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parmenide

17/9/2022

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Vita
● Parmenide, vissuto tra il VI e il V secolo a.C., è uno dei pensatori antichi più importanti e per questo
viene definito il primo filo

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Vita ● Parmenide, vissuto tra il VI e il V secolo a.C., è uno dei pensatori antichi più importanti e per questo viene definito il primo filosofo per eccellenza. Veniva da una città in Campania, che all'epoca faceva parte della Magna Grecia, dove fonda la scuola eleatica che prende il nome dalla città di Elèa. Il pensiero di Parmenide si distacca da quello dei filosofi precedenti poiché egli cerca l'essere a partire da una definizione logica. Egli può essere considerato il fondatore dell'ontologia, lo studio dell'essere, infatti, non si limita a parlare delle cose che sono, ma si domanda che cosa voglia significare le parole "essere" "esistere"; questo concetto viene espresso come se si trattasse di una rivelazione divina. Sulla natura: • Parmenide fu autore di un difficilissimo poema intitolato "Sulla Natura" di cui è rimasto ben poco. Ciò che è certo, è che il suo inizio aveva un tono religioso. Parmenide era un saggio che parlava in prima persona; è il prescelto, portato al cospetto di una dea da cui riceve l'insegnamento sulla verità (riallacciamento alla tradizione epica che annuncia una verità rivelata per volere degli dei). ● La dea che lo accoglie gli rivela due modi opposti di guardare le cose, da una parte vi è la verità (oggettività) e dall'altro le...

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Didascalia alternativa:

opinioni (soggettività): - La verità è definita "rotonda" proprio per la sua perfezione filosofica, si basa sulla ragione e implica staticità; - Al contrario, l'opinione (doxa) degli uomini è fragile e contraddittoria, non filosofica e è basata sui sensi. Esiste comunque un rapporto tra le due forme di sapere ed entrambe devono essere mostrate a Parmenide perché sia possibile giungere alla piena conoscenza delle cose. ● La dea rivela a Parmenide che due soltanto sono le vie della ricerca: la via dell'essere e la via del non essere. La seconda però non è percorribile perché assomiglia ad un sentiero sbarrato per il pensiero. Il non essere non esiste, è il nulla e quindi, l'unica via praticabile e pensabile è quella dell'essere. C'è poi una terza via che è quella del probabile ma della quale non abbiamo frammenti. Il significato dell' "essere": . L'oggetto dell'indagine filosofica di Parmenide, è l'essere, inteso come ciò che costituisce l'unica realtà. Il termine "essere", significa "ciò che è" indica la vera realtà delle cose, che è del tutto diversa dal modo in cui esse appaiono normalmente in conclusione, essere significa: "essere reale", "essere conosciuto" ed "essere vero". . Il suo pensiero rispecchia il principio d'identità, che dice che ogni essere è se stesso, e il principio di non- contraddizione, che dice che una cosa che è se stessa non può essere il suo contrario. "L'essere è e non può non essere" → l'essere è impossibile che non sia "Il non essere non è, e non può essere "→ il non essere è impossibile che sia La prima parte del poema, dedicato alla verità, spiega che caratteriste dell'essere, il quale è: O ingenerato e indistruttibile, non può essere generato e non ammette cambiamento. La nascita dell'essere non ha un perché, dato che prima di esso non può esserci nulla; eterno, poiché la sua morte significherebbe il suo passaggio tra essere e non essere. identico a sé stesso; sferico, poiché è compiuto, uniforme, inviolabile e in equilibrio come una sera perfetta. 0 0 0 0 finito perché compiuto e completo. Per Parmenide l'infinito è sinonimo di incompiutezza e imperfezione. La verità può essere colta solo attraverso la ragione e non attraverso la conoscenza sensibile, in quanto generatrice di opinioni. Apparenza e ricerca del vero • Parmenide disprezza gli uomini comuni perché confondono essere e non essere che invece vanno tenuti distinti. Si dice anche che Parmenide abbia criticato Eraclito e la sua dottrina degli opposti poiché, rispetto ad Eraclito, che crede nel divenire, per Parmenide il divenire non esiste perché l'essere è immutabile e quindi non può divenire. L'inganno dei sensi e l'opinione ● Parmenide, alla fine della sua opera, introduce anche il discorso sulla doxa, ossia sulle opinioni dei mortali e sul cosmo che appare loro mutevole e caratterizzato da contrari. Si tratta però di una percezione ingannevole della realtà perché tutto ciò che fa parte dell'esperienza è discutibile (opinabile), in quanto può variare da persona a persona. ● L'importanza del pensiero di Parmenide, risiede nel fatto che si distacca dai pensatori ionici (come Talete) che trovano l'arché in elementi fisici come acqua ed aria e che si basavano sull'osservazione e sull'esperienza; infatti, l'essere di Parmenide è un oggetto razionale fondato sul ragionamento e sulla logica: è immobile nello spazio, sempre, non può morire, né modificarsi.