La trasformazione economica e sociale dell'Italia tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 fu caratterizzata da importanti riforme e cambiamenti strutturali.
La Belle Epoque rappresentò un periodo di grande ottimismo e progresso in Italia, caratterizzato da significative innovazioni tecnologiche e culturali. Durante questa fase storica, che va dal 1871 al 1914, l'Italia visse una stagione di relativa prosperità economica e fermento culturale, con lo sviluppo di nuovi stili artistici e letterari. Tra gli autori italiani della Belle Epoque si distinsero figure come Gabriele D'Annunzio e Giovanni Pascoli, che interpretarono lo spirito del tempo attraverso le loro opere.
Un ruolo fondamentale nel processo di modernizzazione fu giocato dal sistema bancario. La banca mista e la banca universale furono modelli innovativi che permisero di sostenere lo sviluppo industriale attraverso il finanziamento diretto delle imprese. Questo sistema venne poi profondamente modificato dalla Legge bancaria 1936, che introdusse una netta separazione tra banche commerciali e banche d'investimento, creando un modello più stabile ma meno dinamico. La successiva Legge bancaria 1993 ha poi ridisegnato completamente il settore, introducendo il modello della banca universale ancora oggi in vigore.
La Riforma agraria del 1950, promossa da Fanfani, rappresentò uno dei più importanti interventi di redistribuzione delle terre nella storia italiana. A differenza dei tentativi precedenti come la Riforma agraria 1861 e gli interventi durante il periodo fascista, questa riforma riuscì effettivamente a modificare gli assetti della proprietà terriera, soprattutto nel Mezzogiorno. Le conseguenze della Riforma agraria 1950 furono significative: si creò una nuova classe di piccoli proprietari terrieri, si modernizzarono le tecniche agricole e si contribuì a ridurre le tensioni sociali nelle campagne, anche se non si riuscì a risolvere completamente il divario tra Nord e Sud del paese.