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Stilnovismo fiorentino e Vita Nova

Stilnovismo fiorentino e Vita Nova

 STILNOVISMO FIORENTINO
Insieme agli amici Lapo Gianni e Guido Cavalcanti, Dante è stato tra i massimi esponenti dello
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Stilnovismo fiorentino e Vita Nova

 

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STILNOVISMO FIORENTINO Insieme agli amici Lapo Gianni e Guido Cavalcanti, Dante è stato tra i massimi esponenti dello stilnovismo fiorentino rappresentandone il personaggio più in vista e maggiormente studiato al punto che il termine stesso, stilnovismo, con il quale la critica letteraria indica questo movimento è stato preso da un verso del Purgatorio. La nuova corrente nasce nell'ambiente universitario di Bologna ed ha nell'emiliano Guido Guinizzelli il suo primo esponente; tuttavia, il fulcro di questa nuova esperienza si sposta in quella Firenze che, tra 200 e 300, sta vivendo gli anni di maggiore fervore sociale, economico ed intellettuale. Lo stilnovismo si pone, a livello culturale, in un rapporto dialettico con la tradizione poetica precedente: per un verso ne riprende i temi soliti, per l'altro li rielabora attraverso gli schemi interpretativi della filosofia aristotelica e scolastica. Come nella poesia tradizionale amore e gentilezza sono messi in relazione, ma nella poetica stilnovista diventano strumenti di perfezionamento interiore: l'amore colpisce i sensi dell'innamorato producendo un'esperienza quasi mistica che ne accresce il grado di consapevolezza e sapienza. Allo stesso modo, e questo accade in particolare nella concezione dantesca, viene rinnovata anche la figura della donna-angelo che viene allontanata dalla semplice bellezza esteriore, e a cui viene riconosciuta anche la virtù della nobiltà interiore, che la fa assomigliare a Dio...

