Materie

Materie

Di più

Giovanni Pascoli

30/9/2022

8888

466

Condividi

Salva

Scarica


SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI
Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad
un esperienza che abbiamo vissuto insieme,

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

SIOVANNI PASCOLI Per Pascoli la vita è buia, per capire ciò che prova Pascoli dobbiamo pensare ad un esperienza che abbiamo vissuto insieme, la prova al buio nell'istituto dei cechi, Pascoli prova angoscia; vive in questa dimensione angosciosa e angosciata, perché gli succede una tragedia quando è piccolo-> la morte del padre che viene assassinato mentre tornava a casa dal lavoro, lui rimane quindi segnato da questa morte per tutta la vita, per lui la vita è un camminare brancolando nel buio. Improvvisamente nel buio più totale sente dei lampi e vede una luce, permettendo di risollevarsi un attimo e poi continua a camminare nel buio. Ha passato tutta la vita ad aspettare qualcosa che accadesse e che lo rincuorasse, ma per tutta la vita ha cercato di ricostruire il "nido familiare" che fu andato perduto, lutto del padre, di due fratelli e della madre; nella normalità delle situazioni si desidera costudisti il proprio nucleo famigliare, costudendo un nuovo nido MIO, il problema è stato che Pascoli ha voluto sempre ricostruire il suo nido di origine, diventa patologico, si è attaccato in modo morboso alle ultime due sorelle (Ida e Mariù). Pascoli è un poeta raffinato e complesso, un poeta simbolista infatti usa immagini tratte: dalla natura, dai fiori, dai fenomeni atmosferici in maniera simbolica...

Non c'è niente di adatto? Esplorare altre aree tematiche.

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

Knowunity è stata inserita in un articolo di Apple ed è costantemente in cima alle classifiche degli app store nella categoria istruzione in Germania, Italia, Polonia, Svizzera e Regno Unito. Unisciti a Knowunity oggi stesso e aiuta milioni di studenti in tutto il mondo.

Ranked #1 Education App

Scarica

Google Play

Scarica

App Store

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

4.9+

Valutazione media dell'app

13 M

Studenti che usano Knowunity

#1

Nelle classifiche delle app per l'istruzione in 11 Paesi

900 K+

Studenti che hanno caricato appunti

Non siete ancora sicuri? Guarda cosa dicono gli altri studenti...

Utente iOS

Adoro questa applicazione [...] consiglio Knowunity a tutti!!! Sono passato da un 5 a una 8 con questa app

Stefano S, utente iOS

L'applicazione è molto semplice e ben progettata. Finora ho sempre trovato quello che stavo cercando

Susanna, utente iOS

Adoro questa app ❤️, la uso praticamente sempre quando studio.

Didascalia alternativa:

