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La Gerusalemme Liberata di Tasso

30/6/2022

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LA COMPOSIZIONE
Capolavoro di Tasso è il poema in ottave, il cui argomento è la prima
crociata: essa fu bandita dal papa Urbino II nel 1095

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LA COMPOSIZIONE Capolavoro di Tasso è il poema in ottave, il cui argomento è la prima crociata: essa fu bandita dal papa Urbino II nel 1095 e si svolse tra il 1096 e il 1099 sotto la guida militare di Goffredo di Buglione. Il successo dell'esercito cristiano aveva permesso la conquista di Gerusalemme, sottratta al controllo ottomano. Negli anni della giovinezza di Tasso le minacce della potenza turca e dei pirati saraceni avevano riproposto all'attualità il tema delle crociate, d'altra parte perfettamente coerente con il periodo della Controriforma. LA STRUTTURA LA GERUSALEMME LIBERATA La Gerusalemme liberata è suddivisa in venti canti e segue il modello della tragedia classica, descritta dalla poetica di Aristotele: la città santa di Gerusalemme, alla quale l'esercito cristiano stringe l'assedio, si sviluppano forze centrifughe, messe in modo dagli interventi diabolici, finché il trionfo progressivo del bene fa nuovamente convergere l'azione e l'impegno dei paladini cristiani sulla città assediata, decretandone la caduta. Il poema è dunque costruito secondo la tecnica della peripezia. LA TRAMA Canto I: Le truppe cristiane sono ormai da sei anni in Oriente, quando Dio, inviando l'arcangelo Gabriele fa s' che Goffredo di Buglione, unico principe cristiano a non essere lacerato da passioni umane, venga eletto comandante supremo della spedizione. Sotto la guida di Goffredo, dopo una rassegna delle truppe cristiane, l'esercito si mette in marcia verso Gerusalemme....

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Didascalia alternativa:

Intanto a Gerusalemme è giunta la notizia dell'avvicinarsi dell'esercito nemico, così che il re della città Aladino, si appresa alle difese (descrizione dei preparativi dello scontro). Canto II: II mago Ismeno ha convinto Aladino a sottrarre un'immagine della Madonna da una chiesa cristiana, portandola in una moschea; ma una mano ignora l'ha riportata in chiesa. Aladino minaccia di uccidere tutti i cristiani mancanza di un colpevole. Si autodenunciano così, per salvare gli altri, due giovani Olindo e Sofronia; nobiltà d'animo e amore li spingono al gesto disperato. Essi sono già sul rogo, pronti a essere sacrificati quando l'intervento di Clorinda convince il re a graziarli, mutando la condanna a morte in esilio. Intanto, nel campo cristiano, Goffredo rifiuta la naturalità del sultano d'Egitto e uno dei due ambasciatori, Argante, si unisce con le sue forze agli assediati di Aladino. Canto III: Raggiunta Gerusalemme, i cristiani si scontrano con Argante e con Clorinda. Impegnato in duello con Clorinda, Tancredi la riconosce e insegue per punirlo un soldato che l'ha ferita. Argante risospinto dentro le mura riesce a uccidere il cavaliere Dudone. Dall'alto delle torri di Gerusalemme, Erminia, già prigioniera di Tancredi e quindi esperta del campo nemico, indica e presenta ad Aladino i principali combattenti cristiani. Intanto Goffredo fa schierare l'esercito attorno alla città cingendola e dà ordine che con il legname di una selva vicina si apprestino le macchine atte a espugnarla. Canto IV e V: Gli dèi infernali riuniti in Concilio sono intenzionati a ostacolare con ogni mezzo i cristiani. Tra i crociati viene mandata la maga Armida, che li seduce con il proprio fascino e li inganna con una falsa richiesta di aiuto. Inutilmente Goffredo tenta di conservare il controllo della situazione: scoppiano nel