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I presocratici

6/10/2022

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ERACLITO
Eraclito visse tra il VI e il V secolo a.C., contemporaneo a Parmenide. Eraclito è famoso
come il filosofo del divenire, a lui è at

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ERACLITO Eraclito visse tra il VI e il V secolo a.C., contemporaneo a Parmenide. Eraclito è famoso come il filosofo del divenire, a lui è attribuito un detto molto famoso entrato nel linguaggio comune: panta rhei (tutto scorre). Il concetto principale del pensiero di Eraclito è il logos, ma è difficile stabilire con certezza cosa intenda con questo termine. Per lui sembra che il logos sia una legge comune e universale che tutti dovrebbero seguire. La maggior parte degli uomini si fermano a semplici credenze, senza giungere all'autentico sapere. Secondo Eraclito "il pensiero è a tutti comune" e tale comunanza della ragione è riconosciuta come l'elemento più autentico dell'umanità. Il sapere autentico è opposto alla polymathia, ovvero l'accumulo di tante nozioni fini a sé stesse. Il nucleo del pensiero di Eraclito è noto come la "coincidenza degli opposti". Essa è la legge alla base di tutto ciò che accade. Eraclito identifica la legge che regola la realtà con il contrasto e la tensione tra gli opposti. Aristotele afferma che l'archè per Eraclito fosse il fuoco. Probabilmente Eraclito intendesse il fuoco come un simbolo della realtà mutevole. PARMENIDE Il pensiero di Parmenide si sviluppa in modo nuovo, con un rigore logico astratto prima sconosciuto. Può essere considerato il padre dell'ontologia, ovvero uno studio e discorso sull'essere. Sono due le vie di...

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Didascalia alternativa:

ricerca, si tratta semplicemente della via dell'essere e del non essere. Delle due vie, l'unica praticabile e pensabile per i mortali è la via dell'essere. Per Parmenide "essere" indica la vera realtà delle cose. Il verbo essere univa tre sfumature di significato: l'uso esistenziale: X esiste l'uso copulativo: X è così e così l'uso veritativo: X è "X è vero" Parmenide sostiene che chi crede nell'esistenza di tante cose finisce per confondere essere e non essere. L'essere non può essere originato né dall'essere né dal non essere e non ammette alcun cambiamento. Non ci sono né passato né presente, ma un eterno presente. Per Parmenide l'essere è un oggetto puramente razionale, sempre identica a sè stessa che non può nascere, morire o modificarsi. ZENONE DI ELEA Zenone di Elea, discepolo di Parmenide, difese e sviluppò le tesi del maestro con eccezionale rigore. Egli sviluppò il metodo del ragionamento per assurdo formulato già dal maestro Parmenide. Se la tesi di Parmenide si presta all'accusa di essere paradossale, Zenone dimostra che le nostre opinioni lo sono altrettanto, se non di più. Gli argomenti di Zenone prendono di mira le due intuizioni più comuni: l'esistenza del molteplice e l'esistenza del movimento. Zenone argomentava che: - se le cose sono molte è necessario che siano tante quante sono, ma se sono tante quante sono allora sono di numero finito. -se le cose sono molte, allora sono infinite. La struttura del ragionamento di Zenone è chiara: dalla molteplicità delle cose derivano due conclusioni che si contraddicono reciprocamente (le cose saranno sia di numero finito che di numero infinito). Celebri sono i "paradossi sul movimento". Essi mostrano che accettare l'esistenza del movimento implica contraddizioni logiche e conseguenze paradossali, di fronte alle quali è necessario rifiutare l'evidenza dei sensi e affermare che la realtà è immobile. Il primo paradosso è quello della "divisione a metà" dello spazio da percorrere. Presenta due varianti, basate sul principio della divisione. Nella prima variante non si può giungere all'estremità di uno stadio senza prima aver raggiunto la metà di esso ma prima di raggiungerla dovrà raggiungere la metà della metà e così fino all'infinito. Nella seconda variante non si può giungere all'estremità di uno stadio senza prima aver raggiunto la metà di esso ma una volta raggiunta la metà si dovrà raggiungere la metà della metà rimanente e così all'infinito. Il secondo paradosso è quello di "Achille e la tartaruga", questo paradosso afferma che se Achille venisse sfidato in una corsa da una tartaruga e decidesse di concedere alla tartaruga un minimo di vantaggio, egli non riuscirebbe mai a raggiungerla. Il terzo paradosso è quello della freccia e si basa sulla divisione del tempo in istanti e sulla possibilità che in un istante la freccia occupi una e una sola posizione nello spazio. I paradossi di Zenone di Elea riguardano la logica, la matematica e la fisica. Egli, dunque, è un pensatore originale che ha messo a punto un metodo argomentativo che ancora oggi ci lascia sbalorditi. I PLURALISTI I pluralisti erano pensatori come Empedocle, Anassagora e Democrito. Essi ritengono che il mondo mutevole che appare ai sensi non sia quello vero. Dietro le apparenze vi sono principi che hanno proprietà del tutto diverse: principi che non nascono e non muoiono, non sono soggetti a trasformazioni. I pluralisti, diversamente da Parmenide, ritengono che si debbano salvare anche le apparenze e la molteplicità. Non ha senso negare il mondo della natura a favore di un essere unico. Ciascuno dei pluralisti difende l'esistenza del molteplice e ritiene che esistano molti principi della realtà. Si potrebbe dire che ogni pluralista frantuma l'essere parmenideo in una molteplicità di principi eterni e privi di mutamento, in modo da recuperare l'esistenza dell'universo che appare ai sensi. EMPEDOCLE Il primo pensatore pluralista è Empedocle, il quale rappresenta le qualità tipiche del pensiero greco arcaico, ovvero l'intreccio di poesia, religiosità e riflessione razionale. A Empedocle sono attribuite due opere di cui sono conservati numerosi versi. La prima opera dal titolo "Purificazioni" e la seconda dal titolo "Sulla natura". Per Empedocle non c'è un solo principio, ma quattro radici o sostanze fondamentali: acqua, fuoco, terra, aria. In secondo luogo Empedocle pensa che sia necessario difendere la realtà del movimento e salvare la realtà dal mondo che ci appare. Per questa ragione egli introduce una causa motrice. Si tratta di due principi esterni alle quattro radici: Amore e Contesa. (Aggregazione e Separazione degli elementi). Quando è Amore a dominare, il vortice della m in cui confluiscono i quattro elementi tende a compattarsi verso un centro, simboleggiato dalla forma dello Sfero. Lo Sfero è l'aggregato compatto di ogni cosa. Allo Sfero seguirà la fase del vortice, ovvero la totale disgregazione degli elementi, dominata da Contesa. Alla cosmogonia di Empedocle è legata la sua concezione dei viventi e della loro evoluzione. Si tratta di un processo dominato dalla necessità: dapprima l'aggregazione degli elementi dà vita a composti mostruosi, poi si formano composti sempre più armoniosi e stabili. Per Empedocle resta saldo un principio: nulla nasce dal nulla e nulla muore. Empedocle recupera il valore conoscitivo dei sensi. Egli difende la teoria dei pori e degli effluvi. Gli effluvi sono particelle sensibili che vanno a colpire i singoli organi di senso. Attraverso i