L'età augustea rappresenta uno dei periodi più significativi della storia e della letteratura romana, caratterizzato da profondi cambiamenti politici e culturali.
Durante l'età di Augusto, Roma visse una fase di straordinaria stabilità politica e prosperità economica. Ottaviano Augusto attuò importanti riforme che trasformarono la Repubblica in Principato, mantenendo formalmente le istituzioni repubblicane ma concentrando di fatto il potere nelle sue mani. Le sue riforme toccarono ogni aspetto della vita pubblica: dall'amministrazione alla giustizia, dall'esercito alla religione. Particolare attenzione fu dedicata al rinnovamento morale e al recupero dei valori tradizionali romani, come la pietas e la fides.
In questo contesto fiorì una straordinaria stagione culturale, in cui gli intellettuali svolsero un ruolo fondamentale nel sostenere il programma politico augusteo. Tra questi spicca Virgilio, il più grande poeta dell'epoca, autore dell'Eneide, poema epico che celebra le origini divine di Roma e della gens Iulia. Il rapporto tra Virgilio e Augusto fu particolarmente significativo: il poeta, pur mantenendo la sua autonomia artistica, contribuì attraverso le sue opere a diffondere i valori e gli ideali del principato. Le opere principali di Virgilio - Bucoliche, Georgiche ed Eneide - riflettono perfettamente lo spirito dell'epoca, combinando l'esaltazione della romanità con una profonda sensibilità poetica. La sua influenza sulla letteratura occidentale è stata immensa e duratura, tanto che le sue opere sono considerate pietre miliari della cultura classica.
L'età augustea si caratterizzò anche per uno straordinario sviluppo urbanistico e artistico, con la costruzione di numerosi monumenti e edifici pubblici che trasformarono Roma in una capitale degna dell'impero. Questo periodo rappresenta il culmine della civiltà romana, un'epoca d'oro in cui politica, cultura e arte raggiunsero livelli di eccellenza mai eguagliati nei secoli successivi.