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la nascita dei comuni - storia
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Sintesi
La nascita dei Comuni Tra il 9⁰ e il 10° secolo, l'incapacità del potere Reggio e imperiale di difendere e governare i territori sotto il loro controllo aveva favorito fenomeni come l'affermazione delle signorie. Erano avvenuti importanti cambiamenti anche nelle città a partire dall'XI secolo, iniziando dalla crescita del ruolo politico ed economico dei centri urbani. Nelle città vivevano infatti persone molto diverse nell'ambito sociale: vi erano un gran numero di famiglie nobili, contadini, ma anche mercanti, artigiani e notai.nell'Italia centro settentrionale molte città divennero organismi politici autonomi e tra il 12° e il 13⁰ secolo riuscirono ad assumere il controllo delle campagne circostanti. Già dai tempi degli ottoni l'amministrazione la difesa militare erano affidate dal sovrano al vescovo, colui che si occupava di riscuotere i tributi dagli abitanti della città e inoltre garantiva l'ordine pubblico, con lo scopo di avere al suo servizio una clientela di cavalieri detti MILITES, che erano gran parte suoi parenti o a lui legati. Con il passare del tempo, gli aristocratici volevano un ruolo sempre più importante nel governo della città e consigliavano il vescovo su questioni di interesse comune. Tutti gli altri cittadini, i CIVES quindi gli aristocratici commercianti e gli artigiani più ricchi si allearono fra loro per governare e difendere in autonomia...
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la propria città. Inizialmente furono le principali famiglie di aristocratici e i MILITES a porsi alla guida delle nuove istituzioni comunali, in un secondo momento parteciparono alla gestione del comune anche i mercanti e i grandi banchieri. Con il tempo il il gruppo dei MILITES aumentò a causa delle nuove famiglie che attratte dalla vivacità dei centri urbani si trasferivano in città, molti aristocratici avevano mantenuto i loro castelli e le loro proprietà nelle campagne ma volevano esibire la loro la loro ricchezza e il loro stato sociale perciò abitavano in bei palazzi fiancheggiati da imponenti torri. Erano giunti in città anche molti contadini che grazie ad un po' di fortuna e un po' di spirito di iniziativa, si erano trasformati in commercianti, artigiani, uomini d'affari, diventando ricchi. Verso la fine dell'llº e il XII secolo questi cittadini per proteggere i loro diritti e loro privilegi si riunirono in corporazioni chiamate Arti o Mestieri. A queste corporazioni non erano messi negli apprendisti nei salariati ma soltanto i maestri, i giudici e i notai. Gli iscritti alle arti stabilivano qualsiasi aspetto rivolto all'attività della corporazione come ad esempio gli standard di qualità, i prezzi di prodotti finiti, le condizioni di lavoro... Sia gli apprendisti che i salariati non godevano di alcun diritto, non avevano possibilità di contrattare orari o salari e non potevano riunirsi in associazioni e nemmeno fare sciopero. Alcune arti godettero di maggiore importanza e prestigio, altri meno, a Firenze ad esempio esistevano sette Arti Maggiori frequentate da giudici e notai, mercanti e c'erano poi le Arti Minori formate dagli artigiani e da piccoli negozianti come ad esempio calzolai, fabbri e fornai. IMERCANTI: Figure fondamentali per il rilancio dell'economia e dei traffici furono i mercanti e i banchieri. il mercante, dai primi secoli Del medioevo era un viaggiatore, che si muoveva principalmente sulle vie fluviali e marittime. Doveva munirsi di pazienza e avere disposizione grandi somme di denaro per sostenere i viaggi spesso molto lunghi e rischiosi, Inoltre doveva conoscere le lingue volgari; la lingua parlata nella zona internazionale del commercio in Occidente fu il francese, per poi passare all'italiano. Nei centri di scambio potevano trovarsi facilmente alcuni interpreti, i mercanti furono i primi ad usare dizionari bilingue. Grazie allo sviluppo della città accanto alla figura del mercante itinerante si sviluppò anche la figura del mercante sedentario, colui che all'interno delle mura cittadine in una sede centrale gestiva i suoi affari appoggiandosi ad una rete di soci e impiegati che lo sostituivano negli spostamenti facendosi aiutare da un notaio usando raffinate tecniche