il proprio candidato. Tiberio fu il primo imperatore della dinastia Giulio-Claudia e regnò dal 14 al 37 d.C. Poiché discendeva da un'antica famiglia senatoria la sua ascesa venne accolta con favore dal Senato. Durante il suo governo Tiberio si occupò di razionalizzare l'amministrazione...
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dell'impero, di risanare le finanze di Roma e di ridurre le spese dello Stato. Al momento della sua adozione da parte di Augusto, Tiberio era stato costretto ad adottare a sua volta il nipote Germanico, un valido generale, molto amato sia dai soldati che dalla plebe. Temendo la sua popolarità, Tiberio lo allontanò da Roma e lo inviò in Siria, dove nel 19 d.C. morì improvvisamente, le responsabilità della sua morte furono attribuite a Tiberio che fu sospettato di averlo fatto avvelenare per eliminare un possibile avversario. La morte di Germanico e i sospetti che ne derivarono resero il carattere di Tiberio ancora più ombroso, nel 26 d.C. decide di lasciare Roma e di trasferirsi a Capri. Il governo della città fu affidato a Lucio Elio Seiano, che in breve tempo concentrò un enorme potere, tanto che Tiberio iniziò a sospettare che stesse organizzando un complotto per spodestarlo, così nel 31 d.C. lo fece arrestare e giustiziare. La morte di Seiano non pose fine alle violenze infatti gli ultimi anni del principato di Tiberio furono caratterizzati da processi e da esecuzioni contro tutti coloro che erano anche solo sospettati di tramare contro il principe. Tiberio non rientrò mai a Roma e morì nel 37 d.C. dopo aver indicato come suo successore l'unico tra il figli di Germanico ancora in vita, Gaio Cesare detto Caligola perché da bambino indossava spesso i calzari portati dei legionari. CALIGOLA: Appena salito al potere Caligola aveva 24 anni e iniziò a governare in maniera assolutistica secondo il modello orientale, introdusse a Roma i culti e il cerimoniale egizi, abbandonò la politica di rigore finanziario perseguita da Tiberio e destinò cifre enormi alla costruzione di nuovi edifici. A questi eccessi, Caligola uni una condotta personale che destava scandalo in tutta Roma, provocando opposizione dal Senato tanto che dopo appena soli quattro anni di governo, nel 41 d.C. Caligola venne ucciso in una congiura organizzata da senatori e pretoriani. Dopo la sua morte il Senato ne ordinò la damnatio memoriae, ossia la cancellazione del suo nome da ogni tipo di documento, monumento e iscrizione, in modo che di lui non ne rimanesse più nessuna memoria. CLAUDIO: Come nuovo imperatore i congiurati scelsero Claudio, fratello di Germanico. Apparentemente Claudio era la persona meno adatta ad essere elevata al principato, infatti era un letterato, privo di esperienza militare che fino ad allora si era sempre tenuto lontano dalla scena pubblica. Tuttavia Claudio si rivelò un buon imperatore e un ottimo amministratore infatti fu rispettoso delle prerogative del Senato e con un'attenta politica finanziaria rimise in sesto il bilancio dello Stato. Inoltre Claudio assegnò importanti incarichi dell'amministrazione imperiale ai suoi liberti, tanto da essere soprannominato "imperatore dei liberti". Claudio venne spesso dipinto come un uomo debole, sciocco e facilmente influenzabile, in particolare dalle sue mogli. Claudio sposò in prime nozze Messalina, la quale fu condannata a morte dallo stesso principe con l'accusa di adulterio e di aver complottato contro di lui. In seconde nozze sposò Agrippina che da un precedente matrimonio aveva avuto un figlio, Nerone. Agrippina convinse Claudio di adottare Nerone come proprio successore e nel 54 d.C. dopo averlo adottato, Claudio morì ucciso da un piatto di funghi velenosi che secondo alcune voci mai confermate, gli erano stati serviti da agrippina e dal prefetto del pretorio Afranio Burro. Dopo la morte di Claudio, il filosofo Seneca scrisse un'opera funebre per prenderlo in giro, una satira sulla morte di Claudio intitolata Apocolocyntosis, che deriva dall'unione di due parole greche, zucca e glorificazione. NERONE: Quando Nerone fu acclamato imperatore aveva appena 17 anni. Nerone impresse una svolta autoritaria al suo governo e iniziò a pretendere di essere adorato come un sovrano orientale così iniziò ad entrare in contrasto con il Senato. Nel 64 d.C. un terribile incendio distrusse un'ampia parte di Roma e Nerone incolpo dell'accaduto la piccola comunità cristiana che si era formata in città e scatenò contro di essa una persecuzione. Sulle ceneri dei quartieri distrutti Nerone fece edificare una nuova sontuosa reggia, la Domus Aurea, estesa per ben 80 ettari. Per sostenere le spese colossali necessarie alla costruzione della Domus Aurea, Nerone fu costretto ad aumentare le tasse e a varare una riforma monetaria. Nel 66 d.C. scoppiò una rivolta tra i soldati inviati in Giudea e nel 68 d.C. anche le legioni in Gallia e in Spagna si ribellarono all'imperatore. I senatori si accordarono con i pretoriani e proclamarono Nerone nemico pubblico. Nerone scelse di farsi uccidere da uno schiavo per evitare la cattura e come Caligola, anche per Nerone, il Senato ordinò la damnatio memoriae. Con la morte di Nerone terminò la dinastia Giulio-Claudia.