campo cristiano rivalità e contese finché Rinaldo uccide Gernando ed è costretto ad allontanarsi. Canto VI: Argante sconfigge Ottone e si impegna in un lungo duello con Tancredi. Al tramonto i due sono costretti a separarsi, sfiniti, con l'impegno di riprendere il combattimento dopo sei giorni. Erminia cerca di raggiungere Tancredi, per curarne le ferite e indossa le armi di Clorinda per uscire da Gerusalemme. Ma impaziente si fa scorgere dalle sentinelle del campo cristiano ed è costretta alla fuga. Tancredi, ingannato a sua volta dal travestimento, si dà all'inseguimento ma finisce prigioniero del castello di Armida. Manca dunque all'appuntamento con Argante, e al suo posto combatte Raimondo. Dal duello prende il via una battaglia generale che vede dapprima i cristiani in vantaggio, ma poi aiutati dal diabolico scatenarsi di una tempesta gli assediati giungono quasi fin dentro il campo crociato. Canto VII: Le difficoltà dell'esercito cristiano raggiungono il culmine. Il principe Sveno è ucciso da Solimano prima di unirsi agli altri crociati. Finte armi di Rinaldo vengono portate all'accampamento e Goffredo viene accusato dell'assassinio, così che il condottiero seda una ribellione dei paladini legati a Rinaldo. Canto IX: La furia Aletto interviene su Solimano, spingendolo ad aggredire il campo cristiani. Lo scontro provoca una carneficina, ma infine Solimano è respinto anche grazie all'intervento di cinquanta misteriosi cavalieri che aiutano i crociati. Solimano sconfitto, è condotto dal mago Ismeno a Gerusalemme, dove distoglie il re Aladino da ogni proposito di trattativa e di resa. Canto X: I misteriosi guerrieri intervenuti durante l'aggressione notturna erano coloro che avevano seguito Armida. Narrano le vicende di prigionia e la liberazione grazie all'intervento di Rinaldo. Il canto si conclude con la sua gloria. Canto XI: Dopo una processione propiziatoria, i crociati danno l'assalto generale alla città. È una scena militare di massa, che mostra le competenze dell'autore a trattare di argomenti bellici e militari. Il combattimento è interrotto dal calar della sera senza un vero vincitore. Canto XII: Clorinda, la guerriera saracena ha vissuto due identità inconciliabili: da una parte una combattente, nelle apparizioni guerresche; dall'altra una creatura di sogno che rappresenta il desiderio di Tancredi. In questo canto, le due identità si fondono. Clorinda e Argante riescono a incendiare la maggior torre d'assalto dei nemici; ma nella fuga Clorinda è rinchiusa fuori Gerusalemme. Imbattutasi in Tancredi, che non la riconosce, ne è ferita a morte. Solo allora si fa riconoscere e chiede il battesimo. La conversione, preparata dalla scoperta di essere nata da genitori cristiani, congiunge la donna all'amante nel momento stesso della morte. Argante giura di vendicare Clorinda e di uccidere Tancredi. Canto XII: La necessità di costruire nuove macchine d'assedio spinge i crociati nella vicina selva di Saron per procurarsi legnami. Ma la selva è stata incantata dal mago Ismeno e i soldati indietreggiano. Lo stesso Tancredi è costretto a fermarsi apparendogli di udire il lamento di Clorinda. Un'altra piaga infernale affligge i guerrieri crociati: la siccità. Stremati i cavalieri cominciano a scoraggiarsi e non mancano le prime defezioni. Ma alla preghiera appassionata di Goffredo, ecco cadere la pioggia. Di nuovo l'aiuto divino risolve una situazione che pareva compromessa. Canto XIV, XV, XVI: sono dedicati a rappresentare gli amori di Armida e Rinaldo e si concludono con il recupero del paladino cristiano ai suoi doveri di combattente: egli è importante dato che è l'unico che può vincere l'incanto della selva di Saron. A richiamare Rinaldo ai suoi doveri sono inviati Carlo e