commerciali. Veniva utilizzato un registro a partita doppia cioè annotava su una colonna i crediti e su un'altra i debiti e grazie a calcoli teneva sotto controllo lo stato dei suoi conti. IBANCHIERI: Le lettere di cambio o cambiali erano delle ricevute che valevano quanto il denaro versato da chi voleva commerciare e con queste il mercante poteva saldare i propri debiti. Grazie alle crescenti esigenze dei commercianti, si formarono compagnie di banchieri tanto ricche da potersi permettere di prestare grosse somme di denaro a papi e sovrani, i banchieri guadagnavano in molti modi: Prestavano denaro a interesse (davano denaro in prestito a un tasso di interesse che non superasse il 20%, era una pratica messa e diffusa); Esercitavano il mestiere di cambiavalute ( nel Medioevo circolavano molti tipi di monete da un luogo all'altro differenti per peso e per valore) la circolazione di merci di lusso e l'aumento degli scambi commerciali resero possibile la realizzazione con metalli preziosi come l'oro e l'argento; Utilizzando una bilancia pesavano le monete per stimare il valore e calcolarne poi il cambio; Fornivano garanzia assicurativa per il carico delle navi e si impegnavano a rimborsare il valore delle merci in caso di naufragio; ● Nel 12° secolo nacquero le università, i membri delle corporazioni avevano bisogno di conoscere le leggi e inoltre servivano persone istruite per l'amministrazione del Comune e per le nuove professioni cittadine come il notariato e l'avvocatura. (Prime università europee: Italia - Bologna fine II° secolo/ Inghilterra- Oxford 1170/ Francia- Parigi inizi 13° secolo) Per tutto il XII secolo gli studenti loro maestri hanno avuto l'abitudine di spostarsi da una città all'altra così nacquero le università di Padova, Siena, Firenze e Pavia. Agli inizi del 200 i comuni cercarono di impedire queste fughe di massa decretando per chi si allontanava la confisca dei beni e la perdita dei diritti di cittadino infatti venendo a mancare tanti studenti e insegnanti tutte le attività commerciali legate alla loro presenza ricevevano un grave danno. I COMUNI IN ITALIA In Italia si sviluppano i comuni in maniera diversa a seconda dell'area geografica, la riforma Gregoriana aveva provocato una grave crisi nell'organizzazione amministrativa della chiesa, in questo modo il vescovo non aveva più potere sulla città e questo andava a vantaggio di nuove forme di autogoverno comunale. L'imperatore che era colui il quale aveva il potere maggiore sulla città all'inizio non fu in grado di contrastare l'espansione dei comuni, perché doveva doveva fronteggiare le guerre dell'aristocrazia tedesca e risolvere la controversia con il Papa per l'investiture quindi riconobbe nuove forme di autogoverno cittadine e si accontentò che le città si lasciassero nelle mani dell'impero. Nei comuni italiani la parte benestante di cittadini si raccoglieva nell'arengo, un'assemblea che decideva in merito ai problemi di interesse generale. Durante l'arengo veniva eletta una magistratura di governo più ristretta, ovvero quella dei consoli che svolgevano una funzione militare e giudiziaria: a loro spettava il compito di difendere la città, assicurare la giustizia e far rispettare le leggi. I consoli due o anche più erano assistiti dal consiglio degli anziani, duravano in carica sei mesi o un anno ed erano quasi sempre scelti fra le grandi famiglie nobili cittadine. All'interno del Comune, si crearono dei conflitti quando le classi aristocratiche iniziarono ad avere più potere. Il Comune era gestito dagli aristocratici, gli altri ceti, commercianti e produttivi appartenevano al popolo. Con il termine popolo si indica dal punto di vista sociale, i cittadini più poveri mentre dal punto di vista politico, le società che svolgevano una funzione politica fondamentale nella fase di costituzione del Comune Popolare. I borghesi erano, nelle regioni europee (Francia Germania e Inghilterra) persone che abitavano città nuove nate come Borghi e svolgevano mestieri come mercanti o artigiani e in cambio di una totale sottomissione erano protetti in caso di guerre o carestie. Non erano indipendenti ma sottomessi dal re, avevano privilegi chiamati “diritti di borghesia”. Contado= si intendeva l'area di campagna intorno alla città Sulla quale il Comune pretendeva di estendere il suo potere. LO