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Grecia arcaica

19/4/2023

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LA GRECIA ARCAICA (1200-480 a.C.)
Dal XII la Grecia vive una grande crisi, con incendi e distruzione mentre si sviluppa il ferro, meno
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LA GRECIA ARCAICA (1200-480 a.C.) Dal XII la Grecia vive una grande crisi, con incendi e distruzione mentre si sviluppa il ferro, meno costoso, più facile da reperire e da lavorare rispetto al bronzo, che viene quindi sostituito. Per questo vi fu una rivoluzione democratica nello sviluppo della guerra fin ora appartenuta ad un'élite di guerrieri. Il ferro infatti, essendo meno costoso, era accessibile anche ai più poveri. Il passaggio dall'età del bronzo all'età del ferro porta grandi sconvolgimenti e cambiamenti politici, economici e sociali. I regni si depotenziano e perdono il loro potere centrale. La cultura sarà condizionata dalla migrazione di numerose culture, come gli ebrei che sono monoteisti, e dall'arrivo di altre, come i fenici. Il regno degli ittiti invece si trasforma, disfacendosi, in tanti piccoli principati e lotta per mantenere l'identità culturale. I micenei vennero sconfitti dai Dori, che eliminarono la civiltà palaziale e gli loni e gli Eoli si spostarono dalla Grecia continentale verso l'Egeo per formare nuove colonie oltremare permettendo così la prima colonizzazione. All'espansione migratoria si contrappose una contrazione dell'economia, per questo si parla di "Medioevo ellenico". Vi fu una diminuzione della popolazione e della ricchezza, cui si affiancò un regresso culturale che comprende anche la scomparsa della scrittura (periodo di crisi si cresce e si migliora). Già nel...

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Didascalia alternativa:

X secolo vi fu una rinascita in tutto il mediterraneo Orientale, in Mesopotamia gli assiri ricostruirono il loro regno espandendosi, l'Egitto ebbe legami con le coste del Mediterraneo e la nascita dei regni di Lidia e di Frigia portò all'intensificazione dei commerci con una crescita demografica e il ristabilimento dei contatti con l'esterno. Importante fu l'intermediazione dei Fenici (chiamati così per la loro abilità nella produzione della porpora, segno di prestigio) in quanto commerciarono con Egitto, Anatolia e Mesopotamia, appoggiandosi a Creta e Cipro, punti di contatto tra Grecia continentale e vicino Oriente. Con gli scambi commerciali coincidono gli scambi culturali che portarono alla diffusione dei modelli di pittura vascolare figurativa del Levante, all'imitazione della statuaria egizia e all'assorbimento della letteratura mitologica (come si vede nella Teogonia di Esiodo). I fenici sono anche stati importanti per la trasmissione della scrittura alfabetica. In questo periodo i contatti tra occidente e oriente furono più stabili, i Greci e i Fenici raggiunsero le isole del mediterraneo, Italia meridionale, Spagna e Francia. Gli insediamenti diventano prima colonie e poi città autonome. È questa la seconda colonizzazione, dovuta alla necessità di cercare nuove terre e risorse. Nelle colonie e in Grecia vi fu una nuova forma di organizzazione sociale e di convivenza civile, la polis. Gli spazi erano distribuiti più ordinatamente e nacquero forme di governo diverse tra loro (la più importante è la polis di Atene → Alessandro Barbero, democrazia di Atene). Coi greci l'arte abbandona le finalità religiose e magiche ed esprime l'intelletto umano e la ricerca razionale degli ideali di bellezza, equilibrio e perfezione. L'arte risponde alle esigenze dell'uomo (Panofsky dice che gli egizi coi loro canoni producevano le parti in varie città). La storia dell'arte greca si vide in 4 periodi: PERIODO DI FORMAZIONE (XII-VII a.C.)→vi è un'importante produzione della ceramica, si fondano le prime città e nasce la scultura monumentale. Il periodo di formazione si divide in: -Proto-geometrico (1050-900 a. C.) -geometrico (900-700 a. C.) -orientalizzante (700-650 a.C.) PERIODO ARCAICO (VII-480 a.C.)→si sviluppa l'architettura dei templi con armonia e ricchezza dei materiali e si rappresenta la figura umana. Si divide in: -primo arcaico (620-580/570 a. C.) -arcaico maturo (580/570-530 a.C.) -arcaico tardo (530-480 a.C.) •PERIODO CLASSICO/DELL'ORO (480-323 a.C.)→rappresenta il momento di maggior splendore della società, economia, arte e cultura greca. Si divide in: -classico iniziale/dello stile severo (480-450 a.C.) -classico maturo (450-425 a.C.) -stile ricco (425-380 a.C.) -classico tardo (380-325 a.C.) PERIODO ELLENISTICO (323-31 a.C.) →inizia il declino dell'arte greca ma anche la sua massima diffusione, l'arte romana non sopraffarà l'arte greca e ne prenderà spunto. Si divide in: -primo ellenismo (323-230 a. C.) -medio ellenismo (230-170 a.C.) -tardo ellenismo (170-31 a.C.) NEL PERIODO DI FORMAZIONE vi è una lunga serie di cambiamenti che, con le influenze precedenti, permettono uno sviluppo autonomo della civiltà greca. In questa fase si abbandona la città-fortezza del wanax (capo supremo) e si afferma la polis. Le condizioni di vita son più stabili e con la diffusione del ferro vi è un miglioramento dei terreni e torna l'agricoltura. La popolazione aumenta e si riprende l'urbanizzazione. Verso la metà del VIII secolo a. C. in Grecia vi sono numerosi organismi politici autonomi e indipendenti formati dalla città e dalla campagna, le polis. Inizialmente erano un esempio di organizzazione sociale e di convivenza civile, erano comunità di cittadini liberi che si autogovernavano. La polis si compone di più parti: ACROPOLI, nelle città-fortezza era la parte più alta della città dove si trovava il re. Inizialmente era abitata e coincideva con la polis stessa, poi vi è solo il tempio e rappresenta il cuore simbolico e religioso della polis; ● •ASTY/città bassa, era ai piedi dell'acropoli ed era il cuore sociale in quanto era la città vera e propria, vi erano le case, botteghe e gli edifici pubblici; AGORÀ, la piazza al centro della polis, si svolge il mercato si trattano gli affari e successivamente si tengono le assemblee, è il cuore civile; CHORA, la campagna dalla quale trae sostentamento la polis e da cui i cittadini derivano la loro appartenenza sociale: solo chi possedeva la terra era un cittadino. La chora era divisa in komai, villaggi dove vivevano pastori e contadini. Era il cuore economico e produttivo. Le abitazioni della polis sono capanne formate da un solo ambiente senza finestre e realizzate con materiali poveri (fango, paglia, legno). PERIODO PROTO-GEOMETRICO Fin dall'inizio la produzione ceramica è importante dato che l'argilla è facile da reperire. La terracotta era inoltre l'unico materiale disponibile per la creazione di contenitori di qualsiasi forma e funzione. Le superfici vengono ricoperte con decorazioni geometriche, potevano essere linee parallele ondulate, triangoli a reticolo o centri concentrici. Il colore usato è il nero che appare lucido risaltando sul fondo bruno-rossiccio o giallo-ocra della terracotta naturale. Il luogo di produzione più importante è Atene. Il vaso è composto da spalla, labbro, anse, piede, decorati per esaltare la forma e collo e corpo non decorati. Stele in pietra ( Vaso per libagioni Lastra di pietra Tavoletta Urna 1. Bocca 2. Orio o labbro 3. Manico o ansa ANFORA DEL LAMENTO FUNEBRE -4. Collo 