pori, tali flussi si uniscono alle componenti affini dall'interno del corpo, in base al principio di attrazione del simile col simile. Il simile, dunque, conosce il simile. I sensi svolgono un ruolo prezioso e hanno un valore positivo nel processo conoscitivo. Nel poema "Purificazioni" domina una sensibilità etica e religiosa. In realtà è difficile stabilire cosa venisse realmente narrato all'interno del poema. Si può ipotizzare che venisse narrato il viaggio di un'anima che alla fine recupererà quello stato originario di purezza attraverso pratiche catartiche. ANASSAGORA Anassagora non era ateniese. Fu un pensatore dagli interessi fisico-scientifici e dalle tesi fortemente innovatrici: egli sosteneva che il Sole fosse una massa di metallo incandescente e non una divinità. Egli fu accusato di empietà, ovvero di non credere agli dei. Fu esiliato in una città dal nome di Lampsaco, dove morì nel 428 a.C. Il merito di Anassagora fu quello di aver concepito una causa che dà ordine al cosmo, il Nous. Anassagora dà voce a una riflessione che garantisce la molteplicità dell'esperienza, senza rinunciare però alla perfezione dei principi. Anassagora sostiene che nulla nasce e nulla muore, ma per una diversa ragione: nascita e morte sono soltanto un processo di aggregazione e disgregazione. Secondo Anassagora, gli elementi alla base di tutto sono i semi. All'origine tutti i semi formano una massa indistinta, un'assoluta mescolanza in cui sono presenti tutte le qualità. All'interno di questa materia si genera un movimento centrifugo sempre più vorticoso, che Anassagora identifica come responsabile della struttura del cosmo. Grazie al vortice hanno origine due regioni del cosmo: una composta di materia rarefatta, l'etere. L'altra dominata dall'aria. Egli ritiene che la separazione originaria sia stata causata da un Intelletto (Nous), un principio autonomo che ha avviato il movimento del vortice. I semi di Anassagora sono presenti in tutte le cose, sempre uguali a sé stessi ma distribuiti in proporzioni diverse. Anassagora riconosce l'importanza dei sensi, ma al contempo ne denuncia i limiti nel processo della conoscenza, perché la conoscenza attraverso i sensi ci permette di cogliere solo una parte della natura. L'intelletto è colui che riesce a raggiungere la forma più alta di sapere, grazie al processo di lettura e decifrazione dei segni. La techne è un articolato sapere tecnico e pratico, fondato su precise conoscenze teoriche e in grado di intervenire sulla realtà a partire dall'esperienza e dai dati raccolti. Anassagora concepisce il Nous come illimitato, eterno, non mescolato. L'intelletto di Anassagora non pianifica la struttura del mondo in modo finalistico. Infatti, il Nous sembra cedere il posto alle forze meccaniche che determineranno le fasi successive nella costruzione ed evoluzione di tutte le cose. Il Nous è un principio che dà inizio alla costituzione ordinata del cosmo. DEMOCRITO Democrito è contemporaneo a Socrate, può essere considerato un presocratico. A egli si deve lo sviluppo e la diffusione dell'atomismo. Democrito è considerato uno dei "padri" della scienza moderna: la nascita dell'atomismo viene attribuita al suo maestro Leucippo, probabilmente contemporaneo di Empedocle e Anassagora. L'intuizione della fisica atomistica è che in natura tutto è composto di atomi e vuoto. Nulla esiste al di fuori di questi due principi. Per Democrito esistono sia essere che non essere: il primo coincide con gli atomi, il secondo con il vuoto. Senza il vuoto non sarebbero possibili né l'aggregazione né la disgregazione degli atomi. Da un lato esistono gli atomi dotati delle stesse caratteristiche dell'essere parmenideo: gli atomi, di numero infinito, sono sempre uguali a sé stessi ed eterni, cioè mai nati e mai destinati alla morte. Il vuoto rende possibile il movimento. Pieno e vuoto, essere e non essere, questi sono i principi della realtà. Democrito evita l'aporia zenoniana del regresso dell'infinito: vi è un limite ultimo oltre cui la divisione e la moltiplicazione delle cose non può procedere. L'atomo rappresenta il più piccolo corpo esistente in natura. Gli atomi si distinguono per forma, posizione e ordine. Gli atomi sono in continuo movimento e possono incontrarsi, aggregandosi al principio per cui il simile va col simile. Democrito introduce l'esistenza di un vortice come causa della generazione. L'incontro tra gli atomi avviene attraverso un movimento rotatorio meccanico. La filosofia di Democrito costituisce un tentativo si spiegare il mondo senza fare ricorso a nessuna causa divina o ordinatrice Democrito si occupò di una piccola cosmogonia relativa all'origine degli animali, all'evoluzione delle specie e alla storia della civiltà umana. Il progresso della civiltà umana avviene grazie all'uso delle tecniche, che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita. Anche il linguaggio permette alla comunità umana di stabilire relazioni tra segni linguistici, oggetti e significati, consentendo la comunicazione e lo scambio di esperienze. Democrito definisce la conoscenza come una conoscenza oscura. L'unica conoscenza "genuina" è quella che sa interpretare i segni della realtà sensibile, ricostruendo ciò che è nascosto attraverso indizi accessibili all'uomo. Gli atomi e il vuoto, nascosti ai sensi, sono oggetto della conoscenza autentica. Alla base della spiegazione dei processi percettivi vi è la teoria degli éidola cioè effluvi di atomi provenienti dai corpi e responsabili delle nostre percezioni.