SCONTRO TRA IMPERO E COMUNI In Germania due grandi casate feudali, quelle di Baviera e di Svevia, si contendevano da tempo il titolo imperiale.questa lotta si concluse nel 1152 con l'elezione in Germania di un re: Federico I Hohenstaufen, chiamato il Barbarossa. Lo scopo principale di Federico I era rafforzare la sua autorità di imperatore in Germania, ma l'espansione di alcune grandi città italiane allarmò l'imperatore, perché muovevano in guerra le città più piccole e conquistavano i territori. In campagna molte persone chiedevano il suo aiuto, così l'imperatore Federico I reagì in maniera molto determinata riprendendo il controllo politico che gli stava sfuggendo ma anche realizzando una centralizzazione del potere contro l'aumentare dei poteri locali che erano causa di conflitti e di disordine. Secondo il Barbarossa solo l'imperatore poteva amministrare la giustizia, radunare un esercito, proclamare la guerra e riscuotere le tasse. Federico dopo essere stato eletto re di Germania nel 1154 scese in Italia per farsi incoronare imperatore a Roma, a Pavia fu incoronato re d'Italia. A Roma era scoppiata una ribellione contro il pontefice Adriano 4º, nella città in quel momento si trovava il riformatore Arnaldo da Brescia, che con la sua predicazione si scagliava contro i costumi dell'alto clero e scatenò una ribellione antipapale, quando Barbarossa giunse a Roma sottomise la città e catturò Arnaldo, successivamente lo fece impiccare per fare una cosa grata ad Adriano 4º. I resti del corpo di Arnaldo ormai bruciato vennero gettati nel Tevere perché i romani non potessero venerare le sue ceneri come quelle di un martire mentre il Papa incoronò a San Pietro, Federico I come imperatore una volta ottenuto il suo scopo, il Barbarossa così poté fare ritorno in Germania. Nel 1158 Federico convocò nella piana di Roncaglia, vicino a Piacenza una dieta (assemblea del clero.) qui si recarono gli aristocratici dell'impero i rappresentanti dei comuni: il Barbarossa espose a tutti suo programma di riordinamento dell'impero conosciuto con il nome di “constitutio de regalibus". Federico I voleva che fossero rispettati i diritti imperiali, le REGALÌE, solo l'imperatore doveva avere il diritto di imporre pedaggi, riscuotere tasse e amministrare la giustizia. Il programma di Federico I avrebbe portato alla perdita delle libertà acquistate e molte fonti di ricchezza. Milano non accetta queste condizioni e si ribellò ma la reazione di Federico I fu molto dura, dopo due anni di assedio, il capoluogo lombardo fu preso e distrutto nel 1162. Allora così comuni si strinsero in varie leghe, la più famosa fu la lega lombarda, creata dopo il giuramento di Pontida nel 1167 di cui fecero parte quasi tutte le città del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia. Nel frattempo Milano stava risorgendo con l'aiuto dei comuni della lega e con l'appoggio del nuovo Papa Alessandro III, minacciato dalle pretese e delle ambizioni di potere dell'imperatore. In onore di Alessandro III venne fondata una nuova città, Alessandria; in posizione strategica. Nel 1174 il Barbarossa giunse nuovamente nella penisola con lo scopo di catturare il pontefice e sconfiggere una volta per tutte i comuni ma non ci riuscì. Per sei mesi Federico assedio invano la città, infine fu costretto a cedere e a fare ritorno in Germania.lo scontro decisivo tra imperatore e comuni avvenne un paio di anni più tardi nella battaglia di Legnano nel 1176; dopo una tregua di altri sei anni, con la pace di Costanza del 1183 Federico I concluse la pace con i comuni della Lega. Nel 1186 il Barbarossa riuscì a far sposare il figlio di 21 anni Enrico con Costanza d'Altavilla, figlia del normanno Ruggero (I. Nel 1190 Federico I vuole partecipare alla terza crociata ma nonostante l'età, partì e morì prima di raggiungere la Terrasanta annegando mentre attraversava un fiume. ENRICO 6° -> nel 1194, dopo otto anni di matrimonio Costanza ed Enrico VI ebbero un figlio, chiamato come il nonno con il nome di Federico 2º. Il padre Enrico infatti non riuscì a realizzare il suo sogno che puntava ad allargare l'impero anche alle coste dell'Africa, della Spagna e verso Costantinopoli, perché morì Improvvisamente a 32 anni, E poco dopo di lui morì anche Costanza, che affidò la tutela del piccolo Federico di soli tre anni a Papa Innocenzo