5. Spalla PERIODO GEOMETRICO Nel VIII secolo a.C. ad Atene si sviluppa il periodo geometrico. Vengono usate figure semplici, come triangoli, rombi, cerchi, quadrati (le losanghe) ma si sviluppano anche scacchi, svastiche (simboleggia la divinità del sole), greche e meandri. Successivamente si rappresentano modelli, anche antropomorfi e zoomorfi, presenti in natura in modo astratto con forme geometriche ideali. La decorazione è su tutta la superficie del vaso. Meandro Motivo ornamentale ispirato GGGGG VASI FUNERARI DEL DIPYLON al corso del Maiandros, fiume dell'Asia Minore (attuale Turchia), caratterizzato dal tortuoso succedersi delle anse. Le prime scene figurate appaiono su vasi monumentali di uso funebre rinvenuti nella necropoli di Dipylon. Insieme alla tumulazione viene ripresa la cremazione dei defunti e la raccolta delle ceneri in urne di terracotta, tipica del rito funebre omerico. Le urne venivano poi interrate e a proteggerle veniva incastrato nel terreno un lastrone di pietra poggiante su una tavoletta, sul quale si collocava un'anfora per le donne e un cratere per gli uomini dall'apertura larga con un foro sul fondo, così che con l'acqua piovana giungevano al defunto le offerte di vino e miele (libagioni). Questi vasi erano parzialmente interrati accanto ad una stele di pietra così che sporgessero solo le bocche. Greca Motivo molto diffu- so in ambiente ellenico consi- 6. Corpo o pancia →anfora in terracotta ateniese degli inizi del X secolo, oggi è al British Museum; →è a collo distinto (o staccato) poiché il collo si connette al corpo nettamente, come se fosse stata applicata successivamente. Vi sono 4 serie di cerchi concentrici nero lucido inseriti in un fregio all'altezza della spalla del vaso mentre in corrispondenza delle anse vi è una fascia continua compresa tra 2 linee che accentua la circonferenza della pancia. Motivi decorativi geometrici 7. Piede Losanga Quadrilatero con lati uguali e diagonali fra loro perpendicolari. Svastica Simbolo geometrico antichis- simo, consiste in una croce a bracci eguali che presenta, alle quattro estremità dei prolun- gamenti disposti ad angolo retto. Contrariamente alla valenza negativa attribuitale, a seguito dell'uso fattone dal nazismo nel secolo scorso, la svastica era in origine un simbolo solare di lu- ce e di gioia ലലലലല w stente nel succedersi di segmenti paralleli uniti tra loro da altri segmenti uguali, ma ruotati ad angolo retto. →760-750 a.C. ora è ad Atene →probabilmente era destinata alla sepoltura di una nobile donna. L'anfora è stata realizzata in diverse parti assemblate successivamente; →vi sono 65 fasce sovrapposte (registri) a motivi geometrici. Percorrono tutto il vaso, quelle del collo e delle anse sono più spesse di quelle di bocca, spalle e piede; →le decorazioni in vernice nero lucida su fondo rosso-terracotta son formate dal susseguirsi di greche, meandri e figure geometriche mentre tra le anse, nel registro più alto, vi è un lamento funebre. Al centro c'è un letto (catafalco) sul quale è posto il cadavere di una donna, riconoscibile dalla lunga veste. Intorno alla salma ci sono 14 figure maschili stanti (in piedi) con le mani alla testa, in segno di disperazione. Son disposte simmetricamente, nelle 7 a sinistra vi sono 2 con la spada, nelle 7 a destra vi è un bimbo, forse il figlio della defunta. Sotto al letto ci sono 4 figure piangenti, 2 femmine inginocchiate a sinistra e 2 uomini seduti a destra. I personaggi venivano schiacciati su un unico piano, forse le figure erano al lato della defunta. I corpi son però realizzati con l'assemblaggio di figure geometriche (triangoli →busti, cerchi teste, trapezi braccia). A volte le donne venivano pagate per piangere durante il lamento; →in altre 2 fasce vi sono cervi al pascolo. Questo motivo orientale viene semplificato così come le figure umane, tanto che appaiono come una ripetizione di elementi in successione piuttosto che come immagini autonome. Il cervo è un simbolo ebreo e cristiano perché s'ispira ad un salmo ebreo. Sono tracce d'influenza. PERIODO ORIENTALIZZANTE Nel VII secolo a. C. la produzione artistica entra nella fase orientalizzante, vengono abbandonate le decorazioni geometriche e si preferiscono motivi naturalistici orientalizzanti: vegetali, animali o relativi ad esseri fantastici. Successivamente appariranno anche scene figurate riferite ad episodi mitologici. Le figure su fondo chiaro non sono più tratteggiate con una linea di contorno ma sono colorate, sono inoltre più morbide e flessibili, rappresentano il movimento. Vengono descritte dettagliatamente e disposte ordinatamente per fasce sul vaso, che solitamente è piccolo. Con questo stile si intensificano i commerci e gli scambi con l'est. Il centro più importante della produzione è Corinto. OLPE CHIGI →640 a.C. →è stata rinvenuta in una tomba etrusca di Veio nell'800 e ora si trova nel museo Etrusco di Roma; →veniva usato per versare l'acqua, è molto grande rispetto alla produzione del tempo ed ha una decorazione nera su fondo chiaro, con dettagli incisi in policromia (usando diversi colori); →il tema dei 3 registri sovrapposti è la vita di un giovane aristocratico. Nel primo vi è la guerra, 2 schiere di opliti si stanno per scontrare, quella di sinistra si muove al suono del doppio flauto (tipico di Sparta). Per dare un senso di profondità i soldati della falange son stati sovrapposti. I guerrieri hanno armature e si proteggono con gli scudi. Nel secondo registro ci sono la caccia al leone, una parata di carri e il giudizio di Paride dove decide la dea più bella alla quale darà il pomo d'oro. Nel terzo vi è una caccia alla volpe e alla lepre in mezzo all'erba e agli alberi mossi dal vento. Il vaso rappresenta il coraggio, la fortezza e la salvezza. NELL'ETÀ ARCAICA all'interno delle polis e delle colonie sorgono le prime costruzioni architettoniche (templi e santuari) dove la proporzione e l'armonia delle forme diventano più importanti della monumentalità e della ricchezza dei materiali. Si evolvono anche la scultura e la pittura vascolare che abbandona la geometria e si dirige verso la figura umana. Umanità-Divinità IL TEMPIO Inizialmente i riti religiosi si svolgevano sugli altari (are) all'aperto ma successivamente si sviluppa il tempio, la dimora terrena degli dei. La religione greca è politeista, uomini e dei si somigliano e quindi hanno un rapporto diretto e confidenziale. Nel tempio infatti si adottano proporzioni armoniose e forme semplici e razionali tanto che l'architettura risulta equilibrata, umana. Il tempio si sviluppa parallelamente alla casa e quindi ne assume forme e caratteristiche. La casa consiste in un unico ambiente a pianta rettangolare con un tetto a capanna (2spioventi contrapposti) in legno o paglia. Solo dal VII secolo a.C. si registra il passaggio alla pietra, marmo e mattone cotto, e per la copertura, alle tegole in terracotta. I tempi s'ispirano a modelli fittili reperiti in alcuni santuari greci. LA PIANTA DEL TEMPIO può variare sia in base al periodo, alle dimensioni e al luogo di costruzione. Il tempio si divide in: NAOS (cella), contiene la statua del dio (AGALMA) a cui il tempio è dedicato. La cella ha una pianta rettangolare e vi si accede con un'unica porta che si apre sul lato minore, ad est. L'interno è buio per conferire sacralità; PRONAO→lo spazio porticato di fronte alla cella, ha la funzione di