Ubaldo istruiti e aiutati dal mago di Ascalona. Questi raggiungono le isole fortunate cioè le Canarie e visitano la dimora nella quale Armida, ha condotto Rinaldo e lo tiene prigioniero di una invincibile fascinazione erotica. La maga, dapprima impegnata ad allontanare Rinaldo dalla guerra per favorire la parte pagana, si innamora del giovane paladino, cosicché quando questi tornato in sé udendo i richiami dei suoi compagni si decide di allontanarsi, la donna si dispera giurando vendetta. Canto XVII: Dopo il recupero di Rinaldo ritorna il tema guerresco: l'esercito egiziano è pronto a intervenire in aiuto degli assediati; l'impegno e incoraggiato dalla promessa fatta ai più valorosi guerrieri da Armida di concedersi a colui che le porterà alla testa di Rinaldo. Canto XVIII: Compiuto sul Monte oliveto, il rito di purificazione, Rinaldo spezza l'incanto della selva di Saron. I crociati possono dunque ricostruire le macchine da guerra e prepararsi all'assalto finale. Goffredo decide di accelerare i tempi, informato dell'avvicinarsi dell'esercito egiziano. Lo scontro intorno alle mura è terribile, ma volta a vantaggio dei crociati: a Goffredo si mostra la visione dei soldati cristiani nell'ultima decisiva battaglia espugnare le mura della città. Canto XIX: II solo argante è rimasto sulle mura invase dai nemici e combatte eroicamente, finché cade dopo in un duello con Tancredi. Vafrino, scudiero di Tancredi, incontra con presso il campo egiziano. Erminia con il suo aiuto può infine raggiungere Tancredi e curare le ferite ricevute in duello con argante. Informato da Vafrino sulle intenzioni dell'esercito egizio, Goffredo si risolve ad affrontarlo in campo aperto. Nello scontro Solimano muore mentre Goffredo, Raimondo e Tancredi si coprono di gloria. Rinaldo vendica Sveno è imbattutosi in Armida, ne ottiene la sottomissione in nome del reciproco amore. Infine ancora insanguinato, Goffredo può adorare il Santo sepolcro e sciogliere il voto. RIASSUNTO TRAMA La trama è semplice, limitandosi a narrare la fase conclusiva della prima crociata, relativa all'entrata dell'esercito cristiano in Palestina e all'assedio di Gerusalemme, infine vittorioso: i crociati sono partiti già da sei anni per liberare il Santo Sepolcro. L'esercito sta attendendo in Libano la fine dell'inverno, quando appare a Goffredo di Buglione l'arcangelo Gabriele che lo invita ad assumere il comando dell'esercito e a portare l'attacco finale contro Gerusalemme. I cristiani accettano di eleggere Goffredo loro capo supremo e si mettono in marcia verso la città santa. Qui il re di Gerusalemme Aladino si prepara alla difesa. Nel frattempo il concilio degli dei infernali, presieduto da Plutone, decidono di aiutare i difensori della città, stretta d'assedio dai cristiani. Si rivela efficace in particolare l'intervento della maga Armida, che inganna i cristiani con una falsa richiesta di aiuto e ottiene l'allontanamento di Rinaldo e di numerosi altri guerrieri. Ingannato da Armida, Rinaldo è prigioniero nelle Isole Fortunate e solamente la sua liberazione a opera di due inviati consentirà la conclusione positiva dell'assedio: Rinaldo è destinato a vincere l'incanto malefico della selva di Saron, nella quale i cristiani non possono altrimenti procurarsi il legname necessario alla costruzione delle macchine da guerra. Rinaldo e altri numerosi guerrieri sono caratterizzati da una psicologia doppia: da una parte animata dal senso del dovere e dall'eroismo, dall'altra fuorviata da passioni e intralciata da smarrimenti psicologici. Vinto l'incanto della selva di Saron, i cristiani possono scatenare l'attacco finale, inutilmente contrastati dall'eroismo dei nemici e dagli interventi diabolici. LE FONTI DEL POEMA Il tema eroico di