terzo. Già ad un anno Federico era stato incoronato re di Sicilia. Con la pace di Costanza del 1183 i comuni erano riusciti a consolidarsi, avevano istituzioni ben definite e si erano dotati di leggi proprie, gli statuti. Si iniziarono a costruire edifici pubblici dove si operava l'amministrazione cittadina. Nel XIII secolo e sostituirono i consoli, ritenuti spesso troppo di parte con un podestà, (autorità) che doveva essere forestiero. A partire dalla seconda metà del 200 alcuni cittadini si riunirono nelle società di popolo o più in generale nel popolo, una categoria che escludeva i cittadini più poveri. È il gruppi riuniti intorno al popolo riescono alla fine ad arrivare al governo della città a dotarsi di propri organismi e dei propri consiglieri per amministrare il potere eleggere un capitano del popolo, che si affianco al podestà. Nel comune popolare i provvedimenti dovevano essere approvati dal consiglio del comune e anche dal consiglio della società del popolo; il capitano del popolo si occupava della difesa dell'ordine pubblico, mentre il podestà amministrava la giustizia e curava il funzionamento degli uffici comunali. Il Comune tendeva ad ampliare la sua autorità e il suo dominio sulle campagne circostanti sottomettendo quando era necessario con la forza delle armi. Non tutti i nobili erano membri della comunità cittadina o comunque ne accettavano l'egemonia; le autorità comunali a volte versavano un pagamento in denaro in cambio della liberazione in massa dei contadini-servi. I contadini affrancati cioè uomini liberi del popolo dei franchi, potevano andare ad abitare in città dove c'era sempre gran bisogno di operai per le manifatture, soprattutto tessili. IL CARROCCIO - il carroccio era un grande carro quattro ruote usato in battaglia, tirato da vuoi che portavano le insegne del Comune. Sul carro stavano una campana, la Martinella insieme agli stendardi cittadini, i trombettieri che ordinavano le merci e le fermate, e un altare per dire la messa. Al suono della campana iniziava la battaglia, il carro rappresentava un punto di riferimento durante il combattimento, Durante il periodo di pace il carroccio veniva conservato nella chiesa principale della città.
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La nascita dei Comuni Tra il 9⁰ e il 10° secolo, l'incapacità del potere Reggio e imperiale di difendere e governare i territori sotto il loro controllo aveva favorito fenomeni come l'affermazione delle signorie. Erano avvenuti importanti cambiamenti anche nelle città a partire dall'XI secolo, iniziando dalla crescita del ruolo politico ed economico dei centri urbani. Nelle città vivevano infatti persone molto diverse nell'ambito sociale: vi erano un gran numero di famiglie nobili, contadini, ma anche mercanti, artigiani e notai.nell'Italia centro settentrionale molte città divennero organismi politici autonomi e tra il 12° e il 13⁰ secolo riuscirono ad assumere il controllo delle campagne circostanti. Già dai tempi degli ottoni l'amministrazione la difesa militare erano affidate dal sovrano al vescovo, colui che si occupava di riscuotere i tributi dagli abitanti della città e inoltre garantiva l'ordine pubblico, con lo scopo di avere al suo servizio una clientela di cavalieri detti MILITES, che erano gran parte suoi parenti o a lui legati. Con il passare del tempo, gli aristocratici volevano un ruolo sempre più importante nel governo della città e consigliavano il vescovo su questioni di interesse comune. Tutti gli altri cittadini, i CIVES quindi gli aristocratici commercianti e gli artigiani più ricchi si allearono fra loro per governare e difendere in autonomia...
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la propria città. Inizialmente furono le principali famiglie di aristocratici e i MILITES a porsi alla guida delle nuove istituzioni comunali, in un secondo momento parteciparono alla gestione del comune anche i mercanti e i grandi banchieri. Con il tempo il il gruppo dei MILITES aumentò a causa delle nuove famiglie che attratte dalla vivacità dei centri urbani si trasferivano in città, molti aristocratici avevano mantenuto i loro castelli e le loro proprietà nelle campagne ma volevano esibire la loro la loro ricchezza e il loro stato sociale perciò abitavano in bei palazzi fiancheggiati da imponenti torri. Erano