La crisi del '300 rappresentò uno dei periodi più drammatici della storia europea medievale, caratterizzata da una serie di eventi catastrofici che cambiarono profondamente la società dell'epoca.
La peste nera del 1300 fu l'evento più devastante di questo periodo. L'epidemia, causata dal batterio Yersinia pestis e trasmessa dai ratti attraverso le pulci, si diffuse rapidamente dall'Asia all'Europa attraverso le rotte commerciali. La mappa diffusione peste nera 1300 mostra come il contagio si propagò da Costantinopoli fino a raggiungere l'Italia nel 1348, per poi espandersi in tutta Europa. Le città medievali, caratterizzate da scarsa igiene e sovraffollamento, furono particolarmente colpite. La malattia si manifestava con bubboni, febbre alta e morte rapida, con un tasso di mortalità che raggiunse il 60% della popolazione in alcune aree.
Le conseguenze della peste del '300 furono devastanti sotto molteplici aspetti. Sul piano demografico, si stima che l'Europa perse tra un terzo e la metà della sua popolazione. Questo crollo demografico causò una grave crisi economica e sociale: i campi rimasero abbandonati, la produzione agricola diminuì drasticamente e molti centri urbani si spopolarono. I tentativi di cura dell'epoca, basati su rimedi empirici come salassi e unguenti, si rivelarono inefficaci. La disperazione portò a fenomeni come la caccia agli untori e la persecuzione delle minoranze, in particolare degli ebrei. La peste bubbonica continuò a manifestarsi periodicamente nei secoli successivi, con l'ultima epidemia di peste in Europa significativa nel XVII secolo. Questa crisi segnò profondamente la mentalità medievale, influenzando l'arte, la letteratura e la spiritualità dell'epoca, e contribuì a modificare radicalmente le strutture sociali ed economiche del continente.