Tasso fa riferimento all'Illiade omerica tra cui la valorizzazione del passato storico come momento fondativo della identità nazionale: come la vittoria contro i troiani ricompatta l'identità dei greci, così la vittoria dei crociati sui Turchi dovrebbe ricompattare quella dei popoli cristiani. Inoltre il poema fa riferimento anche al modello dell'Eneide virgiliana in cui la rappresentazione tragica del tema erotico, la malinconica raffigurazione della virtù, l'importanza al paesaggio e al suo rapporto con i personaggi e con l'azione. PERSONAGGI PRINCIPALI I personaggi pagani possono aprirsi alla salvezza del verbo cristiano e parallelamente i personaggi cristiani sono di continuo minacciati dalle forze infernali. Queste agiscono attraverso aggressioni e inganni che gli eroi cristiani subiscono e davanti ai quali non sempre risultano vincitori; ma anche si annidano nell'intimo dell'animo loro, lacerandone e complicandone l'adesione ai valori morali e militari della crociata. Gli eroi della Gerusalemme liberata sono eroi complessi, dominati da una interiorità inquieta e contradditoria: il senso del dovere dei guerrieri cristiani viene subordinato dalle loro passioni e dalle loro insicurezze. Goffredo, esente dalle tentazioni mondane che affliggono gli altri eroi cristiani è quindi il perfetto eroe controriformistico. Egli rappresenta il desiderio di bellezza ideale realizzata nella pienezza della moralità. Tuttavia sua volta è inadeguato perché il suo tentativo di dominare l'azione spingendola al bene urta di continuo contro quelle pulsioni terrene passionali che egli invano rimuove da sé. Rinaldo, portatore dell'intento encomiastico del poema, è il personaggio più legato alla tradizione cavalleresca e cortese: in lui il desiderio di onore e gloria costituisce l'unica minaccia morale, in quanto capace di fuorviarlo dagli obiettivi morali della guerra. Tancredi è l'antitesi del vitale Rinaldo: egli vive tutto suggestionato dalla propria interiorità malinconica e lacerata: l'amore impossibile per la guerriera pagana Clorinda ne decreta la sfortunata sorte. Tra gli eroi pagani spiccano Argante e Solimano e tre personaggi femminili: Armida, Clorinda ed Erminia. Portatrici di un'inquietudine che le avvicina ai personaggi cristiani, ai quali tutte e tre sono legate da vincoli sentimentali e dalla conversione: La maga Armida neutralizza il paladino Rinaldo, con il suo incanto in modo tale da compiere il suo dovere, cercando di impedire la sconfitta dei suoi. Però la maga ama Rinaldo e disperata davanti al suo abbandono, per ricongiungersi è disposta a cambiare fede. Clorinda unisce le doti di bellezza e di seduzione il rifiuto della tipologia femminile tradizionale: armata in modo inconfondibile ella è uno dei più valorosi guerrieri pagani. Ferita a morte in duello, Clorinda abbraccia la religione dell'amante uccisore Tancredi. Erminia, principessa pagana innamorata di Tancredi, risponde a una logica passionale DIFFERENZE TRA IL POEMA DI ARIOSTO E TASSO Tasso si allontana dal poema romanzesco e dal poema cavalleresco, superando il modello di Boiardo e di Ariosto, con il poema di tipo eroico. Per quanto riguarda lo scopo e la natura del suo poema, Tasso aveva delineato il ritorno ai principi e alla poetica di Aristotele, ossia l'imitazione del vero, in contrapposizione con il modello ariostesco. Tasso infatti respinge l'intreccio che caratterizza il modello di Ariosto in favore dei principi aristotelici scegliendo di raccontare le vicende su un unico personaggio e di narrare un unico evento, in uno spazio e tempo definiti (unità d'azione aristotelica) rispetto al pluralismo prospettico tipico del poema cavalleresco. L'organizzazione spaziale di Ariosto è del tutto orizzontale senza