giunti in città anche molti contadini che grazie ad un po' di fortuna e un po' di spirito di iniziativa, si erano trasformati in commercianti, artigiani, uomini d'affari, diventando ricchi. Verso la fine dell'llº e il XII secolo questi cittadini per proteggere i loro diritti e loro privilegi si riunirono in corporazioni chiamate Arti o Mestieri. A queste corporazioni non erano messi negli apprendisti nei salariati ma soltanto i maestri, i giudici e i notai. Gli iscritti alle arti stabilivano qualsiasi aspetto rivolto all'attività della corporazione come ad esempio gli standard di qualità, i prezzi di prodotti finiti, le condizioni di lavoro... Sia gli apprendisti che i salariati non godevano di alcun diritto, non avevano possibilità di contrattare orari o salari e non potevano riunirsi in associazioni e nemmeno fare sciopero. Alcune arti godettero di maggiore importanza e prestigio, altri meno, a Firenze ad esempio esistevano sette Arti Maggiori frequentate da giudici e notai, mercanti e c'erano poi le Arti Minori formate dagli artigiani e da piccoli negozianti come ad esempio calzolai, fabbri e fornai. IMERCANTI: Figure fondamentali per il rilancio dell'economia e dei traffici furono i mercanti e i banchieri. il mercante, dai primi secoli Del medioevo era un viaggiatore, che si muoveva principalmente sulle vie fluviali e marittime. Doveva munirsi di pazienza e avere disposizione grandi somme di denaro per sostenere i viaggi spesso molto lunghi e rischiosi, Inoltre doveva conoscere le lingue volgari; la lingua parlata nella zona internazionale del commercio in Occidente fu il francese, per poi passare all'italiano. Nei centri di scambio potevano trovarsi facilmente alcuni interpreti, i mercanti furono i primi ad usare dizionari bilingue. Grazie allo sviluppo della città accanto alla figura del mercante itinerante si sviluppò anche la figura del mercante sedentario, colui che all'interno delle mura cittadine in una sede centrale gestiva i suoi affari appoggiandosi ad una rete di soci e impiegati che lo sostituivano negli spostamenti facendosi aiutare da un notaio usando raffinate tecniche commerciali. Veniva utilizzato un registro a partita doppia cioè annotava su una colonna i crediti e su un'altra i debiti e grazie a calcoli teneva sotto controllo lo stato dei suoi conti. IBANCHIERI: Le lettere di cambio o cambiali erano delle ricevute che valevano quanto il denaro versato da chi voleva commerciare e con queste il mercante poteva saldare i propri debiti. Grazie alle crescenti esigenze dei commercianti, si formarono compagnie di banchieri tanto ricche da potersi permettere di prestare grosse somme di denaro a papi e sovrani, i banchieri guadagnavano in molti modi: Prestavano denaro a interesse (davano denaro in prestito a un tasso di interesse che non superasse il 20%, era una pratica messa e diffusa); Esercitavano il mestiere di cambiavalute ( nel Medioevo circolavano molti tipi di monete da un luogo all'altro differenti per peso e per valore) la circolazione di merci di lusso e l'aumento degli scambi commerciali resero possibile la realizzazione con metalli preziosi come l'oro e l'argento; Utilizzando una bilancia pesavano le monete per stimare il valore e calcolarne poi il cambio; Fornivano garanzia assicurativa per il carico delle navi e si impegnavano a rimborsare il valore delle merci in caso di naufragio; ● Nel 12° secolo nacquero le università, i membri delle corporazioni avevano bisogno di conoscere le leggi e inoltre servivano persone istruite per l'amministrazione del Comune e per le nuove professioni cittadine come il notariato e l'avvocatura. (Prime università europee: Italia - Bologna fine II° secolo/ Inghilterra- Oxford 1170/ Francia- Parigi inizi 13° secolo) Per tutto il XII secolo gli studenti loro maestri hanno avuto l'abitudine di spostarsi da una città all'altra così nacquero le università di Padova, Siena, Firenze e Pavia. Agli inizi del 200 i comuni cercarono di impedire queste fughe di massa decretando per chi si allontanava la confisca dei beni e la perdita dei diritti di cittadino infatti venendo a mancare tanti studenti e insegnanti tutte le attività commerciali legate alla loro presenza ricevevano un grave danno. I COMUNI IN ITALIA In Italia si sviluppano i comuni in maniera diversa a seconda dell'area geografica, la riforma