filtro simbolico tra l'esterno (realtà umana di tutti i giorni) e il naos (realtà divina); COLONNE→son di numero vario in base alle dimensioni del tempio. Se davanti son 4 si dice tetrastilo (stylos colonna), 6 esastilo, 8 octastilo, 10 decastilo, 12 dodecastilo; OPISTODOMO⇒ha una funzione estetica per dar simmetria. La novità più grande dei greci fu L'ORDINE ARCHITETTONICO che consiste in una serie di regole geometriche e matematiche dove le dimensioni degli elementi sono in rapporto tra loro e con l'edificio in generale. Lo spunto deriva dalla natura, dove animali e piante hanno proporzioni precise e definite, tutto è in rapporto. Secondo Vitruvio la progettazione dei tempi si basa sulla simmetria e la proporzione consiste nella commisurabilità delle singole parti di tutta l'opera. La commisurabilità si basa sul modulo fisso (UdM scelto) e consente di usare la simmetria. Se la natura ha creato l'uomo in modo proporzionato, così devono essere anche le opere. Vitruvio utilizzava i termini genus (genere), ratio (regola) e mos (norma) mentre Leon Battista Alberti parlava di opus (opera). Il termine ordine viene introdotto nel 16° secolo. Thompson si chiede però se gli ordini classici siano veramente esistiti o se son stati interpretati da Leon Battista Alberti. Gli ordini dei greci son 3: •dorico, che nella sua semplicità è dedicato agli uomini, rappresentando la forza; ionico, dedicato alle donne a causa della slanciatezza femminile; l'altezza è 8/9 volte il modulo e Modellino di tempio o abita ca 725-700 a.C., Atene, Museo Archeologico Nazionale opistodomo Naos pronao l'intercolumnio è più largo; corinzio, dedicato alle vergini e quindi alla purezza delle fanciulle; Ogni ordine ha caratteristiche distinte ma sono accomunati da rapporti proporzionali, accordi armonici e regole geometrico-matematiche. Frontone Trabeazione Colonna Crepidoma Fregio Triglifo Regula Gocce Architrave Capitello Fusto Acroterio angolare Gronda Cornice Timpano Mutulo Metopa Tenia Abaco -Echino Collarino Stilobate L'ORDINE DORICO è il più antico e viene impiegato per la costruzione di templi. Secondo Vitruvio il nome deriva dai Dori del Peloponneso e secondo lui la colonna dorica rappresentava la proporzione, forza ed eleganza del corpo umano. I primi esempi sono del 7°secolo. Il tempio dorico è formato da: CREPIDOMA→il tempio poggia su un basamento in pietra formato da 3 o più gradini che sopraelevano l'edificio, separando gli dei dagli uomini. La parte superiore del crepidoma su cui poggiano le colonne si chiama STILOBATE (stylos colonna, basis →base) COLONNA→è formata da un fusto verticale e dal capitello. Sono uniti dal COLLARINO. -FUSTO (o scalpo)→inizialmente era fatto in legno ma il materiale diventa poi la pietra o il marmo. Il fusto viene realizzato in più pezzi e gli elementi che lo compongono si chiamano ROCCHI. Essi venivano sovrapposti a secco, fissati da un perno centrale in bronzo. Il fusto è rastremato verso l'alto quindi la base (imoscapo) è maggiore della parte al collarino (sommoscapo). La rastremazione non è però uniforme infatti ad un terzo dell'altezza vi è un rigonfiamento (entasi), con la funzione di correggere la percezione ottica della colonna che altrimenti sembrerebbe sottile. Il fusto è scanalato (20 scanalature) e le scanalature son cilindriche e vicine così da formare degli spigoli vivi, quasi prive di smussature. In questo modo, quando la colonna viene colpita dal sole, vi sono fasce di luce alternate a fasce d'ombra, così da farla sembrare slanciata e non appesantendo la struttura. -CAPITELLO → è la sommità della colonna e rappresenta la testa. È formato da abaco, un parallelepipedo schiacciato che si trova nella parte superiore, ed echino (gola), nella parte inferiore che appare come un catino circolare dal profilo convesso. •TRABEAZIONE⇒poggia sul capitello ed è formata da: -ARCHITRAVE (o epistilio). Collega orizzontalmente le colonne e sostiene la trabeazione, sulla quale poggiano le travi del tetto -FREGIO→sormonta l'architrave e la divide attraverso la tenia. Si sviluppa lungo tutto il tempio e si alternano metope e triglifi. La metopa è una lastra di pietra che chiude gli spazi che inizialmente si creavano tra le travi che, appoggiate all'architrave, sorreggevano il tetto. Inizialmente erano lisce, poi iniziano ad essere dipinte o decorate con bassorilievi. Il triglifo sostituisce le tavolette in terracotta che proteggevano le travi per impedire che s'imputridissero, facilitando il defluire dell'acqua. Vi sono 4 scanalature verticali, le 2 centrali sono uguali mentre le 2 laterali sono a metà. Sotto al triglifo vi è inoltre un listello in pietra, la regula, dal quale pendono 4 o 6 gocce che ricordano le gocce d'acqua che scendevano dalle travi in legno. -CORNICE →è sopra al fregio e protegge i bassorilievi dalla pioggia; •FRONTONE→il tetto a capanna è formato da 2 timpani a forma triangolare e da cornici che lo contornano. Alla sommità del frontone e ai vertici laterali si trovano dei piedistalli in pietra che sorreggono delle statue a tutto tondo decorative. Piedistalli e statue prendono il nome di acroteri. I tetti dei tempi sono a capanna, con 2 superfici piane, le falde, che s'incontrano nella linea di colmo. Il manto di copertura è fatto in tegole piane di terracotta sovrastate da coppi. Per evitare che i coppi scivolino, vengono fermati con antefisse, elementi in terracotta o pietra, modellati con figure antropomorfe. Originariamente tutti gli elementi dei templi erano colorati. Inoltre nel 700, essendo rimaste solo delle parti di colore, è stato deciso di cancellarle. LE CORREZIONI OTTICHE Gli elementi architettonici son sempre stati legati da rapporti proporzionali che però non erano sufficienti a raggiungere la perfezione e l'equilibrio. Oltre all'entasi lo stilobate era leggermente convesso così da dare l'impressione di essere orizzontale. Se fosse stato orizzontale, con un'illusione ottica sarebbe apparso concavo. Le colonne non son mai perfettamente verticali ma inclinate verso l'interno in quanto se così non fosse sembrerebbe pendere verso chi la guarda. IL CONFLITTO ANGOLARE Nello spigolo di un tempio vi è il problema del conflitto angolare dove non si possono rispettare le 2 regole fondamentali doriche: che ciascun triglifo sia in asse rispetto alla colonna; •che su ciascuno spigolo ci siano 2 triglifi concomitanti. Se s'iniziasse il fregio con un triglifo esso non sarebbe in asse con la colonna e la prima metopa avrebbe una dimensione maggiore delle altre. La soluzione è quella di avvicinare proporzionalmente le prime 3 colonne, lasciando invariata la dimensione delle metope finali. L'ultimo triglifo non è in asse con la colonna d'angolo ma non si percepisce. Navate laterali HERAION DI OLIMPIA → è stato eretto in onore di Hera, sorella e sposa di Zeus; →sorge nel santuario di Zeus, in Elide (Peloponneso). La città di Olimpia divenne anche la sede dei giochi panellenici competizioni in onore di Zeus che avvenivano ogni 4 anni (con la vittoria l'atleta si avvicinava alla divinità. Durante i giochi le guerre venivano sospese); →Heraion ha una pianta periptera esastila, con un lungo naos e possiede sia pronao che opistodomo. Il naos è diviso in 3 navate, quella centrale è 3 volte più larga delle altre mentre nelle navate laterali vi sono 4 speroni che creano altrettanti nicchioni dove Navata centrale Nicchioni