Il senso della vita
Ad un certo punto della sua vita, Pascal si chiese quale fosse il senso della vita e non riuscì a trovare una risposta da parte di quella scienza che lo aveva sempre appassionato. Il senso della vita era per Pascal l'interrogativo primo, a cui l'uomo dovrebbe rispondere. Da qui Pascal si allontana dalla scienza per virare verso la fede. Per lui, è inconcepibile che l'uomo non si interroghi sul senso della vita, perché tutto indaffarato a fare altro, ad occuparsi di questioni terrene e sociali, perdendo di vista il vero punto chiave della nostra vita, che è il suo senso. Pascal è in aperta polemica contro tutti coloro che sono ciechi di fronte al senso della vita.
Il divertissement
Il termine "divertissement" non è inteso come "divertimento", "svago", "distrazione", ma Pascal lo intende più come uno "stordimento di sé”, un “oblio", una "fuga da sé". L'uomo fugge da se stesso attraverso le attività quotidiane come lavoro, scuola, amici, giocare. Occupiamo tutta la nostra giornata per paura della noia. Secondo Pascal, la noia fa sprofondare l'uomo nella miseria perché rivela all'uomo la sua fragilità, il vuoto interiore, la paura della morte o semplicemente la paura di non sapere realmente qual è il senso della propria vita. Quindi l'uomo fugge dalla propria infelicità, da una noia che lo mette di fronte agli interrogativi sul senso della vita.
I limiti della scienza: dalla ragione al cuore
Esperienza: da un lato rappresenta il suo punto di partenza, dall'altro lato è qualcosa con cui la ragione deve fare i conti. La ragione non ha un potere assoluto come credeva Cartesio, ma deve tenere conto dell'esperienza. Per Pascal, la scienza rimane arbitra assoluta nel proprio ambito. Di fronte agli interrogativi umani più importanti la scienza risulta impotente. Pascal osserva che la cosa più preziosa per l'uomo non è la conoscenza del mondo che lo circonda ma la conoscenza di se stesso. Come via di accesso all'uomo, Pascal preferisce la comprensione istintiva, chiamata da lui “cuore", organo in grado di cogliere gli aspetti più profondi della nostra esistenza, i nostri problemi esistenziali.
L'antagonismo tra ragione e cuore
L'antagonismo tra ragione e cuore viene espresso da Pascal con la contrapposizione tra "esprit de geometrie" (spirito di geometria) e "esprit de finesse" (spirito di finezza). Il primo spirito ragiona intellettivamente, il secondo comprende intuitivamente. Pascal preferisce il “cuore” come via di accesso all'uomo.
I limiti della filosofia
La filosofia mostra l'intento di interrogarsi sui problemi essenziali ma mai risolti. I filosofi e il problema di Dio: la pretesa di dimostrare che Dio esiste a partire dalla considerazione della natura è infondata, poiché l'ordine e le creazioni del creato non provano di per sé l'esistenza di Dio. Pascal osserva che l'esistenza di un creatore razionalmente parlando è oscura e problematica quanto la sua esistenza.
In conclusione, Pascal si distingue per il suo approccio alla vita, alla fede e alla conoscenza. Il suo pensiero si concentra sull'interrogativo primario del senso della vita, sull'antagonismo tra ragione e cuore, sulla limitatezza della scienza e della filosofia di fronte ai problemi umani più importanti. Pascal invita l'uomo ad interrogarsi sul senso della propria vita e a guardare in faccia la propria miseria accettando la propria condizione di uomo, per trovare delle risposte in ambito religioso.