Don Abbondio: il curato codardo
Don Abbondio è un personaggio chiave nei Promessi Sposi, rappresentando la codardia e l'opportunismo. Curato del paese, ha scelto la vocazione ecclesiastica non per spirito religioso, ma per convenienza economica.
Citazione: "Non era nato con un cuor di leone" - questa frase sintetizza perfettamente il carattere di Don Abbondio.
La descrizione di Don Abbondio nel capitolo 1 dei Promessi Sposi lo presenta come un uomo oltre i sessant'anni, di bassa statura e corporatura robusta. Il suo aspetto fisico è caratterizzato da occhi grigi e una folta peluria canuta che copre il viso scuro e rugoso.
Esempio: "Due folte ciocche di capelli, (...), due folti sopraccigli, due folti baffi, un folto pizzo, tutti canuti, e sparsi su quella faccia bruna e rugosa, potevano assomigliarsi a cespugli coperti di neve" (cap. VIII).
L'analisi psicologica di Don Abbondio rivela un uomo succube del suo tempo, incapace di affrontare le ingiustizie della società. Manzoni lo paragona a un vaso di terracotta che viaggia su un carro insieme a vasi di ferro, sottolineando la sua fragilità e inadeguatezza.
Highlight: L'ironia nella descrizione di Don Abbondio emerge quando Manzoni lo descrive come un uomo che è riuscito a superare i sessant'anni "senza gran burrasche".
Don Abbondio appare in numerosi capitoli del romanzo, tra cui I, II, VIII, XI, XXIII, XXIV-XXVI, XXIX, XXX, XXXIII, XXXVII, XXXVIII, offrendo al lettore molteplici occasioni per comprendere la complessità del suo carattere.