venivano deposti i doni votivi; →vi è una forte sproporzione tra larghezza e lunghezza ma col passare del tempo le dimensioni dei templi si sarebbero stabilizzate; →inizialmente le colonne erano in legno di quercia ma a causa del deterioramento vennero sostituite da alcune in pietra calcarea. PAESTUM →è il nome latino di Poseidonia, nella valle del Sele, a Salerno. Infatti in magna Grecia son presenti molti resti dorici e si nota che qui i progressi arriveranno più tardi rispetto alla Grecia. Si sviluppano anche tendenze autonome; →la città nacque intorno al 700a.C. ed è fondata da popolazioni dell'Acaia (Peloponneso); ➜era fortificata e aveva 4 porte in corrispondenza dei punti cardinali. Aveva una struttura a pettine con le 3 strade principali parallele e una fitta rete di vie, perpendicolari alle prime. ➜a nord della prima delle 3 strade c'era l'area del SANTUARIO dedicato ad ATHENA. Tra questa strada e la 2° c'era l'asty con tutti gli edifici mentre tra 2° e 3° via vi era l'area dedicata al SANTUARIO dedicato a POSEIDON con i tempi in onore di Hera e Poseidone. I TEMPLI DI POSEIDON BYLI C BASILICA 540-510 a.C. →secondo una credenza non si trattava di un tempio ma di una basilica nel senso romano di tempio coperto destinato ad essere un tribunale, da qui il nome basilica; →è un tempio periptero ennastilo (9 colonne sul fronte) ed è dedicato ad Hera. →la superficie è doppia rispetto all'Heraion di Olimpia e supera di poco il rapporto ideale di 1 a 2 tra lato lungo e corto; →è periptero esastilo ed è più grande della basilica. Forse è dedicato a Poseidone; Adyton →è in pietra calcarea, il naos è diviso in 3 navate con 2 ordini di 7 colonne sovrapposte. L'accesso alla cella è rialzato rispetto al pronao di alcuni gradini. Le colonne sono massicce Naos Naos →le 50 colonne in pietra calcarea sono ancora intatte mentre è rimasto poco del naos, diviso in 2 navate da una fila centrale di colonne. Ad ovest del naos c'era probabilmente un sacrario accessibile solo ai sacerdoti (adyton), il cuore simbolico dell'edificio dove vi era la statua della divinità. Anche fregio, cornice e i frontoni sono andati persi. Le colonne sono molto rastremate, l'entasi è pronunciata, l'echino è molto schiacciato mentre l'abaco è largo. La parte alta del collarino è decorata con incavature regolari. La decorazione si ricollega ai modelli micenei. TEMPIO DI NETTUNO (POSEIDONION) →460-450 Pronao Opistodomo Pronao ●● Scala di accesso ed hanno 24 scanalature anziché 20. Opistodomo Pronao Frontone Trabeazione Noos Scale sottotetto; →il conflitto angolare viene risolto allargando le ultime metope d'angolo e diminuendo l'interasse tra le 2 colonne laterali esterne. Colonna Fregio continuo Crepidoma Tavoletta di sostegno Capitello Listello Ovoli e dardi Astragalo Fusto scanalato a spigoli smussati TEMPIO DELLA CONCORDIA DI AGRIGENTO → →Ad Agrigento, Sicilia, si trova la VALLE DEI TEMPLI, dove vi è una decina di templi e sacelli (altari a cielo aperto), i quali formavano una via sacra che circondava la polis; →ha una pianta periptera esastila con un rapporto 1:22,33; →è in pietra calcarea e l'edificio si innalza su un crepidoma di 4 gradini. Il naos ha un'unica navata, vi è sia pronao che opistodomo e delle scale ai lati dell'ingresso portano al Base Stilobate Gronda Timpano Cornice 971348 Architrave tripartito Canale Abaco Echino a volute Voluta Occhio essere quasi sempre in ombra; -FUSTO→si poggia sulla base tramite l'apofige, terminante con un listello, la cintura. Il fusto ionico è meno rastremato, non ha entasi ed è solcato da almeno 24 scanalature con spigoli smussati; -CAPITELLO→spesso è dipinto di rosso, oro e blu. È composto da un echino convesso decorato a ovoli e dardi, da 2 volute (una spirale il cui centro è l'occhio e la cornice è il listello) e da un abaco. Questo ha una pianta quadrata e un piccolo spessore. Il profilo è spesso decorato. •TRABEAZIONE→è formata da architrave, fregio e cornice: -ARCHITRAVE→è tripartito orizzontalmente, è quindi formato da 3 fasce sagomate; -FREGIO→è continuo e non più suddiviso da metope e triglifi; -CORNICE sopra al fregio, è simile a quella dorica così come il frontone. Metopa d'angolo HOW L'ORDINE IONICO si sviluppa in Grecia poco dopo al dorico, intorno al VI secolo. Ha origini orientali infatti gli ioni, migranti in asia minore al tempo delle prime invasioni doriche, avevano fondato importante colonie e coi contatti con le altre popolazioni svilupparono gusti diversi da quelli dorici. COLONNA→è formata da base, fusto e capitello: Apofige Cintura Toro Scozia Interasse -BASE →il fusto poggia sulla base che Vitruvio paragona a una calzatura femminile, così che appaia slanciata e graziata. La base più diffusa è la base attica, che si compone di 3 elementi a pianta circolare sovrapposte, di 2 modanature (elemento decorativo sagomato che unisce le altre 2 parti) convesse, semicircolari lisce o decorate, i tori, con una modanatura concava a forma di canale, la scozia (o trochilo), incavata che risulta HERAION DI SAMO →575-560 a.C. →il tempio fu realizzato da Rhoikos (o Reco il giovane) e Theodoros (o Teodoro II); →si trova all'interno di un santuario dedicato ad Hera a Samo, in Asia minore. Secondo la leggenda Era si sarebbe sposata con Zeus proprio in quest'isola, intorno alla quale si sviluppò uno delle più illustri scuole di scultura arcaica; Colonna →non è rimasto quasi nulla a causa di guerre e ai rimaneggiamenti delle epoche successive. È stato ricostruito più volte e conosciamo il suo aspetto grazie alle scritture, soprattutto di Vitruvio; Crepidoma →si poggia su 2 gradini del crepidoma ed è diptero octastilo. La costruzione è asimmetrica, senza l'opistodomo. Il naos è diviso in 3 navate così come il pronao, di forma quadrata. Forse a causa delle numerose colonne, il tempio venne chiamato labirinto. Le 104 colonne erano esili e slanciate, grazie all'altezza di 18m e alle 40 scanalature a spigolosmussato. Le colonne poggiavano sulla base samia o asiatica, formata da un toro decorato con scanalature orizzontali, a sua volta poggiato su un elemento cilindrico scanalato, la spira. Baccello Voluta Capitello Pistillo Stelo Foglia d'acanto Foglietta Occhio o goccia Fusto Base Plinto Fiorone o fiore d'abaco Elice Calato Abaco ......... Peristasi di 10 colonne Calice Seconda corona Prima corona Naos Nervatura Caulicolo Astragalo Pronao Peristasi di 8 colonne -FUSTO→ha 24 scanalature a spigolo smussato, uguali a quelle della colonna ionica (non panciute); -CAPITELLO → è composto da un nucleo a forma di tronco di cono, detto calato. Attorno ad esso si sviluppano le foglie stilizzate d'acanto organizzate in 2 registri, il più basso è la 1°corona mentre l'altro è la 2°. Potrebbe essere presente anche la 3°corona di foglie più piccole. Tra le foglie della terza corona vi sono gli steli (caulicoli) che terminano con un calice da cui partono le volute. Le 4 paia maggiori sono in corrispondenza degli spigoli mentre le 4 paia di volute minori sono a metà del lato dell'abaco e sono L'ORDINE CORINZIO si sviluppa nel V secolo a.C. L'aggettivo corinzio indica Corinto, la città in cui ha avuto inizio. In De architectura Vitruvio narra che il capitello sarebbe stato ispirato allo scultore ateniese Callimaco dalle foglie d'acanto cresciute in un cesto posto sulla tomba di una fanciulla di Corinto. L'ordine corinzio è il più raffinato