La prospettiva nel Rinascimento rappresenta una delle più grandi rivoluzioni artistiche della storia dell'arte occidentale.
La prospettiva spiegazione semplice si basa sul principio che gli oggetti appaiono più piccoli man mano che si allontanano dall'osservatore. Durante il Primo Rinascimento, artisti come Brunelleschi svilupparono un sistema matematico preciso per rappresentare la profondità spaziale nelle opere d'arte. Questa tecnica rivoluzionaria permise di creare l'illusione della tridimensionalità su una superficie bidimensionale, trasformando completamente il modo di rappresentare la realtà nelle arti visive.
Le caratteristiche del Rinascimento arte includono l'uso sistematico della prospettiva lineare, che si basava su un punto di fuga centrale verso cui convergevano tutte le linee parallele. Questo metodo scientifico si collegava anche al rapporto tra musica e matematica, un concetto già esplorato nell'antichità da Pitagora. Il filosofo greco aveva infatti scoperto le relazioni matematiche tra le note musicali, dimostrando come la musica fosse governata da precise proporzioni numeriche. Nel Rinascimento, questa connessione tra arte, musica e matematica divenne fondamentale: le stesse proporzioni matematiche che regolavano l'armonia musicale venivano applicate nelle composizioni artistiche per creare opere perfettamente bilanciate. Gli artisti del Primo Rinascimento come Masaccio, Piero della Francesca e Leon Battista Alberti utilizzarono questi principi matematici non solo nella costruzione prospettica, ma anche nell'organizzazione complessiva delle loro opere, creando capolavori che incarnavano l'ideale rinascimentale di armonia tra arte e scienza.
La rivoluzione della prospettiva rinascimentale non si limitò alla sola rappresentazione dello spazio, ma influenzò profondamente anche il modo di concepire il rapporto tra uomo e realtà. Attraverso la prospettiva rinascimentale, l'artista poteva ora riprodurre il mondo così come appariva all'occhio umano, ponendo l'uomo al centro dell'universo visivo. Questo cambiamento rifletteva perfettamente gli ideali umanistici del Rinascimento, dove l'essere umano veniva considerato misura di tutte le cose.