Il Rinascimento italiano trova una delle sue massime espressioni nella Corte estense di Ferrara, centro culturale di straordinaria importanza tra XV e XVI secolo.
La Famiglia Este Ferrara ha segnato profondamente la storia della città, trasformandola in uno dei più importanti centri culturali del Rinascimento italiano. Sotto il loro dominio, Ferrara divenne un polo d'attrazione per artisti, letterati e intellettuali. La corte estense si distinse per il mecenatismo illuminato, ospitando figure come Ludovico Ariosto, autore dell'Orlando Furioso, poema cavalleresco dedicato al cardinale Ippolito d'Este. L'opera rappresenta uno dei massimi capolavori della letteratura italiana, caratterizzato da una narrazione polifonica che intreccia molteplici vicende e personaggi, tra cui spiccano figure come Aquilante e Ricciardetto.
Nel contesto culturale del Cinquecento, particolare rilevanza assume la questione della lingua italiana, dibattito fondamentale per la definizione del volgare letterario. Pietro Bembo emerge come figura centrale in questa discussione, proponendo come modello il fiorentino letterario di Petrarca e Boccaccio. La situazione linguistica in Italia era caratterizzata da una forte frammentazione dialettale, e il dibattito sulla lingua rappresentò un tentativo di definire uno standard linguistico comune. La corte ferrarese degli Este partecipò attivamente a questo processo di elaborazione culturale, contribuendo alla formazione di una lingua letteraria nazionale. Il periodo del dominio estense, che si protrasse fino al 1598 (Signori di Ferrara fino al 1598), rappresentò per Ferrara un'epoca di straordinario splendore artistico e culturale, come documentato nel Rinascimento a Ferrara catalogo che raccoglie le testimonianze di questo periodo aureo.