e snello, misura 10 volte il modulo e rappresenta la gracilità. Rappresentando la purezza delle fanciulle e il meno usato dai greci, che lo considerano eccessivamente elaborato e inadatto ai templi o altre opere importanti. È composto da colonna e crepidoma: COLONNA→trabeazione, cornice e timpani sono simili a quelli ionici ma base, fusto e capitello no: -BASE→la base è ulteriormente rialzata grazie ad un parallelepipedo, il plinto; dette elici. Dalle foglie c'è un stelo dritto che si apre in un fiore dal pistillo con la corolla verso l'esterno e che prende il nome di fiore d'abaco o fiorone. L'abaco non è quadrato ma mistilineo, quindi un quadrato che ha, al posto dei lati retti, 4 archi di cerchio. LE DECORAZIONI SCULTOREE DEI TEMPLI→l'architettura imponente ricerca ornamenti figurativi che ne attenuino la severità e la caratterizzino in senso civico e religioso e la colleghino alla divinità. Le metope ei frontoni fanno quindi alzare gli occhi al cielo, inizialmente contengono dipinti ma poi rilievi. IL PROBLEMA DELLA DECORAZIONE DEL FRONTONE→il timpano frontonale era il più difficile da decorare a causa della forma triangolare, con un'altezza limitata al centro e gli angoli alla base molto acuti. La soluzione fu quella di ridurre le dimensioni delle figure dal centro verso i vertici, senza considerare la sproporzione che quindi si veniva a creare. Gli artisti erano inoltre abituati a progettare per singoli episodi, senza omogeneità all'interno della narrazione. Per i fedeli era importante che il significato degli episodi si rivelasse immediatamente, attraverso conoscenze acquisite tramite i miti tramandati oralmente. Con il passare del tempo la decorazione del frontone si fece più complessa, le storie narrate divennero una sola, la parte destra era in relazione con la sinistra e si sviluppò la proporzione tra i personaggi. Frontone occidentale del TEMPIO di ARTEMIDE a CORFÙ aveva finanziato la costruzione del tempio. I serpenti ci permettono di riconoscerla. Medusa indossa un corto chitone, con gambe e braccia scoperte e stretto in vita da 2 serpenti aggrovigliati. Il volto e il busto son visti frontalmente mentre il corpo, con 2 ali, è in volo, nella posizione della corsa in ginocchio. È affiancata, senza proporzione o successione degli eventi, dai figli nati al momento della sua decapitazione da parte di Perseo, Crisaore, a destra e Pegaso, il cavallo alato, a sinistra. Vi sono poi 2 pantere accovacciate vicino a Medusa, ritenuta signora delle bestie feroci, così come Artemide, divinità alla quale è dedicato il tempio. La testa degli animali è frontale e il corpo si inserisce perfettamente nei lati del triangolo. Più esternamente vi sono episodi della Gigantomachia (battaglia dei giganti) e la narrazione della guerra di troia, a destra Zeus colpisce con un fulmine un gigante inginocchiato, mentre a sinistra Priamo viene ucciso da Achille. Gli angoli del frontone sono occupati da 2 personaggi distesi, che simboleggiano i giganti uccisi Mito di Perseo Medusa e respinti dall'Olimpo e i troiani morti nella guerra di troia. Pantera accovacciata Guerra di Troia Uccisione di Priamo Figura giacente →Corfù VII-VI secolo a.C. → al centro vi è Medusa, la regina delle Gorgoni, in funzione di allontanare gli spiriti maligni e come omaggio a Corinto che Pegaso Crisaore Pantera accovacciata Gigantomachia Zeus colpisce un gigante Figura giacente FRONTONE OCCIDENTALE DELL'HEKATOMPEDON (lungo 100 piedi) DI ATENE →Atene 570-550 a.C. →il tempio dedicato ad Atena è andato distrutto; →vi sono esseri semiumani dotati di coda che riempiono lo spazio all' emità del frontone, il c centro viene occupato da 2 leoni che abbattono un toro. A sinistra vi è Eracle che strangola Tritone, un mostro marino metà uomo metà pesce, figlio di Poseidone e della nereide (figlie di Nereo e Doride) Anfitrite. A destra un essere mostruoso alato, con 3 torsi umani e la coda di serpente assiste alla scena e mentre i volti dei 2 busti interni seguono l'accaduto, il 3° guarda l'osservatore invitandolo a fare lo stesso; →le sculture erano colorate in azzurro, rosso e verde. FRONTONE OCCIDENTALE DEL TEMPIO DI ZEUS A OLIMPIA →460 a.C., Olimpia; →vengono rappresentate le nozze del lapita Piritoo, dove vi erano anche i centauri che, avendo bevuto, avevano provato a rapire la sposa, Ippodamia, molestando le altre donne e gli adolescenti. I centauri violano l'ospitalità sacra ai greci con arroganza e violenza e sono gli dei che devono ristabilire l'armonia. Teseo e Piritoo combattono a destra, seguendo gli ordini di Apollo che si trova al centro con una statua a tutto tondo. Successivamente il dio interviene tra i duellanti, ha il viso girato di 34 e solleva il braccio destro, stabilendo la vittoria dei lapiti (che simboleggiano ragione, civiltà, giustizia, ordine e pietà) sui centauri (che rappresentano irrazionalità, barbarie, ingiustizia, disordine e empietà). Il racconto rappresenta la vittoria dei greci sui persiani. IL PROBLEMA DELLA DECORAZIONE DELLE METOPE→A causa delle dimensioni delle metope rispetto al tempio e all'altezza, imponevano che le scene comprendessero un numero limitato di personaggi. Solo in epoca classica però si cercò di far sì che i soggetti appartenessero ad un'unica storia non episodi e sé stanti come nei templi arcaici. METOPE DEI TEMPLI DI SELINUNTE →tempio Y di Selinunte in Sicilia 550-530 a.C., oggi a Palermo; →le figure sono in rilievo; →nella metopa le 2 divinità femminili, il carro e i 2 cavalli sono frontali, mentre gli altri 2 cavalli rampanti sono di profilo e disposti alle estremità. METOPE DEL TEMPIO DI ZEUS A OLIMPIA 460 a.C., Olimpia; →le figure sono a tutto tondo; →vi è un numero ridotto di personaggi, in posizione eretta o obliqui e un unico tema. Ognuna delle 12 metope rappresenta una fatica di Eracle. Secondo la tradizione, per scontare la punizione per aver ucciso i propri figli e 2 nipoti quando era in preda alla pazzia scatenata da Hera, Eracle fu condannato da un responso della Pizia a sottomettersi a Euristeo, re di Micene, che gli comandò di compiere 12 imprese al termine delle quali avrebbe ottenuto l'immortalità. →LA METOPA CON ATHENA, ERACLE E ATLANTE narra la conquista dei pomi d'oro, dono di nozze di Ghea (la terra) ad Hera, conservati al confine occidentale della terra in un giardino custodito dalle Esperidi, le figlie di Sera. Eracle chiede aiuto ad Atlante, il titano che regge sulle spalle il cielo, il quale accetta, felice di abbandonare per poco la sua incombenza. È quindi Eracle che occupa per un po' il suo posto. Al centro della metopa c'è Eracle, di profilo, con le braccia alzate per reggere il cielo che poggia su un cuscino piegato in 2, viene però aiutato da Athena. La dea è frontale con un braccio sollevato e piegato in suo aiuto, col volto di profilo. Atlante è a ¾, il suo passo è sicuro e svelto mentre con le braccia piegate in gesto di offerta mostra all'eroe i pomi rubati e gli comunica di non voler riprendere il suo posto. La parte inferiore della metopa è divisa solo in 3 parti verticali mentre quella superiore anche in 3 parti orizzontali. UN'ALTRA METOPA RAFFIGURA ERACLE IN LOTTA CONTRO IL TORO che Minosse, re di Creta, si era rifiutato di sacrificare a Poseidone. La divinità aveva quindi reso furioso il toro, il quale era diventato un pericolo per gli abitanti dell'isola. Il toro e Eracle son disposti