Il periodo tra le due guerre mondiali rappresenta un momento cruciale nella storia italiana, caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e culturali.
Nel primo dopoguerra in Italia, la situazione era particolarmente complessa. La vittoria nella Prima Guerra Mondiale non portò i benefici sperati, e il paese si trovò ad affrontare una grave crisi economica e sociale. Questo periodo di instabilità favorì l'ascesa del fascismo in Italia, con Benito Mussolini che sfruttò il malcontento popolare per consolidare il suo potere. Il regime fascista trasformò radicalmente la società italiana, imponendo un sistema totalitario che controllava ogni aspetto della vita pubblica e privata.
In questo contesto storico si sviluppò l'Ermetismo, un movimento poetico che rappresentò una forma di resistenza culturale al regime. Poeti come Ungaretti, Montale e Quasimodo utilizzarono un linguaggio essenziale e simbolico per esprimere il loro disagio esistenziale e la loro opposizione al clima culturale imposto dal fascismo. Le poesie ermetiche si caratterizzavano per la loro densità semantica, l'uso di analogie complesse e una sintassi frammentata che rifletteva la disgregazione della società contemporanea. L'Ermetismo divenne così non solo una corrente letteraria ma anche una forma di testimonianza storica del periodo tra le due guerre, documentando attraverso la poesia il senso di smarrimento e di angoscia che caratterizzava quegli anni. La letteratura di questo periodo riflette perfettamente la complessità de l'Italia nelle due guerre mondiali, offrendo una prospettiva unica sulla trasformazione del paese durante il ventennio fascista.