I ratei e risconti rappresentano elementi fondamentali della contabilità aziendale per gestire correttamente la competenza economica dei costi e dei ricavi.
I ratei attivi e passivi sono quote di ricavi o costi di competenza dell'esercizio in corso ma che avranno manifestazione finanziaria nell'esercizio successivo. Ad esempio, un rateo passivo si verifica quando un'azienda deve pagare interessi su un prestito maturati nell'anno corrente ma che verranno effettivamente versati l'anno successivo. La registrazione in partita doppia prevede l'addebito del conto economico "Interessi passivi" e l'accredito dello stato patrimoniale "Ratei passivi".
I risconti attivi e passivi invece rappresentano quote di costi o ricavi già manifestatisi finanziariamente ma di competenza dell'esercizio successivo. Un classico esempio di risconto passivo è l'affitto ricevuto anticipatamente: se un locatore incassa a dicembre l'affitto di gennaio, dovrà rinviare contabilmente quel ricavo all'esercizio di competenza attraverso un risconto. La differenza tra risconti attivi e passivi sta nel fatto che i primi riguardano costi anticipati (come assicurazioni o abbonamenti) mentre i secondi si riferiscono a ricavi anticipati. Per il calcolo del risconto attivo si utilizza la formula: (importo totale / giorni totali) x giorni di competenza dell'esercizio successivo. Esistono diversi esempi pratici di ratei e risconti che aiutano a comprendere meglio questi concetti, come il caso dei premi assicurativi pagati anticipatamente (risconto attivo) o degli interessi su prestiti maturati ma non ancora pagati (rateo passivo). Lo schema dei ratei e risconti prevede sempre la corretta individuazione del periodo di competenza e la conseguente rettifica dei valori attraverso le scritture contabili appropriate.