secondo le diagonali della metopa, così da assumere dimensioni maggiori di quelle che avrebbero avuto se fossero stati eretti. Il toro ha il muso all'indietro così da esaltare il movimento e la lotta; →solo con Fidia i problemi dei frontoni verranno risolti. XOANA → Le più antiche statue di cui siamo venuti a conoscenza sono gli xoana (xeo→lisciare, levigare), sculture in legno votive o di culto ricavate direttamente dai tronchi d'albero e note solo attraverso gli scritti. LA STATUARIA DEDALICA⇒I primi esempi di scultura monumentale a tutto tondo risalgono al VII secolo a.C. e viene chiamata scultura dedalica poiché i greci attribuivano l'invenzione della rappresentanza umana a Dedalo, il primo artista che è riuscito a dare l'illusione del movimento (attraverso la separazione dei piedi), dello sguardo (scolpendo gli occhi) e della parola. Nelle statue greche viene evidenziata la completezza del corpo umano, che non doveva più essere collegato a un sostegno (come per gli egizi) ma doveva essere libero. Il corpo umano, soprattutto nudo, era proporzionato, espressivo e capace di assumere qualunque posizione. Essendo dotato di una bellezza estrema, nessuna veste lo poteva migliorare, infatti solo le donne venivano raffigurate vestite, così da dare l'idea della maternità. Le figure in posizione stante coi piedi uniti erano per la visione frontale, dallo scarso spessore e formate con una sovrapposizione di volumi geometrici: i dettagli anatomici (pettorali, addome, cosce, glutei) sono incisi, il volto è a Vo a U, la testa incorniciata dai capelli suddivisi in trecce. DAMA DI AUXERRE rinvenuta nel 1907 nel magazzino di Auxerre, Francia →necropoli cretese di Eleutherna, oggi Louvre; →640-630 a.C.; 16 →raffigura una giovane donna, forse un'orante, identificabile dalla mano al petto. È in posizione stante, perfettamente frontale e con uno spessore di 10cm. La rigidità e la posa seguono ancora le norme egizie. Il volto è triangolare, con grandi occhi, una fronte bassa e una folta capigliatura a treccine, che quasi annullano il collo. Il braccio destro è piegato e la mano è tra i seni, il braccio sinistro è steso lungo i fianchi. La dama ha una lunga veste, stretta in vita per mettere in evidenza i fianchi tondi, dalla quale sporgono solo le grosse dita dei piedi. La veste è decorata con motivi di quadrati concentrici, un tempo colorati. Le spalle sono coperte da un manto che arriva anche sul braccio destro fino al gomito e nel sinistro fino al polso. KOUROI E KORAI Dall'età arcaica vi è una ricerca della perfezione tecnica, geometrica e dell'equilibrio formale. I soggetti sono il kouros (uomo) e la kore (donna). Il kouros è un giovane uomo nudo in posizione stante, attraverso la nudità si esprimono sia le qualità fisiche che quelle intellettive. Il kouros è raffigurato con la testa eretta, la braccia stese lungo i fianchi, i pugni chiusi e la gamba sinistra leggermente in avanti. La kore è una giovane donna in posizione stante, vestita con un chitone (lunga tunica) e un himation (mantello). La veste indica il ruolo della donna come moglie e madre. Viene raffigurata con la testa eretta, i piedi uniti e un braccio steso lungo il fianco a reggere o sollevare il vestito mentre l'altro è ripiegato sul petto per sorreggere un vaso o un piatto per le offerte. Kouroi e korai possono raffigurare divinità, eroi o esseri umani. Il kouros identifica un giovane con bellezza fisica (kalos bello) e interiore (aghatos⇒buono). Si inizia quindi a parlare di kalos kai aghatos (bello e buono), che rappresentava l'uomo ideale, perfetto e proporzionato. La scultura arcaica s'ispira a quella votiva egizia a causa dei fiorenti commerci. La scultura egizia somiglia a quella arcaica per la gamba sinistra avanzata, la posizione rigida delle braccia e i pugni serrati, si differenzia invece per la finalità, funeraria per gli egizi e anche non per i greci. La scultura attica si divide in dorica, attica e ionica, la proporzione si Phrasikleia, ca 550-540 a.C. affina, nelle doriche i corpi hanno teste troppo grandi c. Aristion di Paros, Kore Atene, Museo Archeologico mentre successivamente si arriva alla proporzione coi a. Kouros, ca 590-580 a.C. New York, Metropolitan Museum of Art. b. Kouros di Volomandra, ca 560-540 a.C. Atene, Museo Archeologico Nazionale. Nazionale. d. Kore, ca 520 a.C. Atene, Museo dell'Acropoli. giusti rapporti. LA SCULTURA DORICA si sviluppa tra il VII e il VI secolo a.C. nel Peloponneso a causa dell'invasione dei dori. Tra gli elementi principali c'è una predilezione per la figura umana maschile nuda, forme semplici e squadrate e proporzioni massicce. Rappresentano quindi solidità e potenza, non vi sono somiglianze con la natura ma una volontà di esprimere calma e severità soprannaturali. SIMMETRIA →gli artisti cercarono il bello non per la somiglianza al vero quanto per la corrispondenza simmetrica fra le varie parti del corpo attraverso schemi geometrici che non hanno riferimenti col reale corpo umano. Attraverso degli assi di simmetria è possibile mettere in evidenza parti del corpo come se fossero riflesse in uno specchio. KLEOBI E BITONE →610-590 a.C. →Delfi →l'autore è Polimede di Argo →la coppia di kouroi rappresenta il santuario dedicato ad Apollo. Le 2 statue e i plinti su cui poggiano son stati ricavati da un unico blocco di marmo. Rappresentano i fratelli Kleobi e Bitone, figli della sacerdotessa di Hera, Cidippe. 12 ragazzi, per permettere alla mamma di arrivare in tempo al tempio di Argo, in occasione di una festività, si sostituirono ai buoi, non ancora arrivati dal pascolo e trascinarono il carro. La sacerdotessa, riconoscente, pregò Hera per ricompensarli dell'impresa e la dea, commossa, li fece sprofondare in un sonno piacevole ed eterno, al fine di fargli evitare l'invecchiamento, il dolore e la morte. Hanno proporzioni tozze e sono in posizione stante. Le braccia muscolose sono leggermente flesse e i polpacci evidenziati in modo quasi innaturale. La testa è squadrata e accentuata dalla capigliatura con 12 trecce. Gli occhi sono a mandorla e le labbra increspate in un sorriso arcaico, in segno di serenità o per far apparire la naturale curvatura della bocca. Anche le ginocchia e l'addome non sono realistici, vengono infatti rese attraverso incisioni geometriche. Nonostante il loro volume massiccio, le statue son state scolpite per essere osservate frontalmente. Viste di lato o da dietro perdono infatti loro espressività e le teste appaiono cubiche. LA SCULTURA ATTICA si sviluppa nel VI secolo a. C., soprattutto ad Atene. Se nella scultura dorica prevale la contrapposizione delle masse, in quella attica si armonizzano meglio le varie membra per aver un maggior equilibrio di volumi e una più razionale unitarietà delle singole parti. È quindi più dolce e naturalistica rispetto alla scultura dorica. MOSCHOPHOROS →570-560 a.C. →Atene, museo dell'acropoli →è un kouros che porta un vitellino sulle spalle tenendolo per le zampe verso il tempio come offerta. Le braccia dell'uomo e dell'animale s'incrociano formando una X, dando simmetria alla statua. Le gambe dal ginocchio in giù sono andate perse tranne un piede e la base su cui era. Il moschophoros porta la chlaina, un mantello sopra al chitone, che aderisce al corpo e ne evidenzia la muscolatura. La testa del vitello è ruotata frontalmente, le braccia piegate e la gamba sinistra in avanti