Il Periodo tra le Due Guerre Mondiali: L'Italia dal Dopoguerra al Fascismo
L'Italia tra le due guerre fu caratterizzata da profondi cambiamenti politici e sociali. Il primo dopoguerra in Italia presentò numerose sfide: oltre alle perdite umane ed economiche della Grande Guerra, il paese dovette affrontare il malcontento dei nazionalisti per la "vittoria mutilata", la difficile reintegrazione dei reduci e le crescenti tensioni sociali.
Definizione: L'Italia dal dopoguerra al fascismo attraversò una fase di transizione caratterizzata da instabilità politica, conflitti sociali e trasformazioni economiche che portarono all'ascesa del regime fascista.
Nel 1921, la scissione del Partito Socialista portò alla nascita del Partito Comunista Italiano, mentre Benito Mussolini fondava il Partito Nazionale Fascista. Il movimento fascista, sostenuto dalla piccola e media borghesia delusa dalla situazione economica postbellica, ottenne anche l'appoggio dell'alta borghesia agraria e industriale, timorosa di una possibile rivoluzione comunista.
La marcia su Roma del 1922 segnò una svolta decisiva. Il Re Vittorio Emanuele III, incapace di gestire la situazione, affidò a Mussolini l'incarico di formare il governo. L'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1924 e la successiva Secessione dell'Aventino non impedirono al fascismo di consolidare il proprio potere. Nel 1925, Mussolini sancì la fine della democrazia liberale, abolendo la libertà di stampa e il diritto di sciopero.