-> in questo modo da forma a antiche e stati d'animo che lo turbano. 1. LA VITA Quarto figlio di una famiglia numerosa piuttosto agiata, Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre del 1855. Cresce circondato dagli affetti e a stretto contatto con la natura e i passaggi della campagna romagnola. Il padre, Ruggero, amministratore della tenuta La Torre di proprietà dei principi Torlonia, lungo il Rio Salto, lo manda a studiare, dopo la prima elementare, a Urbino, nel Collegio Raffaello, gestito dai padri Scolopi. Giovanni è in collegio, quando il 10 agosto 1867, lo raggiunge la notizia che interrompe traumaticamente un'infanzia fino a quel momento felice: il padre è stato ucciso da una fucilata mentre tornava in calesse da Cesena, dove era andato per affari. Il colpevole e il movente del gesto rimarranno un mistero: i sospetti della famiglia cadono su un talee Pietro Cacciaguerra. Tuttavia le indagini, orientate in un primo momento verso la pista politica, non sortiscono effetti, e gli esecutori e i mandanti del delitto non saranno mai individuati. -> il poeta rimarrà segnato per sempre da questa tragedia, primo anello di una interminabile catena di lutti che funesta la sua adolescenza e ne condiziona la vita: l'anno dopo muore di tignò la sorella maggiore, Margherita, seguirà subito dalla madre e poi dal fratello Luigi, stroncato nel 1871 dalla meningite. Rimasto orfano e privo di mezzi economici, nell'arco di pochi anni Giovanni è costretto a seguire a Rimini il fratello Giacomo, e poi si trasferisce a Firenze, dove gli Scolopi gli garantiscono un'istituzione grattatura presso il locale liceo. ->I risultati scolastici di Pascoli sono assai scoraggianti, ma la vittoria in un concorso per una borsa di studio indetto nel 1873 della facoltà di Lettere dell'Università di Bologna gli apre una strada imprevista. Presiedente della commissione esaminatrice è Giosuè Carducci, il maestro di un'intera generazione di letterati italiani. Il successo universitario non mitiga tuttavia le inquietudini del giovane. Più per istinto ce peer reale convinzione ideologica, egli si lega ai circoli socialisti bolognesi. Mentre la scarsa frequenza ai corsi accademici gli costa la revoca della borsa di studio, pascoli diventa amico di Andrea Costa, principale esponente Emiliano dell'internazionalismo anarchico e successivamente tra i primi rappresentanti del socialismo italiano. La partecipazione a una protesta studentesca contro l'allora ministro dell'istruzione Ruggero Bonghi lo segnala alla pubblica autorità; tre anni dopo, nel 1879 privo di tutela e sostegno economico, Pascoli viene arrestato, accusato di attività sovversive. Ripresi nel 1880 gli studi, Pascoli si laurea nel 1882 con una tesi sul poeta greco Alceo ee subito dop viene nominato professore di Lettere latine e greche nel liceo di Matera. Lontano da casa, pensa costantemente alle sorelle più piccole, Maria e Ida, alle quali si sente legato da un forte vincolo. -> Nel 1884 pascoli viene trasferito al liceo di Massa, dove riesce a portare con se le sorelle. L'ormai trentenne Giovanni può cosi ricostruire il nucleo familiare, che mantiene unito anche dopo il suo trasferimento nel liceo di Livorno, dove insegna fino al 1895. Il legame con le sorelle, strette intorno a lui all'interno del tanto desiderato "nido", perpetua la condizione infantile, recuperata con un affetto totalizzante che esclude ingerenze strane ed esige la castità e il culto della memoria dei genitori. Le lettere di questi anni rivelano il carattere quasi maniacale di tale legame. Alla fine del 1894 Ida si fidanza e pochi mesi dopo si sposa: pascoli ne è sconvolto, considera il matrimonio della sorella come un affronto, un tradimento, un attentato all'integrità del "nido". Costretto a Roma da un incarico ministeriale, su Maria la propria disperazione. Il 1895, anno delle nozze di Ida, diventa peer Giovanni "l'anno terribile". Nel frattempo il nome di Pascoli si imposta sulla scena letteraria: dopo aver pubblicato solo su rivista e occasionalmente i suoi versi, nel 1891 da alle stampe Myricae, il suo primo libro. Ma i tratta di una pubblicazione quasi clandestina: il timido podestà chiede che il libretto, che comprende 22 poesie, esca in solo cento copie. L'anno dopo viene preparata un'edizione a più ampia tiratura (72 poesie), che rivela Pascoli come uno dei migliori poeti italiani. I successi letterari gli aprono le porte dell'Università -> • dal 1895 al 1897 insegna Grammatica greca e latina nell'Università di Bologna • dal 1897 al 1903 è ordinario di Letteratura latina a Messina fino al 1905 viene trasferito a Pisa dove insegna Grammatica latina e greca, coronando la sua carriera accademica • ritorna a Bologna chiamato a succedere a Carducci alla cattedra di Letteratura latina All'insegnamento pascoli affianca lo studio e il lavoro poetico, a cui am dedicarsi nella casa di Castelvecchio in Garfagnana, dove si è trasferito con Maria fin dal 1895. Qui pascoli vive la sua esistenza di poeta e insieme di contadino, in quella tanto disiderata semplicità di vita rurale esaltata dai suoi autori più cari, Virgilio e Orazio. Malato di cancro al fegato, pascoli muore a Bologna nel 1912 e viene sepolto a Castelvecchio, dove Maria resterà sino alla fine dei suoi giorni (1953), gelosa custode delle memorie e delle carte del fratello. 