Gregoriana aveva provocato una grave crisi nell'organizzazione amministrativa della chiesa, in questo modo il vescovo non aveva più potere sulla città e questo andava a vantaggio di nuove forme di autogoverno comunale. L'imperatore che era colui il quale aveva il potere maggiore sulla città all'inizio non fu in grado di contrastare l'espansione dei comuni, perché doveva doveva fronteggiare le guerre dell'aristocrazia tedesca e risolvere la controversia con il Papa per l'investiture quindi riconobbe nuove forme di autogoverno cittadine e si accontentò che le città si lasciassero nelle mani dell'impero. Nei comuni italiani la parte benestante di cittadini si raccoglieva nell'arengo, un'assemblea che decideva in merito ai problemi di interesse generale. Durante l'arengo veniva eletta una magistratura di governo più ristretta, ovvero quella dei consoli che svolgevano una funzione militare e giudiziaria: a loro spettava il compito di difendere la città, assicurare la giustizia e far rispettare le leggi. I consoli due o anche più erano assistiti dal consiglio degli anziani, duravano in carica sei mesi o un anno ed erano quasi sempre scelti fra le grandi famiglie nobili cittadine. All'interno del Comune, si crearono dei conflitti quando le classi aristocratiche iniziarono ad avere più potere. Il Comune era gestito dagli aristocratici, gli altri ceti, commercianti e produttivi appartenevano al popolo. Con il termine popolo si indica dal punto di vista sociale, i cittadini più poveri mentre dal punto di vista politico, le società che svolgevano una funzione politica fondamentale nella fase di costituzione del Comune Popolare. I borghesi erano, nelle regioni europee (Francia Germania e Inghilterra) persone che abitavano città nuove nate come Borghi e svolgevano mestieri come mercanti o artigiani e in cambio di una totale sottomissione erano protetti in caso di guerre o carestie. Non erano indipendenti ma sottomessi dal re, avevano privilegi chiamati “diritti di borghesia”. Contado= si intendeva l'area di campagna intorno alla città Sulla quale il Comune pretendeva di estendere il suo potere. LO SCONTRO TRA IMPERO E COMUNI In Germania due grandi casate feudali, quelle di Baviera e di Svevia, si contendevano da tempo il titolo imperiale.questa lotta si concluse nel 1152 con l'elezione in Germania di un re: Federico I Hohenstaufen, chiamato il Barbarossa. Lo scopo principale di Federico I era rafforzare la sua autorità di imperatore in Germania, ma l'espansione di alcune grandi città italiane allarmò l'imperatore, perché muovevano in guerra le città più piccole e conquistavano i territori. In campagna molte persone chiedevano il suo aiuto, così l'imperatore Federico I reagì in maniera molto determinata riprendendo il controllo politico che gli stava sfuggendo ma anche realizzando una centralizzazione del potere contro l'aumentare dei poteri locali che erano causa di conflitti e di disordine. Secondo il Barbarossa solo l'imperatore poteva amministrare la giustizia, radunare un esercito, proclamare la guerra e riscuotere le tasse. Federico dopo essere stato eletto re di Germania nel 1154 scese in Italia per farsi incoronare imperatore a Roma, a Pavia fu incoronato re d'Italia. A Roma era scoppiata una ribellione contro il pontefice Adriano 4º, nella città in quel momento si trovava il riformatore Arnaldo da Brescia, che con la sua predicazione si scagliava contro i costumi dell'alto clero e scatenò una ribellione antipapale, quando Barbarossa giunse a Roma sottomise la città e catturò Arnaldo, successivamente lo fece impiccare per fare una cosa grata ad Adriano 4º. I resti del corpo di Arnaldo ormai bruciato vennero gettati nel Tevere perché i romani non potessero venerare le sue ceneri come quelle di un martire mentre il Papa incoronò a San Pietro, Federico I come imperatore una volta ottenuto il suo scopo, il Barbarossa così poté fare ritorno in Germania. Nel 1158 Federico convocò nella piana di Roncaglia, vicino a Piacenza una dieta (assemblea del clero.) qui si recarono gli aristocratici dell'impero i rappresentanti dei comuni: il Barbarossa espose a tutti suo programma di riordinamento dell'impero conosciuto con il nome di “constitutio de regalibus". Federico I voleva che fossero rispettati i diritti imperiali, le REGALÌE, solo l'imperatore doveva avere il