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al punto da darle la capacità di innalzare spiritualmente coloro che l'amano. LA VITA NOVA Dante scrive la sua "Vita Nuova” tra il 1294-25 recuperando 31 liriche scritte da lui stesso nei precedenti 10 anni e sulle quali compie un'operazione di riordino e commento analitica, spiegandone le cause, il significato e la struttura. ▪ Nei suoi 47 capitoli, la Vita Nuova racconta e ricostruisce l'amore di Dante per Beatrice, e di come questo lo abbia elevato a livello spirituale. Dante vede per la prima volta Beatrice all'età di 9 anni, e poi di nuovo a 18, quando lei gli regala il suo saluto: cosa per cui Dante ha in sogno una visione di Amore. Per difendere la segretezza del suo sentimento, il poeta comincia a scrivere sonetti che dedica però ad altre donne, cosa che gli fa perdere il saluto dell'amata; una nuova visione di Amore gli spiega che i suoi sentimenti sono troppo rozzi per quel sentimento così perfetto. Dante, chiusosi in una dolorosa solitudine, prende coscienza della necessità di un cambiamento, arrivando a capire che il raggiungimento della felicità consiste non nel ricevere qualcosa dalla donna amata, quanto nel donarle il proprio amore cantandone le lodi: lodare Beatrice significa lodare il sentimento d'Amore, capace di nobilitare gli animi. ▪ Dante racconta poi della morte del padre di Beatrice – è il 1289 – cui fa seguito unʼallucinazione in cui presagisce la futura morte dell'amata, di cui continua a cantare le lodi: la sola presenza di Beatrice ha effetti miracolosi, in grado di influire beneficamente su coloro che la vedono, come viene descritto nel celebre sonetto Tanto gentile e tano onesta pare. La preannunciata morte di Beatrice apre alla parte conclusiva dell'opera: il dolore causato dalla perdita della donna amata è insuperabile, e nemmeno l'amore mostratogli da un'altra donna, riescono a distogliere la mente del poeta dal ricordo di lei, che ormai descrive come 'beata'. ▪ I capitoli finali dell'opera descrivono una Beatrice ormai accolta nella Gloria eterna e di unʼultima visione ricevuta dal poeta che, però, non è raccontata e a cui si collega il proposito di "dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna” e che, secondo tanta critica, presagisce l'impresa letteraria della Commedia. Una scrittura nuova e carica di significati La Vita Nuova è un'opera che offre una quantità notevole di livelli di lettura, di strati di complessità e che presenta diversi aspetti di originalità. A cominciare dalla forma letteraria scelta da Dante, quella del prosimetro, in cui parti poetiche e parti in prosa si alternano. Se le parti poetiche sono le liriche dello stesso Dante, quelle in prosa sono destinate al commento critico delle prime. Il prosimetro, raramente usato in letteratura, si rivela funzionale all'obiettivo di Dante, cioè definire i parametri di quella nuova poesia che noi chiamiamo stilnovo. La Vita Nuova racconta il processo di maturazione interiore e consapevolezza spirituale del narratore, un percorso unico ed irripetibile, ancorato all'esperienza personale del protagonista. Non si tratta di un messaggio soltanto implicito, dal momento che l'intero capitolo XXV dell'opera esula dalla narrazione dell'amore trasfigurato di Dante per la sua Beatrice, per sviluppare invece una profonda riflessione sullo stile poetico della lode, sugli stili della poesia volgare e sulla nuova poetica che l'autore sta sviluppando insieme all'amico Guido Cavalcanti, cui dedica l'intera opera. Non meno profondi appaiono i contenuti proposti da Dante, che disegnano unʼidea di poetica stilnovista anch'essa originale e in qualche modo diversa da quella del Cavalcanti. Se per quest'ultimo l'amore è un sentimento irrazionale, e perciò indescrivibile, per Dante Amore diventa uno strumento di scoperta interiore capace di elevare spiritualmente l'essere umano; un sentimento che a livello letterario può esprimersi tramite quella lode che nella tradizione cristiana si rivolge primariamente a Dio. Ma nella concezione stilnovistica la donna-angelo trascende la semplice femminilità per farsi espressione e veicolo delle virtù divine: la loro bellezza, non è puramente estetica, bensì riflette quell'armonia e quella gentilezza che rimandano ad un piano di significati che si riferiscono a quello spirituale, e perciò può ben essere destinataria di canti di lode. Questo si evince nel capitolo XXIX, dove Dante sottolinea come il numero 9, che è perfetto, abbia segnato il suo rapporto con Beatrice e la vita di costei: il poeta incontra la sua amata per la prima volta a nove anni e per la seconda a diciotto; Beatrice, invece, muore l'8 giugno del 1290, che è il nono giorno del mese secondo il calendario arabo, mentre giugno è il nono mese del calendario siriaco; allo stesso modo il numero 90 si ricollega al numero sacro tre. Tre è il numero della Trinità, perciò numero sacro e perfetto così come i suoi multipli, sul quale Dante costruisce l’impalcatura della sua opera. Allo stesso modo va letto il nome della donna amata, Beatrice, cioè colei che è beata e in grado di dare la beatitudine. Si tratta di una costruzione intellettuale estremamente complessa che risente delle elaborazioni filosofiche duecentesche, e che allontana abissalmente l'ideale di amore e gentilezza stilnovista da quello classico o romanzo. Questa complessità, unita al valore dato all'esperienza personale e allo sviluppo spirituale, costituiscono gli elementi di novità che permeano lo stilnovo e che hanno in Dante la loro massima espressione.