2. LE OPERE L'ordine con il quale presentiamo le diverse tappe della produzione poetica pascoliana si basa sulle date di uscita dellee prime edizioni delle singole raccolte. Va per detto che lee opere maggiori sono peer l'autore dei contenitori sempre aperti, pronti ad accrescersi nel tempo in successive nuove edizioni rimaneggiante. M -> MYRICAE La prima raccolta pascoliana, edita nel 1891 ma destinata a una continua rielaborazione negli anni successivi, presenta temi e paesaggi quotidiani, particolari impercettibili e apparentemente trascurabili della relata, che l'occhio del poeta coglie però in una ice diversa, carica dei segrete suggestioni. -> POEMETTI Pubblicati in prima edizione nel 1897, con l'aggiunta successiva di nuovi componimenti, i Poemetti saranno suddivisi dall'autore in Primi poemetti (1904) e Nuovi poemetti (1909). Rispetto a Myricae evidenziata dall'adozione di strutture metriche più ampie, come la terzina dantesca, coerenti con lo scopro di innalzare toni e contenuti: non a caso il poeta colloca in epigrafe l'emistichio virgiliano Paoulo maiora. La maggiore altezza annunciata si accompagna alla celebrazione della natura, vista come un salvifico contraltare alla realtà brutale e artificiosa della civiltà industriale. In questa ottica vanno dunque comprese l'esaltazione della piccola proprietà rurale e la mitizzazione della siepe come protezione, reale e metaforica. Sul piano e spessivo corrispose una ricerca lessicale puntigliosa, che mira a una pertinenza assoluta, ossia all'individuazione degli oggetti attraverso parole "vergini", autentiche, nuove. Con una sperimentazione linguistica ardita il poeta raggiunge soluzioni molto innovative, come l'innesto nel componimento Italy di termini dialettali e di vocabolari di una “lingua speciale", l'inglese italianizzato paralto dagli italiani emigrati in America. ->CANTI DI CASTELVECCHIO Dedicata alla madre e pubblicata per la prima volta nel 1903, la raccolta comprende 69 componimenti suddivisi in due sezioni, oltre che un'appendice (Diario autunnale). La scelta del titolo rinvia a Leopardi, di cui si recuperano i motivi della memoria e del rapporto uomo-natura come fonte di riflessione esistenziale. L'epigrafe virigliana rimanda a quella prima raccolta, con cui i Canti di Castelvecchio intrattengono un esplicito rapporto di continuità e plurilinguismo pascoliano si arricchisca ulteriormente di autismi, tecnici mi e voci di ascendenza dialettale. Da un punto di vista strutturare, i Canti sono rodianti secondo l'alternarsi delle stagioni. Ma il motivo naturalistico è per lo più esteriore, visto che il tema dominante è sopratutto autobiografico, con il continuo riaffiorare del ricordo dell'uccisone del padre. La dolente rievocazione dl passato è accompagnata costantemente malinconico che il poeta posa sull'ambiente e sul mondo esterno. ->POEMI CONVIVIALI Il titoli dell'opera, pubblicata del 1904, richiama il nome della sede editoriale che aveva accolto i testi per la prima volta la rivista romana "Conviviò", diretta dal poeta Adolfo De Bosis e ispirata al gusto estetizzante che caratterizzava il Decadentismo italiano. Pascoli sembra voler alzare il contenuto e la forma rispetto ale opere precedenti: non abbiamo più poemetti, ma poemi. E ancora una volta è l'epigrafe Virginiana ad annunciare una cifra stilistica e tematica diversa, più elevata, come a dire che dal mondo umile della campagna delle prime raccolte si passa da argomenti più elevati, come era già accaduto nei Poemetti. In effetti, i 20 testi della raccolta sono tutti incentrati su personaggi storici o mitologici del mondo antico, soprattutto greco anche se non mancano riferimenti a Roma e al cristianesimo. Non ci troviamo dunque di fronte a vincitori o uomini saldi nei loro lavori, ma il contrario ad antieroi consumati dal dubbio, tormentati, privi di certezze, minati dalla sfiducia verso se stessi e verso l'uomo in generale. L'antichità è per pascoli un luogo su cui imprimere il segno del proprio sentire più profondo: lo sgomento di fronte alla realtà colma di pianto le apparizioni inquietanti o consolatorie della natura, la vanità del desiderio di conoscere, la paura di vivere e di crescere, il rimpianto del grembo materno e degli affetti