accennano movimento ma ribadiscono l'immobilità della scultura. La testa ovale è incorniciata dai capelli resi come perline e raccolti in trecce. Ha la barba liscia a frangia ed è senza baffi. La statua è in marmo dell'Immetto, un materiale pregiato ma presenta comunque tracce di policromia (gli occhi son colorati con una pasta vitrea). LA SCULTURA IONICA⇒si sviluppa nel VI secolo a.C. ed attinge alla tradizione orientale: è raffinata nel modellato e attenta ai particolari anatomici, vi sono proporzioni più dolci e slanciate e una libertà compositiva rispetto agli schemi di riferimento. Le figure son quindi meno rigide e spigolose. HERA DI SAMO 570-560 a. C. →Louvre, Parigi →è stata trovata senza testa (acefala) insieme ad altre statue lungo la via Sacra che conduceva all'Heraion di Samo, faceva parte di un gruppo santuario rappresentante Hera o una fanciulla che reca offerte al tempio. Fu donata da Cheramyes. La forma geometrica della kore rimanda agli xoana preellenici, è infatti cilindrica, in posizione stante con il chitone di lino plissettato che si allarga a campana in basso, lasciando sporgere solo le dita dei piedi uniti. Il braccio destro è steso lungo il fianco e chiuso a pugno, traspare dall'himation. Il braccio sinistro forse reggeva un dono o le chiavi metalliche del tempio della dea. Un velo leggero le copriva la testa. Vi è una contrapposizione geometrica equilibrata, data dalla verticale regolarità delle pieghe del chitone, che conferiscono slancio alla figura, dalla diagonalità dell'himation e dalla tensione del velo che parte dalla testa, cinge un fianco ed è legato alla cintura. La contrapposizione veniva evidenziata dall'originale policromia. →l'Hera di Samo richiama la modulazione di luci e ombre nelle scanalature a spigolo arrotondato delle colonne ioniche. LA PITTURA VASCOLARE→dal popolo greco non è rimasta molta arte pittorica. La perdita è dovuta in gran parte alla deteriorabilità dei materiali. Sappiamo però i nomi dei più importanti pittori: Zeusi di Eraclea, Parrasio di Efeso e Apelle di Colofone. Di questi artisti son state tramandate anche le descrizioni di alcune opere ed eran tutti capaci di riprodurre il vero. Tra le pitture sopravvissute troviamo alcune tavolette in legno dette pinakes, come quelle trovate in una grotta a Pitsà, ora ad Atene, dipinte a tempera su un fondo liscio preparato con gesso o stucco bianco. Rappresentano una processione sacrificale, i profili sono stilizzati e stereotipati ed è del 540-530 a.C. BroorEM LA PITTURA VASCOLARE A FIGURE NERE →per conoscere la pittura della Grecia arcaica ci si basa su manufatti in terracotta dipinta, nati ad Atene tra VII e VI secolo a.C. con 2 temi principali: le storie del mito e dei poemi epici, in particolare Iliade e Odissea. Vengono inventate nuove forme vascolari e riprese le tecniche di pittura a figure nere. →il contorno era inciso nell'argilla morbida con uno strumento chiamato stilo, le figure venivano poi riempite con vernice nera che, cotta, diventava lucida mentre lo sfondo del vaso diventava rosso- brunastro. I particolari si ottenevano graffendo la vernice nera e lasciando scoperta l'argilla sul fondo. EXECHIAS →è il massimo artista della tecnica a figure nere e un graffita. Viene abbandonata la decorazione per fasce e vi è la rappresentazione di un singolo episodio nel punto più in vista del vaso. Si distingue per: temi originali, grandiosità delle composizioni, raffinatezza del disegno e attenzione per l'approfondimento psicologico dei personaggi → un importante esempio è un'anfora a profilo continuo realizzata tra il 530-520 a.C. conservata al British Museum di Londra. Su un lato c'è Achille che uccide Pentesilea. L'eroe è a sinistra e raffigurato mentre trafigge la gola della regina guerriera delle amazzoni, scambiando con lei uno sguardo intenso. Lui indossa sul chitone un'armatura che gli protegge il busto e un elmo crestato che gli copre il volto. La donna è in ginocchio col volto scoperto, girata all'indietro provando a reagire all'assalto, brandendo con la destra una lancia. Lei è vestita con un corto chitone coperto parzialmente da pelle di leopardo, nella sinistra ha uno scudo e una spada le pende dalla cintola. Exechias decora le vesti e le armature graffendo la superficie nera delle figure. Il volto della ragazza, il braccio e la gamba sono chiari, così da riconoscere subito il personaggio femminile e da dettagliarne le fattezze. Le figure si adattano alla forma panciuta dell'anfora. Il corpo del vaso è cosparso di spirali mentre le scritte indicano il nome dei personaggi e dell'autore. →nell'altro lato vengono invece raffigurati Dioniso con un lungo chitone e il figlio Oinopion. Il dio ha nella mano sinistra dei tralci di vite e nella destra una coppa (kantharos) che porge al figlio. Questi, nudo, tende la sinistra verso il padre e nella destra ha un'oinochoe. Anche qui gli sguardi sono intensi. PITTURA VASCOLARE A FIGURE ROSSE Massa →si sviluppa ad Atene nel 530 a.C. →il contorno si otteneva con lo stilo ma con la vernice si colorava lo sfondo del vaso, lasciando libere le figure. Non erano più graffiti ma dipinti a pennello con linee nere e rosse consentendo disegni più accurati e duraturi. EUPHRONIOS ➜era un ceramista attivo in Attica e soprattutto ad Atene tra VI e V secolo a.C. →il cratere a calice con Il Sonno e la Morte che sollevano il corpo di Sarpedonte sotto la direzione di Ermes, è stato creato nel 515-510 a. C. dal vasaio Euxitheos. La decorazione si trova su 3 registri che percorrono tutto il cratere ad eccezione delle anse. La narrazione è nel registro centrale ed è compresa tra 2 fregi floreali. In quello superiore ci sono palmette verticali inscritte in rametti a forma di cuore e in quello inferiore, alto il doppio, ci sono ripetizioni di motivi con palmette orizzontali e verticali. Nella scena del lato principale c'è l'eroe troiano Sarpedonte che, dopo essere ucciso in battaglia, viene trasportato verso sepoltura dal Sonno e dalla Morte. Zeus, padre della vittima, invia sul posto Hermes affinché controlli. Ai lati vi sono le figure stanti di 2 guerrieri troiani, Leodamante e Ippolito. La figura sanguinante di Sarpedonte, grande quasi il doppio, riempie quasi tutta la larghezza del registro. I 40141SASTAP disegni sono dettagliati, le ali di Sonno e Morte sono decorate con degli occhi, e i colori hanno sfumature. al Tempio in antis Il tempio in antis presen- ta una pianta rettangolare molto semplice, composta da un naos e su uno dei lati corti da un pronao delimitato da due colonne, Queste sono poste fra due pilastri quadrangolari, det- ti appunto ànte, collocati al termine del prolungamento murario dei due lati maggio ri del naos. Naos fl Tempio pseudoperiptero Nel tempio pseudoperipte- ro, letteralmente, falso-pe- riptero (dal greco pseudés, falso), il colonnato consiste in realtà in una serie di mez- ze colonne addossate alle pa- reti della cella stessa. Opistodomo Pronao Colonne Ante Mezze colonne Noos b| Tempio doppiamente in antis Il tempio doppiamente in antis presenta anche sul re- tro della cella un secondo pronao, uguale per forma e dimensioni a quello anterio- re, l'opistòdomo (dal gre- co opistha, dietro, e domos, casa). Questa aggiunta non aveva motivazioni funzionali (solo raramente, infatti, l'o- pistodomo veniva impiegato come deposito delle offerte o dei manufatti votivi), ma solo