l'intervento del divino, riflettendo la concezione laica rinascimentale, ambientato nella Bretagna mitica. Nella Gerusalemme liberata, ambientata nel Mediterraneo, le vicende si svolgono anche nello spazio verticale tramite lo scontro tra bene e male e rispettive schiere (scontro tra pagani e cristiani), riflettendo il periodo di Controriforma in corso. Tasso abbandona il modello ariostesco, ritenuto troppo libero ed irregolare, rivolgendosi alla storia, l'unica che possa garantire la verosimiglianza richiesta. Questi respinge il meraviglioso fiabesco e fantastico del romanzo cavalleresco e propone come soluzione il meraviglioso cristiano, dove gli interventi soprannaturali sono tutti derivanti dalle potenze paradisiache ed infernali. Il tempo ariostesco non è lineare ma intrecciato; al contrario Tasso presenta una linearità temporale nella quale si inseriscono solo brevi flash-back. Gli aspetti che risultano più evidenti di come La Gerusalemme liberata ha partecipato a tutte le tensioni del tempo, rispondendo in numerose tematiche a quelle che erano le sollecitazioni del concilio di Trento, sono: il tema religioso rappresentato dal conflitto tra cristiani e pagani impronta data alla figura di Goffredo di Buglione come eroe cristiano, diventando un modello morale che riunisce in sé tutti i valori sia della classicità, ma soprattutto dei valori cristiani. l'ambientazione che corrisponde alla storicità e ad avvenimenti reali revisione continua dell'opera Mentre l'opera di Ariosto ha solo intento dilettevole ed encomiastico, la Gerusalemme liberata ha anche intento pedagogico ovvero quello di trasmettere messaggi e insegnamenti di carattere religioso in modo piacevole. I TEMI DEL POEMA - IL MERAVIGLIOSO Nei poemi di tradizione classica e cavalleresco il meraviglioso aveva il compito di prendere spunto dalla mitologia, attingendo al mondo favolistico, per attrarre e rendere partecipe il lettore. Nella Gerusalemme liberata, il meraviglioso attinge dal mondo religioso attraverso miracoli, visioni, sogni profetici, scontri fra le potenze infernali e celesti. Il magismo è l'elemento fondamentale su cui si basa il meraviglioso cristiano, che corrisponde a forze diaboliche considerate come espressione del male e che convive nell'opera di Tasso con vero storico. Anche se il magismo entra in contrapposizione con il vero aristotelico, le forze diaboliche rappresentate tramite nessi magici, rappresentano il male che esiste veramente all'interno del disegno provvidenziale dell'opera. Ciò autorizza Tasso a inserire elementi che risultano apparentemente non reali all'interno della narrazione storica. La lotta tra il bene e il male diventa un conflitto di tipo cosmico dove si inseriscono tutti gli scontri che si susseguono nel poema: ● si ha la fede cristiana contro l'errore il conflitto interiore dei sentimenti contro lo scontro tra i guerrieri di entrambi gli schieramenti presenza di angeli e demoni che giustificano l'esistenza del bene e del male Dietro il conflitto tra cristiani e pagani si cela l'immissione di due codici di comportamento differenti: ● comportamento laico: ispirato dalla tradizione umanistica e che si esprime tramite gli eroi pagani, l'incarnazione di valori della virtù, del coraggio e della libera espressione dei sentimenti; comportamento etico-cristiano: vincola i crociati al senso del dovere implicando l'espressione dei sentimenti personali. L'onore, l'amore, la cortesia...devono essere repressi; I cavalieri di Ariosto sono sostituiti dai compagni erranti di Goffredo di Buglione: erranti non perché andavano in cerca di avventure, ma perché si facevano influenzare dal male, che li inducono verso il peccato e l'errore, allontanandoli dal loro dovere. La Gerusalemme pur