domestici, il mistero dell'esistenza. Si tratta di un mondo perduto, sommerso dal tempo, ma che sembra vivere nella memoria delle nostre stesse attese e sofferenze; per intendere la misteriosa capacità del passato di rinnovarsi agli occhi e nei sentimenti di ogni individuo che nasce. La poesia civile Negli anni di vita, Pascoli concepisce e in parte realizza ampi cicli poetici di ispirazione patriottica e nazionale. Questa produzione letteraria è influenzata dal fatto che egli si sente obbligato a raccogliere l'eredità di Giosuè Carducci, anche in qualità di poeta della Storia e della gloria nazionale. In tale ambito possiamo ricordare le raccolte -> • Odi e inni (1906) • Le canzoni di e Enzio (1908-1909) • Poemi italici (1911) . E gli incompiuti Poemi del Risorgimento (1913) La produzione poetica in lingua latina Iniziata con il poemetto Veianius nel 1891 e raccolta postuma nel 1914 sotto il titolo Carmina, l'opera latina di Pascoli accompagna quella in lingua italiana, a cui l'accomunano immagini, e tematiche compositive. Il latino pascoliano immette nella lingua, nei personaggi e negli ambienti dell'antica Roma repubblicana e imperiale e nella Storia cristiana i suoi tipici stati d'animo, inquieti e inclini alla dimensione onirica. Da qui scaturisce l'identificazione con personaggi condannati o reietti: gladiatori, schiavi, sconfitti dalla Storia, con i quali Pascoli sente di condividere la dimensione del dolore e dell'ingiustizia. Anche da un punto di vista espressivo, non vengono meni i caratteri peculiari dello stile e del simbolismo di Pascoli. Il suo è infatti un latino ben diverso da quello tradizionale classica. Ciò testimonia l'estrema libertà del poeta nel relazionarmi con le forme e le immaginai del passato. La produzione in prosa All'opera poto a pascoli affianca anche una produzione in prosa. Oltre che peer il saggio intitolato II Fanciullo, edito in 2 brevi capitoli nel 1897 sulle colonne della rivista Fiorentina "Il Marzocco", pascoli occupa il tavolo della prosa sopratutto per studiare e scrivere su Dante e Leopardi. Analizza in particolare la funzione allegorica della figura di Beatrice nella Vita nuova e nella Commedia, nei volumi -> Minerva oscura (1898) • Sotto il velame (1900) • La mirabile visone (1906) Alla prosa affida anche i suoi sporadici interventi pubblici Igor o a temi civili. Come abbiamo visto, egli non rinuncia a dare espressione in versi alla propria ideologia politica, nella quale si intrecciano un generico umanitarismo venato di buoni sentimenti e un amore per le glorie italiane del passato sconfinate nella celebrazione nazionalistica. Tale componente della sua personalità intellettuale emerge in particolare nella presa di posizione imperialistica espressa nell'orazione La grande proletaria si è mossa, del 1911. In questo testo, scritto in occasione della guerra libica, il poeta celebra l'impresa militare come un'opportunità per sanare la piaga epocale dell'emigrazione. L'esaltazione pascoliana dell'umile Italia bisognosa di riscatto è motivata dalla convinzione che solo recuperando le nobili vestigia del passato si sarebbe potuta ripristinare la concordia tra le diverse classi sociali a difesa della "nazione contadina". 3. I GRANDI TEMI -> IL FANCIULLO Pascoli fissa le linee di fondo della sua riflessione sulla poesia nel saggio Il fanciullino, apparso a puntare sulla rivista "II Marzocco", dal gennaio all'aprile del 1897. L'idea centrale è che anche nell'età adulta di ogni individuo sopravviva un fanciullo che osserva il mondo. Di questa parte infantile e irrazionale dell'io il poeta sa ascoltare e trascrivere la voca: egli utilizzerà una lingua "ingenua", senza la malizia e la prescrizione che snaturano le strategie comunicative dell'individuo. La verità delle cose e del mondo si rivelerà in tal modo autenticamente priva di retorica, finalmente pura e libera da ogni condizionamento culturale. La rivendicazione del potere consecutivo del linguaggio si accompagna a una nuova concezione della poesia: quest'ultima non sarà più fondata sulla logica razionale del reale, che si limita a distinguere e catalogare, ma sull'intuizione e sull'immaginazione. La poesia diventa il luogo della conoscenza istintiva delle cose grazie al quale si può penetrare nella profondità della natura. L'emozione la sensibilità percettiva del "fanciullino" possono cosi rivelare il valore segreto che risiede anche negli oggetti più umili. La candida contemplazione della relata ne rivela aspetti di solito considerati di minor rilievo e dunque trascurabili. Il carattere a-logico, ossia estrano alla logica, in qualche modo dissonante, della poesia permette cosi di esplorare territori misteriosi. Per questo la parola poetica non descrive ne interpreta la realtà: piuttosto la crea. Conseguenza di