estetiche, in quanto conferiva al tempio un aspetto più sim- metrico ed equilibrato. Naos Opistodomo Pronao g| Tempio diptero Il tempio diptero consiste in un doppio colonnato che circonda l'intero perimetro (dis, infatti, significa «dop- pio»), in modo che ogni co- lonna della serie interna sia perfettamente allineata alla corrispondente colonna del- la serie esterna. Opistodomo Doppio colonnato Naos Pronao c| Tempio prostilo Il tempio prostilo (dal gre- co pro, davanti, e stylos, co- lonna) ha, in genere, la stes sa pianta di quello in antis (naos e pronao), senonché il pronao non è compreso fra le due ante della cella, ma è delimitato da almeno quat- tro colonne. Tra le colonne e le ante della cella viene così a crearsi una specie di porti cato. Questo, anteponendo- si al pronao, ne amplifica la funzione di filtro simbolico tra esterno e interno. Naos h| Tempio pseudodiptero Il tempio pseudodiptero consiste in un edificio dipte- ro semplificato. In esso l'u- nico colonnato che circon- da completamente la cella è posto a una distanza tale che la peristasi ha l'ampiezza di due intercolumni (vale a di- re due volte la distanza fra le colonne alla base) più lo spessore della colonna cen- trale. Pronao Porticato Colonnato Opistodomo Colonnato ***** Peristasi Naos Pronao d] Tempio anfiprostilo Il tempio anfiprostilo (dal greco amphi, da ambo i lati) consiste nel raddoppiamen- to di quello prostilo. In esso, infatti, vi sono due colonna ti: uno anteriore, di fronte al pronao, e uno uguale, posto sul retro, di fronte all'opisto- domo. Anche in questo caso il doppio colonnato ha una funzione soprattutto esteti- ca, in quanto rende l'edificio perfettamente simmetrico. Naos Colonnato Opistodomo Naos Pronao Colonnato i|Tempio ipetro Il tempio ipetro (dal greco hypaitbros, aperto all'aria) è una variante semplificata del diptero. In esso, però, il maes è privo (del tutto o solo in parte) di copertura e, alme- no nella descrizione vitruvia- na, ha due accessi sui lati op- posti della cella. el Tempio periptero Il tempio periptero, che ce stituisce la tipologia più di fusa, è circondato di color ne lungo tutto il perimetro In questo caso, pertante viene a formarsi un port co continuo attorno al nat chiamato peristàisi. Opistodomo O Colonnato Naos Pronao Peristasi Ara | Tempio monoptero Il tempio monoptero è a pianta circolare ed è circon- dato da una sola circonferen- za di colonne (monas, infat- ti, significa «solo). In esso non vi è un naos in muratura e l'ara è dunque posta all'a- perto, al centro del colonnato. Colonnato m| Tempio periptero circolare Simile al monoptero è il tem- pio periptero circolare, det- to anche a tholas, per simili- tudine con la pseudocupola micenca, dal momento che era coperto da un tetto co- nico p. 57. In esso il naos assume forma cilindrica ed è circondato da una peristasi. Noos Peristasi 5.24 R Principali tipologie dei templi greci Recipienti per attingere e versare Anfora Vaso noto fin al collo, dotato di due dall'XI secolo a.C. e anse simmetriche ver- fra i più comuni, Po- ticali od oblique per teva essere delle for- trasportarlo. Può pre- me e dalle dimensioni sentare un profilo con- più varie, con corpo a tinuo o una netta di- foggia di globo allun- stinzione fra il collo e il gato (globulare), con resto del corpo (a collo strozzatura al piede e distinto). 70 60 50 40 30 20 10 90 80 ca Recipienti per mescolare e raffrescare il vino 100 Cratère Grande vaso in uso dal VII secolo a.C. 110 con corpo a bicchiere e bocca larga, dotato di due anse simmetriche generalmente oriz- zontali, ma talvolta anche oblique o verticali. Veniva usato per mescolare l'acqua e il vino da bere durante i banchetti (i Greci non beveva- no il vino puro). 70 60 50 40 30 20 10 o cm Recipienti per bere 50 40 30 NOMENCLATURA: VASI GRECI più diffusi 20 10 arm Hydria (o idria). Grande va- so con corpo svasato (tal- volta ovoidale), piede bas- so, collo più o meno alto e stretto, bocca con am- pio labbro circolare, dota- to di due anse simmetriche Kylix (o coppa). Spe- cie di coppa in uso dal VI secolo a.C. con bocca larga e piede slanciato, dotata di due anse sim- metriche orizzontali od oblique. Veniva usata per bere durante i ban- chetti. orizzontali e di una terza verticale. Veniva usato per attingere e versare l'acqua (in greco hýdor) e anche per raccogliere i voti nelle as- semblee. WARRANTYLE PAPRY Kantharos (o càntaro) Skỳphos (o scifo). Gran- Particolare tipo di coppa de coppa, in uso dalla con due anse verticali a metà del V secolo a.C.. occhiello molto più alte con corpo a tronco di del labbro. Forse di ori- cono rovesciato, pare- gine etrusca o àpula è il ti leggermente bomba- tipico attributo di Dioni- te e bocca larga, dotata so, dio del vino e dell'eb- di due anse simmetriche brezza. oblique. L'utilizzo era so- litamente riservato a fi- nalità religiose e rituali. Oinochóe Specie di brocca diffu- sissima e presen- te fin dall'XI seco- lo a.C. con corpo panciuto, piede. piccolo, bocca trilobata o a bec- cuccio, dotata di un'unica ansa verticale. Veniva usata per versare il vino (in greco dinos) nel rhyton. Pelike Tipo di an- fora in uso dalla metà del VI se- colo a.C. dal cor- po rigonfio al di sotto delle anse, fin quasi al piede. Serviva soprat- tutto per conser- vare liquidi e oli profumati. Olpe Vaso in uso dall'Vill se- colo a.C. simile. all'oinochoe, con corpo legger- mente piriforme (cioè a forma di pera), collo quasi cilindrico, bocca circolare, dotato di un'unica ansa verticale. Veni- va usato per at- tingere e versare liquidi in genere. Psykter (o psictère). Vaso di terracotta a forma di anfora con doppio fondo o a forma di fungo con alto piede, al fine di essere collocato pie- no di neve o di acqua fred- da all'interno di un cratere. Veniva generalmente usato per tenere in fresco il vino. Kàlpis Grande vaso si- mile all'hydria, con cor- po tondeggiante, piede basso, collo più o meno alto attaccato al corpo con una linea conti- con nua, bocca con ampio labbro circolare, dota- to di due anse simme- triche orizzontali e di una terza verticale sul collo. Veniva usato per contenere e trasportare l'acqua. Stamnos (o stàmno). Vaso che compare a partire dalla fine del VI secolo a.C. assai capace con corpo piriforme, strozzatura al piede e bocca larga, dotato di due anse simmetriche orizzontali od oblique. Serviva, come l'anfora, per contenere vino e olio ed era spesso dotato di coperchio. Recipienti per usi vari Arỳballos (nari- Alabastron (o Lèkythos (o lècito). Pyxis (o pisside). ballo) Piccolo vaso, alabástro). Pic- Vaso in uso fin dal Contenitore in uso già usato per profumi e colo vaso, ori- XII-XI secolo aC. con nellVill secolo a.C.so- unguenti, prodot- ginariamente in corpo quasi cilin- litamente di forma ci- to in area corinzia alabastro, secon- drico, piede piccolo, lindrica, molto basso, fra I'VIII e il VI se- do la tradizio- collo lungo e boc- dotato di coperchio colo a.C., presen- ne orientale (da ca svasata, dotato spesso decorato con ta corpo tondeg- cui il nome), in di un'unica motivi zoomorfi. Ve- giante, collo stretto uso a partire dal ansa verti- niva usato per con- e corto, bocca con VII secolo a.C., si- cale. Veniva servare balsami e al- labbro largo e ap- mile, per forma, usato per tre sostanze rare. piattito, con un'an- dimensioni e im- conservare sa verticale. piego, all'aryballos. unguenti e profumi,