I reati informatici rappresentano una delle sfide più significative per la sicurezza nella società digitale moderna.
I crimini informatici più diffusi in Italia includono l'accesso abusivo a sistema informatico, disciplinato dall'art. 615 ter c.p., e la frode informatica regolata dall'art. 640 ter c.p.. Questi reati possono essere commessi sia contro singoli individui che contro aziende o istituzioni pubbliche, causando danni economici e violazioni della privacy. La legislazione italiana, attraverso il codice penale, prevede pene severe per chi commette questi illeciti, con particolare attenzione alla procedibilità e alla prescrizione dei reati.
Tra i reati informatici contro la persona più comuni troviamo il furto d'identità digitale, il cyberbullismo e lo stalking online. Un esempio di crimini informatici frequente è l'accesso non autorizzato a conti bancari online o a sistemi aziendali protetti. La competenza territoriale per questi reati è determinata dal luogo in cui si trova il server violato o dove si è verificato l'evento dannoso. La riforma Cartabia ha introdotto importanti modifiche procedurali, influenzando anche l'udienza preliminare e i tempi processuali. È importante notare che l'accesso abusivo a sistema informatico commesso da un pubblico ufficiale comporta un'aggravante specifica. La giurisprudenza in materia si è evoluta negli anni, definendo con maggiore precisione i confini tra le diverse tipologie di reato e stabilendo criteri più rigidi per la loro perseguibilità.