questo atteggiamento irrazionalistico è la ricerca di traslati che permettono, grazie a un'ingegnosa e improvvisa illuminazione, di mostrare analogie e relazioni impreviste tra gli oggetti. Secondo pascoli la poesia è un'attività peer lo più metaforica, che recupera le voci della natura e adotta una lingua che è ancora in una fase pre-grammaticale. I fanciulli sono infatti portati a personificare le cose ad attribuire vita e sentimento per esempio alla pioggia, al sole, al vento, a considerare il sogno come un'esperienza reale. Allo stesso modo, il poeta assegna caratteristiche umane agli animali e alle piante e ripristinando un rapporto magico con la realtà. Pure senza ignorare l'implicito messaggio sociale insito nella poesia, Pascoli sottolinea l'autonomia dell'atto poetico e la sua natura spontanea e disinteressata. L'unico obbiettivo che la poesia riconosce a se stesso è quello di esprimersi con purezza, rifiutando di essere applicata a finalità prefissate e a interessi politici strumentali o contingenti. Si tratta di una rivoluzione per molti aspetti "inconsapevole": il poeta ha cioè una coscienza limitata del significato storico della propria sperimentazione. Dall'altra parte, nello stile di Pascoli, accanto alle molte novità formali sopravvivono, come vedremo, istanze consolidate, quali la conservazione della rima e il rispetto delle forme metriche: un'ambivalenza che fa di lui un "rivoluzionario nella tradizione". Tuttavia la rottura con i canoni del classicismo è ormai compiuta. IL SIMBOLISMO Le rapide notazioni e i quadri di vita campestre che Pascoli rappresenta costituiscono il frutto dell'osservazione di una realtà filtrata sempre attraverso le suggestioni del suo universo interiore. In questo modo i suoni, i paesaggi, le cose si caricano nella sua poesia di un sovra-senso simbolico. Il poeta può penetrare nell'anima del mondo tramite la propria soggettivata e le proprie sensazioni. Per Pascoli si tratta di ricercare il senso perduto della relata e del mondo e cogliere, grazie all'intuizione folgorante e non a un'analisi mediante l'immagine che riassuma una verità universale. Il simbolo naturalmente non è esplicitato in termini razionali. Sta al lettore afferrare i sensi riposti, comprendere le allusioni cifrate e cogliere l'impalpabile verità del mondo, che non proviene dalla concretezza degli elementi descritti, ma dalle possibilità dell'animo di riconoscere aspetti che "sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione". Per questo nella poesia di Pascoli troviamo un affollato repertorio di ombre e di morti, di misteriosi e arcaici strumenti musicali di sottintesi analogici, fino alle prolungate sequenze di ardite sinestesie. A prima vista, le cose sulle quali si posa l'ossigeno guardo del poeta sono minute, come gli elementi naturali nei quadri degli impressionisti; ma questa attenzione peer il dettaglio, non ha lo scopo di illustrare oggettivamente la relata, per quanto essa sia nominata con estrema precisone. Pascoli tende pero a riferirsi alle cose non per come sono, ma per come le sente e le vede. Gli elementi della natura ai trovano nei nessi emozionali, che li legano alla dimensione interna del poeta; il suo compito è percepire il mondo come la foresta di simboli. MYRICAE La prima raccolta poetica di pascoli, Myricae, è unanimemente riconosciuta dalla critica come un crocevia di fondamentale importanza peer la storia della lirica italiana: sia per gli aspetti linguistico-formali, fortemente innovativi, sia per i contenuti, insieme quotidiani e simbolistici. Nel 1910 il critico Emilio Cecchi definì quella Pascoli "la poesia più ricca di futuro che la nostra letteratura contemporanea possegga". 1. COMPOSIZIONE STRUTTURALE ED EDITORIALE Myricae è una raccolta di poesie che viene pubblicata per la prima volta nel 1891, poiché vi saranno numerose edizioni, ciascuna con aggiunte sia componimenti e revisione da parte dell'autore : 1891: 1 edizione -> 22 componimenti • 1892: 2 edizione -> 72 componimenti • 1894: 3 edizione . 116 componimenti 1897: 4 edizione -> 152 componimenti • 1900: 5 edizione -> con il titolo definitivo di 156 componimenti • 1911: ultima edizione dell'opera, dopo altre quattro, frutto di piccole revisioni stilistiche e strutturali Myricae LibriVox 2. ITEMI Giovanni Pascoli La vicenda compositiva di Myricae si estende per quasi tutto l'arco della vita dell'autore, a testimoniare l'importanza che quest'opera riveste nel suo percorso letterario. Il titolo della raccolta deriva da un verso della quarta Bucolica di Virgilio, nella quale il poeta latino sceglieva di affrontare un tema più elevato e di innalzare il tono stilistico rispetto ai componimenti precedenti. Gli arbusti e le tamerici, piante diffuse elle zone mediterranee, costituiscono due emblemi della