essendo un poema di guerra e di morte, è tuttavia associata alla vita. Al termine dello scontro si intravede una propulsione verso la conciliazione dei due schieramenti tramite l'amore: le pagane amate da Tancredi e Rinaldo si convertiranno al cristianesimo facendo in modo che ci sia una conciliazione, un compromesso tra le due formazioni. Il conflitto interiore è un elemento di novità: i sentimenti e le passioni che prevalgono sull'azioni a causa della complessità interiore dell'uomo che devono essere repressi. Il conflitto interiore che pervade i vari personaggi riflettono e proiettano la psicologia di Tasso che si intravede in tutto il poema. Ciò non mette in dubbio l'unità aristotelica: riflette la condizione umana, rappresenta il vero perché i personaggi sono lacerati dalle proprie ispirazioni individuali come l'autore stesso. STILE Per quanto riguarda lo stile si ha una: tensione di tipo etico spirituale tramite un tono solenne che riprende le tragedie classiche, ossia le missioni dei cavalieri tensione educativa tramite un tono lirico che rappresenta l'interiorità dei personaggi Il poema di Tasso viene nominato poema dell'apparenti contraddizioni, tramite il metodo del parlar disgiunto (Tasso lo dice una lettera dedicata a Scipione di Gonzaga). Per quanto riguarda l'orientamento stilistico, esso si lega attraverso l'unione e l'indipedenza dai sensi, si concentra sul significato delle parole e non sulla loro unione (struttura asimmetrica) tramite l'uso di figure retoriche: sinestesia, enjambement, l'iperbato e chiasmo. IL PROEMIO Nella Gerusalemme Liberata Torquato Tasso espone l'argomento al centro della trattazione: parlerà delle armi pietose e del condottiero che, attraverso le sue doti umane e l'aiuto divino, riuscì ad espugnare Gerusalemme. Segue l'invocazione alle muse: inizialmente il poeta chiede loro un'ispirazione divina, poi si scusa poiché nel suo poema intreccerà storia e fantasia, perché i lettori, attirati in primo luogo dal diletto, possano poi conoscere i fatti realmente accaduti. Infine Tasso dedica il poema ad Alfonso d'Este, chiedendogli di accettare con benevolenza il proprio libro, ed augurandogli, nel caso di una nuova crociata, di ottenerne il comando paragonandolo alla figura di Goffredo di Buglione. Le armi della prima ottava sono definite pietose perché consacrate ad una causa religiosa, cioè alla crociata dei cristiani in Terrasanta per liberare Gerusalemme dai guerrieri musulmani, i pagani. Negli ultimi due versi della seconda ottava Tasso chiede perdono alla Musa perché, per poter ottenere l'attenzione del lettore, è "costretto" ad adornare la sua opera di altri temi oltre a quello religioso. Tasso si dice convinto che per tenere vivo l'interesse dei lettori per tutta la lunghezza dell'opera si debba fare in modo che loro possano accorgersi che la lotta tra il bene e il male in dimensioni epiche (il poema) non è altro che la stessa che si gioca nel loro cuore. La letteratura per Tasso ha quindi uno scopo morale, si avvale dell'invenzione per condurre l'uomo alla piena coscienza di sé stesso. L'incipit della Gerusalemme liberata ricalca quello dell'Eneide di Virgilio e in questo modo Tasso sottolinea di voler riprendere il modello epico classico, allontanandosi dal modello cavalleresco di Ariosto. Infatti nell'esposizione del tema non c'è alcun riferimento al tema dell'amore. Diversamente da Ariosto inoltre l'io lirico precede la materia, in cui scompaiono il tema delle donne, della cortesia, delle passioni ecc. e l'impianto del discorso è soggettivo, mentre nell'Orlando di Ariosto è oggettivo. L'invocazione alla Musa mette in evidenza l'impianto religioso dell'opera, influenzato dalla formazione religiosa (e controriformistica). L'ambizione