Niccolò Machiavelli è un intellettuale inserito nel panorama cinquecentesco, collocato però in un ambito culturale e letterario profondamente diverso da quello di Ludovico Ariosto.
Machiavelli è un intellettuale dinamico, che possiamo definire cittadino. Egli opera presso la cancelleria della Repubblica di Firenze, una sorta di luogo del comune di Firenze in cui si curavano le relazioni diplomatiche. Sin da subito la sua abilità di intellettuale viene intercettata e viene inviato molto spesso come legato, ambasciatore, presso gli altri stati italiani, presso il Papa o anche presso gli stati stranieri per curare i rapporti tra Firenze e gli altri stati.
Machiavelli e la Politica Moderna
Machiavelli è una sorta di diplomatico dinamico, attento a recepire ciò che accadeva al livello interno ed esterno sul piano politico. Al ritorno da queste missioni diplomatiche Machiavelli scrive le sue relazioni: "Il ritratto delle cose di Francia" quando torna dalla Francia e "Il ritratto delle cose della Magna" quando torna dalla Germania. Nell'ottobre del 1502 viene inviato come ambasciatore presso Cesare Borgia, un uomo politico che non si pone alcun limite pur di conquistare la propria egemonia nell'Italia centrale, per osservarne il comportamento.
Machiavelli Gioco e Pensiero Politico
Figlio legittimo di Papa Alessandro VI, Cesare Borgia verrà preso come modello per la spregiudicatezza che utilizzava nella sua azione politica. Machiavelli si trovava in Senigallia quando Cesare Borgia, nominato Il Valentino, poiché a capo di una zona chiamata Valentinois, fa uccidere alcuni feudatari locali, accusati di aver ordito una congiura contro di lui. Machiavelli in seguito a questo episodio scrive un'altra relazione intitolata: "La descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini".
Vita Machiavelli Schema e Pensiero Politico
La posizione di Machiavelli in quanto diplomatico, gli permette di collocarsi in una posizione privilegiata: egli viaggiando tocca con mano e prende atto di come gli stati stranieri e i piccoli staterelli in cui l'Italia era suddivisa erano organizzati sul piano politico. L'Italia è fortemente frammentata e dunque facile preda delle nazioni straniere, divisa in tante piccole entità politiche in lotta tra loro. Machiavelli, critico acuto e attento a seguito delle sue relazioni si ferma e intuisce qualcosa di nuovo.
Machiavelli e la Politica Internazionale
Egli individua come problema, come vulnus, aspetto debole dell'Italia e di Firenze l'assenza di un esercito stabile costituito da un esercito di popolo, milizie di cittadini italici. Vi era infatti in quest'epoca storica il pessimo costume di ricorrere alle truppe mercenarie che facilmente passano da un signore all'altro a seconda dell'offerta proposta dai vari signori. Machiavelli era talmente convinto dell'importanza di milizie cittadine che scrisse il dialogo intitolato "Dell'arte e della guerra".
Il Pensiero di Machiavelli è Attuale
Le milizie sono il fondamento della forza dello stato. Esse devono essere composte di cittadini, da un lato perché solo così si possono avere truppe fedeli e valorose, dall'altro perché far parte delle armi rinsalda i legami del cittadino con la sua patria e contribuisce a stimolare in lui le virtù civili. Machiavelli è dunque un intellettuale organico, non scollato dalla realtà in cui vive come lo era Ariosto, ma attento alle questioni politiche del tempo. Machiavelli osserva e non fa una critica distruttiva di ciò che vede ma fa una critica costruttiva.
La lettera a Francesco Vettori ci dà la possibilità di cogliere quale fosse la condizione di Machiavelli esiliato, costretto al confino dopo un periodo in cui era stato partecipe, protagonista della storia di Firenze. Nel 1512 Francesco Vettori si trova a Roma, ambasciatore presso il Papa Leone X e conduce una vita completamente diversa da quella di Machiavelli che si trova in esilio presso l'albergaccio, una villa nella periferia di Firenze. A Firenze erano tornati i Medici che lo avevano considerato responsabile di una congiura contro di loro e dunque lo avevano costretto a lasciare l'incarico di segretario e anche ad allontanarsi dalla città.
Italia nel 1500 Cartina e Rinascimentale Mappa
Machiavelli si trova dunque in questa condizione anomala per lui che era stato sempre partecipe, inserito nella vita cittadina ed ora è costretto a vivere isolato e ad avere contatti con gente che non era del suo rango. La prima parte della lettera è una descrizione in termini assai ironici di una giornata tipo di Machiavelli all'Albergaccio, il podere di S. Casciano in cui era stato confinato dopo l'arresto nel febbraio 1513 e dove conduceva una vita impegnata in affari di ordinaria amministrazione, che egli mette a confronto con l'incarico diplomatico del Vettori, ambasciatore a Roma presso il papa: dice di alzarsi presto la mattina e di seguire il taglio della legna in un bosco, dove assisteva un contadino a eseguire l'opera.