diritto di imporre pedaggi, riscuotere tasse e amministrare la giustizia. Il programma di Federico I avrebbe portato alla perdita delle libertà acquistate e molte fonti di ricchezza. Milano non accetta queste condizioni e si ribellò ma la reazione di Federico I fu molto dura, dopo due anni di assedio, il capoluogo lombardo fu preso e distrutto nel 1162. Allora così comuni si strinsero in varie leghe, la più famosa fu la lega lombarda, creata dopo il giuramento di Pontida nel 1167 di cui fecero parte quasi tutte le città del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia. Nel frattempo Milano stava risorgendo con l'aiuto dei comuni della lega e con l'appoggio del nuovo Papa Alessandro III, minacciato dalle pretese e delle ambizioni di potere dell'imperatore. In onore di Alessandro III venne fondata una nuova città, Alessandria; in posizione strategica. Nel 1174 il Barbarossa giunse nuovamente nella penisola con lo scopo di catturare il pontefice e sconfiggere una volta per tutte i comuni ma non ci riuscì. Per sei mesi Federico assedio invano la città, infine fu costretto a cedere e a fare ritorno in Germania.lo scontro decisivo tra imperatore e comuni avvenne un paio di anni più tardi nella battaglia di Legnano nel 1176; dopo una tregua di altri sei anni, con la pace di Costanza del 1183 Federico I concluse la pace con i comuni della Lega. Nel 1186 il Barbarossa riuscì a far sposare il figlio di 21 anni Enrico con Costanza d'Altavilla, figlia del normanno Ruggero (I. Nel 1190 Federico I vuole partecipare alla terza crociata ma nonostante l'età, partì e morì prima di raggiungere la Terrasanta annegando mentre attraversava un fiume. ENRICO 6° -> nel 1194, dopo otto anni di matrimonio Costanza ed Enrico VI ebbero un figlio, chiamato come il nonno con il nome di Federico 2º. Il padre Enrico infatti non riuscì a realizzare il suo sogno che puntava ad allargare l'impero anche alle coste dell'Africa, della Spagna e verso Costantinopoli, perché morì Improvvisamente a 32 anni, E poco dopo di lui morì anche Costanza, che affidò la tutela del piccolo Federico di soli tre anni a Papa Innocenzo terzo. Già ad un anno Federico era stato incoronato re di Sicilia. Con la pace di Costanza del 1183 i comuni erano riusciti a consolidarsi, avevano istituzioni ben definite e si erano dotati di leggi proprie, gli statuti. Si iniziarono a costruire edifici pubblici dove si operava l'amministrazione cittadina. Nel XIII secolo e sostituirono i consoli, ritenuti spesso troppo di parte con un podestà, (autorità) che doveva essere forestiero. A partire dalla seconda metà del 200 alcuni cittadini si riunirono nelle società di popolo o più in generale nel popolo, una categoria che escludeva i cittadini più poveri. È il gruppi riuniti intorno al popolo riescono alla fine ad arrivare al governo della città a dotarsi di propri organismi e dei propri consiglieri per amministrare il potere eleggere un capitano del popolo, che si affianco al podestà. Nel comune popolare i provvedimenti dovevano essere approvati dal consiglio del comune e anche dal consiglio della società del popolo; il capitano del popolo si occupava della difesa dell'ordine pubblico, mentre il podestà amministrava la giustizia e curava il funzionamento degli uffici comunali. Il Comune tendeva ad ampliare la sua autorità e il suo dominio sulle campagne circostanti sottomettendo quando era necessario con la forza delle armi. Non tutti i nobili erano membri della comunità cittadina o comunque ne accettavano l'egemonia; le autorità comunali a volte versavano un pagamento in denaro in cambio della liberazione in massa dei contadini-servi. I contadini affrancati cioè uomini liberi del popolo dei franchi, potevano andare ad abitare in città dove c'era sempre gran bisogno di operai per le manifatture, soprattutto tessili. IL CARROCCIO - il carroccio era un grande carro quattro ruote usato in battaglia, tirato da vuoi che portavano le insegne del Comune. Sul carro stavano una campana, la Martinella insieme agli stendardi cittadini, i trombettieri che ordinavano le merci e le fermate, e un altare per dire la messa. Al suono della campana iniziava la battaglia, il carro rappresentava un punto di riferimento durante il combattimento, Durante il periodo di pace il carroccio veniva conservato nella chiesa principale della città.