Materie

Materie

Di più

cartesio

13/9/2022

2206

75

Condividi

Salva

Scarica


L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo
è che siamo essere pensati
CARTESIO
(1619)
"DISCORSO SUL METODO"
↓
Scritto in modo autobiografico, ciò gli
cons

Iscriviti

Registrati per avere accesso illimitato a migliaia di appunti. È gratis!

Accesso a tutti i documenti

Unisciti a milioni di studenti

Migliora i tuoi voti

Iscrivendosi si accettano i Termini di servizio e la Informativa sulla privacy.

L'unica certezza che abbiamo è che siamo essere pensati CARTESIO (1619) "DISCORSO SUL METODO" ↓ Scritto in modo autobiografico, ciò gli consentì di presentare il suo pensiero rivoluzionario cautamente senza andare contro alla chiesa Sostiene che le nostre CERTEZZE siano ILLUSORIE Dubita di tutto La realtà potrebbe essere in sogno e i sogni realtà Scompare l'idea di conoscenza platonica Intenzione: Spiegare il metodo non insegnarlo CARTESIO: DISCORSO SUL METODO PARTE PRIMA La capacità naturale di distinguere il vero dal falso è distribuito equamente nel mondo tanto che persino le persone più incontentabili non lo desiderano più di quanto ne abbiano Cartesio si è costruito un metodo con la quale ha aumentato la sua sapienza fino al suo massimo possibile La sua intenzione NON è quella di insegnare il metodo che tutti devono seguire, ma di mostrare in che modo ha cercato di dirigere la sua ragione Riconosce l'importanza di ogni disciplina, e sottolinea che lettura dei libri che paragona ad una conversazione con le persone storiche più importanti, e la conversazione con essi è pari al viaggiare buon senso, ragione La diversità di opinioni non deriva dal fatto che Non appena terminò i suoi studi Cartesio si sentiva oppressò da dubbi che lo indussero a credere l'unico vantaggio tratto dalla sua istruzione fu la scoperta della sua ignoranza. Decise di non studiare più e dedicare la vita a viaggiare e frequentare persone diverse, a raccogliere esperienze...

Non c'è niente di adatto? Esplorare altre aree tematiche.

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

Knowunity è stata inserita in un articolo di Apple ed è costantemente in cima alle classifiche degli app store nella categoria istruzione in Germania, Italia, Polonia, Svizzera e Regno Unito. Unisciti a Knowunity oggi stesso e aiuta milioni di studenti in tutto il mondo.

Ranked #1 Education App

Scarica

Google Play

Scarica

App Store

Knowunity è l'app per l'istruzione numero 1 in cinque paesi europei

4.9+

Valutazione media dell'app

13 M

Studenti che usano Knowunity

#1

Nelle classifiche delle app per l'istruzione in 11 Paesi

900 K+

Studenti che hanno caricato appunti

Non siete ancora sicuri? Guarda cosa dicono gli altri studenti...

Utente iOS

Adoro questa applicazione [...] consiglio Knowunity a tutti!!! Sono passato da un 5 a una 8 con questa app

Stefano S, utente iOS

L'applicazione è molto semplice e ben progettata. Finora ho sempre trovato quello che stavo cercando

Susanna, utente iOS

Adoro questa app ❤️, la uso praticamente sempre quando studio.

Didascalia alternativa:

