La Dilatazione Termica: Principi e Applicazioni nella Termologia e Termodinamica
La Termologia e Termodinamica ci insegnano che la dilatazione termica è un fenomeno fondamentale che si verifica quando un corpo aumenta le proprie dimensioni a seguito di un incremento della temperatura. Questo processo è strettamente legato al movimento delle particelle che compongono la materia: all'aumentare della temperatura, le particelle si muovono più velocemente, aumentando la frequenza degli urti e la distanza media tra loro.
Definizione: La dilatazione termica è l'aumento delle dimensioni di un sistema fisico causato dall'incremento della temperatura. Il fenomeno inverso, che si verifica quando la temperatura diminuisce, è chiamato contrazione.
I materiali presentano diversi coefficienti di dilatazione, che dipendono dalla loro natura e struttura molecolare. Per i solidi, distinguiamo tre tipi di dilatazione: lineare monodimensionale, superficiale bidimensionale e volumica tridimensionale. I metalli, come l'alluminio 24x10−6K−1 e il rame 16x10−6K−1, mostrano coefficienti di dilatazione caratteristici che ne determinano il comportamento termico.
Esempio: Un ponte metallico lungo 100 metri a 20°C può allungarsi di alcuni centimetri durante una calda giornata estiva. Per questo motivo, i ponti sono progettati con giunti di dilatazione che permettono questi movimenti senza causare tensioni strutturali.
I liquidi presentano generalmente coefficienti di dilatazione maggiori rispetto ai solidi. L'etanolo, per esempio, ha un coefficiente di 1,1 x 10⁻³ °C⁻¹, mentre il mercurio, comunemente usato nei termometri tradizionali, ha un coefficiente di 0,18 x 10⁻³ °C⁻¹. L'acqua rappresenta un caso particolare, mostrando un comportamento anomalo con la sua massima densità a 4°C.