Filosofia politica medievale: Tommaso d'Aquino e Guglielmo di Ockham
La filosofia politica medievale si concentra sul rapporto tra potere spirituale e potere temporale, incarnati rispettivamente dal Papato e dall'Impero. Questo dibattito nasce dalla pretesa del Papato di esercitare un predominio sull'Impero, spingendo i filosofi cristiani a riflettere su questa complessa relazione.
Definizione: Il potere spirituale si riferisce all'autorità della Chiesa in materia religiosa, mentre il potere temporale riguarda l'autorità politica e civile dell'Impero.
Tommaso d'Aquino, uno dei più influenti filosofi medievali, sostiene che la necessità dello Stato deriva dalla naturale tendenza dell'uomo a creare legami sociali, riprendendo il concetto aristotelico dell'uomo come "animale politico". Questa visione costituisce la base della sua teoria del diritto naturale.
Highlight: La filosofia di Tommaso d'Aquino si basa sull'idea che lo Stato sia una necessità naturale, fondata sulle esigenze biologiche e antropologiche dell'uomo.
Nel confronto tra potere temporale e spirituale, Tommaso utilizza la metafora dei due astri: uno splendente di luce propria (il potere spirituale) e l'altro di luce riflessa (il potere temporale). Questa immagine suggerisce una subordinazione del potere temporale a quello spirituale.
Esempio: Come la luna riflette la luce del sole, così il potere temporale deriva la sua autorità da quello spirituale.
Tuttavia, Tommaso riconosce che il potere temporale ha un'autorità circoscritta e autonoma, pur essendo subordinato al potere spirituale nel guidare gli uomini verso la beatitudine ultraterrena.
Guglielmo di Ockham, altro importante filosofo medievale, contesta la concezione teocratica che fa dipendere il potere temporale da quello spirituale. Egli utilizza argomenti storici ed evangelici per dimostrare l'autonomia del potere imperiale.
Quote: "L'Impero romano esisteva ben prima della Chiesa ed è a questo impero che Carlo Magno e i suoi successori devono la legittimità e l'autonomia del loro potere senza bisogno di alcuna investitura papale."
Riguardo alle forme di governo, Tommaso d'Aquino segue Aristotele nel considerarle tutte potenzialmente lecite. Il criterio per valutare uno Stato non è la forma istituzionale, ma il raggiungimento del bene comune. Tra le diverse forme, l'Aquinate considera migliore la monarchia, ritenendola più idonea a mantenere l'unità e l'ordine.
Vocabolario: La tirannide è considerata da Tommaso la peggiore degenerazione della monarchia, in quanto in essa gli interessi privati prevalgono su quelli della collettività.
Il dibattito filosofico-politico si intreccia con le dispute teologiche dell'epoca, come quella sulla povertà di Cristo e della Chiesa. Guglielmo di Ockham si schiera con la corrente francescana degli "Spirituali", che auspicavano un ritorno alla povertà radicale in nome dell'esortazione evangelica.
Highlight: La critica al diritto della Chiesa di possedere beni materiali riflette una più ampia riflessione sul ruolo e sulla natura del potere spirituale.
In conclusione, la filosofia politica medievale di Tommaso d'Aquino e Guglielmo di Ockham offre una profonda riflessione sul rapporto tra potere spirituale e temporale, contribuendo a definire i concetti di Stato, Chiesa e autorità che influenzeranno il pensiero politico dei secoli successivi.