e a mettere se stesso alla prova. Distingueva meglio il vero e il falso in questo modo che studiando dai libri e imparò a indagare dentro se stesso e impiegare tutte le risorse che lui stesso offriva per scegliere le strade da seguire qualcuno sia più ragionevole di altri bensì dal fatto che dirigiamo i nostri pensieri lungo percorsi diversi Ma sostiene che per sapere le usanze del proprio e giudicarle è bene conoscere quelle degli altri per metterle a confronto e non credere che tutto ciò che va contro ali ideali del proprio popolo sia irragionevole, se non si ha mai conosciuto altro SECONDA PARTE Cartesio nella seconda parte presenta 4 regole fondamentali per orientare la ricerca Anche se tutte e 4 sono riconducibili alla (l'evidenza) / 1. Evidenza o chiarezze e distinzione 2. Analisi 3. Sintesi 4. Enumerazione La prima regola è quella di non accettare mai nulla per vero senza conoscerlo; cioè quindi di evitare la precipitazione e la precipitazione e la prevenzione, e di non comprendere e giudicare niente finché non si presenta nella propria ragione chiaro e distinto in modo da non lasciare alcun tipo di dubbio 2) la seconda è di dividere ogni problema preso in considerazione in tante parti, quante necessarie per una risoluzione più agevole 3) la terza è di riordinare i pensieri partendo dalle cose semplici, più facili da comprendere fino a salire poco a poco, per gradi, alla conoscenza di cose più complesse perché tutte le verità dipendono le une dalle altre e sono legate tra loro. 4) nell'ultima bisogna fare un esposizione dettagliata, perfetta e completa tanto da essere sicuri di non omettere nulla La seconda parte del discorso sul metodo, termina con la presentazione della matematica, considerata da Cartesio come il modello eccellenza del sapere per TERZA PARTE MORALE PROVVISORIA Secondo Cartesio prima di cominciare a ricostruire la casa in cui si vive, prima di demolirla, comprare i materiali necessari, progettarla ecc.., è necessario procurarsene un altra in cui vivere durante i lavori. Massima FEDELTA ALLA TRADIZIONE: La prima era di obbedire alle leggi e ai costumi del suo paese, credendo fermamente nella religione in cui Dio gli aveva concesso la grazia di essere istruito fin dall'infanzia, e regolandosi per il resto secondo le opinioni più moderate e lontane da ogni eccesso messo comunemente in pratica dai più saggi fra quelli con cui avrebbe dovuto vivere Per evitare di non rimanere titubante nelle sue azioni mentre la sua mente glielo imponeva per quanto riguarda i suoi giudizi e per continuare nel mentre a vivere serenamente egli si creò una morale provvisoria formata da 3 massime 2 Massima RISOLUTEZZA NELL'AZIONE: La sua seconda massima era di mostrasi nelle sue azioni più fermo e più risoluto che potesse, e di seguire le opinioni più dubbie, una volta presa la decisione, solo nel caso che fossero sicure. In questo intendeva imitare i viaggiatori che, trovandosi smarriti in una foresta, non devono vagare, aggirandosi da una parte all'altra, né tanto meno fermarsi in un posto, ma camminare sempre diritto, per quanto è possibile in una direzione, e non cambiarla senza un buon motivo, neanche se all'inizio l'avessero scelta solo per caso: in questo modo, infatti, se non vanno proprio dove desiderano, arriveranno alla fine almeno in qualche luogo dove è probabile che si trovino meglio che nel bel mezzo di una foresta 3 Massima FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ : La sua terza massima era di cercare di vincere se stesso piuttosto che la fortuna, e di cambiare i suoi desideri piuttosto che l'ordine del mondo; e in generale, di abituarsi a credere che non c'è nulla che sia interamente in nostro possesso se non i nostri pensieri, dato che quando facciamo del nostro meglio del nostro meglio, rispetto alle cose complesse, tutto quello che non ci riesce è per noi assolutamente impossibile QUARTA PARTE Nella quarta parte Cartesio riprende il tema già affrontato