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Dante, chiusosi in una dolorosa solitudine, prende coscienza della necessità di un cambiamento, arrivando a capire che il raggiungimento della felicità consiste non nel ricevere qualcosa dalla donna amata, quanto nel donarle il proprio amore cantandone le lodi: lodare Beatrice significa lodare il sentimento d'Amore, capace di nobilitare gli animi. ▪ Dante racconta poi della morte del padre di Beatrice – è il 1289 – cui fa seguito unʼallucinazione in cui presagisce la futura morte dell'amata, di cui continua a cantare le lodi: la sola presenza di Beatrice ha effetti miracolosi, in grado di influire beneficamente su coloro che la vedono, come viene descritto nel celebre sonetto Tanto gentile e tano onesta pare. La preannunciata morte di Beatrice apre alla parte conclusiva dell'opera: il dolore causato dalla perdita della donna amata è insuperabile, e nemmeno l'amore mostratogli da un'altra donna, riescono a distogliere la mente del poeta dal ricordo di lei, che ormai descrive come 'beata'. ▪ I capitoli finali dell'opera descrivono una Beatrice ormai accolta nella Gloria eterna e di unʼultima visione ricevuta dal poeta che, però, non è raccontata e a cui si collega il proposito di "dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna” e che, secondo tanta critica, presagisce l'impresa letteraria della Commedia. Una scrittura nuova e carica di significati La Vita Nuova è un'opera che offre una quantità notevole di livelli di lettura, di strati di complessità e che presenta diversi aspetti di originalità. A cominciare dalla forma letteraria scelta da Dante, quella del prosimetro, in cui parti poetiche e parti in prosa si alternano. Se le parti poetiche sono le liriche dello stesso Dante, quelle in prosa sono destinate al commento critico delle prime. Il prosimetro, raramente usato in letteratura, si rivela funzionale all'obiettivo di Dante, cioè definire i parametri di quella nuova poesia che noi chiamiamo stilnovo. La Vita Nuova racconta il processo di maturazione interiore e consapevolezza spirituale del narratore, un percorso unico ed irripetibile, ancorato all'esperienza personale del protagonista. Non si tratta di un messaggio soltanto implicito, dal momento che l'intero capitolo XXV dell'opera esula dalla narrazione dell'amore trasfigurato di Dante per la sua Beatrice, per sviluppare invece una profonda riflessione sullo stile poetico della lode, sugli stili della poesia volgare e sulla nuova poetica che l'autore sta sviluppando insieme all'amico Guido Cavalcanti, cui dedica l'intera opera. Non meno profondi appaiono i contenuti proposti da Dante, che disegnano unʼidea di poetica stilnovista anch'essa originale e in qualche modo diversa da quella del Cavalcanti. Se per quest'ultimo l'amore è un sentimento irrazionale, e perciò indescrivibile, per Dante Amore diventa uno strumento di scoperta interiore capace di elevare spiritualmente l'essere umano; un sentimento che a livello letterario può esprimersi tramite quella lode che nella tradizione cristiana si rivolge primariamente a Dio. Ma nella concezione stilnovistica la donna-angelo trascende la semplice femminilità per farsi espressione e veicolo delle virtù divine: la loro bellezza, non è puramente estetica, bensì riflette quell'armonia e quella gentilezza che rimandano ad un piano di significati che si riferiscono a quello spirituale, e perciò può ben essere destinataria di canti di lode. Questo si evince nel capitolo XXIX, dove Dante sottolinea come il numero 9, che è perfetto, abbia segnato il suo rapporto con Beatrice e la vita di costei: il poeta incontra la sua amata per la prima volta a nove anni e per la seconda a diciotto; Beatrice, invece, muore l'8 giugno del 1290, che è il nono giorno del mese secondo il calendario arabo, mentre giugno è il nono mese del calendario siriaco; allo stesso modo il numero 90 si ricollega al numero sacro tre. Tre è il numero della Trinità, perciò numero sacro e perfetto così come i suoi multipli, sul quale Dante costruisce l’impalcatura della sua opera. Allo stesso modo va letto il nome della donna amata, Beatrice, cioè colei che è beata e in grado di dare la beatitudine. Si tratta di una costruzione intellettuale estremamente complessa che risente delle elaborazioni filosofiche duecentesche, e che allontana abissalmente l'ideale di amore e gentilezza stilnovista da quello classico o romanzo. Questa complessità, unita al valore dato all'esperienza personale e allo sviluppo spirituale, costituiscono gli elementi di novità che permeano lo stilnovo e che hanno in Dante la loro massima espressione.