di Tasso è di scrivere il poema eroico della cristianità e la prima crociata è una allegoria storica della Chiesa cattolica messa in discussione dalla Riforma protestante e minacciata dai turchi. Nella dedica il poeta si riferisce a sé stesso definendosi "peregrino errante" perseguitato dalla sventura e indica la corte come luogo protettivo. Emergono in questo due estremi della personalità di Tasso: L'impulso all'irregolarità (che lo porterà alla follia); La necessità di integrazione, riconoscimento e protezione. LA PRESENTAZIONE DI CLORINDA Clorinda è descritta in modo dinamico. Il suo aspetto (la fierezza, la durezza dell'espressione, i muscoli) sono il risultato di una dura disciplina e di un'educazione iniziata molto tempo prima, quando ancora bambina si allenava con cavalli e armi, spezzando le abitudini tradizionalmente riservate alle donne. La figura di Clorinda è modellata su quella della Camilla dell'Eneide di Virgilio e sull'archetipo dell'amazzone. Cresciuta come un guerriero, del guerriero ha la forza e il coraggio, ma anche la nobiltà d'animo (sarà lei a ottenere la liberazione di Olindo e Sofronia, accusati di aver rubato un'immagine sacra da una moschea). Come Camilla, milita nel campo dei "cattivi", di coloro che sono destinati alla sconfitta. IL DUELLO DI CLORINDA E TANCREDI Clorinda medita, mentre è scesa la notte, di assalire e ardere la grande torre in legno dei cristiani. A lei si associa Argante. Prima di ciò Arsete, l'eunuco che ha allevato Clorinda, per trattenerla le narra della sua origine cristiana, confidandole di aver disubbidito all'ordine di farla battezzare ricevuto da sua madre. Clorinda rifiuta di rinunciare all'impresa e insieme ad Argante raggiungono lo scopo e dopo aver fatto strage di nemici, fuggono verso la città. Nella mischia tra i difensori e gli inseguitori cristiani Clorinda si trova fuori dalle mura. La guerriera si finge un soldato crociato con la sua armatura ma viene individuata da Tancredi che la identifica come nemico e non come amata. Mentre la donna tenta di raggiungere un'altra porta, il crociato segue l'ignoto guerriero per misurarsi con lui in duello. Lo scontro lungo ed estenuante si conclude all'alba con la vittoria di Tancredi. Clorinda ferita morte chiede però all'uccisore di battezzarla. Scoperto il volto di lei per eseguire il rito, Tancredi la riconosce e anche egli cade a terra privo di sensi e semi morto. Questo canto è dei più importanti del poema perché Tasso racchiude tutti i temi più drammatici come: il tema della morte, della guerra e dell'amore. Questi temi sono affidati alle vicende di due personaggi a cui Tasso affida proprio la novità del poema eroico rispetto al poema della tradizione precedente: ● La figura di Tancredi; il cristiano mosso da una parte dal motivo militare e dall'altra dall'amore verso Clorinda, una pagana La figura di Clorinda che ha appena scoperto di essere figlia di cristiani, combattendo per la parte sbagliata. Diventa la personificazione di tutte le contraddizioni che caratterizzano il poema e la poetica tassesca. Il combattimento di Tancredi e Clorinda e la morte conversione della donna rilanciano la centralità nel poema dell'opposizione amore/guerra: i due ambiti cessano di essere contrapposti e si fondono, così che il duello rappresenta al tempo stesso, un incontro erotico stravolto nell'aggressività è un combattimento intensamente erotizzato. La conclusione dell'episodio decreta una riconciliazione che conduce al di là dell'amore al di là della guerra in una situazione di pacificazione e di sublimazione in cui la presenza del significato religioso e la sensazione della perdita del dolore sono strettamente intrecciate. È in nome di questa ambivalenza che si fondono dopo l'esito