nell'opera "meditazioni metafisiche" che pubblicherà 4 anni dopo rispetto al "discorso sul metodo" 1. DAL DUBBIO AL COGITO (certezza indiscussa) Applicando alle varie forme di conoscenza la prima regola del metodo, ovvero l'evidenza, Cartesio dubita di tutto. Non si tratta di un dubbio scettico, ma iperbolico e metodico. Gli scettici dubitavano di tutto, senza la possibilità di uscire dal dubbio. Per Cartesio il dubbio è solo un punto di partenza; l'obiettivo è il conseguimento di una certezza. Dapprima si dubita della conoscenza sensibile, poi di quella razionale e infine di quella matematica e geometrica, ipotizzando l'esistenza di un genio maligno che si diverte ad ingannarci anche di fronte all'evidenza matematica e geometrica. Cartesio fa esplicitamente riferimento all'immagine del genio maligno nelle Meditazioni metafisiche: «lo supporrò, dunque, che vi sia, non già un vero Dio, che è fonte sovrana di Verità, ma un certo cattivo genio (genium aliquem malignum), non meno astuto e ingannatore che possente, che abbia impiegato tutta la sua industria ad ingannarmi>>. Ma proprio nel fondo del dubbio più radicale Cartesio raggiunge una certezza: se dubito «io penso, dunque sono» (cogito, ergo sum). La prima certezza che viene strappata al dubbio è l'esistenza del soggetto che dubita e che in quanto dubitante è pensante. 2. FUNZIONE GNOSEOLOGICA DELL'ESISTENZA DI DIO Questa verità era così ferma e così sicura che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di scuoterla 1. La verità <io penso, dunque io sono» si è rivelata percorrendo la strada del dubbio. Il dubbio rimanda all'imperfezione e alla deficienza. Il soggetto per riconoscersi imperfetto, deve avere l'idea di perfetto. Per avere questa idea, non può venire da se stesso, perché imperfetto (dall'imperfetto non può derivare il perfetto), non può venire dall'esperienza (perché l'esperienza ci mette sempre in contatto con l'imperfezione, nessuno ha mai fatto l'esperienza della perfezione assoluta), non può venire neppure dal nulla (perché in forza dell'antico principio parmenideo, dal non essere non può scaturire l'essere). Dunque l'idea di perfezione, che il soggetto imperfetto ha dentro di sé, non può venire che da Dio. GNOSEOLOGIA= teoria della conoscenza QUARTA PARTE (continuo) 2. A questa prima dimostrazione dell'esistenza di Dio, ne segue una seconda: se il soggetto, che, pur avendo l'idea di perfezione, non è perfetto, vuol dire che non si è autoprodotto, altrimenti si sarebbe data un'esistenza perfetta, conforme alle idee di perfezione che ha dentro di sé. Da qui si deduce che solo Dio, l'essere perfetto, ha dato al soggetto l'esistenza. Mentre con la prima prova Dio era l'autore dell'idea di perfezione, nella seconda prova Dio l'autore dell'essere che ha in sé l'idea di perfezione. 3. La terza prova dell'esistenza di Dio è una ripresa dell'argomento ontologico di Anselmo d'Aosta. Nell'idea stessa di Dio, essere perfettissimo, è inclusa l'esistenza (altrimenti, mancherebbe di una qualità essenziale che concorre, più di tutte, alla sua perfezione). Nell'idea di Dio è inclusa l'esistenza, come nell'idea del triangolo è incluso che la somma dei suoi tre angoli è uguale a due retti. A questo punto Cartesio, dopo la dimostrazione dell'esistenza di Dio, può recuperare tutto ciò che si presenta chiaro e distinto, ad iniziare dai ragionamenti geometrici e matematici. L'ipotetico genio maligno, che si divertiva ad ingannarci anche davanti all'evidenza, è destinato a arrendersi nel nome di Dio, che non solo esiste, come si è dimostrato, ma dice anche il vero senza mentire mai. Da colui che e per definizione è la perfezione somma, non possono derivare inganno e falsità. Dio sarebbe, quindi, il garante della nostra conoscenza. QUINTA PARTE Cartesio ha ripreso alcuni temi che aveva sviluppato nell'opera "Il mondo o trattato della luce". Venuto a conoscenza della condanna di Galileo, si riservò di darla alle stampe per non