Schopenhauer e la Filosofia del Dolore
Schopenhauer vede l'esistenza come un pendolo tra dolore e noia. Quando desideriamo qualcosa soffriamo, quando l'otteniamo ci annoiamo. La vita è dominata dalla Volontà, una forza cieca che ci spinge continuamente a desiderare.
Il suicidio non è una soluzione perché rappresenta la sconfitta davanti alla Volontà, non la sua negazione. È un gesto estremo di chi non accetta il dolore ma non lo supera.
Le vie per sfuggire temporaneamente al dolore sono l'arte e l'etica. L'arte, specialmente la musica (la più nobile perché immateriale), ci distrae momentaneamente sospendendo i desideri. Ma è solo una pausa - finita l'esperienza estetica, il dolore ritorna.
L'etica si basa sulla distinzione tra Eros (istinto distruttivo, pura passione sessuale) e Agape (amore come pietà e carità verso il prossimo). La liberazione completa richiede l'ascesi - trasformare la voluntas in noluntas, cioè negare completamente la volontà di vivere.
Visione pessimistica: Per Schopenhauer gli esseri umani sono condannati a una lotta eterna - la felicità è solo assenza di dolore!