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arte egizia

8/10/2022

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L'arte egizia
Per circa 3 millenni (dal 2800 a.C. fino alla conquista romana) ha mantenuto caratteristiche
proprie, autonome e ben riconosci

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L'arte egizia Per circa 3 millenni (dal 2800 a.C. fino alla conquista romana) ha mantenuto caratteristiche proprie, autonome e ben riconoscibili, rimanendo del tutto indifferente ad influenze esterne, sia per l'isolamento culturale dell'Egitto, sia per lo stretto legame tra arte e religione. Architettura, pittura e scultura sono assoggettate agli dei o al faraone LE MÁSTABE Le màstabe sono i più antichi esempi di architettura egizia si trovano a Menfi, nel basso Egitto, e sono tombe monumentali dei faraoni o degli alti dignitari a forma di piattaforma con mura scarpate, risalenti al periodo arcaico della civiltà egizia. Spesso erano raggruppate in necròpoli(insieme di tombe) ed erano costituite da una camera scavata in fondo ad un pozzo dove era posto il defunto, e altre sale contigue con gli oggetti per la vita nell'oltretomba. del ka del Esternamente la màstaba era decorata con colori vivaci, mentre internamente è collocata la falsa-porta, una stele con il nome e i titoli del defunto con forma di simbolica porta che il defunto avrebbe attraversato per accedere alla sala del banchetto. piccola cappella per le offerte con sarcofago LE PIRAMIDI A GRADONI Le piramidi nascono come sovrapposizioni di mastabe una sull'altra. La più antica è quella del faraone Zòser, costruita a Saqqàra intorno al 2650 e composta da 6 enormi piattaforme in blocchi di pietra calcarea per un'altezza massima di 60 m. L'interno è pieno poiché...

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Stefano S, utente iOS

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Susanna, utente iOS

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Didascalia alternativa:

il sepolcreto e le altre camere sono sotto terra. L'artefice è Imhotep, il più antico architetto che la storia ricordi. a. Mastaba iniziale b. Prima piramide a quattro gradoni c. Piramide definitiva a sei gradoni 1. Sepolcreto Camere rituali 3. Camera in mattonelle azzurre 4. Pozzo di accesso principale 5. Sepolcreto della prima mastaba 6. Accesso secondario LE PIRAMIDI A FACCE LISCE Le piramidi con le facce lisce sono l'evoluzione di quelle a gradoni alle quali viene apposto un rivestimento in lastre di pietra calcarea. La più grande e celebre piramide è quella di Chèope a Giza, presso Il Cairo, sulla riva occidentale del Nilo, risalente al 2.585 a.C. Le quattro facce sono perfettamente orientate secondo i punti cardinali. Diversamente dalla regola la cella funeraria del faraone è posta al centro della costruzione e vi si accede attraverso una complicata rete di cunicoli. Allo stesso tempo nacquero ai fianchi di cheope le piramidi di Chefren e di Micerino. Altre 6 piramidi più piccole, che fi ancheggiano la piramide di Cheope e quella di Micerino, erano dedicate a regine e nobili. Per vigilare sul sonno dei faraoni seppelliti nelle piramidi, era stata posta all'ingresso della necropoli una colossale sfinge, con il Pozzo Camera sotterranea La piramide di Chefren ha la camera mortuaria sotterranea, come da tradizione. È l'unica a conservare sulla sommità una porzione del rivestimento in pietra originale. Camera di scarico MICERINO Camera del re La piramide di Micerino, invece, conserva una parte di rivestimento in granito lungo la base. La perfezione geometrica di questi monumenti ribadisce la loro funzione simbolica e concettuale di scala celeste, di unione tra Terra e Cielo. Camera della regina L'impianto del tempio prevede un percorso assiale che parte da un viale d'accesso affiancato da sfingi, per arrivare alla cella del dio attraverso una serie di piloni, cortili e sale ipòstile (sale formate unicamente da colonne). CHEFREN Il templo egizio Vestibolo CHEOPE corpo di leone e la testa umana. La sfinge presenta probabilmente i lineamenti del volto di Chefren, il faraone che la fece realizzare intorno e porta sulla testa il "nemes", il copricapo regale. È stata scolpita direttamente su un enorme blocco di roccia calcarea che affiorava dalla sabbia. La sua altezza massima è di 20 metri mentre la lunghezza arriva a 73 m, è la statua monolitica più grande del mondo. I TEMPLI Ingresso Gli egizi edificarono i templi. I templi egizi sono unici nel loro genere, perché non hanno nessuna funzione con le altre costruzioni sacre dell'antichità, né tanto meno, con quelle dei nostri giorni. Non sono luoghi di preghiera, né di predicazione: rappresentano l'abitazione terrena degli dei e vengono consacrati alla conservazione della creazione. IL TEMPIO DI AMON A KARNAK Uno dei templi più famosi è quello di Karnak dedicato al dio Amon. È la più vasta costruzione egizia, una delle più grandi del mondo (occupa un'area di circa 48 ettari), e non è mai stata conclusa. L'accesso al tempio avviene dalla Via degli Dei: un lungo viale fiancheggiato da 40 gigantesche sfingi in pietra aventi corpo di leone e testa di ariete, poste ad eterna guardia all'intero complesso. Nel colossale pilone d'ingresso, rivolto a Occidente, costituito da due massicci torrioni affiancati, si apre la porta trionfale. Di qui si giunge al cortile maggiore, di forma rettangolare e percorso per tutta la sua lunghezza da due file di colonne monumentali che indirizzano verso il secondo pilone. T Superata la seconda porta si accede a una sala con 134 colonne papiriformi (con i capitelli a forma di papiro aperto o chiuso) sorreggono la copertura, oggi in gran parte crollata, e consistente in giganteschi lastroni monolitici in pietra. Altri tre piloni di dimensioni via via decrescenti, cortili, sale ipostile e ambienti di servizio, conducevano al santuario, "il luogo eletto", il centro spirituale di tutto il complesso templare. Il nàos, infine, era destinato ad ospitare la statua di Amon. Le colonne e le pareti della sala erano decorate con rilievi colorati che narrano le imprese militari. LA SCULTURA Uno dei più antichi esempi di scultura egizia risale al 3000 a.C., si tratta di una tavoletta per cosmetici di Narmen: su una faccia il re indossa la corona dell'Alto Egitto mentre afferra un nemico prima di ucciderlo. Sulla destra Horus (il falco) regge una testa umana e sei fusti di papiro (il Basso Egitto sconfitto). Sull'altra faccia Narmer va in processione mentre sulla destra stanno 10 nemici decapitati. Al centro due animali fantastici intrecciano i colli in segno di unione. Sotto un toro uccide un nemico. CUA 20 La tavoletta mostra già i caratteri stilistici tipici dell'arte figurativa egizia: - gerarchizzazione delle figure (il re è più grande rispetto a tutti gli altri perché è il più importante); - bidimensionalità occhio e busto frontali, viso e gambe laterali); - standardizzazione (le modalità con le quali la realtà è smontata e rimontata per offrire una visione simultanea delle varie parti - idealizzazione l'arte rappresenta significati morali e simbolici, non la realtà delle cose osservate Il primo esempio di scultura reale a tutto tondo è la statua di Zoser rappresentato con il nemes sulla testa, seduto e di dimensioni reali. Il sovrano è seduto sul trono, così da costituire un unico solido blocco, rigidamente frontale: pochi volumi squadrati che rendono il senso della potenza. Il re Micerino tra due dee nell'altorilievo che lo mostra con la corona conica dell'Alto Egitto, in posa frontale, le braccia aderenti al corpo, i pugni chiusi, una gamba leggermente avanzata. Sulla sinistra è la dea Hathor venerata sotto forma di vacca e dunque rappresentata con le corna. Come i sovrani anche gli alti dignitari, come Rahotep e Nefert, si fanno riprodurre in pose ieratiche, seduti immobili, gli occhi rivolti verso la divinità. Nonostante la rigidità della posa mostrano una straordinaria vivezza negli occhi e nel modellato del corpo. Si può notare la differenza di carnagione tra uomo e donna: ocra il corpo di Rahotep, chiaro quello di Nefert, un codice utilizzato per distinguere figure femminili e maschili anche in pittura e che rimanda all'uso di tenere le donne chiuse in casa mentre gli uomini stavano molto all'aperto e si abbronzavano di più. Nel 1353a.C. si assiste ad un breve periodo di "umanizzazione" delle immagini artistiche come si può osservare nel rilievo che lo raffigura con la moglie Nefertiti in atteggiamenti affettuosi verso le tre figlie. Il ritratto di Nefertiti è, il maggior capolavoro artistico dell'età di Akhenaton. La regina indossa un alto copricapo cilindrico e porta al collo l'usekh