poesia pastorale e dello stile dismesso, che meglio si accorda con la realtà semplice della vita di campagna. Anche per Pascoli il termine Myricae sta a indicare la predilezione per argomenti umili e quotidiani e la sostanza stessa della sua poetica, lontana dalla magniloquenza; la vita agreste, a pace della natura il susseguirsi delle stagioni, la fioritura degli alberi da frutto, gli eventi meteorologici costituiscono infatti i motivi ricorrenti della raccolta, coerentemente con la ricerca di genuinità e purezza teorizzata nel Fanciullino. Il poeta dimostra di possedere una conoscenza diretta e riavvicinata del passaggio, lontano dall'idealizzazione bucolica della tradizione letteraria. Della natura Pascoli non restituisce soltanto la "superficie"; essa viene vista infatti come fonte di consolazione ma anche di inquietudine e turbamento: ciò che il poeta intende evidenziare sono i valori simbolici e le risonanze interiori di una realtà apparentemente familiare, ma in verità assai misteriosa e perciò osservata con stupore infantile. Non a caso è proprio l'infanzia un altro tema fondamentale di Myricae. Sono molte le figure di bambini presenti nei componimenti della raccolta. Essi sono per lo più piangenti, tristi, oppure poveri e malati: nel loro destino si riflettono le sofferenze private del poeta e le sue paure di fronte al male che pervade il mondo. L'universo sereno della remota "preistoria" dell'io, mitizzati nel "nido" come luogo sicuro degli affetti domestici. È come se tutta la relata fosse circondata dal mistero. Mentre il Positivismo, fiducioso nella scienza e nelle sue possibilità, aveva concepito l'ignoto come un territorio da sottoporre a una ricerca condotta con un metodo sperimentale, Pascoli ne fa ill centro di una sofferta meditazione, che lo porta a valorizzare suoni, voci, immagini alla ricerca delle fitte corrispondenze che animano la realtà. Tuttavia per Pascoli il male e il dolore dell'uomo rimangono insondabili: a generare la sofferenza non è la natura, ma l'uomo sociale, responsabile dell'odio e della violenza, diverso da quello primitivo, considerato intimamente buono. Ciò spiega il senso di smarrimento e di solitudine che si respira nella raccolta insieme l'aspirazione una vita rinchiusa nell'ambito del "nido" familiare, gelosamente custodito difeso dalle minacce esterne. Collegato al tema del "nido" è quello dei morti. La morte viene intesa con sgomento e paura. 3. LO STILE LA LINGUA E LA SINTASSI Pier Paolo passini, ha visto in Myricae di Pascoli il punto di partenza di una "rivoluzione stilistica" desinata a influenzare fortemente la produzione lirica italiana del novecento. Nella storia della lingua letteraria, l'esperienza pascoliana rappresenta infatti una profonda novità, in quanto alternativa al monolinguismo lirico di ascendenza petrarchesca, egemone nella tradizione poetica italiana. Possiamo affermare che Pascoli porta a compimento nella scrittura lirica la rivoluzione inaugurata nel romanzo d'Alessandro Manzoni: un progetto di "democrazia poetica". Analizziamo le diverse componenti del lessico di Myricae a partire dalle osservazioni di Gianfranco Contini, che per primo la studiato in maniera sistematica -> • In primo luogo, sopravvivono nel lessico pascoliano vocaboli della tradizione letteraria, come conseguenza della formazione classicista dell'autore. • Sono poi presenti termini di un linguaggio "pre grammaticale", cioè estraneo alla lingua "istituzionale", come per esempio le onomatopee per rendere i determinati rumori e i versi degli uccelli. Si tratta di vocaboli al confine tra linguaggio umano e animale, semantico e non semantico. Compaiono infine numerosi termini di un linguaggio "post grammaticale", cioè vocaboli tecnici e specialistici appartenenti alle cosiddette "lingue speciali" . Non bisogna pensare però che la precisione delle scelte lessicali conduca al realismo. La puntualità dei vocaboli si pone in un continuo e sistematico rapporto con altre soluzioni espressive. Di questo processo si possono individuare almeno tre modalità -> 1. Nei singoli testi la precisione lessicale è sempre controbilanciata da "un fondo di indeterminatezza": si pensi all'uso degli aggettivi in forma connotativa. 