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I pluralisti (Empedocle, Anassagora, Democrito)

16/9/2022

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I PLURALISTI
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I PLURALISTI I filosofi che la tradizione definisce pluralisti (Empedocle, Anassagora e Democrito), tentarono di conciliare le posizioni contrarie sostenute da Eraclito e da Parmenide, ossia divenire da una parte, e l'argomento dell'essere immutabile dall'altro. I pluralisti, infatti, devono il loro nome all'uso di attribuire il motivo della molteplicità delle cose sensibili a una pluralità di elementi diversi, sempre però ricondotti all'unità di un principio originario. Il motto dei pluralisti era nulla si crea e tutto si trasforma: la materia che forma tutte le cose è da sempre presente nell'universo ed è indistruttibile, non può essere generata e nemmeno distrutta (il concetto rimanda alle qualità all'essere parmenideo), l'universo è un sistema chiuso, ovvero tutto ciò che l'universo contiene non cresce e non decresce in quantità. Tale quantità costante di materiale cosmico cambia però di aspetto, e quindi muta, perché i suoi elementi semplici e originari si disgregano e si riaggregano ogni volta in combinazioni sempre diverse (concetto che rimanda alle qualità del divenire eracliteo). Tutto si trasforma, quindi, ma l'oggetto (o gli oggetti) interessati da tale trasformazione sono sempre i medesimi. EMPEDOCLE (Agrigento, 484-434 a.C.) Dei suoi scritti ci è rimasto Sulla natura (carattere cosmologico) e Purificazioni (carattere teologico) Per Empedocle, l'uomo è limitato nella sua conoscenza, è consapevole solamente di ciò che può percepire con i sensi. Per andare...

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Didascalia alternativa:

oltre ai sensi dovrà fare ricorso alle doti dell'intelletto. L'essere è eterno, non può crearsi né distruggersi. L'apparenza della nascita e della morte va spiegata con l'unione e la separazione delle radici che compongono le cose (principio del divenire eracliteo). Le radici sono il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra. La forza che unisce le radici è chiamata da Empedocle Amore; quella che le divide, Odio o Contesa. Le due forze cosmiche, Odio e Amore, dividono e uniscono eternamente e senza sosta le radici, e quindi la materia (che è in divenire, muta in continuazione a motivo di questa lotta). Il mondo per Emedocle è quindi un insieme di Amore e Odio, né l'uno né l'altro, ma entrambi combinati e compenetrati (i due principi sono necessari l'uno all'altro per dare vita al mondo delle cose distinte e molteplici, senza la loro opposizione, il mondo sarebbe rimasto eternamente indistinto). Dunque l'Amore e la Contesa muovono e rimescolano incessantemente ogni cosa, ma non ci è dato sapere quale sia la ragione di tale movimento. Empedocle accetta dunque il principio parmenideo come descrizione di uno stato iniziale del cosmo, dal quale il mondo muove seguendo un principio di contrapposizione tra i contrari tipicamente eracliteo. Empedocle afferma che simile conosce simile. Afferma dunque che la conoscenza avviene per elementi che sono nell'uomo e gli stessi elementi che sono al di fuori di esso. ANASSAGORA (Clazomene, 500-428 a.C.) Dei suoi scritti ci è rimasto solo Sulla natura (con pochi frammenti) Anche Anassagora ritiene che ciò che è presente nel cosmo abbia quantità costante, ma, diversamente da Empedocle, non crede che gli elementi originari siano solo quattro. Anassagora ritiene che tutti gli elementi del cosmo siano costituiti da semi (spèrmata) di numero infinito. Esistono i semi della carne, della roccia, della terra, del fuoco, e di tutte le sostanze, il fatto che una sostanza sia ciò che è, è dovuto alla presenza maggioritaria del seme di quella sostanza rispetto agli altri (la roccia è roccia perché in essa vi sono presenti in modo maggioritario i semi della roccia). Questo significa che in ogni cosa del cosmo sono presenti tutti i semi di tutte le cose, ma la specificità che la rende una cosa precisa è dovuta alla maggioranza del numero di semi di quella cosa precisa (ad esempio, nella roccia sono presenti anche i semi dell'acqua, ma la roccia è ciò che è perché in essa sono maggiori i semi della roccia). I semi saranno chiamati più tardi da Aristotele omeomerie (parti simili). I semi non hanno un numero definito, sono presenti nel cosmo in numero infinito, in quanto non sono entità indivisibili, ma divisibili all'infinito. Mentre per Empedocle tale forza erano l'Amore e la Contesa, Anassagora chiama questa forza nous, ovvero mente, Intelletto. Il nous è l'anima che muove ogni cosa e permette ai semi di aggregarsi nelle cose in parti diverse secondo un ordine voluto e non casuale. Anassagora si differenzia da Empedocle e dice che la sensazione non è prodotta dalle cose simili bensì dalle cose dissimili, quindi simile conosce dissimile. E' convinto inoltre che la crescita dell'umanità è dettata da alcune fasi: esperienza sensibile, memoria, sapere e tecnica. DEMOCRITO (Abdera, 460-360 a.C.) A lui sono attribuiti molti scritti: Piccola cosmologia, Sulla natura, Sulla forma degli atomi, Sulle parole. Il suo maestro fu Leucippo di Mileto, non abbiamo niente di lui. Per ribattere le argomentazioni di Zenone sull'infinità divisibilità dello spazio, Democrito propose la teoria degli atomi: La materia non è divisibile all'infinito, ma si può dividere in particelle piccolissime e invisibili fino alle dimensioni di un atomo (in greco, àtomoi, senza divisione) e non oltre. L'atomo è dunque quell'entità minima della materia le cui diverse combinazioni danno origine a tutte le sostanze del cosmo. L'atomo implica l'esistenza del vuoto entro il quale le particelle si muovono, e questo è in aperto contrasto con il concetto di non-essere parmenideo. Gli atomi si muovono in alto e in basso, si urtano e rimbalzano nel vuoto, intrecciandosi per andare a formare nuove sostanze. Democrito intende l'essere come la materia, quindi gli atomi, e il non-essere come vuoto. Ente e niente (atomo e vuoto) sono le sole cose che esistono, le percezioni, le sensazioni di caldo e freddo, dolce e amaro, luce e buio, non sono la verità, ma solo l'apparenza sostenuta da una realtà di atomi e di vuoto. Il vuoto esiste in quanto, se lo spazio fosse pieno in tutta la sua estensione, i corpi non si potrebbero muovere, rimanendo come imprigionati nella densità del pieno, così come le cose non potrebbero essere divisibili in parti, perché per dividere occorre avere a disposizione lo spazio vuoto necessario per la divisione. Gli atomi sono pieni, immutabili, ingenerati ed eterni. Non cambiano a livello qualitativo perché sono fatti tutti dello stesso materiale, ma cambiano a livello quantitativo perché hanno forma e grandezza diversa. La divisibilità avviene solo in campo matematico-logico, non in campo reale. Esiste un vortice che è la causa permanente dell'aggregazione e della disgregazione degli atomi, le particelle più leggere stanno all'esterno mentre quelle più pesanti stanno all'interno. Questo porta Democrito a credere che ci fossero infiniti mondi e a questi non c'era una barriera limite quindi l'universo era infinito. L'atomismo è la prima forma di materialismo (materia è l'unica sostanza e l'unica causa delle cose), ateismo (alla base del mondo non c'è alcuna intelligenza), meccanismo (spiegare i fenomeni tramite le cause meccaniche indipendentemente dai fini di esse), causalismo/ determinismo (in natura non avviene nulla per caso ma accede secondo ragione e necessità) Ci sono due tipi di conoscenza: conoscenza sensibile (proprietà soggettive delle cose) conoscenza razionale (proprietà oggettive delle cose)