La biografia di Giovanni Pascoli è segnata da eventi tragici che hanno profondamente influenzato la sua poetica e visione della vita. Nato a San Mauro di Romagna nel 1855, Pascoli visse un'infanzia serena fino all'assassinio del padre, evento che sconvolse la sua vita familiare. Questo trauma, seguito dalla morte della madre e di altri familiari, lo portò a sviluppare una particolare sensibilità verso i temi dell'abbandono e del "nido" familiare perduto.
La produzione letteraria di Pascoli si distingue per la sua duplice natura: da un lato le raccolte in italiano come Myricae e Canti di Castelvecchio, dall'altro le poesie di Pascoli in latino che gli valsero numerosi riconoscimenti internazionali. Il suo stile poetico è caratterizzato da un uso innovativo del linguaggio, con particolare attenzione ai suoni onomatopeici e alle sfumature fonosimboliche. La natura occupa un posto centrale nella sua opera, vista non solo come sfondo ma come specchio dell'animo umano e delle sue inquietudini.
La dimensione familiare rimane centrale in tutta la sua produzione: dopo le tragedie giovanili, Pascoli ricreò un nuovo nucleo familiare con le sorelle, in particolare con Mariù, con cui visse fino alla morte. Questa scelta di vita influenzò profondamente la sua poetica, caratterizzata da temi come l'infanzia, il ricordo, il dolore e la morte. La sua capacità di fondere elementi della tradizione classica con innovazioni linguistiche e stilistiche lo rende uno dei maggiori poeti italiani tra Ottocento e Novecento, capace di influenzare profondamente la letteratura successiva.