2. Al dato oggettivo o naturalistico è quasi sempre legato un valore simbolico o allegorico, che fa perdere al primo consistenza concreta. Ciò vale spesso per le indicazioni cromatiche, che assumono ulteriori significati simbolici legati agli echi psicologici generati dei colori 3. Il dissolvimento del realismo è raggiunto attraverso la messa in rilievo dei valori di senso veicolati da elementi non semantici La sintassi risulta sempre franta, spezzata, con frasi ridotte all'essenziale con un significativo ricorso ai costrutti della lingua parlata e allo stile nominale. L'autore preferisce la coordinazione alla subordinazione, la brevità alla complessità del periodo e tende a rimpiazzare l'organizzazione regolare del discorso con un andamento ellittico. Quasi volesse così attingere alle forme primitive Pascoli privilegia le modalità esclamativa e interrogativa. Nello stesso quadro rientranti un uso originale della punteggiatura; tutte queste peculiarità stilistiche indicano come Pascoli punti a un'inquieta movimentazione del discorso. Le scelte retoriche e metriche POSTE TEALIANI to canstock 1855 1955 GIOVANNI PASCOLI L.25 In Myricae Pascoli cura all'estremo le scelte espressive e a tal fine, utilizza ampiamente tutte le figure retoriche tipiche della poesia decadente, soprattutto l'analogia e la sinesteia. La maggiore innovazione stilistica della raccolta e però l'uso frequente dell'onomatopea e ricorso al fonosimbolismo. Sul piano metrico Pascoli non abolisce la metrica tradizionale, ma certamente la rivisita in maniera nuova. Partendo dalle strutture classiche di Nest accenti nuovi, adatti esprimere timbri e toni nascosti, assonanze e allusioni. Cuore in particolare la magia dei suoni, la trama sonora, gli effetti musicali ritmici delle frasi delle pause. In tal modo la musica del verso appare più libera, ricca di echi e di rinvii che si prolungano nell'animo del lettore. I TESTI ->L'ETERNO FANCIULLO CHE E' IN NOI Dentro noi ci sono due parti, il fanciullo e la parte che cresce. Pascoli vorrebbe continuare ad essere fanciullino senza crescere. La nostra voce dentro di noi rimane sempre uguale anche se esternamente cambia. (Autore della letteratura latina Seneca stesso rimando alla fanciullezza). Parla di queste due parti che dialogano per tua la vita dentro di noi, il giovane parla poco con il fanciullo, ma l'uomo maturo, in pace con se stesso, ama parlare con l'invisibile fanciullo poiché rivive attimi della sua fanciullezza. La natura è sempre presente, il legame che Pascoli sente con la natura è molto profondo, tutte le sue domande e risposte si collocano proprio nel mondo della Natura (come Leopardi). Quindi la voce matura dell'uomo si mescola con la voce interna del fanciullo e ricorda il canto dell' usignolo. Pascoli afferma che alcuni non credono che dentro loro esista un fanciulletto, poiché non si vedono i gesti e le azioni del fanciullo e si è quindi propensi a credere che il fanciullo non esista. L'attenzione di Pascoli si sofferma sulla vita semplice e umile, il fanciullo è quello che ha il paura del buio, perché al buono vede e crede di vedere cose che no esistono, quello che alla luce sembra sognare cose non vedute mai, si parla quindi della fantasia che il fanciullino, mosso da una profonda fantasia, fantasia infantile che costruiscono storie a partire da piccoli oggetti che vedono (legame con Leopardi, facoltà di immaginare). Si parla dell'estrema sensibilità del fanciullo, sa moderare le situazione, egli fa umano l'amore (sottolinea l'amore familiare). Il bambino è colui che si fa accorgere delle cose, di particolari che non ci accorgiamo. Adamo essendo stato bambino ha dato il nome alle cose e le chiama per la prima volta (pre grammaticale), egli scopre le somiglianze delle cose, attraverso la curiosità e lo stupore. Il bambino crea le parole, cera il linguaggio, la parla è scolpita dal bambino. Parla della funzione della poesia, ha funzione di rigenerare l'umanità escludendone il male e taglia fuori ciò che non è poetico. -> IL GELSOMINO NOTTURNO La poesia "Gelsomino notturno" è stata scritta da Pascoli in occasione del matrimonio dell'amico Raffaele Briganti. Il tema principale del componimento è l'unione dei due sposi ed il germogliare di una nuova vita. Attraverso questo componimento Pascoli descrive la prima notte di nozze, un rito di fecondazione che il poeta sente come una violenza inferta alla carne. Pascoli attraverso i suoi versi trasmette la sua inquietezza e la sua infelicità nei confronti del congiungimento tra i due sessi, uno stato d'animo che lo condannerà ad essere come l'ape tardiva che appare alla fine del poema, solo e destinato a non avere una sua famiglia. -> ITALY Tema dell'immigrazione nel 1895 fu testimone di questo fatto a caproni, un piccolo borgo di poche case, nella Garfagnana (una piccola striscia di terra in toscana tra le Alpi Apuane e gli Appennini). In quell'anno avviene il ritorno di una bambina nipote di abitante del villaggio, la bambina si chiamava Isabella e ritorna a caprina perché è malata di tubercolosi, cosi i genitori decidono di tornare in Italia per curare la bambina, nel testo viene chinata Maria o Molly. La poesia che ha una discreta lunghezza, si divide in 5 sequenze. nella prima è descritto l'arrivo dei 3 migranti • Nella seconda sequenza viene descritto l'ingresso in casa e l'incontro con la