Il Positivismo è stato un movimento culturale e filosofico che ha dominato il pensiero europeo nella seconda metà dell'Ottocento, caratterizzato da una profonda fiducia nel progresso scientifico e tecnologico.
Auguste Comte, considerato il padre del Positivismo, ha sviluppato una filosofia basata sull'osservazione empirica e sul metodo scientifico. La sua teoria dei tre stadi (teologico, metafisico e positivo) descrive l'evoluzione del pensiero umano verso una comprensione razionale e scientifica della realtà. Il Positivismo si differenzia dall'Illuminismo per il suo approccio più sistematico alla scienza e per la sua enfasi sulla sociologia come scienza dell'uomo.
In Italia, il movimento ha trovato espressione attraverso diversi esponenti italiani come Roberto Ardigò e Cesare Lombroso. Il Positivismo ha influenzato profondamente la letteratura, dando origine al Naturalismo francese e al Verismo italiano. Émile Zola è stato il principale esponente del Naturalismo, mentre Giovanni Verga ha rappresentato il Verismo in Italia. Le differenze tra Naturalismo e Verismo si manifestano principalmente nell'approccio alla narrazione: mentre il Naturalismo francese mantiene un'impostazione più scientifica e sociale, il Verismo italiano si concentra maggiormente sulla rappresentazione della realtà rurale e provinciale del Sud Italia.
L'influenza del Positivismo si è estesa a numerosi campi del sapere, dalla psicologia alla geografia, dalla storia alle scienze sociali. La sua eredità si è manifestata anche nel periodo della prima guerra mondiale, influenzando l'approccio alla tecnologia militare e all'organizzazione sociale. Il movimento ha subito una crisi all'inizio del Novecento, quando nuove correnti filosofiche come l'Idealismo hanno messo in discussione la supremazia del metodo scientifico come unica fonte di conoscenza.