incorrere nella censura. Il tema più importante che si trova in questa quinta parte è quello relativo alla macchina-corpo. Tanto gli animali quanto il corpo umano altro non sono che macchine, molto perfette, perché create da un Artefice perfettissimo. L'uomo, tuttavia, è l'unico essere che supera questo automatismo perché è dotato anche di anima, che non deriva dalla materia ed è immortale: «La nostra (anima) è di una natura indipendente dal corpo, e dunque non è destinata a morire con esso; e dal momento che non si vedono altre cause che possano distruggerla, si è portati naturalmente a giudicarla immortale»>. Cartesio sostiene che tra l'uomo più ottuso e l'animale più intelligente c'è la differenza del linguaggio, che tutti gli uomini possiedono e che non possiede nessun animale. Cartesio considera l'animale una semplice macchina (come lo è pure il corpo umano). Visione antropologica (studio dell'uomo): l'uomo è una sostanza spirituale e una sostanza corporea. Cartesio, sostiene che è vero che l'anima è posta nel corpo umano come un pilota nella sua nave, ma bisogna che essa sia congiunta ed unita più strettamente con esso per avere sentimenti ed appetiti simili ai nostri e così comporre un vero uomo. Cartesio in "Passioni dell'anima" (1649) introdusse la ghiandola pineale, (situata nel cervelletto), principale sede dell'anima e punto di convergenza delle impressioni (o delle immagini) che provengono dalla realtà corporea. In questo modo, dunque, anima e corpo (res cogitans e res extensa) mantengono la eterogeneità, trovando un punto di incontro nella ghiandola pineale. SESTA PARTE Cartesio apre e la sesta parte del Discorso sul metodo con una presentazione delle ragioni per le quali ha rinunciato a pubblicare "Il mondo o trattato della luce"; la condanna di Galileo del 1633 l'aveva allarmato non poco. Cartesio temeva di finire sotto inchiesta e la sua opera censurata. In ogni caso la pubblicazione del trattato sarebbe stata motivo di polemiche, che gli avrebbero procurato con una grande perdita di tempo. La questione più rilevante gira attorno alla superiorità della nuova concezione meccanicistica della natura rispetto a quella teleologica e formale della tradizione scolastica: «Ma non appena ebbi acquistato alcune nozioni generali di fisica, e cominciando a saggiarle in qualche problema particolare, compresi fino a qual punto potevano condurre e quanto differito dai principi di cui ci si è serviti finora, ritenni che non potevo tenerle nascoste senza peccare gravemente contro la norma che ci obbliga a favorire per quanto possiamo il bene generale di tutti gli uomini. Giacché esse mi hanno fatto vedere che è possibile arrivare a conoscenze molto utili alla vita, e che in luogo della filosofia speculativa che si insegna nelle Scuole, se ne può trovare una pratica, in virtù della quale, conoscendo la forza e le azioni del fuoco, dell'acqua, dell'aria, degli astri e dei cieli e di tutti gli altri corpi che ci circondano così distintamente come conosciamo le diverse tecniche degli artigiani, potremo parimenti impiegarle in tutti gli usi a cui sono adatte, e renderci quasi signori e padroni della natura>>. Gli effetti benefici che derivano dalla nuova filosofia della scienza sono molteplici: «Il che non soltanto è desiderabile per inventare una infinità di macchine che ci consentirebbero di godere senza alcuna fatica dei frutti della terra e di tutti gli altri beni che vi si trovano, ma anche e in primo luogo di conservare la salute, che è senza dubbio il primo di questi beni e il fondamento di tutti gli altri in questa vita; perché anche lo spirito dipende a tal punto dal temperamento e dalla disposizione degli organi corporei, che se è possibile trovare qualche mezzo che renda in generale gli uomini più saggi e più abili di quanto siano stati fin qui, è proprio nella medicina, credo, che si deve cercarlo»>. Si passa dunque dal sapere per sapere della tradizione, al sapere per potere.