nonna. . terza parte colloquio della nonna con loro e descrizione ella casa 8troviamo molti climax discendente all'interno il e sto paragrafo 3).; si trovano anche diversi enjabemmat.. Lui lessico specifico post grammaticale (LUI), linguaggio specifico e linguaggio gergale. Primo contato tra la bambina. La nonna mescolanza di parole inglese unite al linguaggio gergale locale., Etta la separazione tra lee ue persone. Lontananza tra le due. • Quarta parte viene descritta una nevicata notturna. Fanciullina, sguardo d stupore e meraviglia. • Quinta parte descrive l'incontro di Giuseppe con i compaesani, si allarga la prospettiva, non si alla più solo della casa e comprende la piccola comunità di caprina ->ARANO Questo brano rappresenta un immaginaria passeggiata compiuta da Pascoli nella campagna toscana. La nebbia conferisce un sentimento di malinconia alla poesia assieme ai contadini che svolgono operazioni agricole ripetendo gesti secolari, vi è il tema della lotta fra l'uomo e la natura e infine c'è l'umanizzazione degli uccelli i quali sopravvivono rovinando il lavoro faticoso dei contadini. -> LAVANDARE La poesia "Lavandare" è stata scritta da Giovanni pascoli nel 1891 e fa parte della raccolta di poesia Myricae. In questa poesia Pascoli ci presenta un quadro nostalgico della campagna, la poesia è dominata dell'immagine dell'aratro abbandonato nella campagna, che da senso di desolazione in cui la sola presenza di vita è il movimento della nebbia e delle lavandaie. Il tema della poesia è l'abbandono e la solitudine. La poesia è formata da due terzine una quartina, con versi endecasillabi e rime alternate. ->X AGOSTO Le stelle che cadono durante la notte di San Lorenzo non sono altro che per il poeta le lacrime del cielo sulla malvagità degli uomini. Per Pascoli il 10 agosto è una data emblematica dato che è l'anniversario della morte del padre. Egli dice di sapere perché un così gran numero di stelle sembra incendiarsi e cadere nel cielo: è perché tante stelle che cadono così fitte sembrano le lacrime di un pianto dirotto che splendono nella volta celeste. Poi immagina una rondine che, mentre tornava al suo nido, fu uccisa e cadde tra i rovi: ella aveva un insetto nella bocca cioè i cibo dei suoi piccoli. Qui Pascoli, con una metafora, intende dirci che la rondine era l'unica fonte di sostentamento per i suoi piccoli così come suo padre lo era per lui. Dopo passa a descriverci un uomo, suo padre, che mentre tornava a casa fu ucciso ma, aggiunge, mentre era in punto di morte pronunziò parole di perdono verso i suoi assassini. Negli occhi rimase la volontà di emettere un grido. Invece Pascoli, con il particolare delle due bambole che l'uomo portava, voleva alludere alla tenerezza che avrebbe caratterizzato l'arrivo del padre a casa e delinea un mondo di consuetudini affettuose che la morte interruppe -> L'ASSIUOLO L'assiuolo è un uccello rapace per certi versi simile alla civetta, il cui verso si sente lugubre, nelle notti di luna. Secondo la credenza popolare quel suono è un annuncio di disgrazia e di morte. L'inizio non è mai drammatico: la notte è chiara, bella e incantevole. Ma in questa notte incantevole il poeta ode venire dai campi la voce di questo assiuolo, che più passa il tempo più diventa "voce, singulto, pianto", come descrive la climax ascendente che il poeta utilizza. Anche il cuore sembra trovare in quella voce l'eco della sua angoscia misteriosa e di questo sentimento di morte. Questa è una lirica estremamente musicale, ricca di armonia e di melodia. Ogni strofa si conclude con quel chiù che ha grande valore simbolico, e va letto ogni volta con un tono diverso di voce. Il motivo conduttore della lirica, ricchissima di suoni onomatopeici, è il verso dell'assiuolo, voce desolata che emana tristezza IL LAMPO →→→→Si tratta di una lirica connotata dalle sensazioni visive, in cui la caduta di un lampo, che illumina il panorama circostante squassato dalla pioggia, diventa il pretesto per rievocare le sensazioni suscitate in Pascoli dalla notizia della morte del padre. Notizia che si è abbattuta con la potenza del fulmine e la cupezza del temporale sulla casa dell'autore, turbandone irrimediabilmente gli equilibri e tranquillità. IL TUONO Giovanni Pascoli, con II tuono, vuole descrivere la forza dell'elemento naturale che, con alto fragore, rintrona nella notte scatenandosi in tutta la sua violenza. L'essere umano, ascoltando il ruggito della natura, si spaventa e come un bimbo piange nella notte buia. All'immagine minacciosa della natura si contrappongono, però, le figure rassicuranti della madre e della culla, che nel simbolismo Pascoliano rappresentano il motivo del "il nido familiare" distrutto, per il poeta mezzo di ricongiungimento con il "fanciullino" racchiuso nel suo io più profondo.