Alessandro Manzoni rappresenta una delle figure più significative della letteratura italiana dell'Ottocento, principalmente noto per il suo capolavoro "I Promessi Sposi".
La vita di Manzoni è caratterizzata da momenti cruciali che hanno influenzato profondamente la sua produzione letteraria. Nato in una famiglia aristocratica milanese, attraversò una profonda crisi spirituale che lo portò alla conversione al cattolicesimo nel 1810. Questo evento segnò significativamente la sua visione del mondo e la sua opera letteraria. La sua vita privata fu segnata da numerosi lutti familiari, tra cui la perdita della prima moglie Enrichetta Blondel e di diversi figli, esperienze che si riflessero nella sua scrittura.
"I Promessi Sposi" rappresenta il primo vero romanzo moderno della letteratura italiana, caratterizzato da una complessa struttura narrativa e da temi principali come la Provvidenza divina, la giustizia sociale e il potere. Il romanzo, ambientato nella Lombardia del XVII secolo, narra la storia di Renzo e Lucia, due giovani il cui matrimonio viene ostacolato dal prepotente Don Rodrigo. La trama si sviluppa attraverso vicende storiche reali, come la peste del 1630, intrecciando sapientemente eventi storici e fiction. Le caratteristiche del romanzo moderno emergono chiaramente nell'opera: realismo storico, analisi psicologica dei personaggi, uso di diverse tecniche narrative e attenzione alle problematiche sociali. Manzoni scelse di scrivere questo romanzo per educare il popolo italiano, utilizzando una lingua accessibile e comprensibile, contribuendo così alla formazione di una lingua nazionale unitaria. L'opera rappresenta anche una profonda analisi dei Promessi Sposi dal punto di vista sociale e morale, offrendo uno spaccato della società dell'epoca e delle sue dinamiche di potere.