La Dialettica Trascendentale e la Critica alla Metafisica
La Dialettica trascendentale, seconda parte della Logica trascendentale, rappresenta il culmine della critica kantiana alla metafisica tradizionale. In questa sezione, Kant esamina le pretese della ragione di conoscere realtà che vanno oltre l'esperienza possibile.
Definizione: La Dialettica trascendentale è lo studio critico delle illusioni inevitabili in cui cade la ragione quando cerca di conoscere realtà che trascendono l'esperienza.
Kant identifica tre idee della ragione pura:
- L'anima (oggetto della psicologia razionale)
- Il mondo come totalità (oggetto della cosmologia razionale)
- Dio (oggetto della teologia razionale)
Highlight: Kant dimostra che queste idee, pur essendo naturali e inevitabili per la ragione umana, non possono essere oggetto di conoscenza teoretica.
La critica kantiana alla metafisica tradizionale si basa sull'argomento che le pretese conoscitive riguardanti queste idee portano a paralogismi (nel caso dell'anima), antinomie (nel caso del mondo) e prove invalide (nel caso di Dio).
Esempio: Un'antinomia cosmologica è la contraddizione tra l'idea che il mondo abbia un inizio nel tempo e l'idea che sia eterno. Kant sostiene che entrambe le posizioni sono ugualmente dimostrabili e confutabili.
Nonostante questa critica, Kant non nega completamente il valore delle idee della ragione. Esse hanno un ruolo regolativo, guidando la ricerca scientifica verso una sempre maggiore unità e completezza della conoscenza.
Vocabolario: Il termine "regolativo" in Kant si riferisce a un principio che guida la ricerca senza pretendere di fornire una conoscenza diretta dell'oggetto.
La Critica della ragion pura si conclude quindi con una limitazione delle pretese conoscitive della metafisica, ma anche con l'apertura di un nuovo spazio per la fede e la morale, che Kant svilupperà nelle sue opere successive, in particolare nella Critica della ragion pratica.