La fotografia del nuovo Stato italiano
L'età postunitaria in Italia iniziò nel 1861 con la morte di Cavour e la sua celebre frase "L'Italia è fatta, bisogna ora fare gli italiani". L'unificazione fu un processo guidato dalle élite moderate che mise in luce le profonde contraddizioni e i contrasti presenti nel paese.
La questione meridionale emerse come uno dei problemi più urgenti, evidenziando la frattura tra Nord e Sud in termini di sviluppo economico e sociale. Questa disparità era preesistente all'unità ma si accentuò nel nuovo contesto nazionale.
Un altro ostacolo significativo era rappresentato dall'elevato tasso di analfabetismo, che raggiungeva il 75% a livello nazionale e addirittura il 90% nel Meridione. Ciò rendeva difficile la creazione di un'identità nazionale condivisa e ostacolava lo sviluppo economico.
La struttura economica del paese era ancora prevalentemente agricola, con il 70% della popolazione impiegata in questo settore. L'industria occupava solo il 18% dei lavoratori, mentre i servizi il 12%.
Highlight: L'agricoltura era la principale fonte di reddito per la maggioranza della popolazione italiana nell'età postunitaria.
I problemi dell'unificazione erano molteplici e complessi. Era necessario creare un'unificazione legislativa, monetaria e fiscale per dare coerenza al nuovo stato. La questione istituzionale riguardava l'organizzazione amministrativa del territorio, con un dibattito tra accentramento e decentramento regionale.
Vocabulary: Accentramento: concentrazione del potere decisionale nelle mani del governo centrale. Decentramento: distribuzione del potere decisionale tra diversi livelli di governo, inclusi quelli locali.
La questione finanziaria era particolarmente critica, con la necessità di risanare il deficit di bilancio ereditato dagli stati preunitari. Infine, la questione romana rimaneva aperta, con Roma ancora sotto il controllo dello Stato Pontificio, mentre il Veneto era ancora parte dell'Impero austro-ungarico.
Quote: "L'Italia è fatta, bisogna ora fare gli italiani" - Camillo Benso conte di Cavour