La storia della pena di morte dall'antichità all'Illuminismo
La pena capitale ha radici antiche nella storia dell'umanità. Fin dai tempi più remoti, le società hanno utilizzato varie forme di punizione, inclusa la pena di morte, come mezzo per mantenere l'ordine e la giustizia.
Il codice di Hammurabi, risalente all'antica Babilonia, fu uno dei primi testi a codificare l'uso della pena capitale. Nelle civiltà egizie e dell'America precolombiana, l'omicidio era comunemente punito con la morte. Nell'antica Grecia, il filosofo Platone sosteneva l'utilità delle pene per espiare i peccati e prevenire ulteriori crimini, ma riteneva che alcuni mali fossero incurabili e meritevoli della pena capitale.
Highlight: La legge del taglione, o principio di retribuzione, era alla base del sistema penale romano e prevedeva la possibilità di infliggere un danno uguale all'offesa ricevuta.
Durante il Medioevo, la Santa Inquisizione fece ampio uso della pena di morte per reati come l'omicidio, il furto o il tradimento. Teologi come Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino approvarono l'uso della pena capitale da parte della Chiesa, nonostante ciò andasse contro il quinto comandamento.
Quote: San Tommaso d'Aquino nella Summa Theologiae aveva paragonato la società ad un corpo, e il criminale ad un membro malato, il quale doveva essere estirpato per salvare il resto del corpo.
Il principio dell'efficacia preventiva, secondo cui la morte inflitta poteva dissuadere altre persone dal crimine, era ampiamente accettato fino all'epoca dell'Illuminismo.