dello scontro, la vita data dal battesimo e la morte data dalla spada. L'intera vicenda dell'amore di Tancredi e Clorinda rappresentano nel poema un'essenziale contrapposizione amore/guerra. La morte di Clorinda è accompagnata da numerosi presagi di sventura. La scelta della guerriera di indossare armi nere e in tal senso quasi un consegnarsi alla morte. Lo stesso racconto di Arsete, con la narrazione degli infausti presagi sognati definiscono la sortita della eroina come un vero e proprio suicidio, ovvero come un sacrificio. Clorinda va incontro alla morte in modo consapevole e volontario perché è in cerca di una chiarificazione interiore. Questo bisogno la porta ad una prova radicale ed estrema che la porterà ad incontrare la morte. Un' altro simbolo decisivo è quello affidato alla contrapposizione notte/alba. Sulla sullo scenario della notte il canto si apre e la notte domina la preparazione delle imprese di Clorinda e Argante, la sua realizzazione e gran parte del duello fra Tancredi e Clorinda. La conclusione del duello e l'uccisione della donna coincidono però con la fine della notte e l'inizio dell'alba. La morte di Clorinda è dunque rappresentata con un progressivo uscire dalle tenebre del peccato per dirigersi verso la nuova alba della conversione della fede fino al sole nel frattempo sorto che illumina pietosamente il trapasso della donna. IL GIARDINO DI ARMIDA L'episodio può essere suddiviso in quattro sequenze. La prima descrive il labirinto, la seconda mostra Ubaldo e Carlo nel momento in cui attraversato il labirinto spiano, nascosti dietro le fronde, Armida e Rinaldo. Nella terza è descritto l'incontro tra i due amanti e nella quarta sequenza, Ubaldo e Carlo si rivelano a Rinaldo. Ubaldo riesce con le sue parole e con i suoi gesti, a rivolgere verso Rinaldo il suo scudo di diamanti, in modo tale che gli possa vedere il proprio riflesso e possa convincere il paladino uscire dalla confusione provocatagli dal labirinto. Il labirinto è un luogo circolare e chiuso; separa il paradiso della sensualità e dello smarrimento dal resto del mondo cioè dalla dimensione dell'impegno. Esso è un'immagine trasparente di smarrimento di vanità. Significato eguale al labirinto hanno anche i ornamenti lussuosi e ricercati di Armida e di Rinaldo in quanto manifestazione di una bellezza non finalizzata a nulla. Lo specchio è a sua volta, simbolo della vanità in quanto strumento di contemplazione di mobilità. ben diverso è l'uso rovesciato che dello specchio fa Ubaldo mostrando a Rinaldo i suoi aspetto effeminato. Questo specchio ha la funzione di controbilanciare e neutralizzare quello legato all'amore per Armida. Il giardino rappresenta il locus amoenus. Gli spazi sono fatti di colline, valli, selve e spelonche, densi di vegetazione, fauna ed elementi naturali. Brezze, ruscelli, alberi sempre fioriti, frutti che maturano in continuazione, foglie, onde, vari tipi di uccelli, che cantano piacevoli melodie, tra cui il pappagallo; tutto trasmette l'idea dell'abbondanza e sensazioni visive, acustiche e tattili, di forte intensità, ampliate attraverso l'uso di allitterazioni e ripetizioni. Ma il giardino narrato da Tasso non è un semplice giardino-paesaggio, ma è un giardino incantato in cui aleggia un'atmosfera stregata che ha emulato, superandola, la natura e lo ha reso giardino-amoroso, luogo di delizie, paradiso pagano. L'autore vuole trasmettere la visione di un mondo artificioso e seducente, di piaceri e di abbandono ai godimenti terreni, riflesso della sua artefice, il personaggio della maga Armida. La descrizione del giardino richiama alcuni modelli letterari, tra cui, per esempio, il giardino di Alcinoo e del Paradiso dell'Orlando Furioso ed anche l'esempio concreto dell'Eden.